Sangue chiama Sangue

di Mister Mistero
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Capitolo 1: Uccidi l’inizio

«Siamo quasi alla capitale. Chissà come sarà il nostro padrone, Luna?» chiese nervosamente una ragazza con i capelli rosa indossante un berretto rosa.
Un’altra ragazza che sedeva al centro della carrozza, dai capelli blu e con indosso, similmente alla sua amica, una felpa di una tonalità identica, rispose: «Probabilmente sarà un vecchio. Potrebbe tentare di violentarci, proprio come una bestia.»
Una terza ragazza dai capelli biondi che sedeva a fianco della precedente rise: «Hah! Se ci prova gli spappoleremo le $&%£@ e fuggiremo!»
La ragazza dai capelli rosa inclinò la testa imbarazzata, con una goccia di sudore sulla fronte «Eh ...?»
«Dammi retta, Air!» canticchiò la bionda. «Noi, al contrario di tutte le altre ragazze che sono state vendute, siamo le migliori. Siamo state scelte per fare apprendistato nella capitale! Lavoreremo sodo, troveremo un brav'uomo e inizieremo una vita da sogno nella capitale!»
Luna, la ragazza dai capelli blu, non era però tanto sicura. «Penso che tu sia troppo ottimista, Fal...»
La conversazione tra le tre continuò per un bel pezzo, fino alla fine del viaggio, quando la carrozza si fermò e l’autista disse loro di scendere. Appena Air, Fal e Luna misero piede a terra, trovarono subito qualcuno ad aspettarle.
«Salve.» sisse una voce sconosciuta. Air voltò la testa e vide un uomo dai corti capelli biondi vestito elegantemente, con indosso una giacca rossa e una cravatta.
«Sarò il vostro padrone.» canticchiò l’uomo. «Il mio nome è Bach ♪»
Air e Luna lo seguirono, mentre Fal si limitava a fissarlo, con una sola parola che le veniva in mente "È GIOVANE!"
Seppur con sospetto, anche Fal alla fine seguì Bach, che condusse le tre ragazze in uno dei quartieri più esclusivi della Capitale. Queste ultime non potevano credere ai loro occhi; le strade erano gremite di gente, che camminava intorno a loro a sinistra e a destra, e in ogni angolo c’erano negozi che vendevano ogni genere di articolo immaginabile. Un vero sogno ad occhi aperti per coloro che venivano dai piccoli villaggi come loro tre.
«FUEEEE...!» esclamò Air con un verso di sorpresa, mentre ammirava la vista del luogo godendosi la sua bellezza. «Quindi questa è la capitale. È una metropoli...»
«Nel nostro villaggio c’erano solo una locanda e un negozio di oggetti rari.» disse Fal mentre camminavano: «È stato un trauma quando degli avventurieri ci hanno chiesto “non avete nemmeno un’armeria?”»
«Hahaha.» Bach rise mentre capiva come si sentivano. «Non avete l’impressione che ci siano molte cose strane qui? Volete dare un’occhiata in giro già che ci siamo? Vi comprerò dei vestiti.»
Air non era sicura di aver sentito bene. «Da-da-davvero?!»
«Tutto sommato sono un padrone gentile!» disse Bach con un sorriso.
 
Air voltò lo sguardo verso Luna, sussurrando: «Lui ... è facile parlarci e sembra una brava persona.»
«Non abbassare la guardia.» Le rispose Luna puntando il dito indice verso l'alto, ancora un po’ scettica nei confronti di quell'uomo. «Hai dimenticato che tutti gli uomini sono come lupi?»
«H-hai ragione, i lupi sono animali pericolosi, vero?» chiese Air, mentre le sue compagne annuivano.
«Comunque sia, se le cose vanno male, fuggiamo.» Fal rispose ad Air poco prima di calciare l’aria con la sua gamba, alzandola anche se indossava una gonna. «Se dovesse finire male, contate pure su di me! Come ho sconfitto quel coniglio cornuto con le arti marziali, io…!!»
Di fronte a quella dimostrazione di forza, Air scosse la testa, agitando le mani.
«Fal, sei troppo presuntuosa!»
«Uhm, a quanto pare non vi fidate di me.»
Bach onestamente non poteva biasimarle. Dopotutto, a causa della povertà quelle tre erano state vendute forzatamente dal loro villaggio come schiave.
«La verità è che il motivo per cui vorrei comprarvi dei vestiti è che tutti i miei impiegati hanno un po’ troppo l’aspetto di paesanotti…» ammise. «Quindi vi darò dei soldi. E mi raccomando, compratevi dei vestiti non troppo costosi.» Concluse poi con un sorriso luminoso. «Consideratelo l’addestramento per il vostro lavoro.»
Quel pomeriggio Bach e le ragazze passarono la giornata di negozio in negozio. Bach ovviamente le fornì felicemente dei soldi necessari per comprare nuovi vestiti e persino reggiseni e biancheria intima. Durante le prove, ovviamente, Bach decise di rimanere educatamente fuori, per non creare situazioni imbarazzanti.
«Ehi, Luna! Che ne dici di questo?» suggerì Air, indicando una graziosa gonna blu.
«Non è un po’ troppo corta?» chiese lei, prima di venir interrotta da Fal.
«Hey ragazze!» le chiamò quest’ultima, con indosso una grande giacca gialla. «Pensate che mi starà bene?»
«Fal...» disse Luna guardando la giacca. «Quella giacca non è per uomini?»
«EHH?!» esclamò Fal osservando quel soprabito che le arrivava letteralmente fino alle ginocchia. «Come fai a saperlo?»
Anche fuori dal negozio Fal e Luna continuarono a discutere sul fatto che quella giacca fosse per uomini o donne, mentre Air, d’altro canto, ammirava lo scenario attorno a lei. Paragonata al suo villaggio, la capitale era enorme. Avevano solo comprato dei vestiti, ma lei era eccitata all'idea che avrebbero avuto la possibilità di comprare altre cose. Come d’istinto Air si guardò nuovamente intorno: negozi che vendevano torte e gelati, un posto dove comprare mobili e suppellettili; vide uomini facoltosi con le loro guardie del corpo, e guardie imperiali che parlavano con disinvoltura. Avrebbe potuto continuare per ore ad ammirare quello che per lei era uno spettacolo. Era così affascinata che non si accorse di ciò che le veniva incontro, andando a sbattere contro una persona proveniente dalla direzione opposta e cadendo inevitabilmente a terra.

«Ehi tu? Stai bene?» le chiese una voce maschile con tono ovattato.
Appena Air alzò lo sguardo, poté vedere chi le aveva parlato. Un uomo con uno strano vestito che non aveva mai visto prima, con un tricorno nero sulla testa, un lungo spolverino grigio, un paio di stivali di pelle marrone e un paio di guanti neri con ornamenti dorati. Il suo viso, ad eccezione di un paio di penetranti occhi azzurri, era coperto da una bandana rossastra che attutiva leggermente la sua voce. Air lo fissò a lungo; il suo vestito spiccava troppo per essere un civile ed era troppo diverso per essere un soldato imperiale. Ma la cosa che in lui spiccava di più era l’enorme oggetto avvolto in delle bende appeso alla sua schiena.
«S-si grazie…» rispose lei, leggermente spaventata dall’aspetto di quel tale, che le tese una mano guantata per aiutarla. Dopo che Air si fu alzata, l’uomo mascherato annuì, per poi continuare a camminare e disperdersi tra tutta quella gente.

«Air?» la chiamò Luna, avvicinandosi insieme a Fal e a Bach. «Ti stavamo cercando. Che fine avevi fatto?»
«Forse non si ancora abituata a tutto questo splendore.» ridacchiò Fal, schernendola leggermente.
Air inizialmente non disse niente, per poi sussurrare «Mi sono scontrata con un uomo. Mi ha aiutata a rialzarmi.»
«Un uomo?» chiese Bach, incupendosi improvvisamente.
«Peccato che non ci fossi stata io!» urlò invece Fal, agitando braccia e gambe in tutte le direzioni. «Gli avrei dato una lezione a suon di arti marziali!»
«Fidati, è meglio così. Da sola non credo avresti potuto fare molto.» Bach parlò guardando Fal, con un’espressione in viso davvero preoccupata, prima di sorriderle, accarezzandole poi la testa con un ampio movimento della mano. «Ma non preoccupatevi. Finché starete con me, sarete al sicuro.»
Air non poté fare a meno di trovare un po’ di sollievo in quella dichiarazione. Subito dopo, lo stomaco di Fal brontolò rumorosamente la loro fame.
«Non incolpate me!» si difese Fal, mentre le sue due compagne la osservavano imbarazzate. «È il mio stomaco che si lamenta.»
«Beh, immagino che faremmo meglio ad affrettarci allora.» suggerì Bach. «Andiamo, voi ragazze dovete avere fame dopo tutto quello shopping.»

Il locale in cui Bach le portò era molto più grande di quanto le ragazze avessero mai pensato. Aveva quasi la forma di un ristorante, estremamente lussuoso e con grandi vetrate, anche se avrebbero dovuto aspettarsi una cosa del genere considerando quanto quel ragazzo fosse ricco. Non appena si sedettero a uno dei tavoli, con Bach seduto da una parte e le ragazze dall'altra, Bach ordinò tre piatti, uno per ciascuna di loro.
«Avanti, mangiate. Non fate complimenti.» disse Bach, una volta che i piatti arrivarono al loro tavolo. Le tre ragazze, Fal in particolare, cominciarono a mangiare di gusto, mentre Bach le guardava sempre con il suo solito sorriso.
«Hahaha.» rise. «Sono felice vi stiate divertendo.»
Non sapendo come mostrare tutta la sua gratitudine, Air sorrise felice sua volta, ringraziandolo con un «Grazie mille!»
Bach rise nuovamente.
«Ma vedete…» Bach socchiuse gli occhi, non smettendo un istante di sorridere. «Vi ricordate quando vi dissi: “finché starete con me, sarete al sicuro”? Beh, ho mentito.»
All'improvviso, dietro Bach apparve un gruppo di uomini vestiti di nero.
«Già. Passiamo alla portata principale!»

Air, Fal e Luna non ebbero nemmeno il tempo di reagire. Tre uomini si misero alle loro spalle, afferrandole e bloccandole con le braccia. Air e Luna ci misero un po’ per elaborare ciò che era appena accaduto, mentre Fal invece capì perfettamente.
«Questo è...» la bionda guardò Bach, rimasto immobile con ancora il sorriso sulle sue labbra. «TU BASTARDO!»
Con le braccia bloccate, Fal sollevò una gamba e calciò violentemente l'uomo che la teneva stretta. Questi non si mosse nemmeno di un centimetro, limitandosi a sorridere. «Cos'è questo?». L'uomo sferrò a Fal un pugno dritto nello stomaco, mozzandole il fiato. «Lo stile di lotta di un paesanotto!?»
«Ahh.» sospirò Bach soddisfatto, non perdendosi un istante e rivolgendosi ad uno degli uomini in piedi accanto a lui. «Suka, sei stato tu a scegliere quel maschiaccio?»
«Sì. È divertente fare a pezzi ragazze come queste, pezzo per pezzo.»
Bach sorrise e disse allegramente. «Va bene. Ora spezzale entrambe le gambe.»
L’uomo che teneva bloccata Fal non se lo fece ripetere due volte. Con un gesto le afferrò le gambe, piegandole con violenza di 90 gradi. Lo schioccare delle ossa di Fal fu immediatamente seguito da un urlo. Un urlo era così forte che tutti fuori avrebbero potuto sentirlo. Suka ascoltava quelle urla come se fossero musica.
«Oooohh. Che urla meravigliose. Ora che non potrai più scappare, in che modo posso farvi a pezzi?»
«Le persone qui presenti sono i cosiddetti “fanatici” della Capitale.» cominciò a spiegare Bach, come se ormai fosse abituato a tutte quelle scene. Il suo sorriso era letteralmente onnipresente, cosa che Air ora trovava terrorizzante. «A quanto pare le ragazze normali non gli bastano. A ciascuno di loro piace farle a pezzi dopo averle viste felici e contente. Sono davvero dei mostri disgustosi.»

Un uomo grasso e dall’aspetto sgradevole, anche lui in piedi accanto a Bach, a quelle parole lo incalzò immediatamente. «Ma è grazie a dei mostri come noi che tu fai un sacco di soldi.» l'uomo indicò Luna. «Ehi, voglio quella ragazza, quella lì!»
«Certo, certo! Quali sono i tuoi ordini?» chiese Bach.
«Mi piacerebbe che le cavaste gli occhi. Adoro leccare le ragazze ridotte in quel modo.» rispose l’uomo, leccandosi le labbra in modo disgustoso. Bastò che Bach facesse un cenno, e uno degli scagnozzi si avvicinò a Luna con in mano una siringa.
«N... no aspetta...» Luna sapeva cosa stava per succedere e implorò, urlando con tutto il fiato che aveva in corpo. «Fermatevi... vi pre..»
L'uomo continuava ad avvicinarsi, mentre la speranza di Luna si faceva sempre più piccola. «VI PREGO FERMATEVI!!»
Prima che l’uomo potesse compiere quel terribile gesto, però, accadde qualcosa di provvidenziale. Il locale fu scosso da un leggero sussulto, cosa che paralizzò tutti i presenti. Uno dei bicchieri sui tavoli cadde a terra, frantumandosi in decine di pezzi.
«Che diavolo succede?» fece Bach, mentre il suo sorriso si spegneva all’improvviso. Il suo sguardo si spostò dal bicchiere appena caduto alla vetrata del locale, dove, all’esterno, la folla di persone aveva preso a fuggire improvvisamente, tra urla e grida.
«Vai a controllare.» disse Bach all’uomo con la siringa. «Questo baccano rovina il nostro divertimento.»
Appena l’uomo uscì, Bach ricominciò a sorridere, mentre il terzo uomo vicino a lui parlò.
«Consegnerò l’ultima ragazza come dono al mio figlio prezioso.»
«Certo certo.» Bach sospirò sapendo dove l’uomo stava andando a parare. Sembrava preoccupato... ma solo per i vestiti che Air indossava. «E sono anche andato a comprarli. Che spreco.»
Air si ritrovò improvvisamente spogliata, con i vestiti strappati di dosso e con a coprirla nient'altro che la biancheria intima.
 
«Ecco, ti presento… quello che amo come se fosse mio figlio.»
Un cane dal pelo nero stava accanto all'uomo con la lingua in cerca avidamente di qualcosa da leccare. «Vedi, lui adesso è in calore... oh, lo so! Che ne dici se faccio assistere tutti adesso, per festeggiare!»
Il cane individuò subito il corpo nudo di Air e la sua fame crebbe sempre di più di secondo in secondo. Il cane fu liberato dal collare e corse immediatamente verso Air con la lingua fuori dalla bocca, ma prima che raggiungesse la ragazza una seconda scossa fece tremare nuovamente la stanza, mentre la vetrata veniva improvvisamente oscurata da qualcosa di enorme. Le risate di Bach e di tutti i fanatici cessarono, mentre il cane veniva travolto da qualcosa che si era catapultato nel locale. Una bestia grossa e mostruosa, con addosso qualcuno che le affondava una lama in pieno petto. Il mostro volò letteralmente dall’altra parte della stanza, mentre colui che l’aveva attaccato cadeva a terra. E mentre Bach e i suoi acquirenti fissavano con orrore la bestia in fondo alla sala, Air invece fissava scioccata l’uomo che aveva attaccato quell’essere rialzarsi, riconoscendolo.
«Tu…» sussurrò, con le lacrime agli occhi. Era lo stesso uomo con il quale si era scontrata poco prima, e che ora, per uno strano scherzo del caso, l’aveva salvata da un destino peggiore della morte.
«Ho interrotto qualcosa?» disse lui, pulendo la sua lama dal sangue sopra di essa. La caccia era appena cominciata.

 
Note dell'autore
Eh si, era da un bel pezzo che volevo scrivere un crossover del genere. Trovo che questi due fandom (Bloodborne e Akame ga Kill) stiano benissimo insieme se ben mescolati. Ovviamente avverto subito che alcune vicende non saranno proprio le stesse, e alcuni personaggi (come le tre ragazze di questo prologo), a differenza delle opere originali, avranno un meritato lieto fine.
Che altro dire? Sperando che questo inizio piaccia, al prossimo capitolo allora.

 




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