Anime unite

di Fiore di Giada
(/viewuser.php?uid=695733)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Cammino in questo parco.
I ciliegi sono in fiore... I petali bianchi e rosati volteggiano nell'aria come candidi fiocchi di neve di primavera...
Sorrido. Riporta alla mente una strana immagine. Due stagioni... Due stagioni nello stesso periodo di tempo...
"Non è possibile." Impallidisco. Sento le gambe mancarmi. Il sangue scomparire.
Il cuore mi scoppia nel petto. Non è possibile... Non può essere lui...
Lo guardo meglio. E' seduto sotto un gigantesco ciliegio in fiore e non si muove.
I suoi bellissimi occhi di mare osservano i petali che danzano e che, come neve leggera, scendono al suolo.
Qualche petalo, evidentemente ammirato dalla bellezza dei suoi capelli d'oro, si è incastonato, come rara gemma, in quella capigliatura dorata.
Mi avvicino a lui. Non dovrei farlo, ma il mio corpo è mosso da una volontà superiore a quella della ragione.
Si accorge di me solo quando sono dinanzi a lui e questo lo sconvolge.
Si rialza e cerca di allontanarsi, ma la mia mano destra si chiude come una tenaglia sul suo braccio sinistro.
"Dove credi di andare?" gli domando gelido. No, non intendo lasciare che fugga. Deve darmi una spiegazione del suo comportamento.
"Non sono affari che ti riguardano." mi risponde con tono deciso, anche se incrinato dal dolore e dall'angoscia. Che cosa gli succede? Perchè vedo nei suoi occhi... paura... Paura di che cosa?
Anche il braccio su cui non mollo la presa è diverso. E' molto esile, non più muscoloso e forte come prima, quando facevamo l'amore...
"No, mi riguardano eccome. Ho sofferto tantissimo a causa tua e voglio almeno sapere il perchè di tanta angoscia. Se non altro, avrò una ragione per odiarti."
Il mio sguardo gelido è una stilettata al cuore per Ken, che tuttavia esita e, con tono disperato, mi dice: "Allontanati. Allontanati ti prego, prima che il dolore più puro ti annienti."
I suoi occhi sono luccicanti di lacrime. Sembrano due laghi gemelli in cui annegare...
Allento la presa sul suo braccio e, con tono più dolce, replico: "Mi dispiace Ken, ma non riuscirai a farmi cambiare idea. Voglio arrivare all'origine della tua decisione."
Un sospiro rassegnato. Una lacrima che furtiva scende dal suo occhio destro. Perchè è così triste? Che cosa di così doloroso cerca di nascondermi?
"Per piacere Ryu, non qui. Dobbiamo essere soli. Tu ed io." mormora con tono sconfitto.
Annuisco.
"Vieni con me." e inizia a camminare. Il suo passo è elegante, anche se lento e doloroso. Cosa gli succede? Sembra che porti sul suo corpo i segni di qualcosa che non so...
Ci rechiamo in una zona isolata della città, immersa nel verde. Al centro di essa v'è una bella casa bianchissima, costruita sull'imitazione delle case tipiche di Santorini, l'isola greca del Mediterraneo.
Sorrido. Ken le ama tantissimo... Il bianco gli ricordava la purezza e lo splendore della mia pelle, diceva, anche se non capivo perchè, dato che sono abbronzato..
Mah...
Entriamo nel soggiorno. E' sempre come lo ricordavo. Sobrio e spartano. L'unica nota di lusso è il profumo dell'incenso.
"Allora Ken, perchè mi hai lasciato? Perchè, improvvisamente, hai deciso di gettarvi via, come se fossi uno straccio vecchio?"
La mia voce è tesa, vibrante. Il ricordo del periodo appena trascorso è lacerante. Non ho dimenticato le lacrime e la sofferenza che mi hanno distrutto a causa tua, sai?
Noto che si tormenta le mani. Che cosa lo innervosisce? Perchè sta temporeggiando?
"Credimi Ryu... Credimi se ti dico che ho fatto di tutto per dimenticarti, ma non ci sono riuscito..." balbetta.
"Riprova e sarai più fortunato." rispondo apparentemente gelido e non staccando lo sguardo dalle sue mani. Un tempo forti e curate, ora fragili e grandi come cristallo...
Tace e mi guarda, poi prende le mie mani. Sento dei brividi lungo la schiena...
Io alzo lo sguardo e vi scorgo lacrime. Quasi i suoi lineamenti non si distinguono più a causa di quelle gocce cristalline che scendono, silenziose, ma ininterrotte, da quei limpidi laghi di montagna che sono i suoi occhi.
"Se davvero mi ami, perchè ti sei allontanato?" chiedo stringendogli le mani.
"Per proteggerti. Non volevo che la sofferenza distruggesse te come sta distruggendo me." risponde.
"Ma di cosa parli? Ken, spiegati te ne prego."
Piange e tace. S tratta di qualcosa di grave, se non riesce a smettere di singhiozzare. Eppure lui è sempre stato un ragazzo forte e generoso!
Gli stringo le mani e lui si calma. Sorride tristemente. Il triste sorriso di chi non ha più nient'altra soluzione se non la morte.
E ben presto la notizia arriva, come una pugnalata.
"A me... A me restano solo due mesi di vita."




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3970776