Noi quattro

di liberaurora
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Quegli occhi. Quegli stessi occhi che «fin dal primo momento» avevano guardato Luciano con Amore e senso di protezione ora avevano creato una pozzanghera nel suo cuore. Piangeva per il senso di colpa, piangeva sapendo di dover soffrire anche per una notizia così meravigliosa e spiazzante, piangeva ancora di più pensando cosa sarebbe stato di loro, a come avrebbe potuto proteggere almeno Carlo, e piangeva perché l'uomo che ama era preoccupato per lei, ma lei non se la sentiva ancora di guardarlo con occhi diversi, anche se in fondo sempre gli stessi. Quanti se e chissà affollavano la sua testa in quelle ore.
Dentro di sé però c'era una forza, anzi la forza. Un cuoricino ancora impercettibile sembrava emanare un'energia immensa. Quella stessa energia che li aveva spinti ad andare avanti, nonostante i mille ostacoli che in questi due anni Clelia e Luciano avevano dovuto affrontare. Alla fine, si erano rivelati come dei giri immensi che li avrebbero sempre riportati lì, a un passo dalla felicità. Adesso quella felicità scoppiava nella sua pancia e presto avrebbe acceso di una luce ancora più luminosa gli occhi di Luciano.
 
***

«Ho paura, Luciano. Ho paura di quello che potrebbe succederci ora che siamo in quattro». Clelia si sta facendo prendere da mille ansie. Da quando ha saputo di essere incinta non fa altro che tormentarsi. Sembra la Clelia di due anni fa, quando Luciano si era messo in testa di incastrare Oscar con la storia dei gioielli e lei era agitatissima per quello che sarebbe potuto succedere all'uomo che ama.
Luciano prova a calmarla, soffocando le sue di preoccupazioni, che pure lui ha, ma che in questo momento ritiene giusto nascondere per il benessere mentale della donna che è di fronte a sé: «Ora che siamo in quattro. Senti come suona bene. Noi quattro siamo già e saremo ancora di più una forza, Clelia» le sussurra in modo deciso guardandola negli occhi e avvolgendo nella sua mano la guancia sinistra della donna. «E quella forza sai da dove viene? Da te. Dal nostro Amore». Clelia si lascia cullare dalla mano avvolgente di Luciano, chiude gli occhi. Prova a fare un respiro profondo e poi li riapre. Ha bisogno di far danzare le sue pupille con quelle di Luciano, ora più che mai. Quegli occhi sono sempre stati un'ancora di salvezza per lei.
Le parole di Luciano risultano davvero terapeutiche per il suo spirito in tempesta e ora sente di stare già un poco meglio: «Grazie, Amore mio. Tu sei la mia roccia. Lo sei sempre stata. Anche quando eravamo lontani. Ora che siamo qui, insieme finalmente, nonostante tutte le mie paure e insicurezze, alla fine penso al vortice di Amore che ci avvolge e sto bene. Mi sento travolta dalla felicità e quasi mi manca il respiro». Pronunciate queste frasi, Clelia bacia intensamente Luciano, come per scacciare ulteriormente le incertezze, rifugiandosi con le labbra nell'unico posto in cui vorrebbe sempre che stessero: tra quelle dell'uomo che ama. Dal canto suo, Luciano è ancora come stordito dalla bellezza di ciò che lei gli ha appena confessato, ma naturalmente avverte anche lui con vibrante passione l'esigenza di questo gesto così potente pur nella sua apparente semplicità. Ha deciso di rimanere con i piedi per terra, ma allo stesso tempo di tranquillizzare Clelia. Per lei vale la pena mettere la parte la razionalità e portare un po’ di quiete nell’animo della donna dalla quale finalmente avrà una bambina. Non si farà prendere dal panico, ma nemmeno alla sprovvista. Ci è già passato con Nicoletta e sa quali siano le conseguenze a cui possono andare incontro. Quel che conta di più per lui è che Clelia stia bene e al sicuro, fra le sue braccia.




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