contest
Questa storia partecipa al Crack&Sfiga
Day 2021 indetto dal forum FairyPiece – Fanfiction
& Images.
5 drabbles da 110 parole ciascuna che ripercorrono
la storia d’amore tra Nadia,
guardiana del Tempio del Faro di Madre sul pianeta Red Cave, ed Andrew,
l’ingegnere che la ripara e che poi sfortunatamente fa un
viaggio
che lo porta incontro alla morte. Una sfigaship più
sfigaship di
questa credo che non esista XD
Precisazione sul
titolo della
storia:
è una frase pronunciata da Andrew nel capitolo 111 di Edens
Zero, letteralmente “Mi manca il cielo che guardiamo sempre
insieme”, e di questo particolare parlerò nella
drabble n.
3.
Premessa sulla drabble n. 5:
si tratta di una What if
ispirata al desiderio di Nadia che un cronofago mangi il tempo di Red
Cave creando una realtà parallela/alternativa. Il suo
desiderio
si avvera e Nadia riesce a fuggire con una navicella grazie alla quale
poi torna da se stessa ed Andrew del passato per avvisarli del
meteorite che potrebbe impedire ad Andrew di tornare a Red Cave una
volta trovato il tesoro. La Nadia del futuro deciderà di
mettersi da parte per lasciare che la Nadia del passato ed Andrew
vivano il loro amore. La drabble è dal punto di vista di
Nadia
del passato, ovvero la Nadia di Red Cave a cui è stato
rubato il
tempo dal cronofago.
I miss the
sky
that
we always view together.
#01
La prima volta che Andrew vide Nadia, inerme nel Tempio del Faro di
Madre, non poté fare a meno di chiedersi come fosse
possibile
per un’androide apparire così bella,
così umana
nonostante le numerose cuciture che solcavano il suo viso e le sue
membra.
«Ehi», tentò raccogliendola da terra tra
le proprie braccia. «Mi senti?».
L’androide non rispose, incapace come tutti gli altri robot
del
pianeta di funzionare senza il flusso di etere prodotto dal tesoro che
era stato recentemente rubato.
«Non temere», sussurrò con un sorriso.
«Ti riparerò».
Per un attimo gli parve di intravedere un guizzo nelle palpebre chiuse
dell’androide, ma forse era stata solo una sua impressione.
#02
La prima volta che Nadia vide Andrew, intento ad avvitarle qualcosa
sulla schiena, pensò che quel giovane essere umano dai
capelli
scuri e dallo sguardo gentile avesse un qualcosa di intrigante che le
suggeriva di potersi fidare.
«Ciao», la salutò il ragazzo quando si
accorse che lei aveva aperto gli occhi.
«Ciao», rispose l’androide.
«Sono Nadia, guardiana di questo tempio. Tu chi
sei?».
«Mi chiamo Andrew, sono un ingegnere».
Nadia guardò prima il volto sorridente di Andrew, poi il
cavo
che le aveva montato sulla schiena e poi di nuovo il volto di Andrew.
L’aveva riparata, anzi, salvata.
Ricambiò il sorriso. «Grazie, Andrew. Ti
sarò debitrice per tutta la vita».
#03
Il cavo che la manteneva in vita era un po’ scomodo da
portare in
giro e non le permetteva di fare molti passi, ma tutto sommato la cosa
non le dispiaceva, dal momento che Andrew la andava a trovare ogni
giorno.
«Perché vieni sempre qui?», gli chiese
una sera,
mentre guardavano insieme il cielo stellato attraverso la finestra del
tempio. «Sono un’androide, un vecchio modello
oltretutto1».
Andrew percorse con la mano uno dei grossi codini che Nadia teneva
sulla testa, per poi accarezzarle la guancia e il mento.
«Mi piace guardare il cielo con te, non importa cosa
sei».
Nadia, per qualche assurdo motivo, si sentì arrossire
– come gli
umani.
#04
Lo sapeva, Andrew, che Nadia non avrebbe potuto dargli una famiglia, ma
non gli importava: la amava, la amava da morire e tutto ciò
che
voleva era portarla fuori da quel dannato tempio e passare tutta la
vita con lei.
«Andrò a cercare il tesoro»,
esordì un giorno
come tanti. «Dovessero volerci mesi o anche anni, io lo
troverò».
Gli occhi di Nadia si riempirono di lacrime. «No, no,
no!»,
singhiozzò gettandosi sul suo petto. «Ti prego,
non
lasciarmi qui da sola».
«Tornerò, te lo prometto»,
sussurrò Andrew
abbracciandola. «Lo faccio per te, Nadia. Io
ti–».
Nadia gli tappò la bocca con la mano. «Voglio
sentirtelo dire quando tornerai».
#05
[Leggere la premessa a inizio pagina per
comprendere la drabble]
«Andrew, ce l’hai fatta!»,
esclamò Nadia
commossa, gettandosi tra le braccia del suo amato che non vedeva da un
anno.
«È tutto merito tuo se sono riuscito ad evitare
quel meteorite», disse Andrew stringendola forte.
«Forse vuoi dire che è tutto merito della me
stessa del futuro».
Andrew le sorrise raggiante. «Ciò che conta
è che
ora stiamo insieme. E che ti amo, Nadia», concluse
avvicinandosi
al suo volto e stampandole un appassionato bacio sulle labbra.
Nadia ricambiò rossa in volto e poi, finalmente libera di
staccarsi da quel cavo che ora non le serviva più, strinse
la
mano di Andrew seguendolo fuori dal tempio, verso il loro futuro insieme.
1 Nadia, nel manga, ripete sempre
“Sono un vecchio modello”, anche quando
c’entra poco con il contesto.
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