Il
cielo notturno, simile ad una lastra d’ossidiana, sovrastava il
sepolcreto dei Rawenswood, mentre un gelido vento sferzava la terra,
sollevando piccoli turbini di polvere.
Di
tanto in tanto, nell’aria gelida echeggiava il lugubre richiamo
dei corvi.
Con
passo lento, Edgardo camminava presso le tombe, il capo chino sul
petto.
– Che
abbia termine tutto qui. – mormorò il giovane,
malinconico. Presto, Enrico, fratello di Lucia, sarebbe giunto.
Il
loro duello avrebbe posto termine alla faida tra la sua famiglia e
quella di lei.
Sentì
le lacrime bagnargli il viso. Con la sua morte, quell’odio si
sarebbe spento.
Il
suo cuore ferito avrebbe smesso di battere e sanguinare.
– La
mia vita è un deserto senza di lei. – mormorò.
Per lei, aveva rinnegato il suo dovere di figlio e aveva rinunciato
alla vendetta per gli Ashton.
Si
era lasciato ingannare dai suoi capelli d’oro e dai suoi occhi
cerulei, promesse di Paradiso.
Aveva
creduto di scorgere in lei un angelo rivestito d’apparenze
terrestri.
Con
un gesto nervoso, allontanò le lacrime. No, Lucia non meritava
le sue lacrime.
Lei,
che tante promesse aveva fatto, non si era rivelata sincera.
Aveva
tradito il suo amore e si era donata ad un altro uomo.
– Queste
sono le mie ultime lacrime, Lucia. Morirò per te, ma non
piangerò più. – promise, il tono duro. L’amore
non poteva essere controllato, ne era consapevole, ma poteva mutare
le sue maniere.
Lei
non meritava le sue lacrime, avendo infranto il suo voto.
E
lui, ultimo erede degli Ashton, si sarebbe lasciato uccidere per lei,
ma i suoi occhi sarebbero stati asciutti.
Lucia
non si sarebbe compiaciuta più dei suoi inganni e del potere
della sua bellezza.
Sì,
avrebbe incontrato la morte con la fierezza di un antico combattente.
Ad
un tratto, dei tristi lamenti attirarono la sua attenzione e il
giovane si scosse dai suoi pensieri.
Che
cosa succede? Proviene tutto dal castello dei Ravenswood.,
pensò. Aveva pensato che il maniero sarebbe stato illuminato
dalla gioia per le nozze di Lucia e Arturo.
Cosa
aveva mutato gli imenei gioiosi in canti funebri?
Un
sospetto triste attraversò il suo cuore e lui lo scacciò.
No, non doveva incupirsi per lei.
Lucia
non meritava alcun pensiero da parte sua.
Se
avesse potuto, avrebbe estirpato quel sentimento dal suo cuore.
Eppure,
perché avvertiva l’angoscia stringergli il cuore?
A
passo rapido, attraversò il sepolcreto e vide giungere un
gruppo di armigeri degli Ashton, che stringevano tra le dita delle
torce, che illuminavano d’una debole luce l’area
circostante.
– Che
succede? Giungete dal castello dei Ravenswood… – mormorò
Edgardo, cauto.
Per
alcuni istanti, tacquero e si fissarono negli occhi, dubbiosi.
Poi,
un uomo alto e robusto si fece avanti e fissò i suoi occhi
celesti in quelli neri di Edgardo.
Il
giovane sussultò. Di nuovo, il suo cuore era percorso da una
sensazione di forte disperazione, ma non ne comprendeva l’origine.
O
forse fingeva di non capirla?
– I
canti di nozze si sono tramutati in lamenti funebri. Lucia è
morta. – spiegò l’armigero, lugubre.
Il
giovane Ashton spalancò gli occhi e un gemito di dolore
risuonò sulle sue labbra. Tutte le sue riflessioni si
infrangevano in quel momento.
Il
suo cuore era straziato dalla lama di una sofferenza atroce.
La
donna da lui amata era morta e lui era ignaro.
– Che…
Che cosa è successo? – chiese, il tono triste. Gli
pareva di vivere in una situazione irreale, quasi di sogno.
L’armigero,
per alcuni istanti, si irrigidì e reclinò la testa,
quasi vergognoso.
– Te
ne prego, parla. Ho bisogno di conoscere la verità. –
supplicò Enrico, gli occhi lucidi di lacrime. Ormai, non gli
importava più nulla.
La
dignità perdeva d’importanza dinanzi alla fine della
donna da lui amata, malgrado tutte le traversie.
– Ha
perduto la ragione e ha ucciso Arturo. La pazzia l’ha condotta
alla morte. Le sue ultime parole sono state per te. Ti ha amato e non
acconsentì al matrimonio con Arturo di Bucklaw per sua
volontà. – rispose l’uomo, gli occhi lucidi di
pianto.
Edgardo
rimase immobile, come fosse stato pietrificato da un incantesimo. Gli
sembrava di precipitare in un pozzo nero, privo di luce.
Lucia
era stata forzata a delle nozze da lei non desiderate.
E
lui, accecato dall’odio, l’aveva giudicata una prostituta
e non aveva saputo vedere oltre le apparenze.
Era
stato ottuso e non aveva saputo vedere le lacrime di Lucia e il suo
sguardo vuoto di luce, mentre gli ridava l’anello.
Quale
era il senso della sua esistenza?
No,
l’intero creato, in quel momento, gli pareva privo di logica.
– Potete
andare… E’ tutto. – disse il giovane, lo sguardo
fisso nel vuoto.
Gli
armigeri lo fissarono, perplessi, poi si allontanarono.
Per
alcuni minuti, Edgardo camminò attraverso la necropoli, il
cuore gonfio d’amarezza. Come aveva potuto non fidarsi di lei?
Lucia
non lo aveva tradito.
Era
stata forzata dall’inganno o dalla violenza.
Le
lacrime, impetuose, ruscellarono dai suoi occhi. Tale, imperituro
odio tra gli Ashton e i Ravenswood a chi aveva giovato?
A
quali abissi di dolore aveva condotto?
– Ormai,
nulla più mi resta. – sussurrò. Sarebbe
precipitato all’Inferno, ma non gli importava.
Quelle
notizie avevano annientato il suo spirito e il suo corpo sopravviveva
per istinto.
Presto,
anche la sua vita fisica si sarebbe conclusa.
Qualsiasi
punizione, per quanto tormentosa, gli sembrava dolce rispetto
all’assenza di lei.
Il
vento si rafforzò e gonfiò il mantello di Edgardo, come
la vela di una barca ancorata nel porto.
Calmo,
questi prese il pugnale, che teneva appeso alla cintura e, per alcuni
istanti, fissò il riflesso del suo viso nel metallo.
– Addio.
Perdonami, Lucia. – mormorò.
Poi,
volse contro di sé l’arma e questa scomparve nel suo
petto.
Il
sangue, impetuoso, zampillò, come acqua da un tubo forato, e
impregnò il terreno del suo umido calore.
Edgardo,
ormai privo di forze, si accasciò. Finalmente, tutto si
sarebbe concluso.
– No!
– urlò una voce maschile, costernata.
Enrico
fissò la figura snella di Edgardo accasciarsi sul terreno. Sua
sorella era morta, consumata dal fuoco della follia, e il rimorso lo
aveva schiacciato.
Pur
di compiacere il suo odio, aveva condannato Lucia all’infelicità
e le aveva estorto il consenso al matrimonio col suo amico Arturo
servendosi di un inganno crudele.
Aveva
creduto di potere rimediare al suo atto, deponendo l’odio verso
l’uomo da lei amato.
Ma
anche tale possibilità gli era stata negata.
Percorse
i pochi metri che lo separavano da Edgardo, si inginocchiò
accanto a lui e lo strinse tra le braccia. Un debole respiro
sollevava il suo petto, ma il gelo della morte si impadroniva delle
sue membra.
– Puoi
sentirmi? – chiese Enrico, impacciato. Poche ore prima, aveva
sfidato l’agonizzante erede degli Ashton ad un duello mortale.
Eppure,
pareva che fosse trascorsa un’intera esistenza…
Quell’odio,
prima da lui riverito, gli appariva nella sua completa insensatezza.
Aveva
condannato una intera famiglia alla disperazione e allo strazio.
Edgardo
sollevò la testa e i suoi occhi, velati dalla morte, si
rifletterono nelle iridi verde mare di Enrico.
– Tu…
– soffiò, estrefatto. Perché il fratello di Lucia
era così premuroso con lui?
Avrebbe
dovuto gioire della sua morte.
Enrico
tacque e abbassò la testa. Lo sguardo di Edgardo era per lui
fonte di vergogna e non riusciva a sostenerlo.
Gli
rimembrava le sue mancanza verso la sventurata Lucia.
– Io…
Io non posso cambiare quello che è stato. Per colpa mia, il
vostro legame è stato distrutto in questa vita. Tu e Lucia
avevate la colpa di amare e io, in nome del mio odio, vi ho
condannati. Posso solo darvi la possibilità di riposare
insieme in un’unica tomba, degna del vostro amore.. –
dichiarò. Non sarebbe servito a nulla effondersi in scuse
patetiche.
Vuote
parole non avrebbero mutato il destino di entrambi.
Edgardo
sbarrò gli occhi, sorpreso. Enrico… Enrico si stava
scusando con lui e Lucia.
Aveva
compreso in ritardo la sua stupidità.
Percepiva
la sincerità del suo rimorso nella delicatezza delle sue mani,
strette attorno alle sue spalle.
– Va
bene… – sussurrò Edgardo. Certo, Dio avrebbe
separato lui e Lucia, ma la debole unione delle loro ossa avrebbe
rasserenato il suo spirito.
Qualche
istante dopo, la tenebra velò i suoi occhi e il corpo di
Edgardo si rilassò nella morte.
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