SCORCIO DI MODENA

di attiminelpensiero
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Pietro, davanti alla Basilica, in quello scorcio di Modena, osserva per la milionesima volta la sua fotografia preferita: Viola nel suo vestito bianco con i fiori lilla, seduta sul letto disfatto, con i raggi di sole che le attraversano il viso. Tra i capelli castani, sull’orecchio destro, aveva appoggiato una margherita staccata da lui nel prato sotto casa. Pietro le voleva comprare un mazzo di rose bianche come piacevano a lei, ma il fioraio le aveva solo rosse. A Viola non piacevano. << Troppo banale il rosso >> ripeteva lei. 

A Viola piaceva il bianco perché le ricordavano le nuvole in un giorno di primavera, la sua stagione preferita. 

Sorrideva nella foto, sorrideva tanto. Era felice di questa vita anche se questa vita è stata troppo ingiusta con lei.

Pietro la amava.

La amava come non avrebbe mai amato e voleva renderla felice, voleva che lei si portasse dietro il ricordo più bello: la loro celebrazione d’amore. Si organizzarono, erano così felici. Ballarono quel giorno in cui Pietro le aveva chiesto la mano. Lei senza forze si appoggiava a lui e lui sorrideva, ballava e continuava a ripeterle che l’amava.

A Viola si allargava il cuore. Era il giorno più felice della sua vita.

Si buttarono sul letto e si guardarono con occhi pieni d’amore. Lui le accarezzava quei pochi capelli che ormai le erano rimasti, le prese la mano sciupata e se la portò fino alle labbra << Sei bellissima >> le disse infine stampandole un bacio.

 

In quella Basilica, dove Pietro sta osservando la fotografia con le guance rigate dalle lacrime, dovevano sposarsi. Ma non fecero in tempo. Quel brutto male se la portò via il giorno prima del fatidico giorno. Lei si lasciò portare via con indosso il suo bellissimo vestito bianco. Quel bianco che le ricordavano le nuvole in primavera.

<< A domani >> sussurra Pietro a bassa voce mentre manda un bacio verso quelle nuvole.





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