7. Ognuno al suo posto
Un’enorme nuvola di fumo si alzò da dietro le spalle di
Higo, e un terribile frastuono coprì per un attimo le sue urla d’allarme. Per
un attimo un giovane genin, sceso sull’uscio di casa, scorse la casa del capo
villaggio mentre si riduceva ad un ammasso di macerie, e potè distinguere tra
la polvere una figura vestita di nero con le mani protese verso il cielo.
“Arte del fulmine! Lampo promulgato!”
Piegate al volere del mostro, nuvole nere addensatesi sopra il villaggio
cominciarono ad emettere, minacciose, bagliori accecanti, prima uno alla volta,
piano, poi sempre più di frequente.
In una decina di secondi l’intero villaggio era illuminato a giorno.
- Non importa che mi scorgano… anche se fossi da solo contro mille di loro,
questi inetti non potrebbero mai sfiorarmi...-
La maschera di Kakuzu si increspò in un sorrisetto accennato.
- Illusione delle mille porte, attivazione. -
“Altolà, mostro!”
Forti del piano del capo villaggio e ligi al loro dovere, il drappello di
guardia alla via principale del villaggio si era parata davanti al ninja
nemico, le armi in pugno e pronti alla battaglia.
“Solo cinque di voi? Non crediate di potervi permettere il lusso di non morire!
So esattamente come trattare i ratti di fogna come v-“
Una freccia gli trapassò il petto, da dietro, forandogli la zona del cuore e
andandosi a conficcare per terra, davanti ai piedi delle guardie. Accasciandosi
a terra, il corpo del mostro sparì sciogliendosi come neve al sole, mentre la
testa del ninja con la balestra nascosto sul tetto dietro di lui cadeva sulla
strada di ciottolato, tranciata da un colpo netto.
“Una copia! Maledizione! Due di voi, a soccorrere Tsuuko! Voialtri, con me!”
Con un veloce jutsu di spostamento, due delle guardie si precipitarono a
raccogliere il corpo e la testa del loro compagno, pronti a ricucirlo con il
kit di pronto soccorso. Ma una smorfia di orrore comparve sui loro volti quando si resero conto che la testa del
ninja decapitato era scomparsa. Anche provando a chiamarlo, non rispondeva.
Decidendo di non perdere tempo, i due si ricongiunsero al resto del gruppo.
Una mezza dozzina di scene simili si erano propagate in
tutto il villaggio per circa una trentina di secondi.
Higo, nel frattempo, aveva raggiunto il palazzo d’amministrazione, una enorme
struttura a più piani che, tempo addietro, era stata il castello del signore
feudale, dove i massimi vertici del villaggio avevano già radunato il grosso
dell’esercito: gli arcieri e i balestrieri lungo le mura, i guerrieri nascosti
dietro l’enorme portone.
“Temiamo che l’intero villaggio sia sotto un’illusione, signor capo villaggio!”
azzardò il comandante in seconda dell’esercito.
“Ora concentriamoci solo sul guadagnare tempo e scoprire come fa ad eliminare i
nostri soldati! E’ assurdo che esista qualcuno in grado di rompere la
benedizione di Janshin! Sono decenni che cerchiamo di scoprire in che modo ci
riesce, e usiamo tutto noi stessi per carpire il suo segreto, ora che è costretto
a combattere!”
Questo era, in linea di massima, il piano di Higo. Avendolo già combattuto e
sapendo che era in possesso di un metodo per uccidere i janshinisti, aveva
ordito una trappola: attirare il mostro verso il castello e costringerlo a
battersi contro i suoi guerrieri ninja. Per fare questo, negli anni addietro,
aveva fatto partire un programma di intensificazione dell’allenamento alla
resistenza alle arti magiche e illusorie per la gente delle Calde Primavere,
conscio della totale incapacità del suo popolo nell’utilizzare ninjutsu e
genjutsu. In questo modo intendeva vanificare gli attacchi dalla distanza del
nemico e obbligarlo al corpo a corpo. Anche le ronde e i drappelli di
cinque-sei guerrieri avevano questo scopo, anche se nel dettaglio erano formate
dai ninja più resistenti, che in teoria avrebbero dovuto assorbire e far
consumare chakra al ninja traditore.
Lo scopo primo di questo piano non era ucciderlo, bensì carpire il suo segreto
o, ancora meglio, catturarlo. Higo, una volta scoperto il punto debole della
benedizione di Janshin, sperava di scoprire come arginarlo.
Il ragionamento e l’intuizione di Higo, dopotutto, era
esatto, cosiccome le supposizioni del consiglio d’amministrazione: Kakuzu in
effetti si serviva di un’illusione per uccidere i ninja immortali. L’errore del
capo villaggio, però, stava nella convinzione che fosse la tecnica in sé ad
ucciderli: invece non era fisicamente Kakuzu a compiere l’assassino dei
guerrieri.
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