Era
una brutta giornata. Pioveva.
E io di conseguenza me ne stavo in casa mia, sul mio divano, avvolto in una
coperta di pile a guardare la tv, sorseggiando una tazza di cioccolata calda.
Insomma, era dal 1997 che ad Huntington Beach non
faceva così freddo, era mio diritto starmene a casa a
sorseggiare cioccolata calda guardando la tv, no?
Ero convinto che tutti fossero della mia stessa opinione, che avrei potuto
passare il pomeriggio a crogiolarmi nel calore della mia copertina, senza che
nessuno venisse a rompere, anche Michelle era partita e non l’avrei rivista
prima di tre o quattro giorni.
Io ne ero convinto.
Verso le quattro del pomeriggio tutte le mie convinzioni andarono allegramente
a farsi friggere con il suono del campanello.
Sbuffai, ma non mi alzai. Non avevo la forza fisica, né mentale per farlo.
Rimasi ad aspettare, con la vaga speranza che chiunque fosse se ne andasse,
vedendo che nessuno gli veniva ad aprire.
Speranza vana, ovviamente: chiunque ci fosse dietro quella porta non aveva
alcuna intenzione di desistere, e aveva incollato il dito al campanello, che
ora suonava come un pazzo, nel tentativo di spaccarmi i timpani.
Dopo cinque minuti di questa tortura mi arresi al fatto di dover andare almeno
a sentire chi fosse, così mi alzai, sbuffando.
Mi accostai alla porta e appoggiai l’orecchio contro la superficie di legno
fredda.
<< Chi cazzo è?? >> urlai, per sovrastare
il rumore della pioggia che sbatteva contro i muri della mia amata casetta.
A momenti avrei finalmente scoperto chi era il pazzo che se ne andava in giro
con quel temporale.
<< Ehy Syn! Sono Zacky, cazzo, apri questa porta che fa un freddo cane qui
fuori!! >> ah, ecco chi.
Sospirai ed aprii la porta. Uno Zacky bagnato
fradicio mi si fiondò in casa insieme ad un po’ di tutta quella roba che fuori
dalla mia porta stava cadendo dal cielo – vd
pioggia…- chiusi immediatamente la porta dietro di lui, poi mi voltai a
guardarlo truce.
<< Che ci fai qui? Sempre a rompere le palle tu! >> mi sorrise.
Era… cazzo, adoravo il suo sorriso.
Quando mi sorrideva perdevo completamente la testa, avrebbe potuto chiedermi
qualsiasi cosa e l’avrei fatta. E chi conosceva bene Zack
sa che questa non è una buona cosa. Il fatto è che vedere il suo sorriso, il
suo volto illuminato in quel modo solo per me era una cosa atrocemente bella.
<< Volevo farti vedere una cosa! >> esclamò allegramente.
Sospirai. Era troppo tardi, non sarei più riuscito a
cacciarlo fuori e a tornare al mio intrattenimento con tv e cioccolata. E
comunque neanche lo volevo.
<< Aspetta che prima vado a prenderti un asciugamano…sei bagnato
fradicio… >> mi sorrise un ultima volta, prima che mi dileguassi in bagno
alla ricerca di un asciugamano decente.
Tornai qualche minuto dopo e lo trovai seduto su una sedia. Si era tolto il
cappotto e la felpa ed era rimasto solo con la maglietta dei Misfits, bagnata fradicia anche quella, che gli si era
appiccicata al corpo in modo alquanto sexy. Scossi leggermente la testa per
scacciare quel pensiero, ci mancava solo che mi mettessi a fare pensieri da
maniaco…
<< Tò… >> dissi, lanciandogli addosso l’asciugamano.
Lui sembrò riscuotersi improvvisamente da qualche pensiero, mi guardò e
sorrise. Di nuovo.
<< Grazie… >> Deglutii.
Perché ogni volta che mi guardava con quegli occhioni
assurdamente chiari tutti i miei propositi di guardare a lui solo come ad un
amico andavano simpaticamente a farsi
fottere?
<< Allora? Cos’è che avevi tutta questa fretta di farmi vedere? >>
sospirai, guardandolo mentre si sfregava l’asciugamano sulla testa, per
asciugare almeno un po’ i capelli.
<< Ah, giusto, guarda! >> esclamò, appoggiando l’asciugamano sul
tavolo e voltandosi a prendere la sua borsa a tracolla. Frugò per qualche
secondo nella sacca, poi si voltò di nuovo verso di me, mostrandomi una cintura
di pelle nera con una enorme fibbia argentata a forma
di 6661.
La guardai per un secondo ad occhi spalancati, poi spostai lo sguardo sul volto
di Zack, che mi guardava con un sorriso a 85 denti,
in attesa di un qualche commento alla sua opera d’arte.
<< Cioè, fammi capire, tu sei venuto fino a qui con questo fottuto
diluvio universale, infradiciandoti completamente e interrompendo la mia seduta
di Spongebob e cioccolata calda, con l’unico scopo di
farmi vedere questa cintura?? >> chiesi,
allibito.
Credevo di conoscerlo, ma è proprio vero che alla stupidità non c’è mai un
limite.
Appoggiò la cintura sul tavolo, accanto all’asciugamano. << Beh, detto
così sembra stupido… >> inarcai un sopracciglio, << E che cavolo, a
casa da solo mi annoiavo! >> esclamò alla fine, scendendo dalla sedia e avvicinandomisi.
Indietreggiai di un passo. << E non potevi andare da qualcun altro?
>> chiesi.
Continuava ad avvicinarsi ed io ad indietreggiare. Avevo un
voglia fottuta di baciarlo, e se me lo fossi ritrovato ad una distanza
sufficiente l’avrei sicuramente fatto. Ed era decisamente meglio che non lo
facessi.
Non lo avrei saputo spiegare.
Mi ritrovai con la schiena contro il muro, mentre lui continuava a venire verso
di me. << Beh, sai, Matt era con Valary, e non
credo che lei fosse disposta a farmi partecipare al loro allegro pomeriggio
sotto le coperte, Jhonny era con Jimmy… e credo che
neanche quei due mi volessero tra i piedi…>> disse, con una risatina
sommessa.
Mi raggiunse e appoggiò le mani sulla mia vita. Si mise in punta di piedi, per
raggiungere con la bocca il mio orecchio. Che cazzo stava facendo?? Deglutii di nuovo, mentre sentivo il mio respiro farsi
più pesante.
<< …E poi…ho pensato che con te mi sarei divertito di più… >>
sussurrò, il suo corpo contro il mio, il suo respiro contro il mio orecchio, il
suo profumo che mi invadeva le narici mi stavano provocando brividi e una certa
reazione in zona basso ventre assolutamente indesiderati.
Trasalii, sentendo le sue labbra morbide appoggiarsi piano sul mio collo, e in
un attimo di lucidità lo allontanai. << Che cazzo fai? >>
Fece finta di pensarci un secondo, << Uhm…vediamo…così a occhio e croce
direi che ti sto per baciare…ma in fondo è tutta questione di opinioni…tu che
dici? Che sto facendo? >> disse, con un sorrisetto malizioso, che mi fece
salire ancora di più il sangue al cervello. E scendere in zone in cui non
sarebbe dovuto scendere. Non per un mio amico, almeno.
<< Stai facendo una cazzata, ecco cosa stai facendo…e domani te ne
pentirai…>> non usai il plurale, perché io non me ne sarei pentito. Di
questo ero certo.
Ma lui non ci fece caso. << Sai una cosa Haner?
Non me ne frega un cazzo. Non voglio pensarci, a domani… ho voglia di scopare
con te adesso. E…beh…non mi pare che la cosa ti faccia particolarmente schifo…
>> disse, con una risatina leggera, lanciando un’ occhiata
al cavallo dei miei pantaloni, che ormai erano davvero diventati di un paio di
taglie troppo piccoli.
<< Vaffanculo Baker..>>
sibilai, prima di infilargli una mano tra i capelli e baciarlo. Lasciai
scivolare la mia lingua tra le sue labbra in un bacio rabbioso.
Sesso. Era quello che voleva?
L’avrebbe avuto. Mi ero già trattenuto abbastanza per quel coglione, se ora era
lui che veniva praticamente a implorarmi di stuprarlo chi ero io per dirgli di
no?
Dopo un paio di secondi sentii una sua mano allontanare leggermente il mio viso
dal suo, tirandomi per i capelli. Mi guardò con un sorrisetto dolce sulle
labbra, il respiro affannato e le guance arrossate era…cazzo, era la cosa più
bella che avessi mai visto.
<< Non così… >> sussurrò, prima di premere leggermente le sue
labbra sulle mie. Si staccò di nuovo. << Piano… >> disse, prima di
riprendere a baciarmi.
Sentii la sua lingua stuzzicarmi il palato, le sue mani percorrere lentamente
il bordo dei miei jeans. Passai la lingua sul suo labbro inferiore e lo morsi
piano, era un cosa che volevo fare da un sacco di
tempo. Sorrisi contro le sue labbra.
<< Che c’è? >> mi chiese, piantandomi addosso
quegli occhi stupendi.
<< Niente, solo… è strano, cazzo…>>
Sorrise appena, << Già, strano e assurdamente eccitante… attento, perché
potrei anche innamorarmi di te…>>
Fu quella frase.
Quell’unica frase a farmi capire che per me era troppo tardi. Mi ero già
innamorato di lui. E Dio, se faceva male, rendermene conto così… sentii le sue
labbra appoggiarsi sulle mie, le sue mani muoversi veloci sotto la mia
maglietta. Gli diedi una spinta, che lo fece barcollare all’indietro con
un’espressione stupita dipinta in volto.
Mi passai una mano sul viso. Che cazzo stava succedendo? Non potevo farmi il
secondo chitarrista della mia band così… semplicemente per un suo capriccio del
momento, rischiando di rovinare tutto. Oltretutto io ero innamorato di quel
fottuto bastardo… ma come cazzo era potuto succedere tutto questo?
Io che mi innamoravo di Zacky, il quale mi piombava
in casa mia e cercava di fottermi contro il muro della mia
cucina?! Seriamente, come cazzo era potuta
accadere una cosa del genere??
<< Che cazz..?
>>
<< Vaffanculo zack…non…puoi
fare ogni stronzata ti venga voglia di fare… io sono fidanzato, amo la mia
ragazza, e non intendo tradirla solo perché tu sei in astinenza…>>
sospirai, passandomi una mano sugli occhi. Perché diavolo doveva essere tutto
così difficile?
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