Tre Emoji/Parole in Racconti Brevi

di Imperialit
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Avanzo tra i lunghi corridoi della magione mentre inalo l'aria del massacro che ho appena compiuto.
Non ho lasciato nulla al caso.
Ho avvelenato il cibo prima che arrivasse. Ho ucciso le guardie prima che potessero reagire. Ho massacrato i servitori prima che potessero fuggire.
Ho martoriato i cadaveri dei loro uomini esattamente come loro martoriarono quelli dei miei fratelli.
Ho profanato i corpi delle loro femmine come loro fecero con quelli delle mie sorelle.
Ho appeso i loro cadaveri alle pareti come loro appesero le spoglie dei miei cari alle loro.
Ora rimane solo una cosa da fare.
Sfondo il portone della stanza verso cui ero diretto.
Vengo accolto dagli strilli di un bambino in fasce che viene tenuto in braccio da una donna.
Non mi faccio scrupoli. Non posso.
La decapito senza alcun preavviso e mi avvicino al bambino.
Continua a piangere e strillare.
E' così piccolo e indifeso... Eppure so che se adesso evitassi di prendere la sua vita, lui tornerebbe per la mia.
Ed è una cosa che non mi posso permettere.
Sto alzando la spada quando sento qualcosa pungermi sul petto.
L'ultima cosa che vedo prima di chiudere gli occhi è una punta di metallo che mi attraversa... Peccato.
Ce l'avevo quasi fatta...

Vedo il mostro cadere a terra e sento il pavimento che trema sotto il suo peso.
Mi assicuro che sia morto, tagliandogli la testa e strappandogli il cuore, dopodiché lo afferro per un corno e osservo il suo volto.
Una metà è sfigurata dalle fiamme e gli manca l'altro corno.
Chiudo gli occhi e ripenso al giorno in cui gli ho risparmiato la vita.
L'unico rimorso che ho è aver pensato che una bestia potesse davvero sapere cosa vuol dire vivere una vita pacifica.
Lancio via il macabro trofeo e afferro il bambino.
Mi scuso silenziosamente per aver lasciato che tutto questo accadesse e giuro che non gli accadrà più nulla di male.
Sarà la mia redenzione per aver permesso che questa tragedia si consumasse.




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