Prologo
Era un bel
giorno di piogge battenti, quello in cui
Allysia venne al mondo. Nel momento in cui sua madre diede l'ultima
spinta e si
arrese al primo vagito irrefrenabile e colmo di vita, tutti compresero
l'importanza della nascita cui avevano assistito: primo,
perchè Allysia era una
bambina di inimitabile bellezza, con i capelli già neri e
lunghi fin nel grembo
materno, gli occhi verdi come smeraldi e cangianti come le maree e la
pelle
bianca e lucida;
secondo, perché nel momento in cui l'ostetrica le
tagliò il cordone ombelicale,
la stanza si riempì dei più strani bagliori e
ricreò il chiaro-scuro che
Allysia doveva aver fissato nel grembo materno, e si sentirono tutti
cullati
dallo stesso sciabordare tranquillo e dallo stesso senso di quiescenza,
decretando così l'abilità magica di Allysia,
l'Illusione, cioè la più elaborata
e potente forma di magia, nonché, si sarebbero resi conto
ben presto, la meno
controllabile;
terzo, perchè nell'esatto istante in cui
l'Abilità di Allysia venne rivelata,
un delizioso animale graffiò contro la finestra, emettendo
un verso impaziente:
era il "famiglio" di Allysia, l'animale guida che determina il potere
dei Maghi e delle Streghe, e il loro catalizzatore di potenza, e, dal
momento
che sono i Maghi per lo più a doverlo cercare, il fatto che
fosse stato lui a
presentarsi già alla nascita della bambina era un evento
più che straordinario,
ed emozionante.
Così, il giorno in cui Allysia McNamara giunse a rallegrare
la vita di tutta la
sua famiglia venne ricordato per anni come la nascita più
prolifica di gioie e
grandezza, e nessuno potè dimenticarla, perchè fu
anche il giorno in cui molte
delle concezioni magiche crollarono, per far posto alla nuova vita che
richiedeva il mondo stesso.
|