Edmond e il tesoro di Giano

di Vanessa DowneyJr221
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-Pensi che andrà bene?

 

-Ne sono certo.

 

-E se dovessi inciampare.

 

-Ti rialzerai, mentre io mi impegnerò a non ridere.

 

-Idiota.

 

La giovane Eren era nel pieno di una crisi di panico. Era il giorno del sedicesimo compleanno del principe e tutta la borgata di St. Ruth era in fermento per i festeggiamenti che avrebbero avuto inizi d lì a un'ora. Erano state scelte le fanciulle più belle della cittadina per aprire la cerimonia con allegre danze, strette in corsetti e avvolte in abiti sfarzosi lanciando petali di rose. Niente di più lontano da Eren, ma quando la corte chiama, pensare di non rispondere non rientra tra le scelte valide. Si era rassegnata all'idea di doversi immolare in questa pratica misogina, ma a pochi minuti dall'inizio della cerimonia, la giovane aveva cominciato ad andare in escandescenze sfogando tutta la sua frustrazione sul suo fidato amico Claude. 

 

Eren era già insaccata in un abito bianco e rosa e stava obbligando Claude a sistemargli dei piccoli fiori tra i capelli intrecciati. 

 

-Stai benissimo- disse il ragazzo trafficando con le trecce castane della sua amica. Cercava di incoraggiarla, anche se sapeva che era tutto inutile: quando Eren si convinceva di una cosa, stringeva i pugni e assottigliava lo sguardo, nulla era in grado di dissuaderla. E quella era un di quelle occasioni.

 

-Benissimo un corno- ribatté lei guardandosi allo specchio con aria disgustata. Dietro di lei, Claude continuava ad infilare pazientemente fiori tra i suoi lunghi capelli.

 

-Sembro una stupida bambina con questo orrendo vestito- disse facendo il broncio. - E poi, pensare di avere gli occhi di tutti addosso mi fa venire la nausea.

 

-Piantala, andrà tutto bene e durerà meno di quanto pensi- disse il ragazzo guardandola attraverso lo specchio. Eren sorrise, grata di avere accanto il suo amico. -Poi ti prometto che andiamo ad allenarci.

 

-Davvero?- disse con gli occhi che brillavano e dimenticando per un attimo tutta la situazione che la opprimeva.

 

-Ho già preparato le armi, sono in un saggio giù all'ingresso.

 

Si presero ancora qualche minuto perché Eren finisse di prepararsi, poi si avviarono verso il palazzo di St. Ruth desiderando con tutte le loro forze che quell'imbarazzante e pomposa cerimonia finisse al più presto per poter tornare a fare ciò che più amavano: duellare come veri pirati.





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