Will my soul ever find rest?
Un urlo atroce scosse la terra, riscuotendo il cielo terso dal suo riposo ignaro. I raggi crudeli della Luna sfioravano senza guarire, le stelle un tempo fonte di luce ora battevano il tempo.
Le cicatrici bruciavano forti sulla pelle strappata, così vecchie eppure così fresche da fare ancora male.
Non se ne sarebbe mai andato via, il dolore.
Oh dee…
Un occhio che ormai non vedeva che il buio, un altro che aveva smesso di guardare per scelta.
Il debole respiro di chi aveva sofferto tutta la vita in silenzio, divorato dalle fauci del rimorso per una vita non vissuta, per delle perdite che pesavano sul petto come la prima volta che aveva ucciso.
Perché…
Quell’ululato alla Luna era il pianto incontrollato di un guerriero stanco che, accasciato sui cadaveri dei compagni, unico superstite, sa che il prezzo da pagare è più grande della vittoria.
Quell’urlo luttuoso, era il desiderio straziante di una carne che trascina il corpo animale verso la buca più vicina e vi si accascia per sempre, attendendo che la terra sopra di sé risucchi tutto l’ossigeno.
Perché dee…
Occhi giovani osservavano quella luce dorata spegnersi lentamente, dalla bocca di lupo erano emanati versi simili ad una melodia antica, dimenticata dal mondo.
Quelle note nostalgiche portavano con sé ricordi troppo vecchi per essere ancora veri. Vivi.
Rintocco di orologi
Tasti di un organo malandato
Volti
Maschere…
No. Non si può ricordare.
Fa troppo male…
Perché…
L’urlo non fu che un flebile lamento. Nessuno aveva mai intonato quella melodia per lui.
Si ricordava di averla suonata, però.
Si ricordava la palude, le rocce, il mare, la sabbia, la morte, si ricordava il sollievo degli spiriti che raggiungevano la pace grazie alla sua musica, si ricordava le voci lontane di gesta dimenticate e sepolte sotto la rena di arcaiche reminescenze.
Un lupo dal pelo grigio osservava il suo progenitore contorcersi sulla roccia.
Degli occhi che avevano rinunciato a vedere si aprirono.
La Luna crudele non aveva nessuna faccia.
Oh dee…
I loro sguardi si fusero in uno.
La catena che l’altro portava alla zampa tintinnò contro il precipizio.
Mostri
Fantasmi
...Amici…
Il lupo si sorprese.
Perché devo soffrire così…?
Il pelo dorato si tramutò in rosea pelle, biondi capelli di paglia vennero scossi dal vento. Grigi capelli coprirono rughe di un’età mai vissuta.
Occhi da bambino si specchiarono nei suoi, mani da adulto si tesero nella sua direzione.
Un vecchio corpo di un ragazzo strappato alla giovinezza sorrise mestamente.
Era proprio bella, quella melodia…
Oh dee… vi prego, ditemi...
Quel corpo si spense.
L’ululato di dolore che ne seguì scosse la terra.
Riuscirò mai…
si
la
fa
si
la
fa
si
la
mi
re
mi
...a trovare la pace…?
occhi ridenti di un venditore di maschere raccolsero le sue spoglie
pregò
una nuova maschera si aggiunse alla borsa
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