Venere

di Lady Moon
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Venere.

 

Sola, inesorabilmente, è Venere questa sera.
Inizia a sentirsi osservata, la cosa
non le dispiace, tuttavia paradossalmente le incute sempre più timore.

Una coppia passeggia su quel lungomare fittizio, contemplando oltre il visibile, alla ricerca di qualcosa di inaspettato, forse, che li allontanasse dal torpido presente.

Fare l'amore è troppo semplice quando cala la notte, esordisce Venere, scrutandoli minuziosamente, ma poi quando il Sole risorge, chi dei due rimane integro per davvero?
Gemmeo il cielo, eppure così plumbea l'aria, persino le stelle sono timide nel loro farsi avanti.
Tentenna anche il vento, tutto è sospeso.

Sará forse Venere? La sua inquietudine somatizzata.
Ora inizia il suo triste canto, e il tempo scorre, ma le lancette dei minuti feriscono, segnano, come la lama di un coltello sulla pelle nuda.

La coppia si scosta dalle ringhiere, lui continua a non guardare l'amata, lei distratta dai capelli arruffati ma di scatto innalza gli occhi, come s'aspettasse di ricevere, adesso, un'immagine, un segno, che le desse motivo di continuare il cammino. A Venere fa quasi tenerezza.

E la stessa Venere risplende di una luce troppo fioca, si precipita sempre più tra le braccia del buio, ha bisogno di dormire.
Vuole risplendere.

 





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