Capitolo 42:
I
provini di Quidditch
Il ragazzo
coi capelli
blu era così immerso nei suoi pensieri da non accorgersi di
un’armatura proprio
di fianco a sé, prendendola in pieno e facendo cadere tutto.
“Oh,
Teddy…” sospirarono,
in un colpo solo, tutti i presenti, in quanto erano tutti troppo
abituati al
fatto che il ragazzino cadesse rovinosamente per terra, facendo cadere
qualcosa
nel mentre.
Massaggiandosi
il naso, Teddy si rialzò, aiutato da Oliver, il quale
ringraziò prontamente:
“Grazie, non so proprio cosa farei senza di te,
Oliver…”
“Prego.”
Fu la
risposta, come al solito mite e gentile, dell’altro, mentre
lo accompagnava
alla Sala Grande per fare colazione.
Mentre i due
prendevano posto, Oliver diede un’occhiata al tavolo dei
Serpeverde, per poi
abbassare fulmineamente la testa, sotto al tavolo.
Teddy non
ebbe
bisogno di dare un’occhiata al tavolo dei Serpeverde per
capire cosa, o, per
essere precisi, chi, gli avesse provocato una tale reazione…
“Puoi
stare
tranquillo… Nat è troppo concentrata sul suo
porridge per fare attenzione a
te…” fece il ragazzino, mentre l’amico
lo guardava con aria implorante, alzando
leggermente la testa dal tavolo: “Veramente?”
“Certo,
non ti
mentirei mai su questo.”
“Senti,
dimmi
la verità… i miei capelli sono orribili, unti e
spettinati, vero? Lo sapevo che
avrei dovuto lavarmeli ieri sera…”
“No,
tranquillo, stai benissimo.”
“E
se alzasse
la testa? Sono proprio davanti a lei… ci scommetto che
riderà di me non appena
mi vedrà… perché sono troppo grasso,
troppo brufoloso, perché ho la pelle
troppo secca e i capelli troppo unti! Uno come me la sfigurerebbe
troppo… lei
merita solo il meglio… con quella sua bellezza e quella sua
voce da angelo…”
Se proprio
doveva essere sincero, a Teddy Nat sembrava una ragazza normale, certo
era
molto carina, ma non la trovava una bellezza straordinaria e
innaturale, come
la definiva Oliver… inoltre, la sua voce non gli ricordava
per niente quella di
un angelo, ma quello di una caffettiera che fischiava, anche se, molto
probabilmente, era dovuto solo al suo tono di voce aspro, scontroso e
arrogante…
Non riusciva
proprio a capire cosa vedessero in lei, gran parte dei suoi
coetanei… a sentire
loro, Nat era la donna più bella del mondo!
Certo che la
gente sapeva essere davvero stramba…
“Che
strano…”
commentò Teddy e l’amico, la cui faccia era ancora
ben nascosta sotto il
tavolo, domandò: “Cosa?”
“E’
già la
terza domenica che Kevin non viene a far colazione… non
vorrei che qualcuno dei
Serpeverde gli avesse fatto un brutto tiro…”
“Devono
solo
provarci! Se osano umiliare o dar fastidio ad uno dei miei amici,
gliela faccia
vedere io!” esclamò Oliver, balzando in piedi di
scatto, mostrando un
inaspettato carattere forte e battagliero, sorprendendo Teddy e tutti
gli altri
Tassorosso del tavolo.
Spostando lo
sguardo, Oliver notò che tutti lo stavano guardando,
compresa Nat e, veloce
come il lampo, si nascose di nuovo sotto il tavolo, per non far vedere
la sua
faccia che, nel frattempo, era diventata di nuovo scarlatta, proprio
come lo
stendardo dei Grifondoro.
Kevin mise la
mano nella sua borsa e prese una bacchetta di liquirizia, cominciando a
mangiarla in silenzio, mentre col suo binocolo babbano teneva
d’occhio tutto
quello che succedeva nel campo.
Una volta che
ebbe finito di mangiare il dolcetto, prese la sua bottiglietta di
plastica e
bevve un sorso di essa, per poi tornare a guardare, ignorando i morsi
della
fame.
In effetti,
non
era proprio il massimo stare in piedi fin dalle cinque del mattino per
la terza
volta di fila, per di più nascosto sotto agli spalti, a
controllare che
Bulstrode non avesse in mente qualche tiro mancino per impedirgli di
far parte
della squadra di Quidditch di Serpeverde, cosa di cui non dubitava
affatto.
Avrebbe
scommesso i suoi occhiali che piuttosto di avere un Nato Babbano nella
squadra,
avrebbe messo come cacciatore un Vermicolo.
Ma se sperava
che questo gli avrebbe impedito di partecipare ai provini, beh, si
sbagliava di
grosso!
Quando
voleva,
sapeva essere davvero testardo…
“Ehi,
stregone! Guardati le
spalle! Non devi permettere al tuo nemico di avvicinarsi
così tanto a te…” gli
fece una divertita voce femminile alle sue spalle, mentre sentiva
qualcosa di
appuntito toccargli le spalle.
Il
giovane, spaventato, si
voltò di scatto e si trovò davanti al viso di
Delphini, la quale aveva un
sorriso divertito e gli stava toccando la schiena con
l’indice, come se fosse
una pistola o una bacchetta.
“Ti
ho spaventato?” domandò
la ragazzina e, subito, Kevin spostò lo sguardo, arrossendo
violentemente:
“N-no… affatto…”
Dandosi
un’occhiata intorno,
Delphini commentò: “Devo ammettere che il posto
è molto carino e ideale per
nascondersi… un perfetto nascondiglio segreto, i miei
complimenti.”
“Ah,
grazie…”
La
giovane Serpeverde iniziò
a camminare intorno, mentre i suoi passi, aggraziati e delicati,
rimbombavano
sul legno.
Ad
un tratto, lo sguardo
della giovane fu attirato da delle vesti color verdi sgargianti ed
esclamò:
“Toh, sta venendo la squadra di Quidditch di Serpeverde al
gran completo…”
“Cosa?!”
esclamò Kevin,
prendendo immediatamente il binocolo e mettendosi a dare
un’occhiata, per poi
sbottare: “Lo sapevo! Lo sapevo che Bulstrode avrebbe tentato
di fregarmi! Ma
adesso gliela faccio vedere io!”
Veloce
come il lampo, Kevin
prese la sua vecchia scopa di seconda mano e, dopo aver rimesso a posto
il
binocolo e la bottiglietta di plastica, passò a Delphini la
sua borsa,
chiedendole: “Potresti portarla al mio dormitorio, per
favore? Non vorrei che
qualcuno me la rubasse…”
“Nessun
problema.”
Kevin
fece per scendere giù
dagli spalti, quando la voce di Delphini lo fermò di nuovo:
“Buona fortuna.”
Kevin
si girò, incredulo da
quanto aveva appena sentito e si mise a guardare in silenzio la
splendida
figura in piedi qualche gradino sopra di lui, che lo guardava con
un’espressione algida e fiera, proprio come la sua postura,
mentre il vento le
muoveva i capelli argentati, come una principessa del nord o una regina
del
mondo delle fate, tanto che sembrava addirittura brillare di una luce
propria.
“Beh?
Ti decidi a raggiungere
Bulstrode per fargli vedere di che pasta sei fatto o preferisci
restartene qui
a fissarmi come un pesce lesso?” gli domandò,
all’improvviso, la ragazzina e,
immediatamente, Kevin si riscosse da quella visione soprannaturale e
cominciò a
correre verso il campo, mentre Delphini rimase un attimo in silenzio,
appoggiandosi con la mano sinistra ad una colonna di legno che reggeva
gli
spalti, mentre con l’altra teneva la stringa della borsa del
giovane.
Nel
frattempo, nel campo,
Bulstrode stava sghignazzando a tutto volume, rivolto ai suoi amici:
“Ho detto
a quello stupido Nato Babbano che i provini della nostra squadra ci
sarebbero
stati la settimana prossima, dato che c’erano quelli della
squadra di
Grifondoro, mentre, in realtà, sono oggi! Figuriamoci se
voglio uno come lui in
squadra! Ah ah ah, vedrete che faccia farà quello
lì quando scoprirà che l’ho
fregato per bene… ci faremo di quelle
risate…”
“Ehm,
Finley…” esclamò,
all’improvviso e senza parole, uno dei suoi compagni,
indicando davanti a sé.
Finley
Bulstrode alzò lo
sguardo e, immediatamente, fece una smorfia che era un misto tra la
seccatura e
la sorpresa.
Davanti
a lui, infatti,
ansimante, ma con un’aria trionfante, c’era proprio
Kevin.
“Dovresti
vedere la tua di
faccia, Bulstrode… piaciuta la sorpresa? Sai, ride bene chi
ride ultimo!”
esclamò, con un sorriso di malizia e vittoria, il ragazzino.
Di
solito non era così
arrogante e sfacciato, ma il tentativo d’impedirgli di
accedere ai provini con
quella carognata l’aveva proprio fatto infuriare.
Inoltre,
gli dava una certa
soddisfazione vedere la faccia di Bulstrode…
“Ehi,
Finley, non c’è
cascato…” commentò, incredulo, un altro
ragazzo e il giovane capitano, dopo
essersi ripreso dalla sorpresa, borbottò, adirato:
“E’ meno scemo di quanto
pensassi, glielo concedo… ma se spera che lo accetti in
squadra si sbaglia di
grosso! Farò tutto ciò che è in mio
potere per buttarlo fuori a calci!”
Proprio
in quel momento, uno
studente coi capelli rossi che si sbracciava a tutta
velocità, tenendo in mano
una scopa, corse a perdifiato verso i Serpeverde, urlando:
“Alt! Fermi! Stop!
Ci sono anch’io per i provini!!!”
Tutti
si voltarono,
increduli, e il ragazzino, ansimante, disse:
“Finalmente… ragazzi, che corsa…
sono qui per il provino per il ruolo di cercatore…”
Alzando
lo sguardo, però, il
ragazzo sgranò gli occhi e domandò, indicando la
verde uniforme della squadra:
“Scusate, ma perché avete indosso una divisa
verde? Credevo che fossero i
Serpeverde quelli con la divisa verde, mentre i Grifondoro ce
l’hanno rossa…”
“Gal…
temo che tu abbia leggermente
confuso le date dei provini… a quanto pare, oggi ci
sarebbero i provini della
squadra di Serpeverde…” gli spiegò, un
po’ imbarazzato, Kevin e il rosso fece
un semplice “Oh.”
Tuttavia,
quasi subito, Gal
fece un grosso sorriso e dopo aver salutato tutti i presenti con la
mano,
esclamò: “Beh, non importa! Buona fortuna, gente!
Se passo i provini, ci
vediamo in campo! Torno ad occuparmi del mio uovo, ciao!”
Mentre
si allontanava, tra lo
sgomento e l’incredibilità generale, un battitore
si avvicinò a Finley
Bulstrode e gli domandò, sottovoce: “Ma chi
è quel matto?”
“Galahad
Sandlers, il
fratello minore di quell’odioso e saccente prefetto di
Grifondoro.”
“Aspetta,
non sarà mica
quell’idiota che se ne va in giro con quell’assurdo
e vecchio cappello
babbano?!”
“Proprio
lui… è un po’…
toccato.”
“Sai,
mi è sembrato che
stesse parlando di un uovo…”
“Ignoralo.
Te l’ho detto,
quello è matto da legare!”
“Chissà
come diavolo ha fatto
a finire a Grifondoro, fuori di testa
com’è… credevo che finissero tutti a
Corvonero…”
“Mah,
l’anno scorso il
Cappello Parlante dev’essere andato in tilt…
guarda là cosa ci ha mollato…”
sbottò il Capitano, indicando col pollice Kevin, il quale
finse di non aver
sentito, anche se strinse il manico della scopa, furioso.
Come
si permetteva di
considerarlo inferiore agli altri Serpeverde, solo perché
era un Nato Babbano?!
Gliel’avrebbe fatta vedere… o, se
gliel’avrebbe fatta vedere…
Con
delicatezza, Athena
spinse il portone del Club della Sfinge e, immediatamente, vide
un’enorme
stanza oscura con un ritratto di Merlino alle pareti e
un’enorme
rappresentazione dei vari pianeti.
Ma
ciò che attirò
immediatamente la sua attenzione furono gli immensi e colmi scaffali di
libri.
La
Corvonero li osservò,
trattenendo il respiro e con un enorme sorriso, come se temesse che al
minimo
rumore quella visione scomparisse nel vento.
“Ehilà!
Ciao, Athena!”
esclamò un’allegra voce familiare, proveniente da
una voragine davanti ad uno
scaffale.
La
ragazzina si avvicinò al
bordo incuriosita e vide Jacob, il Prefetto di Corvonero, su una scala
della
voragine, con in mano un vecchio volume, mentre con l’altra
si teneva ben
aggrappato alla scala d’oro.
Nonostante
la scomoda
posizione e il fatto che fosse sospeso a centinaia di metri da terra,
il
ragazzo si sentiva perfettamente a suo agio.
“Ciao,
Jacob.” Lo salutò
Athena e l’altro rispose, allungando la mano col libro:
“Se non hai fretta ti raggiungo
subito.”
Con
un gesto fulmineo, Jacob
salì rapidamente su per la scala usando solo una mano, dato
che con l’altra
teneva i libri, come una specie di scimmia.
Athena
sentì il cuore
smetterle di batterle per qualche secondo, a causa del timore che Jacob
perdesse l’equilibrio e cadesse giù, ma in appena
un minuto, il Corvonero si
ritrovò al sicuro accanto ad Athena.
“Hai
corso un gran bel
rischio…” gli fece notare la ragazzina, mentre
Jacob, con un sorriso e una mano
dietro alla testa, rideva, divertito: “Lo so, sono sempre
stato un ragazzo fin
troppo vivace… faccio impazzire la mia povera mamma fin da
quando ho imparato a
gattonare… una volta, tra i due e i tre anni, sono salito
sul tetto di casa
nostra per inseguire il gatto.”
Athena
non poté fare a meno
di ridere, divertita, immaginando il Prefetto che gattonava sul tetto
della sua
abitazione e tutti i grattacapi che aveva fatto avere alla
madre…
“Comunque,
Athena, benvenuta
al Club della Sfinge. Sei qui per unirti al nostro gruppo?”
domandò Jacob e la
ragazzina annuì: “Esatto. A me è sempre
piaciuto un sacco l’astronomia e i
libri… penso che questo Club sia perfetto per me.”
“Ottimo,
allora firma qui.”
Esclamò il ragazzo, allungandole un foglio di carta, e,
mentre Athena firmava
il documento, Jacob domandò: “Solo per
curiosità, intendi frequentare il club
dell’Ippogrifo e quello del Drago?”
“No…
il Club dell’Ippogrifo
non sarebbe tanto male, ma non sono molto brava a
Divinazione… quanto a quello
del Drago, è semplicemente troppo movimentato e
d’azione per me.”
“Capisco…
in fondo, non sono
molti coloro che intendono frequentare tutti i club
contemporaneamente…”
“Di
recente, è venuto
qualcuno ad iscriversi a tutti i club?”
“Sì,
proprio ieri!
All’inizio, ho pensato ad uno scherzo, ma lo sguardo glaciale
che mi ha
lanciato quando gliel’ho detto, mi ha fatto capire che diceva
sul serio.”
“Si
trattava di una ragazza?”
domandò Athena, mentre un terribile sospetto su chi potesse
essere
quell’individuo le si generava nella mente, e Jacob
annuì: “Sì, esatto. Forse
la conosci, è quella Serpeverde del tuo anno coi capelli
d’argento con
quell’aria parecchio sicura di sé…
certo che quella ha proprio un bel
caratterino…”
Athena
fece un sospiro.
Doveva
immaginarlo che
Delphini sarebbe stata l’unica ad avere la voglia e la
determinazione di fare
tutto… a volte, aveva la sensazione che quella Serpeverde
stesse cercando di
sfidare le aspettative di tutti…
“Sai
chi altri ha fatto tutti
e tre i club?” domandò la Corvonero e Jacob
meditò: “Mi sembra che ci sia una
lista…
aspetta che la vado a prendere…”
Proprio
in quel momento,
entrò, visibilmente scandalizzata, Madame Pince, la quale,
non appena vide
Jacob, corse verso di lui, esclamando: “Oh, signor Clarke,
per fortuna l’ho
trovata!”
“Cosa
succede, Madame Pince?”
domandò, stupito, Jacob e la donna spiegò:
“Quel maledetto ladro fantasma! E’
tornato di nuovo nel Reparto Proibito!”
“Cosa?
Di nuovo? Accidenti…”
sbuffò, lievemente esasperato e seccato, Jacob
“Che libro ha preso, stavolta?”
“Usi
il plurale! Ha fatto
sparire una decina di libri, i quali trattavano tutti Basilischi e
antidoti ad
abilità mortali di creature magiche!”
Athena
si avvicinò
prontamente, ad un quadro con un puffskein molto carino, tutto marron
scuro
tranne un ciuffo di marron chiaro sulla testa e con due grandi occhioni
viola
che facevano una gran tenerezza, fingendo di non ascoltare quel
discorso.
Purtroppo,
sapeva benissimo
che il misterioso ladro in questione era Delphini… ma che
cosa se ne faceva di
libri che trattavano di Basilischi?
Dopo
che Harry Potter aveva
ammazzato quello nascosto nella Camera dei Segreti, non ce ne dovevano
essere
altri nella scuola, o almeno lo sperava…
Vero
che avevano uno sguardo
mortale, quindi era importante rendere innocui gli occhi… e
se…
No,
era assolutamente impossibile.
Vero
che Delphini aveva
dimostrato una notevole abilità nel domare serpenti e fare
in modo che essi
eseguissero i suoi ordini, l’esercito di rettili che si era
costruita a Little
Hangleton era impossibile da dimenticare… ma comandare un
Basilisco non era di
certo come allevare un Vermicolo!
Bisogna
essere dei
rettilofoni per sperare di riuscire a creare un punto di contatto con
quelle
creature… inoltre, non c’erano di certo Basilischi
nelle vicinanze…
“Allora?
Come va? Trovato
qualcuno d’interessante?” domandò un
Cacciatore di Serpeverde, avvicinandosi a Finley
Bulstrode, il quale stava osservando, con rabbia, l’elenco
dei partecipanti ai
provini: “Va da gatti, ecco come va! Non
c’è un solo giocatore decente! Quelli
che cercano di ottenere il ruolo di Cacciatori sono penosi, per non
parlare dei
Cercatori! Sarà un vero miracolo se riusciremo a vincere la
Coppa di Quidditch
quest’anno! E come se non bastasse, Abel Nott non si
è nemmeno presentato ai
provini!”
“Eh?
Voleva partecipare ai
provini? Lui?! Davvero?”
“Beh,
ad essere sincero, è
suo padre che mi ha mandato un gufo qualche giorno fa dicendomi che
avrebbe
partecipato… Ho mandato qualcuno a cercarlo, senza successo.
Sembra svanito nel
nulla!”
“Se
devo essere sincero, a me
non è mai sembrato interessato al Quidditch… non
l’ho mai visto nemmeno ad una
partita!”
“Lo
so, ha sorpreso anche me,
ma credi che io sia così scemo da andare a sottolineare
queste cose a suo
padre? Quello è un pezzo grosso al Ministero!”
“Beh,
adesso che si fa?”
“Provo
a rileggere meglio i
risultati, magari ne becco uno non troppo scarso…”
“Ma
non c’è ancora un ultimo
provino?”
“Quello
del Nato Babbano?
Occupatene tu! Io ho cose più importanti da fare! Non serve
aver preso una ‘E’
a Divinazione, per capire che quello lì farà il
provino peggiore di tutti…”
Mentre
Bulstrode allontanava,
il Cacciatore ordinò: “Ok, tu… il Nato
Babbano, ecco! Tu sei il prossimo! Vedi
di fare in fretta!”
Mentre
gli altri presenti
ridacchiavano, Kevin fece un sospiro e salì a bordo della
sua vecchia scopa,
generando ancora più risate.
“Il
tuo compito sarà quello
di rubare la pluffa agli altri Cacciatori e di fare più goal
possibili in
cinque minuti cronometrati!” continuò
l’esaminatore e il ragazzino dovette
trattenersi dal protestare.
Era
fin troppo lampante che
stavano facendo di tutto per impedirgli di entrare in
squadra… agli altri
partecipanti, era stata data direttamente la palla e non dovevano
rubarla…
inoltre, i minuti di esame erano ben quindici!
“Ehi,
ti dai una mossa?!” gli
urlò l’amico di Bulstrode e, subito, il Serpeverde
si sollevò leggermente in
aria e non appena si udì un fischio, altri tre giocatori di
Serpeverde
cominciarono a sfrecciare verso di lui, passandosi la palla velocemente.
Era
evidente che erano
esperti e che erano ben decisi a non fargliela prendere… ma,
d’altro canto,
neanche lui aveva intenzione di arrendersi!
Spronando
la sua vecchia
scopa, Kevin si scagliò a tutta velocità contro i
tre, lasciandoli spiazzati,
in quanto non se lo aspettavano minimamente.
Invece
di diminuire la
velocità quando fu vicino agli avversari,
accelerò ancora di più.
Gli
era appena venuta un’idea
in testa… a dir la verità, era un po’
azzardata, ma era la sua unica speranza
di rubare quella dannata palla…
Anche
a terra, gli altri
Serpeverde osservano la scena, allibiti.
“Che
diavolo sta facendo
quella testa vuota?” domandò uno dei Serpeverde e
un altro vicino a lui
commentò: “Se non fosse ridicolo, giurerei che
stia cercando di andare a
sbattere contro i Cacciatori…”
Incredibilmente,
era proprio
quello che sembrava aver in mente Kevin, il quale continuò
ad accelerare e,
quando si trovò a pochi centimetri di distanza dal
cacciatore con la Pluffa, la
colpì con la mano, lanciandogliela lontano e accelerando la
velocità della
scopa, riuscì a prenderla e scattò veloce verso
la porta.
“Sta
cercando di far passare
la palla nell’anello!” sibilò, furioso,
l’esaminatore e sbraitò ai tre
Cacciatori che giocavano: “Fermatelo, razza
d’imbecilli! Non fatelo segnare!”
“Subito!”
annuirono i tre,
partendo rapidamente all’attacco, decisi a tutto pur
d’impedire al ragazzino di
segnare.
Vedendo
gli inseguitori che
gli stavano alle calcagna, Kevin sterzò bruscamente la
propria scopa e volò a
destra, cercando di evitare gli avversari, ma, purtroppo, si accorse
quasi subito
che se non trovava al più presto una soluzione, rischiava di
finire nei guai.
Loro
avevano delle scope
ultimo modello, mentre la sua scopa era parecchio vecchia…
Improvvisamente,
Kevin si
lanciò a tutta velocità verso gli spalti,
seguito, ovviamente, dai tre
cacciatori, senza avere alcuna intenzione di rallentare.
“Sembra
che quell’idiota di
un babbano voglia schiantarsi contro gli spalti! Ha proprio perso il
cervello,
se mai l’ha avuto…” commentò
uno dei presenti, mentre osservava la scena dal
suo binocolo.
Vedendo
che il ragazzo si
stava avvicinando agli spalti senza alcuna intenzione di rallentare,
molti dei
ragazzi seduti su di essi, si spostarono di lato spaventati, ma, per la
sorpresa generale, Kevin fece deviare di scatto la scopa, cogliendo
tutti i
presenti di sorpresa, compresi i suoi inseguitori.
Approfittando
del momento di
confusione generale, Kevin si buttò a tutta
velocità verso la porta, con
l’obiettivo di fare goal, con i pochi secondi che,
sicuramente, gli mancavano
per la fine del suo provino.
Il
portiere, inoltre, si
stava dirigendo verso di lui, con l’obiettivo di fermarlo a
tutti i costi, ma,
quello che non poteva immaginare era che gli stava offrendo la
possibilità di
vincere…
Infatti,
non appena si trovò
a pochi metri da lui, Kevin fece una capriola con la sua scopa, per poi
lanciare la pluffa verso la porta vuota, pregando che avesse preso la
mira
giusta.
Passarono
alcuni minuti in
cui tutti trattennero il fiato, mentre la palla volava leggera
finché essa non
oltrepassò l’anello.
A
quello spettacolo, tutti
rimasero in completo silenzio, allibiti, mentre Finley Bulstrode perse
la presa
della cartella che aveva in mano, la quale cadde per terra, generando
l’unico
rumore presente in tutto il campo.
Non
appena Kevin planò
delicatamente sull’erba, il capitano si avvicinò
al ragazzino, furente,
urlando: “Piccolo vermicolo strisciante, hai
barato!”
“Cosa?!
Non è vero!”
protestò, offeso, Kevin, ma l’altro non volle
sentire ragione: “Invece sì!
Altrimenti come avrebbe potuto un sudicio babbano come te, fare tutte
quelle
manovre con la scopa?!”
“Perché
non accetti, molto
semplicemente, che mi sono allenato e che voi mi avete
sottovalutato?”
Anche
se quelle parole erano
state sibilate, tutti i presenti rimasero ammutoliti per il coraggio
mostrato
dal ragazzino, in primis proprio Bulstrode.
Quel
nanerottolo aveva osato…
Sfortunatamente,
Bulstrode si
riprese velocemente e afferrò con forza il bavero del
maghetto, con gli occhi
che lanciavano fiamme, anche se, con lo sgomento di tutti, Kevin rimase
impassabile,
a fissare in silenzio l’assalitore, il quale
sibilò: “Non so che cavolo avesse
in testa l’anno scorso il Cappello Parlante per smistare uno
come a Serpeverde…
ma c’è una cosa che so per certo ed è
che tu potrai fare tutte le acrobazie più
incredibili dell’intera scuola, ma non ti farò mai
entrare nella squadra!”
“Questo
è barare.”
“Sono
io il Capitano e sono
io che decido chi fare entrare e chi no. Nemmeno se andrai a frignare
dalla
preside cambierò idea, sappilo.”
“Bulstrode,
cosa stai facendo?”
esclamò, incredula, una voce maschile che tutti i Serpeverde
conoscevano
benissimo.
Immediatamente,
gli studenti
presenti si girarono e il capitano lasciò andare la presa su
Kevin.
Come
tutti avevano intuito,
il proprietario della voce era proprio il professor Lumacorno, il quale
si
stava risistemando un grosso cappello blu con su disegnate delle
stelline
argentate.
“Professore,
che sorpresa…
non sapevamo che sarebbe andato a vedere i provini,
oggi…” balbettò Bulstrode,
con un sorriso molto tirato e nervoso.
La
presenza del direttore
della Casa di Serpeverde era l’ultima cosa al mondo che
voleva…
“Infatti,
non era mia
intenzione venire… ma il mio cappello si è messo
a volare per i corridoi della
scuola all’improvviso e mi ha portato qui, proprio mentre il
signor Harrison
iniziava il suo turno e non ho potuto fare a meno di restare! Ho avuto
tanti
talenti del Quidditch al Lumaclub, ma nessuno talmente abile e astuto
come il
signor Harrison, i miei complimenti! Sai, mi sorprendo sempre che tu
sia un
Nato Babbano e che appartieni ai primi anni, quando ti metti a
volare… si è
allenato molto con la scopa, quest’estate,
Harrison?”
“Beh,
sì… ho avuto un po’
difficoltà, per via dei babbani, ma, alla fine, ce
l’ho fatta ad allenarmi.”
“Ottimo,
ottimo. Dovreste
prendere tutti esempio da lui, ragazzi!” trillò
Lumacorno, così euforico da non
accorgersi degli sguardi di puro odio e disprezzo che i Serpeverde
stavano
lanciando al povero Kevin.
Era
fin troppo evidente che,
piuttosto che prendere esempio da un Nato Babbano, si sarebbero tutti
volentieri buttati dalla scogliera del castello…
“Beh,
Bulstrode, direi che un
problema l’abbiamo risolto, eh?”
continuò il professore ed il capitano,
sgranando gli occhi, domandò: “Di quale problema
sta parlando, signore?”
“Beh,
direi che dopo
un’esibizione così, il signor Harrison ha tutto il
diritto di far parte della
squadra di Serpeverde.”
“Certo,
professore, ma il
fatto è che aveva un limite di tempo che partiva dalle
undici e mezza e, temo
che l’abbia…” ribatté il
giovane capitano, con il sorriso più falso che poteva
avere, avvicinando a sé l’orologio al polso, ma
non appena ebbe diede dato
un’occhiata, sgranò gli occhi e fece un gemito.
L’orologio
si era fermato
alle undici e trentatré minuti, esattamente dopo tre minuti
dall’inizio della
prova.
Furente,
si voltò verso il
giocatore più vicino e domandò: “Ehi,
che ora fa il tuo orologio?! Quello
stupido del mio si è fermato!”
“Ehm,
Finley… anche il mio
orologio si è fermato… alle undici e
trentatré…” balbettò,
incredulo, il
giocatore e immediatamente, tutti i presenti, sia membri della squadra
che
candidati e, persino, gli spettatori, guardarono i loro orologi,
esclamando,
allibiti: “Anche il mio orologio ha smesso di
funzionare!”
“Pure
il mio! E pensare che
era nuovo di zecca… aspetta che metta le mani su chi me
l’ha venduto…”
“Non
capisco, funzionava fino
a qualche minuto fa…”
“Il
mio è fermo alle undici e
trentatré!”
“Pure
il mio!”
“Sono
tutti fermi alle undici
e trentatré!”
“Ma
com’è possibile?!”
Bulstrode
era a dir poco
esterrefatto.
Come
accidenti era possibile
che tutti gli orologi di tutti i presenti si fossero rotti nello stesso
istante?!
Non
era assolutamente
possibile!
Solo
un potente incantesimo
avrebbe potuto fare una cosa del genere… e a lui sembrava
ridicolo il fatto che
qualcuno avesse voluto aiutare un Sanguemarcio ad entrare nella squadra
di
Serpeverde…
“Beh,
visto che non ci sono
altri problemi, direi che il signor Harrison è nella
squadra!” gongolò
Lumacorno, tutto soddisfatto, sfregandosi le mani, mentre gli altri
guardavano
con odio il povero Nato Babbano.
Nessuno
si accorse di una
piccola figura dai capelli argentati che aveva spostato uno degli
arazzi che
ricoprivano gli spalti, per vedere meglio, con un sorrisetto
soddisfatto.
Doveva
ammettere che era
stato davvero molto divertente e anche adrenalinico… mentre
quegli imbecilli
facevano i provini degli altri giocatori, ovviamente lasciando Kevin
per
ultimo, nonostante si fosse presentato in orario, anche se, per
sicurezza,
aveva messo Asmodeus di guardia, in modo da creare abbastanza
tafferuglio da
sospendere momentaneamente i provini se Kevin fosse stato chiamato
prima del
previsto, era corsa a cercare Lumacorno e, una volta trovato, aveva
fatto
levitare quel suo orrido cappello con le stelle fino al campo da
Quidditch, in
tempo per vedere gli ultimi, penosi, giocatori.
Dopodiché,
non aveva dovuto
far altro che rompere tutti gli orologi dei presenti con un
incantesimo, in
modo che non tentassero di fare i furbi, cercando di convincere
l’insegnante che
Kevin aveva forato col tempo, proprio come avevano tentato di fare.
Ad
essere sincera, Delphini
non capiva perché si era data tanto da fare per quel
ragazzo… forse, perché in
lui rivedeva un po’ di lei… un ragazzo emarginato
da tutti per qualcosa di cui
non centrava niente, solo a lottare contro un mondo d’idioti
che si chiudevano
nelle loro convinzioni, senza neanche provare a cercare di vedere cosa
si
nascondeva sotto l’apparenza… eppure, non aveva
intenzione di arrendersi contro
quegli scemi ed era disposto a lottare per raggiungere i propri
obiettivi, con
la fatica e il sudore… quella superba esibizione, per
esempio, era tutta farina
del suo sacco… lei si era semplicemente limitata ad
assicurarsi che quelle
simpatie dei loro compagni di Casa non tentassero di fare i
furbi…
Nel
frattempo, Bulstrode
stava facendo tutto il possibile per non esplodere dalla rabbia.
Se
avesse pescato chi era
stato a fargli uno scherzo del genere…
All’improvviso,
un pensiero
gli attraversò la mente, che lo fece sorridere.
Certo,
il Nato Babbano poteva
entrare nella squadra… ma lui era il capitano e a lui
spettava decidere i
ruoli…
Gal
fischiettò allegramente
nei corridoi del castello, mentre si dirigeva verso la Sala Grande.
Il
suo adorato uovo stava
diventando sempre più grosso… sentiva che stava
per schiudersi da un momento
all’altro… entro Halloween avrebbe scoperto a
quale razza apparteneva la sua
creatura… sperava fosse un drago o, almeno, una creatura
grossa e molto
pericolosa…
Anche
Godric non vedeva l’ora
di scoprire cos’era la sua creatura… proprio come
il suo discendente, aveva
sempre amato le creature pericolose e desiderato averne una o, almeno,
un leone
da tenere come animale domestico, dato che era sempre stato il suo
animale
preferito… ma Sal glielo aveva sempre proibito
tassativamente, dichiarando che
una simile bestiaccia nei dintorni, sia magica che non, avrebbe creato
solo
problemi e, purtroppo, anche Rowena ed Helga erano state
d’accordo…
Se
proprio doveva essere
sincero, Sal, dai racconti di Godric, ricordava a Gal più
Delphi che il Signore
Oscuro… ma, dopotutto, la ragazzina era una Serpeverde e,
secondo Godric, a Sal
piacevano le persone dal carattere intrattabili…
Gal
entrò nella stanza e,
subito, si accorse che seduto al tavolo dei Serpeverde, c’era
Kevin, il quale
era circondato da Teddy, Victorie, Athena, Oliver e Delphini.
A
giudicare dal fatto che
Delphi, la quale era conosciuta da tutti per essere una musona
insensibile a
tutto tondo, gli aveva messo una mano sulla spalla e gli parlava, a
giudicare
dall’espressione facciale, in maniera
‘quasi’ gentile, anche se Kevin era la
persona con cui era più gentile in assoluto, ovviamente
secondo i suoi canoni,
doveva essergli successo qualcosa di brutto… probabilmente
Bulstrode non gli
aveva fatto passare il provino…
“Che
succede?” domandò il
giovane Grifondoro, avvicinandosi al tavolo e sussultando non appena
vide la
faccia.
Kevin
era pallido come un
cencio, la fronte madida di sudore e sembrava sul punto di vomitare.
“Non
dirmi che hai fallito il
provino!” esclamò, allibito, il rosso, ma Kevin
scosse la testa così
velocemente, che sembrava dovesse staccarglisi da un momento
all’altro.
“Sei
il nuovo Cacciatore di
Serpeverde?!” esultò Gal, ma, ancora una volta, il
ragazzino negò con la testa.
“Eh?!
Non capisco… se non hai
fallito il provino, allora perché non sei il
Cacciatore?” domandò il Grifondoro
e Kevin, abbassando la testa, sussurrò: “Bulstrode
ha… ha dovuto accettarmi in
squadra per le mie abilità, ma si è voluto
vendicare per l’accaduto… non sono
il Cacciatore di Serpeverde… sono il nuovo
Cercatore.”
A
quelle parole, Gal sgranò
gli occhi, incredulo.
“Non
capisco… qual è il
problema? Hai fatto il provino per diventare cacciatore e, invece, ti
hanno
dato il ruolo più importante! Io sarei al settimo
cielo…” commentò il rosso e,
per tutta risposta, Delphini gli lanciò uno sguardo
assassino, sibilando: “Se
l’idiozia avesse le gambe, tu saresti un millepiedi! Ma non
capisci che quella
vecchia carogna gli ha dato il ruolo per metterlo nei guai?”
“Sul
serio?”
“Certo,
stupido! Il ruolo più
importante è quello del cercatore, perché se
ottiene il boccino quasi sempre la
squadra vince… quindi, secondo te cosa succederebbe se alla
prima partita
dell’anno, la squadra avversaria prendesse per prima il
boccino, vincendo la
partita? A chi pensi che darebbero la colpa?”
Dopo
pochi secondi, Gal capì
il problema, a giudicare dall’espressione che comparve sul
suo volto.
“Ma
è una vera carognata!
Devi andare a protestare con Lumacorno!” esplose il
Grifondoro, ma Kevin scosse
la testa: “Non posso…”
“Perché
non puoi?! Tu ti sei
presentato per il ruolo di Cacciatore, non possono darti quello di
Cercatore…”
“Ci
ho provato, ma Bulstrode
mi ha interrotto, dicendo che la mia corporatura era perfetta per
essere un
cercatore, dato che sono piccolo e veloce… e che, dopo la
mia abile
prestazione, sarei riuscito in poco tempo a diventare abile a prendere
il
boccino… e, poi mi ha chiesto se, per caso, non avessi
troppa fifa per quel
ruolo, tanto da essere pronto a protestare o ad inventare scuse
assurde… non ho
potuto dire di no…”
“Vecchio
troll deficiente… io
lo…” sibilò Gal, ma Delphini lo
bloccò: “Non ti disturbare… il pranzo
lo ha
punito per la sua carognata…”
“Davvero?
Perché, che è
successo?”
“Oh,
è successo che, durante
il pranzo, stava facendo l’idiota equilibrista con un piatto
di minestra
bollente, ma gli è scivolato il piatto e gli è
finita tutta la minestra
addosso, così è dovuto andare in
infermeria…” raccontò, con tono calmo e
innocente, Delphini, mettendosi le braccia dietro alla nuca e
mettendosi a
guardare il soffitto.
Non
appena fu certa che
nessuno la stesse guardando, guardò verso
l’ingresso della sala, dove dieci
minuti prima Finley Bulstrode era corso in direzione
dell’infermeria, e fece un
sorrisetto pieno di malizia e di vittoria.
Le
era bastato lanciare un
Confundo a quell’idiota per fargli fare il pagliaccio e
dargli una lezione di
quelle…
Così
imparava a dar fastidio
a Kevin per via del suo essere un Nato Babbano… e,
soprattutto, di minacciare
di far perdere alla squadra la Coppa di Quidditch per le sue
convinzioni
idiote!
Notando
che Kevin stava
tremando per la paura, Delphini ritornò a dargli delle
pacche sulla spalla.
“Non
so cosa fare… mi sono
allenato tutta l’estate per il ruolo di Cacciatore e adesso
questo…” sussurrò,
nervoso, il ragazzino e la coetanea domandò, con un tono
calmo: “Intendi
arrenderti e dire a Bulstrode che te ne vai oppure vuoi dimostrargli di
che
pasta sei fatto?”
Kevin
si voltò a guardarla e
la giovane riprese: “A questo punto, hai solo due scelte: la
prima tesi che ti
ho proposto o la seconda. Quale decidi?”
Kevin
rimase un attimo in
silenzio, a riflettere.
Se
proprio doveva essere
sincero, l’idea di non farcela lo stava attagliando sempre di
più… come la
sgradevole sensazione di essere solo un illuso e un
fallimento… forse era
meglio arrendersi, però…
però…
Non
era giusto arrendersi
dopo tutta la fatica che aveva fatto per essere ammesso nella squadra!
Doveva
reagire a
quell’ingiustizia e fargliela vedere a Bulstrode!
“Io…
mi piacerebbe
dimostrargli di cosa sono capace.”
“Ottimo,
allora andiamo.”
Dichiarò la ragazzina, afferrando il coetaneo per il polso e
cominciando a
trascinarlo fuori dalla Sala.
“Ma…
dove stiamo andando?”
domandò, leggermente incuriosito, Kevin e Delphini rispose:
“Ad allenarti, no?
Per prima cosa, dovrai aumentare i tuoi riflessi, prendendo delle palle
da golf
al volo, poi, una volta che hai ottenuto dimestichezza, passeremo ai
vari
inseguimenti con la magia. Dobbiamo assolutamente recuperare prima
della
prossima partita… e questo significa che lavoreremo con
qualunque tipo di clima
esistente, anche il più schifoso!”
Sentendo
quelle parole, Kevin
fece una faccia nervosa.
Aveva
la vaga sensazione che Delphini lo avrebbe
strapazzato per benino… |