psicobastasi

di Caponenciu
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“Bastasin! Basta col Vin” esclamò il macellaio Bernozzi dopo l’ennesimo rigurgito di assurdità che usciva dalla bocca del geometra Gonardio Bastasin, maledicendo il giorno in cui, per non dare troppo dispiacere al padre, aveva accettato di incaricare quell’incapace sbevazzatore di progettare un nuovo recinto per i maiali razza Sgurnesciomanzi che tanto cari erano al vecchio Bernozzi Senior.
“Devi smetterla di svangare con i tuoi vaneggi su letti di paglia gambrina e sudori postolenti di lusso! I Maiali razza Sgurnesciomanzi non hanno mai potuto sopportare i millantatori come te, pezzentaccio di un geometraccio che non sei altro! Ti presenti sempre spolpo come una spugna imbevuta nella graspa, sparando stupidaggini e ruttando come un somaro affogato nelle latrine di Prosperopoli, e vorresti anche che ti pagassi?? Ma io ti sgancio una garondoea proprio in mezzo al naso che ti assassino la cefala!” Quindi attaccò la schiaffoniera Shimanow appena carompata gniova gniova. I primi quattordici schiaffoni presero Gonardio Bastasin in pieno sulla sua musagna paonazza, dopodichè lui, grugnendo come un maialasino insemenio, scivolò sulla sua stessa bava. Si sarebbe anche sparagnato tutta una serie di papàgne se avesse avuto di fronte una schiaffoniera standard, ma per sua sfortuna quella gniova gniova presa dal Bernozzi era dotata di braccia prigioniere, una nuovissima tecnologia meccanica che serviva ad agguantare il malcapitato e non lasciarlo scappare finché non fosse esaurita la sua scarica di schiaffoni.
Ciononostante Gonardio non desisteva: “Rampudio misanche le suncarde del Munzio Noverlo, che lampi sughiondi sambèllino come sposcie frobalde! Maialossi dopo maialossi, nel fangido burlo del pascio, sàmpiegano divori le mitoiche defenze solo dopo che anche se poi di fatto quindi orsù, dunque magari mi calza la stoica minestra di sorgo!” Il macellaio ancora si chiedeva se fossero le papàgne a gragnuola che gli arrivavano sulla musagna a rendere tanto criptico il suo parlare, ma presto si convinse, anche su consiglio del gran Maiale Sir Polpettonis, che non c’erano altre spiegazioni: Gonardio Bastasin, il geometra che era entrato nel mito per saper progettare porcilaie come palazzi arabi, era ormai caduto schiavo del Taverna, il bevando misterioso al sapore di Terre Contaminate che tanto andava tra i poveri disperati geometri.
“ Lucchesi postilla zavorre!!!” E una papàgna gli arrivava sulla rieccia. “Zambosi gustava zampilli cromati!” E via così tra colpi e vaneggi.
Arrivata sera era, e la gniova gniova schiaffoniera ancora non si fermava. Così la Surla, che ormai non ne poteva più di sentire assurdità, decise di uscire dalla sauna e provare a ragionare con il macellaio Bernozzi: “ Macellaio Bernozzi, Macellaio Bernozzi! Orsù non crede anche Lei che ora sarebbe di liberare da tanto impegno la povera gniòva gniòva? Se inviso le fu il Gonardio, possano i sacri maiali Sgurnesciomanzi saziare i loro stomaci cibandosene. Ma se anche poco poco dovesse starle a cuore la sanezza dell’udire nostro, freno immediato metta alle farneticazioni dell’infausto Bastasin!”.
Guardandola dritto dritto nella crociera degli occhi, il macellaio decise che per quel giorno ne aveva abbastanza di papàgne, o almeno così pensava prima di prendere lo smarfo e provare a spegnere la schiaffoniera col la nuovissima app di controllo. Appena acceso lo schermo una luce intermittente si impadronì della sua coscienza, e altro non sentiva che una voce ripetergli nella cefala: “Basta Vin, Basta Sin! Basta Vin, Basta Sin!”.
Così lui si fece prete e il Bastasin è ancora lì a prendere papàgne, ma senza poter più dire corbellerie, perché la Surla ascolta tutto il tempo gli Imegindregons con l’aipod.
 




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