I
motori della Sala di Controllo esplodono con una secca deflagrazione
e il moto del piccolo Baam si arresta
Gioisco.
Ci sono riuscito, nonostante le difficoltà.
Ho
frustrato le tue ambizioni Olban e ho impedito una carneficina
insensata.
La
mia gente è salva e ho posto fine ad un conflitto insensato.
Presto,
la gioia mi abbandona e il rimpianto mi soverchia. Terrestri e
baamesi sono salvi.
Ma
questo non purifica le mie mani, rosse di sangue.
Tanti,
troppi innocenti sono morti, a causa della mia stupidità.
La
mia sete di vendetta, priva di direzione, ha costretto il mio popolo
ad una guerra crudele.
Quante
persone sono morte a causa mia?
Accecato
dal dolore per la morte di mio padre, ho veduto quello che volevo
vedere e, in nome di questa sete sanguinaria, ho condannato mia
sorella Erika a perenni tribolazioni.
Io,
Rikiter, non vivrò abbastanza vite per chiedere perdono per i
miei atti criminosi.
Non
posso fingere che non sia accaduto nulla.
Un
atto altruista non compensa le mille mostruosità da me
commesse.
Mi
scuoto dal torpore e mi guardo intorno. Nessuno bada a me.
Gioiscono
per lo scampato pericolo.
Sospiro.
Sono ormai lontano da questa felicità.
La
mia anima è greve di rimorsi e dolore.
Non
posso guardare nessuno, senza provare amarezza.
Corro,
lontano dalla gioia collettiva di terrestri e baamesi. Le ali sono un
inutile ingombro, che opprime la mia schiena.
Le
ferite del mio corpo sanguinano, ma quasi non le avverto.
La
loro pur comprensibile esultanza mi dilania l’anima e, crudele,
mi ricorda la mia tirannia.
No,
non ho nessun diritto di aspirare alla felicità.
Le
mie colpe, tanto gravi, mi condannano a morte, pur senza alcun
processo.
Io,
che mi sono eletto a giudice, giuria e boia dei terrestri, devo
affrontare le conseguenze delle mie scelte.
Un
vero guerriero non fugge davanti agli effetti delle sue decisioni e
non scarica sugli altri il suo dolore.
Mi
fermo a poca distanza da una astronave. Respiro male e il dolore
delle ferite mi dilania gli arti.
E
il pensiero, impietoso, ritorna a voi.
Balbas…
Himley… Melvin… Aizam…
E
soprattutto tu, Laiza...
Voi
mi avete seguito, fiduciosi, e io vi ho condannati a morti insensate.
Stringo
i pugni. Mi siete stati fedeli, negli onori e nelle avversità…
Entro
nell’astronave e, pochi istanti dopo, mi allontano dal piccolo
Baam.
Addio,
mia amata terra.
E,
mentre vado incontro alla morte, chiudo gli occhi e precipito nella
tenebra dell’incoscienza.
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