Tu sei Tu

di _tuseitu
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RICCARDO
Ho accettato questo lavoro solo ed esclusivamente per stare vicino ad Alba.
Prima mi sforzo di starle lontano e poi alla prima occasione faccio di tutto per stare con lei.
Per starle vicino, ma non troppo vicino da farle male.
Non potevo permettere che rovinassi la tua via per me, Alba. Non potevo chiederti di rinunciare ai tuoi sogni per farli combaciare con i miei, perché tu nel tuo futuro vedi una casa, dei bambini, magari anche un cane o un gatto, io invece no, io non vedo niente di tutto questo e non voglio niente di tutto questo. Non avrò mai un bambino, non so nemmeno cosa voglia dire avere un padre, come potrei essere un buon padre per quel bambino? E una casa nostra? No. Non so nemmeno cosa significhi avere una casa pulita, ordinata, in cui c’è qualcuno che ti aspetti, qualcuno che quando arrivi ti abbia già preparato la cena. Tu te le meriti tutte queste cose. Tu ti meriti tutto ciò che desideri, amore mio. E per quanto possa fare male e sia difficile da accettare, so che Lui potrà dartele, io invece no.

Abbiamo deciso di vederci solo qui nella scuola di danza per organizzare le lezioni. Lo facciamo ad orari assurdi per conciliare i nostri impegni, ma va bene così. Va bene anche fare i salti mortali pur di vederla qualche ora.
Qualche volta, viene a prenderla il suo fidanzato e quando li guardo andare via insieme, mi prende sempre un nodo allo stomaco.
Non ho mai parlato con lui, non so lui cosa sappia di me, di noi due.
So, che quando ci vede ballare abbassa lo sguardo, fa finta di guardare il suo iPhone, forse perché, anche lui, nonostante voglia negarlo, si accorge di tutto quello che c'è tra noi.
Che questo niente apparente, fa un rumore incredibilmente assordante.
Di te, so per certo, che non lo guardi come guardi me.
Come so che il tuo corpo trema quando ti sfioro.
Che il tuo fiato diventa corto quando ci ritroviamo a ballare con le labbra a pochi centimetri di distanza.

Questa sera sono le 23:00 e siamo ancora qui dentro, oramai Mara ci ha lasciato le chiavi.
La lezione è terminata qualche ora fa, ma dobbiamo ancora provare qualche coreografia per la prossima settimana.
“ Alba, io sono davvero stanco, ieri ho fatto il turno di notte in clinica, vorrei solo andare a dormire” – mi lamento.
“Si, in effetti, è tardi, andiamo via. Chiudi tu?”
“Si. Viene a prenderti Carlo?”
“Non può, vado a piedi”
“Ti do un passaggio io. È notte, non ti lascio andare da sola!”- dico.
“E perché? Che te ne importa?”
“Smettila. Non voglio che ti succeda nulla”
“Vaffanculo, Riccardo!”
Mi dá una spinta e va verso la porta. Mi piazzo davanti.
“O ti fai accompagnare da me o non esci da qui! Ce ne restiamo qui per tutta la notte”
“Stai scherzando, vero? Spostati!”
“No!”
“Non è divertente. Me ne voglio andare da qui”
“Allora, lascia che ti accompagni!”
“No! Chiamo mio padre!”
“E gli racconti che non vuoi farti accompagnare a casa dal tuo…ex?”
“Ex? Tu non sei nessuno”
Alba si allontana da me, armeggia con il suo cellulare, mentre io continuo a chiedermi se stia facendo la cosa giusta trattenendola qui.
Lo sto facendo per lei, per non farla andare via da sola a quest’ora o lo sto facendo per me, per restare ancora un po’ con lei?
“Mi arrendo: vengo con te”- dice improvvisamente, così spegniamo le luci e ci lasciamo alle spalle la scuola di danza.
Quando siamo in macchina, Alba non mi rivolge la parola, eppure io lo sento che prova qualcosa per me.
Faccio una piccola deviazione e invece di riportarla a casa la porto qui, in quello che era il nostro posto: un campo da calcio inutilizzato dove c'è un'ottima visuale per guardare le stelle.





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