Cade il cuore nella tenebra

di Fiore di Giada
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Le parole di Folken martellano la mia mente e tante cose, in questo momento, assumono un valore differente ai miei occhi.
Ansimo e lascio cadere il ciondolo, che si infrange sul pavimento con un rumore sordo.
Io non sono suo figlio.
Lui ha ucciso i miei genitori, per compiacere la sua crudele brama di sangue.
Finalmente ho capito chi sei! Ecco perché non hai mai mostrato affetto per me! Non sono tuo figlio! Sono solo qualcosa che ti è servito per mettere a tacere la tua coscienza! – grido. Il mio cuore, in questo momento, gronda di rabbia e disperazione.
Tutto il mio mondo si è sgretolato.
Corro fuori. Mi sembra di non riuscire a respirare, in questo momento.
La mano d’acciaio della collera mi stringe la gola.
Sferro un pugno ad un abete e l’albero crolla con un tonfo sul suolo nevoso.
Hai assassinato mio padre e mia madre perché la questione tra Islung e Asgard si risolvesse! Hai assassinato i miei veri genitori! Poi, hai salvato me, ma solo per la tua coscienza! Volevi metterla a tacere Folken, ma solo perché il passato non tornasse più a tormentarti! E invece eccolo qui il passato… E dietro di te e porta il mio nome, Mime! – urlo.
L’odio, da tempo represso, esonda nel mio cuore e annienta qualsiasi sentimento positivo in me.
Tu hai cercato di modellarmi a tua immagine pur di non vedere in me il riflesso dei due innocenti da te ammazzati.
Ma i tuoi sforzi non sono serviti a nulla, Folken.
Il male chiamo altro male.
Attraverso di me, i miei genitori avranno la loro giusta vendetta.
Pagherai per il male da te compiuto, ai danni di due innocenti, colpevoli di non volersi sottomettere alla tua legge di sterminio.
Bastardo, la tua arroganza si rivolterà contro di te.
Conoscerai la forza celata in questo corpo, da te ritenuto troppo fragile e inadatto al combattimento.
Anche io sono capace di uccidere e odiare, Folken!
Il mio pugno non è così debole, come tu, nella tua stolidità, hai sempre creduto.
Come hai potuto commettere un’atrocità simile? Come hai potuto? – chiedo. Mi hai privato dell’affetto dei miei genitori, per soddisfare il tuo piacere.
Ma non c’è onore nell’assassinio di persone indifese!
Perché l’hai fatto, uomo senza pietà? Perché hai assassinato i miei genitori? – proseguo. Tu mi dai ancora le spalle, bastardo.
Non hai il coraggio di guardare i miei occhi.
Ti ritieni così alieno da errori da non dovermi dare alcuna spiegazione?
Una risata beffarda e crudele scuote la tua alta figura.
E’ semplice, perché non c’era altra scelta! Davvero credi che io abbia ucciso ingiustamente i tuoi genitori? Che li abbia trucidati? Che abbia salvato te per mettere a tacere la mia coscienza? – replichi.
Mi lanci un’occhiata beffarda e crudele, poi ridi.
Ti fai beffe delle mie lacrime e del mio dolore di figlio, reso orfano dalla tua cattiveria.
Non voglio più sentire la tua voce!
Hai finito di insozzare il mondo con la tua superbia, Folken.
Ti attacco e tu non riesci a difenderti.
Mi sembra quasi di sentire lo scricchiolio delle tue ossa…
Ora sono io il più forte, Folken.
Ti ho dato la lezione che meriti.
Cadi e il mio sguardo, compiaciuto, si fissa sul tuo corpo, immerso in una pozza di sangue.
Quel rosso così vivo macchia anche il biancore delle nevi di Asgard.
Sorrido. Cosa mi importa?
Avverto una sensazione inebriante di leggerezza.
Sono libero dalla tua crudeltà e dal tuo dispotismo.
Per mano mia, le povere anime dei miei genitori potranno riposare in pace e questo da’ una ulteriore gioia al mio cuore sofferente.
Finalmente, sei stato punito, Folken.





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