Quanto
tempo era passato dal crollo della torre?
9S
si ritrovò a ridere pensando al fatto che non lo ricordasse.
Gli
androidi, così sofisticati, eppure lui aveva perso la
cognizione del
tempo. Probabilmente v’era modo di trovare una risposta, il
suo Pod
non aveva perso i suoi dati, poteva chiederglielo. Forse non serviva
neanche farlo, a dire la verità. Cercando nei suoi sistemi
interni,
concentrandosi meglio sul proprio programma, la risposta sarebbe
venuta alla luce, ne era certo.
Però,
non lo voleva.
Non
capiva bene il perché. Non voleva
quell’informazione, non voleva
rendersi conto dello scorrere del tempo. Non aveva senso questo
comportamento, era irrazionale come… un’emozione.
Era
così che si comportavano gli umani? Che creature strane.
Non
ci teneva a ricordarli, non dopo quello che era significato il piano
per gli Yorha, un tempo X fa.
Tutti
quei pensieri, quelle preoccupazioni, li voleva regalati nel passato.
Un solo evento era meritevole del presente, una costante matematica
destinata a ripetersi periodicamente. Lei, 2B.
“Hai
problemi ai sistemi motori? Oggi cammini più piano del
solito” 2B
ingiunse il suo compagno con il suo tono freddo e distaccato.
Nonostante fosse passato tempo X, quell’elemento del suo
carattere
non era cambiato. 9S non se ne lamentava.
“Analisi:
il soggetto non presenta guasti meccanici” il Pod 042 di 2B
fece il
suo resoconto come da programmazione, ma 2B lo ignorò.
“Il
tuo Pod non mente, 2B. Anzi, posso aggiungere che non ho mai
funzionato bene come oggi”
“Quindi,
cosa succede?” 9S non rispose subito. Sorrise, poi
sollevò lo
sguardo verso l’alto e assunse un’espressione
sognante. Attorno a
lui c’era la foresta, un tempo X fa erano andati
lì in missione,
avevano combattuto le biomacchine al servizio del Re del luogo e
avevano incontrato A2.
Già,
A2… Neanche quel nome voleva ritornasse facilmente nei suoi
pensieri, per qualche motivo.
“Hai
mai notato quanto sia bella la luce del Sole quando filtra tra gli
alberi?” la sua voce trasmise un calore insolito. 2B si
sentì
ancora più confusa.
“Sicuro
di star bene? Fai discorsi strani”
“Hai
ragione. Però, ultimamente è come se guardassi il
mondo per la
prima volta. Tutto quello che ho sempre avuto sotto gli occhi, che ho
sempre saputo spiegare in modo razionale, è come se
avesse…
qualcosa. Di nuovo. Di bello. Qualcosa”
“Analisi:
il comportamento di 9S è descritto in antichi manuali di
psicologia.
L’umore degli esseri umani era facilmente influenzabile
dall’ambiente circostante, questo rendeva buona parte di loro
propensi alla contemplazione del loro habitat. Permetteva loro di
riflettere, di calmarsi e di aiutarsi nella creazione di pensieri
astratti” il Pod 042 aveva comunicato la sua osservazione.
“Diventiamo
sempre più simili a loro…”
“È
un problema, 2B?”
“No.
Non avrebbe più senso dirti che le emozioni sono vietate.
Non
pretendere che mi ci abitui, però”
“Va
bene. Va bene”
Nella
foresta c’era quel lungo fiume dall’acqua
cristallina, i bagliori
verdi della vegetazione sfumavano tra i flutti, unendosi al disegno
creato dall’incontro con i pesci e i sassi rotondi del suo
fondale.
I due androidi avevano iniziato a percorrerlo lungo la riva destra,
camminando contrari alla corrente. I loro passi emettevano suoni
regolari sul terreno di ghiaia; quando il ritmo si interruppe, 2B si
girò immediatamente.
9S
si era messo a contemplarlo, il suo sguardo navigava tra le foglie
galleggianti e la fauna d’acqua dolce. Sorrideva.
“Oggi
non hai proprio voglia di lavorare, vero?”
“Facciamo
sempre le stesse cose, cercare quei rottami è la meno
importante di
queste. Oggi possiamo anche non seguire la routine”
“Perché
dovremmo farlo?”
“Perché…
Perché no?” 2B si portò una mano al
volto e sbuffò.
“Senti,
facciamo che oggi ti concedo tutti i tuoi capricci se prometti di non
comportarti mai più così”
“Ricevuto”
L’androide
tornò a guardare verso i flutti del fiume. 2B avrebbe
gradito
ignorarlo, eppure una parte del suo essere non le permise di farlo.
Non riusciva a comprendere del tutto l’evoluzione
dell’indole di
9S e, per qualche motivo, questa cosa non la sopportava.
“Vuoi
pescare?” si era spostata al suo fianco e fissava il suo
profilo
con intensità, come aspettandosi di vedergli il programma.
“No”
2B spostò lo sguardo nello stesso punto osservato dal
compagno.
Dentro di lei, non fecero che aumentare le domande.
“Cosa
vedi che io non vedo?” le sensazioni che mossero quella
domanda le
erano vaghe e confuse, forse era preoccupazione, o forse solo
curiosità. 9S sollevò il braccio e
indicò una specifica coppia di
pesci al centro del fiume.
“Quelle
due carpe sono della stessa specie, ma una è notevolmente
più
piccola dell’altra. Chissà se sono madre e
figlia?”
“È
improbabile. Una differenza di dimensioni non è
indicativ…” 9S
la interruppe premendo il pollice contro le sue labbra mentre
proseguiva nella sua contemplazione. L’androide
spalancò gli occhi
di fronte a quel comportamento, non seppe bene quale reazione
scegliere: se incuriosirsi, stranirsi o tirargli un pugno. Prima che
arrivasse a una soluzione, 9S parlò ancora una volta.
“Non
ho detto che sia così, voglio solo pensare lo sia”
“Ehm…
Cosa?” 2B si era tolta il suo dito dalle labbra.
“Perché
non lasci fluire i tuoi pensieri? Guarda l’acqua con
me”
l’androide mosse un passo verso di lui fino ad arrivargli al
fianco
e seguì l’invito del suo collega.
“Cosa
vedi?”
“Acqua.
Pesci. Sassi. Qualsiasi cosa ci veda tu, io non la vedo”
“Perché
non puoi vedere quello che vedo io, devi vederci quello che vedi
tu”
9S indietreggiò di un passo.
“A
me sembra che le tue parole non abbiano senso”
“Lo
avranno quando smetterai di essere così fredda” 9S
fece un passo
di lato, portandosi alla schiena di 2B. Era troppo presa dal cercare
di capire per farci caso.
“Io
continuo a credere tu stia impazz… AAAAH!” una
forza improvvisa
la spinse in avanti, perse l’equilibrio e rovinò
nell’acqua
sollevando schizzi e terrorizzando la fauna fluviale. Con i suoi
riflessi da combattente, 2B riuscì in pochi attimi a
poggiare i
piedi sul fondo pietroso del lago e girarsi con la guardia alzata. 9S
la guardava ridacchiando.
“Stai
davvero impazzendo…”
“Dai,
2B. È stato divertente”
“No.
Ma sai cos’è divertente?”
“Cosa?”
“Questo”
prima ancora che potesse razionalizzare gli eventi, 9S si
sentì
strattonare con forza la caviglia dalla sua compagna, finendo nella
sua medesima condizione ancora più rapidamente di lei.
“Dovresti
sapere che devi sempre tenere in conto le reazioni del tuo
bersaglio”
“Già
già! Questo non avrei dovuto sottovalutarlo.
Però, che bel sorriso!
Ti diverti, vero?”
“Cosa?
NO!”
“Si”
“No”
“Si”
“No…”
“Si”
“No?”
“Si”
“Mpf!
Ti odio” 9S guardava con occhi sognanti la sua compagna, che
pur di
non voler ammettere la verità se ne stava imbronciata con le
braccia
conserte, tenendo lo sguardo fisso sull’acqua che le rendeva
sempre
più zuppi la gonna e le calze. Cambiò posa solo
quando si vide
arrivare addosso una nube di schizzi.
“E
questo cosa significa ora?”
“Niente.
Volevo darti fastidio”
“Oh!
Sei sulla buona strada, ma non ti lascerò vincere”
con i dorsi
delle mani proiettò una quantità doppia
d’acqua verso 9S, la
risposta non tardò ad arrivare.
“Analisi:
il comportamento delle unità 2B e 9S è
anomalo” comunicò il Pod
153
“Analisi:
le unità 2B e 9S sembrano dedite a una attività
umana nota come
gioco.
Dovrebbe essere mio
compito suggerire di tornare alla normalità, ciononostante
non ho
intenzione di
seguire questa
direttiva”
aggiunse il Pod
042
“Assecondo la tua
scelta”
Con
il Sole calato, poche
erano
le zone illuminate da una luce che non fosse lunare. Ed era facile
notarle in quella foresta dove
il cielo notturno era coperto dalle alte fronde degli
alberi. Lì, sul versante di una montagna, in una grotta a
venti
passi dal fiume, un costante bagliore arancione fuoriusciva dal suo
ingresso.
“Quelle
ombre sul soffitto sembrano danzare”
“Vedi
che ci riesci anche tu, 2B?” l’androide
non afferrò subito, ma quando comprese spalancò
gli occhi.
“Mi
è venuto così
spontaneo”
spostò poi lo sguardo verso
il falò
poco avanti a lei,
sentiva il calore delle fiamme pervadere
il suo corpo, quasi le sembrava anche di percepire
l’umidità dei
suoi vestiti diventare vapore pian piano.
“Questo fuoco non ci serve,
eppure è così bello” disse lei.
“Si,
è proprio così” 9S, seduto a
gambe tese
sul pavimento, si
spostò di lato verso
2B e si
piegò, poggiando la
testa sulla sua spalla sinistra.
“Che
c’è?” chiese lei.
“Non
lo so. Sento… in realtà ho sempre sentito,
il bisogno di starti… vicino” 2B
allungò la mano destra sulla guancia
dell’androide, iniziando a
carezzarla. Non seppe spiegarsi quale ragionamento la portò
a voler
fare proprio quel gesto, né perché sentisse
che sarebbe piaciuto a 9S. Forse,
tutto era causato da quelle stranezze nel loro modo di essere che
andavano
scoprendo, o forse non ricordava di avere gli elementi per arrivare a
quella conclusione. Anche quello sarebbe stato anomalo,
perché non
aveva
mai perso
ricordi a quel modo. Di solito, le informazioni le aveva o non le
aveva, alle conclusioni arrivava subito, sempre.
In
verità, però, non le importava. La
stessa coscienza che l’aveva spinta a carezzare il volto di
9S,
quando lui imitò su di lei quel gesto, le disse di
avvicinare le
sue labbra alle sue. Sapeva che sarebbe stata ricambiata, e sapeva
cosa doveva fare dopo.
Tutto
questo è inutile, perfettamente inutile. Eppure, i nostri
creatori
agivano allo stesso modo. Perché lo stiamo facendo? Sono
loro ad
averci creato a loro immagine, o siamo noi che li stiamo imitando?
Non
con queste esatte
parole,
ma questi erano i pensieri dei due androidi. Si
diedero entrambi la stessa risposta: dopo aver sopportato il peso di
un mondo dimenticato, non era importante saperlo.
Gli unici a cui sarebbe importato erano gli umani che, come tante
cose, erano scomparsi.
Un
tempo X fa.
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