at midnight
Ciel
Non succedeva da molto tempo. Non
ricordi neppure l'ultima volta in cui ti sei trovato nell'umiliante
condizione di chiedere al tuo maggiordomo di restare al tuo fianco
per il tempo necessario ad essere accolto tra le braccia di un
reticente Morfeo, sempre poco incline a concederti il lusso di una
notte di autentico riposo.
No, non chiedere. Ordinare.
La tua non deve essere una richiesta. Semplicemente, non puoi
permettertelo. Chiedere implica infatti un bisogno alla base, uno
stato di necessità tale da non potervi sopperire con le proprie sole
forze e doversi abbassare a ricorrere al supporto altrui. Porre una
richiesta mette automaticamente chi la avanza in una posizione di
sottomissione, di dipendenza, di debito. Un ordine, d'altro canto,
non esige spiegazioni o giustificazioni di sorta e chi lo impartisce
non è sottoposto ad alcun vincolo o giudizio. È il Re della
scacchiera, al quale tutte le altre pedine non possono far altro che
ubbidire, quale che sia la natura dell'imperativo che viene loro
comandato.
Ma, nel momento in cui avverti il peso
di Sebastian sul materasso accanto a te, non puoi fare a meno di
sentire la morsa gelida della paura diluirsi un poco per lasciar
emergere un fanciullesco senso di sollievo e protezione dai mostri
invisibili che infestano la tua mente e prendono forma negli angoli
scuri della stanza. Un moto di disprezzo per te stesso e per la tua
debolezza ti assale, facendoti schioccare la lingua contro il cuscino
in un'esternazione di fastidio.
Perché, nonostante ciò che vorresti
far credere agli altri e a te stesso, sei ancora poco più di un
bambino. Evidenza inoppugnabile della quale sei pienamente cosciente.
Un bambino che, per di più, ha visitato le profondità dell'inferno.
Ne reca testimonianza la tua pelle marchiata a fuoco come quella di
un animale destinato al macello. Un bambino talvolta bisognoso di
essere confortato, di avere un'entità protettiva accanto a sé che
vegli su di lui durante il passaggio dal mondo della realtà a quello
dei sogni; un mondo che, fin troppo spesso, ti riserva un soggiorno
assai spiacevole entro i suoi confini.
Sostenere il ruolo che il nome
Phantomhive ti impone, conciliarlo con la tua tenera età e il
desiderio di vendetta dal quale sei consumato, mantenere intatto
l'onore della famiglia in quanto ultimo discendente... tutto questo
ti richiede un enorme sforzo quotidiano, dal quale occasionalmente ti
senti sopraffatto, sfinito. Se non fosse stato per il tuo eccezionale
maggiordomo demoniaco e le sue cure, non saresti mai riuscito a
raggiungere la posizione che detieni ora. Ma è facile servirsi delle
sue doti quando si tratta di occuparsi della tenuta, mandare avanti
la casa, imbastire un ricevimento fastoso o, nel tuo caso
particolare, dare la caccia a criminali e assassini o svelare i
misteri che impensieriscono la Regina. Qualunque nobile inglese
delega al proprio maggiordomo gli aspetti più laboriosi e volgari
della vita.
Ciò che invece ti risulta estremamente
difficile è affidarti a lui per tenere a bada le tue emozioni ed
evitare che queste finiscano per distruggerti e minare ciò per cui
hai lavorato duramente. Tenti di evitarlo il più possibile, ma ci
sono serate in cui le spine velenose della disperazione e del senso
di solitudine ti si conficcano più in profondità del solito e
l'urgenza di esserne sollevato è tale da spingerti ad accantonare la
gelida facciata di imperturbabilità e mostrarti a lui spaurito e
inerme come il giorno che v'incontraste.
Sebastian se ne sta seduto immobile
come una statua sul bordo del letto. Impudente! Dovresti
rimproverarlo per essersi preso tanta libertà e confidenza. Una
volta aveva quantomeno la decenza di limitarsi a rimanere in piedi
nella vasta camera, invece stasera è stato così audace e sfrontato
da accomodarsi sul tuo letto, a pochi centimetri da te. Vuole forse
infierire? Il suo intento è quello di sbeffeggiarti? Di prendersi
gioco del tuo terrore? Intende ricordarti quanto il tuo comportamento
sia infantile e inappropriato per il Conte Phantomhive, il temuto
Cane da Guardia di Sua Maestà? Puoi figurarti il sorrisetto
divertito con cui di certo sta contemplando la tua figura minuta
raggomitolata tra le coltri. Stupido: resta con me è stato un
comando troppo vago e il demone ha sfruttato quel margine per
interpretarlo a modo suo e infliggere un ulteriore colpo al tuo
orgoglio già duramente provato. Ti appunti mentalmente di prestare
più attenzione a come formulerai gli ordini in futuro. Ma adesso
dovresti voltarti e allontanarlo; spingerlo via, ricordandogli di
stare al suo posto. Rammentargli una volta per tutte chi comanda.
Dovresti, tuttavia ti limiti ad
ingoiare il sapore amaro dell'umiliazione e ad avvolgerti più
stretto nelle coperte, come se queste potessero rimettere la giusta
distanza tra voi o nascondergli la verità che ti fa avvampare di
rabbia e vergogna, ovvero che in questo momento non sei altro che un
bimbo spaventato e triste, incapace di affrontare da solo le tenebre
minacciose della notte.
Anche se gli volti le spalle,
rannicchiato sul fianco, percepisci il suo sguardo incandescente
accarezzarti la pelle all'altezza della nuca. Il demone è affamato
della tua anima. Non sei così sciocco da illuderti che Sebastian
tenga a te più di quanto il lupo tenga alla pecora. La sua
incrollabile devozione non è frutto di un sentimento umano. Per
quella creatura sei solo un pasto prelibato da preservare e tenere in
caldo finché non sarà giunto il momento tanto atteso di gustarlo e
saziarsi. Del resto, non ti importa affatto che la sua fedeltà verso
la casata Phantomhive derivi esclusivamente dagli obblighi del
contratto che avete stipulato. Tu stesso ti stai servendo delle sue
abilità per raggiungere lo scopo che ti sei prefissato e ottenere
vendetta contro coloro che hanno osato colpire la tua famiglia
strappandoti via tutto ciò che avevi. Finché il demone sarà ai
tuoi ordini, non conoscerai la sconfitta e non hai mai avuto dubbi
che questa garanzia valga il prezzo concordato.
Lui ha messo la sua esistenza al tuo
servizio in cambio della tua anima. È una mera transazione dalla
quale entrambe le parti guadagneranno qualcosa. Queste sono le
condizioni dell'accordo dal quale non si può recedere e che non
prevede, nel modo più assoluto, alcuna forma di vano
sentimentalismo. Nessun attaccamento emotivo. Tuttavia rimane il
fatto che Sebastian è l'unico essere al mondo che detiene il
privilegio della tua piena fiducia. Da quando avete stipulato il
patto, hai edificato sulle rovine incenerite della tua casa distrutta
una nuova vita basata solo su un'esigua manciata di certezze:
l'identità e il nome di cui hai scelto di appropriarti; il tuo
intento di vendicarti, sostenuto da un odio ribollente... e la
presenza costante di Sebastian.
La sua è l'unica voce da cui accetti
consigli, seppur con una riluttanza che non ti disturbi a celare. Le
sue mani, le sole alle quali concedi di toccare il tuo corpo
orribilmente profanato. Le sue braccia, il luogo più sicuro che tu
possa immaginare. La sua presenza, l'unica dalla quale riesci a
trarre conforto in notti come questa, marcate dall'angoscia di ferite
profonde e incurabili risalenti all'orrore di quei giorni lontani ma
che non lo saranno mai abbastanza e dalla nostalgia nei confronti di
quanto è ormai perduto per sempre e non potrà fare ritorno.
Gli hai ordinato di rimanere con te
finché non ti sarai addormentato e sai che il demone non verrà meno
al suo compito. Non ha scelta. I termini del vostro accordo sono
chiari e gli impediscono di disubbidire a un tuo ordine diretto. Allo
stato attuale, l'estremità della catena che vi lega è stretta
saldamente nella tua mano. Sebastian potrà anche essere il tuo scudo
e la tua spada, ma sei tu il Re. Sei tu a dettare le regole e a
dirigere le pedine, almeno fino a quando la tua vendetta non sarà
compiuta e lui potrà prendersi la tua anima, secondo quanto
pattuito.
Ma, in tutto ciò, Sebastian è l'unico
a cui puoi consentire di lasciar intravedere la tua fragilità oltre
la corazza che ti sei abilmente costruito attorno, perché sai che
non ricaverebbe alcun vantaggio dall'approfittarsene. Danneggiarti
non rientra nel suo interesse, al contrario. Avrà ciò che desidera
solo se prima aiuterà te, servendoti fedelmente in ogni modo tu
vorrai.
E adesso quello che vuoi è che lui
resti al tuo fianco. Nulla di più. La sicurezza della sua vicinanza
è la sola cosa che ti induce infine a chiudere gli occhi e a
distendere i muscoli, in attesa che giunga il sonno.
[1400 parole]
Sebastian
Le
fiamme hanno quasi del tutto consumato la lunghezza dei tre ceri
disposti sul candelabro quando finalmente il respiro del padroncino
si fa profondo e regolare.
Sei
rimasto piuttosto sorpreso di ricevere ancora una volta quell'ordine
che non udivi dai primi tempi della vostra bizzarra convivenza.
Resta con me, finché non
mi addormento.
Quanta
vulnerabilità può esprimere una richiesta tanto semplice! Quanti
muri possono crollare dinanzi a poche parole pronunciate con un filo
di voce!
Il
signorino può atteggiarsi ad adulto freddo e crudele quanto gli pare
e non c'è dubbio che sugli altri riesca ad esercitare una sorta di
influenza illusoria che porta la maggior parte di costoro, una volta
superato lo stupore del primo impatto, a dimenticarsi della sua età
reale e a considerarlo un uomo a tutti gli effetti; ma i tuoi occhi
acuti non sono mai stati traviati. Lo conosci meglio di chiunque
altro: l'hai raccolto dal lurido fondo del pozzo oscuro in cui era
stato gettato e te ne prendi cura da quel giorno, accudendolo e
assistendolo in tutto, come, d'altra parte, si conviene ad un
perfetto maggiordomo quale ti sei impegnato ad essere.
Capitava
spesso, specialmente all'inizio, che il padroncino ti imponesse di
fermarti nella sua camera fino al sopraggiungere del sonno. Il
bisogno di consolazione e rassicurazione tipico degli esseri umani è
radicato e pregnante, a prescindere dall'età. Questa è la loro vera
essenza: eterni bambini arroganti e baldanzosi alla luce del sole; ma
quando calano le tenebre si rannicchiano sotto le coperte e
rabbrividiscono nel buio, pregando e invocando in lacrime qualcuno
che metta in fuga le ombre e doni loro l'illusione di essere al
sicuro da qualunque sia la fonte del loro dolore.
Alcuni
umani hanno più motivo di altri per temere la notte con il suo folto
seguito di spettri, e il tuo piccolo conte fa parte di questa cerchia
prescelta da una sorte funesta.
Solo in
poche altre occasioni il padroncino ti ha reso deliberatamente
partecipe della sua pena ma, in questi rari momenti di cedimento,
Ciel Phantomhive lascia cadere la maschera e ti si manifesta per
quello che è in realtà: un cucciolo terrorizzato braccato dai
fantasmi di un tremendo vissuto.
In
fondo, puoi quasi capirlo. Sei stato tu a liberarlo da quella gabbia
dove aveva subito torture e abusi di ogni genere. A soli dieci anni
aveva già conosciuto il lato peggiore dei suoi simili, testimone e
allo stesso tempo vittima delle azioni più malvagie, scellerate e
ignobili di cui gli uomini possano macchiarsi. Da quelle sbarre aveva
assistito al sacrificio del suo gemello che, ironia della sorte, era
servito proprio ad evocare te.
Gli
umani sono così fragili! Si piegano e si rompono con una facilità
inaudita. Tuttavia, devi riconoscere che, soprattutto in
considerazione degli eventi terribili che l'hanno segnato, il
padroncino ha dimostrato una forza d'animo non comune per un bambino,
nonché una lucida consapevolezza del male che alberga nel cuore
degli uomini e che egli ha scelto di abbracciare invece di fuggirne
via. Nel corso di quei quasi tre anni ha dato prova di possedere
delle qualità che non puoi fare a meno di apprezzare: una spiccata
intelligenza strategica che ti ha incastrato nella rete di un
contratto dalle maglie piuttosto strette e ti lascia poca libertà di
manovra; sfacciataggine unita a un'esasperante ostinazione che più
di una volta ti hanno reso arduo il tuo incarico di maggiordomo;
un'altera fierezza grazie alla quale riusciva quasi sempre ad
occultare le conseguenze del dramma consumatosi poco meno di tre anni
prima. Conseguenze che, tuttavia, ancora lo seviziano senza pietà e
acquistano maggiore forza nelle ore notturne.
Ci è
voluto un po', ma alla fine si è addormentato. Hai atteso al tuo
dovere e ora sei libero di congedarti e tornare alle tue faccende. Ti
alzi lentamente dal letto e inizi a muovere qualche passo felpato
verso la porta quando un fruscio seguito da un lieve mugolio alle tue
spalle ti trattiene.
Ti volti
per ritrovarti a fissare il viso del ragazzino, giratosi sul fianco
opposto. Stiri le labbra in un sorriso che, a prima vista, potrebbe
apparire colmo di tenerezza ma cela in realtà una ferocia e una
brama che un attento osservatore potrebbe riconoscere senza troppe
difficoltà. Nei tuoi occhi ferini dardeggia un bagliore cremisi.
Torni accanto al grande letto a baldacchino che pare inghiottire
quell'esile corpo fatto su nelle coperte, in transizione da
un'infanzia brutalmente spezzata a un'adolescenza che di certo ne
porterà le inguaribili cicatrici.
Appoggi
il candelabro sul comodino e ti inginocchi a fianco del materasso per
osservare meglio il tuo padrone assopito. Quando dorme appare ancora
più giovane dei suoi dodici anni, sebbene il suo volto non perda mai
del tutto quell'ombra di tormento, evidente nella ruga accentuata tra
le sopracciglia e nell'espressione mai completamente serena.
Il tuo
piccolo, prezioso bocchan.
La
verità è che il padroncino potrà anche essere il Re della
scacchiera, ma solamente finché dura il gioco. Sarai tu l'unico
vincitore della partita, quando questa avrà termine. Quando infine
anche il Re dovrà soccombere.
Sei un
tipo paziente, saprai aspettare tutto il tempo che occorrerà.
D'altra parte, al contrario di molti altri della tua specie, hai
deciso di non accontentarti più di trangugiare indiscriminatamente
anime mediocri, e quella del giovane Ciel risponde perfettamente ai
tuoi canoni e ai gusti ricercati che ti contraddistinguono. Sei
sicuro che varrà ogni secondo del tuo tempo speso ad assecondare i
suoi capricci, compiacerlo, proteggerlo, servirlo e viziarlo. In fin
dei conti, più si è costretti ad aspettare per ottenere ciò che si
brama, maggiori sono il piacere e la soddisfazione che derivano
dall'impossessarsene.
Nel
frattempo, la tua reverente, docile sottomissione non è altro che
una posa. Un mezzo sotteso ad un fine. Un abito di scena che ti sei
confezionato appositamente e indossi al pari del frac da maggiordomo,
delle belle maniere e di quelle sembianze piacenti e raffinate per
onorare al meglio i termini del contratto e riscuotere il tuo ambito
pagamento, perché otterrai quell'anima solo se sosterrai la tua
parte alla perfezione.
- Se...
se... bas... -
Inarchi
un sopracciglio, stupito di sentirlo articolare le sillabe del “tuo”
nome, il nome che egli ti ha conferito, anche nell'incoscienza. Ti
chiama. Ti cerca, in particolare quando si percepisce più
vulnerabile. Un inaspettato calore ti colma il petto: qualcosa di
vagamente simile a ciò che gli umani sarebbero portati a definire
affetto, o perfino amore. Per te, si tratta solo del trionfo del
predatore nel realizzare che l'agognata preda è completamente alla
sua mercé. È il brivido squisito del possesso. Ogni giorno, il
padroncino compie qualche gesto che ti sorprende e alimenta le tue
aspettative. Hai capito immediatamente che l'anima di quel minuscolo
umano tremante, sporco e ricoperto di ferite si sarebbe rivelata una
perla rara e inestimabile in quella massa insipida brulicante di
anime insulse. Un'anima che si conferma sempre più degna di placare
la tua fame e soddisfare il tuo esigente palato.
-
Sebas... tian. -
Un
brivido di piacere ti scuote. Il signorino è tuo, dal vostro primo
incontro e per tutta l'eternità. Il Re uggiola nel sonno il nome
della sua pedina. Può mai esistere suono più delizioso?
Vieni
colto da un'emozione intensa che ti costringe a distogliere lo
sguardo dal giovane e a coprirti il viso con una mano guantata mentre
sulle labbra ti si disegna un ghigno esaltato che lascia scoperti i
denti bianchissimi e affilati.
Attendi
che quell'accesso di fermento improvviso sfumi in una traccia sottile
e riprendi il controllo di te stesso, riportando gli occhi sui
lineamenti delicati del signorino. Respira tranquillo, con la
mascella rilassata e le dita delle mani aperte e morbide come petali
di fiori candidi: niente incubi, almeno per il momento.
Le
fiammelle sono ormai allo stremo quando ti chini sul viso di Ciel.
Accosti le labbra alla sua bocca senza toccarla, quel tanto che basta
per inalare il suo alito ancora fragrante del pregiato miele di
biancospino che gli hai versato nel latte caldo. Al padroncino
piacciono le cose dolci, ed è con estrema dolcezza che ti
riprometti, quando verrà il momento, di divorare la sua anima.
- Fino
ad allora, dormite bene, bocchan. -
Mentre
gli sussurri all'orecchio con voce vellutata, il lume fioco delle
candele ha un ultimo guizzo prima di morire sullo stoppino annerito
levando nell'aria un sinuoso sbuffo di fumo biancastro. La camera
piomba in un'oscurità monocromatica, ingentilita appena da qualche
pallido raggio di luna.
[1400 parole]
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