Tempus fugit.

di Elle Hood
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Il tempo passa.

Scorre, ineluttabile.

È l’ingiallire delle foglie, che ad un tratto cadono.

Sono le rughe che segnano un viso.

Non per me.

Io sono immutabile.

Indifferente all’umano ciclo della vita, fatto di nascita e di morte.

Ti vedo ridere.

Il tuo volto non ha più le rotondità tipiche dell’infanzia.

È più diverso, come il tuo corpo, improvvisamente incurvato in forme che prima non c’erano.

Gli occhi, tuttavia, sono sempre gli stessi.

Brillanti, pieni di dolcezza.

Non sei mai stata più bella che non in questo momento, con il vento primaverile che ti accarezza e ti spettina.

Ti sei messa un fiore tra i capelli ed io mi ritrovo ad invidiare quel contatto.

Mi guardi, con quell’espressione un po’ timida ed un po’ innamorata.
 
Ho scoperto di non essere di ghiaccio.

Che non avevo capito niente.

Ho compreso che gli errori che disprezzavo tanto in mio padre, presto saranno anche i miei.

Che lo scorrere del tempo, che prima mi era indifferente, diventerà presto il mio incubo.

 




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