Piccola raccolta di fiabe

di SSJD
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Il giorno in cui una vecchia lumaca conobbe una giovane coccinella.


All’ombra dello steccato in legno, che delimitava i confini di un grande orto, viveva Zelinda, una vecchia lumaca annoiata e ormai stanca anche solo di svegliarsi al mattino. 

Brutta, raggrinzita, semi rinsecchita e col guscio sbiadito dalla pioggia e dal sole. 

Ciondolava tutto il giorno tra un paletto della staccionata e un cespo d’insalata, aspettando solo che la sera le desse la scusa per tornare a riposare. 

Di giorno, si spostava solo per andare a divorare qualche fogliolina e poi, affaticata per la scorpacciata, si rannicchiava nella sua casina.

E così passava le sue giornate la vecchia lumachina, senza nemmeno accorgersi della solitudine che riempiva le poche ore di veglia. 

Fretta, di sicuro, non ne aveva; ‘il tempo è interessante solo per chi se ne cura,’ pensava, osservando la frenesia degli insetti che trascorrevano le loro giornate a faticare nell’orto. 

“Giochiamo?” le chiese un giorno una giovane coccinella, cogliendola alla sprovvista e facendola ricredere sulle consuete e noiose attività degli esserini a sei zampe. 

“Ho sonno, lasciami dormire in pace,” le rispose l’anziana chiocciola, raggomitolandosi ancora di più nel suo guscio scolorito.

“Io mi chiamo Verdina,” continuò la coccinella, ignorando completamente le proteste della vecchina. 

La lumaca a quel punto srotolò la testa e le antenne fuori dal guscio, per poter finalmente osservare chi le stesse dando fastidio. 

“Ma tu sei rossa a pallini neri. Com’è possibile che ti chiami Verdina?” chiese con fare davvero incuriosito. 

“Non so, forse appena nata ero ancora acerba. Giochiamo?” insistette.

“Ohibò, vuol dire che sei nata da una pianta?” continuò la vecchia lumaca per cercare di venire a capo del mistero.

Presa alla sprovvista, la coccinella non seppe cosa rispondere e pensò quale fosse il modo migliore per uscire da quella che a lei sembrava solo una gran perdita di tempo. 

“Quando sono nata ero piccola. Come posso ricordarlo? Ora giochiamo?” sbuffò il piccolo insetto ormai sfiduciato.

Reticente e un po’ confusa, la vecchia chiocciola le si avvicinò per osservarla meglio. 

Sorrise al pensiero che una coccinella le stesse riempiendo la giornata. 

Tra un gioco e l’altro, una corsa, per modo di dire, nel grande prato e una merenda dopo l’altra per saziare la fame, arrivò finalmente il tramonto.

Una nuova amicizia era nata nel piccolo orto.

Vicine, vicine, le due simpatiche creature si accoccolarono in un cantuccio protetto del muro di cinta e, poco prima di addormentarsi, la piccola coccinella mormorò:

“Zelinda, domani ti coloro il guscio di rosso e ci disegno anche i pallini neri, così sembriamo sorelle. Buonanotte, Zelinda, fai solo sogni belli”. 

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***




NA: ringrazio Lady.Palma per aver indetto questo contest. È stata una bella sfida riuscire a far iniziare ogni frase con lettere differenti dell’alfabeto.

Grazie a chiunque passi a leggere e a L. per il disegno!

Alla prox!

Ssjd






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