darksiders four horseman genesis

di devil_may_cry_wrath_92m
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~~“E così dobbiamo prepararci per una nuova battaglia?! Cavolo, avevo voglia di rilassarmi un po’!”
Sbottò Conflitto mentre faceva, al tempo stesso, l’occhiolino ad un paio di elfe scure che stavano versando da bere ad alcuni ospiti. Vedendo la chiara avanse del cavaliere si voltarono indignate.
“Smetti di fare l’idiota fratello!” disse Guerra “Morte, si è messo in contatto con il Consiglio e ci saprà dire cosa dobbiamo fare. Se dovremo combattere, dovremo essere pronti” “Uffa, va bene, va bene. Dovresti rilassarti una volta ogni tanto” Guerra rispose al commento del fratello con uno sguardo truce che portò il fratello, per niente intimorito, a rivolgersi alla sorella. “Allora sorella, ho visto che le hai prese da un demone” “Come…?!”  esclamò Furia sorpresa  “Come faccio a saperlo? Sorella nessuno è uscito perché se la facevano tutti sotto, ma soltanto un sordo non avrebbe potuto sentire i colpi. Sono andato a una finestra e ho visto tutto. Soprattutto la parte in cui quel tipo ti ha sbatacchiato contro il muro” All’udire quelle parole, Furia fece per estrarre la sua arma ma Conflitto aveva estratto una delle sue pistole e già gliela puntava contro lo stomaco.
“Provaci. Vediamo chi è più svelto” 
“Suvvia, suvvia. Cavalieri, avete dimostrato la vostra potenza battendo un’ esercito formidabile, a che scopo demolire il castello?”
A parlare era stato un’ essere che, a prima vista sarebbe potuto sembrare un’ umano ma i lobi delle orecchie leggermente appuntite rivelavano la sua natura demoniaca. A differenza degli elfi scuri, però la sua carnagione era chiara. Di statura media, con una tunica rossa  a tratti argentata, lunghi capelli biondi che incorniciavano il suo volto dai bei lineamenti aristocatici e occhi di colore viola. A prima vista sarebbe sembrato un tipo innocuo ma il modo in cui si era messo in mezzo ai due cavalieri senza temere la loro reazione la diceva lunga sulla sua tempra.
“Fatti gli affari tuoi demone!” ringhiò Furia al nuovo arrivato, ma questi gli rispose tranquillamente:
“Vuole davvero colpirmi mia signora? Non credo di essere un avversario degno della sua forza” ”Infatti non lo sei” Il biondo le mise una mano sopra alla sua e lo stesso fece con Conflitto e disse ad entrambi: “Allora penso che mi perdonerete” “Per cosa?”  chiesero entrambi i cavalieri infastiditi da quel tocco; ma il loro fastidio si trasformò in dolore e successivamente in rabbia quando sentirono la loro carne lacerata da quello che era chiaramente un artiglio. Spostarono le loro armi verso il nuovo arrivato, il quale si era leggermente distanziato da loro. Il demone, adesso con tono beffardo, disse: “Per questo. Spero che non me ne vorrete per avervi inflitto un colpo. Un demone debole come me che colpisce due potenti agenti del Consiglio come voi… ah, quale onore e quale umiliazione per voi”
“Lurido bastardo!” disse Conflitto, desideroso di fargli saltare il cervello. Il pistolero era furibondo, ma non meno di Furia che stava per decapitare il demone che l’aveva ferita. “Ora basta, tutte e due!” tuonò Guerra che fino ad ora era rimasto in silenzio “Furia, fin dall’inizio mi hai detto che servire il Consiglio non ti andava a genio proprio come a me, ma quella volta sei stata tu a fermarmi e a impedirmi di fare una sciocchezza ora sono io a chiedertelo”
Furia guardò negli occhi il fratello più giovane dopodichè rinfoderò la sua arma.
Guerra poi disse a Conflitto, il quale ancora puntava le sue pistole contro il biondo : “Basta fratello!”
Il tono del rosso cavaliere fece capire al pistolero che era abbastanza.
“Bah! Mi ha solo graffiato. Vorrà dire che mi farò medicare una di queste leggiadre fanciulle” scherzò il cavaliere dirigendosi verso le due giovani che prima lo avevano guardato indignate.
“Ti ringrazio per il tuo aiuto cavaliere” disse il demone biondo “Non l’ho fatto per te feccia. Uno che ricorre a falsi sorrise e a lusinghe per colpire qualcuno merita la morte ma non certo per mezzo di armi come quelle mie e dei miei fratelli. Credo che basterebbe schiacciarti la testa sotto il mio stivale”
“Parole forti, da un così giovane cavaliere” a parlare era stato un nuovo arrivato, questo era chiaramente un demone, la pelle rossa, dura come le scaglie di un drago, le ali che puntavano all’ingiù, le corna ramificate e gli occhi gialli dai bagliori luciferini gli davano un’ aspetto terrificante.
“Quindi sei venuto anche tu Samael?” disse Furia all’arcidemone “Non credevo che quella giovane fosse così importante” “Ah,ahaah! Lei è molto importante, potrei quasi dire vitale”  “Per chi? Per te?” chiese Guerra “Oh no, per me è solo una giovane sovrana che spero non oserà infastidirmi”
“Non ci tengo infatti Samel” Marlene era arrivata alle spalle del temuto signore della fortezza di ossidiana con passo felpato e adesso lo stava fissando con sguardo fermo.
“Ciò che io voglio è che il mio popolo viva in pace e spero che lei manterrà fede alla tregua”
“A differenza di quei due sciocchi di Bhelialis e Krator, io rispetto i patti e poi non vedrei l’interesse ad attaccarvi”
“”Per adesso almeno. Si sa che i demoni non rispettano sempre la parola data” disse Furia
“Attenta a ciò che dici ,cavaliere! Potrei strapparti la spina dorsale e usarla per frustarti” 
“Andiamo Samael, stavo solo scherzando”  disse sorridendo beffardamente la nephilim
“Ma certo cavaliere. Anche io” disse con tono pacato l’arcidemone  “Lasciando da parte queste inutili facezie, dov’è Morte? Ho saputo che la voragine che una volta era la pianura, è opera sua. Sono sbalordito da quanto sia diventato potente” “Sbalordito o spaventato, Samael?” disse Furia, con un sorriso beffardo ma prima che l’arcidemone potesse aprire bocca, l’altro demone, quello biondo, disse: “Vero, dov’è vostro fratello? Sarei curioso di conoscerlo” “Oh, credimi! Non ti piacerebbe incontrarlo. Non ha molta simpatia per quelli come te”
“Molto bene. Vorrà dire che dovrò stare molto attento” “Non so se ti basterebbe la tua attenzione demone” “Prego, lady Furia. Ho un nome anche io” “E quale sarebbe?” “Lucifon, mia signora. Lucifon” detto questo, il demone si girò e lasciò il gruppetto.
“Tipo strano” disse Guerra “E’ solo un codardo. Non vale neanche la pena che lo ammazzi” replicò Furia “Chi lo sa cavalieri? Chi può saperlo?” disse Samael ridacchiando subito prima di allontanarsi. Rimasti soli con Marlene, i due cavalieri le dissero: “Cosa avrà voluto dire?”
“Non so. E’ difficile capire cosa passi per la testa del signore della fortezza di ossidiana, ma sicuramente sa qualche cosa” “Già. Le sue parole e i suoi sorrisetti sono molto esplicativi” replicò Furia “Ma è quell’altro che mi lascia perplessa. Per quanto sia codardo, sembra che cercasse lo scontro. Come ha detto che si chiama?” “Lucifon, sorella. Tu lo conosci Marlene?”
La giovane rimase in silenzio per un momento come se stesse riflettendo e poi disse: “Mai sentito nominare, ma non vuol dire niente. Qui sono presenti demoni maggiori ma anche minori, signori di regni che nessuno, nemmeno il Consiglio conosce. Forse è uno di quelli” “Forse. In ogni caso lo terremo d’occhio, ma per adesso abbiamo altri problemi” “Gli stessi che hanno spinto tuo fratello a chiudersi nella prima stanza che ha trovato, dopo aver cacciato chi c’era al suo interno?” domandò la giovane con un sorriso ironico “Indovinato” “Sta bene?” “Lo hai visto” “Non capisco come si possa essere così incoscienti. Non si è ancora ripreso del tutto e vuole partire per un’altra missione” “Non abbiamo scelta, noi dobbiamo…” “ Proteggere l’equilibrio lo so! Un giorno finirete morti ammazzati se continuate a gettarvi nella mischia malandati” “Stiamo bene. Gli effetti di quella freccia sono scomparsi” “Per quanto riguarda te si vede, ma è Morte quello che mi sembrava più provato” “Provato?! Hai visto anche tu il salto che ha fatto!” “Lo visto e spero che non fosse un tentativo per farci credere che è in perfetta forma e che quindi non dobbiamo dubitare di lui”
“Noi? Ragazzina, credimi, tu sei l’ultima dei suoi pensieri.”
A quelle parole, il volto di Marlene cambiò. Fu come se Guerra l’avesse schiaffeggiata, abbassò la testa e si diresse verso la grande scala che portava al piano superiore.
“Wow, tu ci sai proprio fare con le donne” “Lascia perdere sorella” “No non lascio perdere, adesso voglio sapere che cosa è successo a te e a Morte. Cos’è questa storia della freccia? Non ce ne hai parlato prima” “Morte me lo ha impedito” “Ma adesso lui non è qui, quindi vuota il sacco” Guerra rimase in silenzio per un attimo decidendo sul da farsi. Ormai la frittata era fatta, non poteva nascondere a sua sorella cosa era accaduto a lui e al fratello maggiore per colpa di quella strana arma e sperò che sua sorella non usasse questa circostanza per danneggiare Morte. Sapeva che la sua ambizione era senza freni e che avrebbe dato tutto per essere alla guida dei cavalieri ma si augurò che non si spingesse fino ad un’ attacco a sorpresa ai danni di Morte.
“E va bene. Ti dirò tutto ma non qui”

Intanto, Lucifon si era allontanato dal salone e si era infilato in una stanzetta buia, dove era certo che nessuno sarebbe passato. Si guardò le mani, aveva ancora il sangue di Furia e Conflitto su di esse, sorrise mentre per un incanto il sangue dei due cavalieri si raggruppava nel palmo delle sue mani, cristallizzandosi e assumendo la forma di due piccoli frammenti neri. “Ora sono in mio potere”               





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