PRIMAVERA IMPROVVISAZIONI SWING
Primavera , porta la pasqua , improvviso da solo un mio swing trascinandomi nel desolato mattino in questa città in bilico sul mare , con il mio canto in bocca , con il mio cuore in frantumi. Le mie intuizioni prendono il volo , verso altri intendimenti si trasformano in vari versi saltellanti . Giungo fuori la stazione ferroviaria , gigantesca e tetra dalle mascelle d’acciaio , dall’alito fetido. Con una bocca bagnata di vino tracannato , dentro cantine ,ove si consuma la vita ed il senso di se stessi. Entro nell’ampia sala d’attesa in questa domenica delle palme con il mio vestito di versi fatto su misura da un sarto dall’accento francese . In tasca ho un libro , nella testa , molti versi felici , altri tristi come il tempo trascorso.
Il mio tempo è trascorso , con le mie poesie , con le mie canzoni zoppicanti per strade desolate , dirette in altri luoghi ed in altre cicliche dimensioni che riassumano il sopravvivere nella logica del creare. Lo scrivere mi ha spinto a perseguire la verità come io lo immaginata o come appare in quella sua perdurante utopia che avvelena l’animo mio, avvelena l’aria che respiro. Sulle panchine seggono diversi vagabondi , immobili nel loro dolore e nell’ora desta scocca e rintocca il canto dei disperati .I vagabondi affamati d’amore , mangiano un tozzo di pane, in compagnia di dolci canzone nella domenica delle palme.
Io viaggerò verso altre mete
Nella freddezza dell’essere diverso
Nella morte che reclama l’amore
La musica è quella cosa che dovrebbe rendermi vivo
Io mi trastullo nel mesto canto primaverile
Tutto scorre
Sono solo, ma non mi sento male
Le donne ti tradiscono sempre con un altro più ricco
Il jazz , mi arricchisce e vince i miei pregiudizi
Io vado oltre
Io canto il mio mondo
Mi fermo per un attimo, incredulo a guardare la sofferenza altrui.
Poi il treno entra nella pancia della città il quale mi porterà lontano , verso quello che vorrei , verso altri giorni , coloranti il mio dire ed il mio coraggio , il mio ridere , il mio nome, il vivere e sapere di essere un altro assai diverso.
Una signorina mi saluta
Io rimango in ascolto in quello che sento
Io sono il viandante
Questa è la mia storia
Questo cartone , il mio giaciglio dove dormo
Questo è il mio corpo
Queste le mie scarpe
Questo il mio viaggio
Nella redenzione si racchiudono i tanti respiri affannosi
Svanisce il viandante
E con lui svanisce questa scena in questa storia.
Le albe dei disperati sono chiare , come l’aria gelida che entra dentro le ossa. Ed io aspetto , ancora il treno della libertà che mi porterà oltre quello che credo , in questa domenica delle palme. Sono ancora qui a sera , sotto la stazione dalle grandi mascelle , con il mio corpo peloso , il mio capo pelato. Morbidi sono i sogni e questa vita fugge via tra i miei versi improvvisati , tra le mie canzoni preferite , con la melodia che rende il mio viaggio , un tragitto allegro dentro un vagone di seconda classe . All’arrivo , alla mia meta , trovo tanta gente intorno a me , alcune donne donano il loro cuore ai loro uomini in diversi momenti , c’è chi corre a cavallo di un manico di scopa, mentre c’è chi subito riparte per scoprire alfine che l’esistenza è breve come il fiorire di un bocciolo di rosa selvatica . Finalmente è giunta la primavera.
C’è gente di varie religione nei vagoni della metro. Attraversano la città come fosse il mare rosso che ti congiunge nell’immaginare altri mondi. Ora tutto continua , come una corda tesa tra due versi , tra questa canzone ed il resto del mondo.
Ci si incontra nel viaggio , sotto la veste di venere in quel tenero ventre che racchiude la verità desiderata.
Ho ascoltato le voci degli ultimi
Ho letto la Divina Commedia
Ho sfogliato il Decamerone
Poi mi sono lavato la faccia con acqua di mare
E nel silenzio mi sono arreso al senso di me stesso all’estremo tentativo di vivere una vita aldilà del bene e del male.
Quando avrò spento il mio intimo fuoco, la cenere rimarrà da sola.
Qualcuno mi dica dove andare in questa tormenta di versi e tristi canzoni.
Chi mi prende per mano
Chi urla il mio nome nel vuoto della storia
Chi prende la mia mano e mi dice ti amo
Io in preda ad una crisi di ansia
Io a piedi lungo il corso principale
Io alle quattro di mattino dopo aver bevuto un po’ di vino
Con tanta voglia di fuggire lontano.
Io che non ho capito un accidente
Chi busserà alla mia porta di casa in questo trapasso
La festa sarà domani ed io aspetto l’angelo benedetto
Tre colombe mi seggono sopra le gambe tubano tra loro.
Il colore rosso dei pensieri, ruotano intorno alla mia testa
Tre colombe volano nel mio universo immaginario.
Sono tre idee ribelle.
Sono le visioni prodotte da questo vino che bevo in silenzio
Sono il tutto ed il resto di nulla
Sono la mia poesia che prende piede
Ecco dove ho lasciato la mia anima appesa su quell’accento
Non mi dici nulla ?
Sei uno scapestrato
Mi sono venduto l’anima al diavolo
Oh mio Dio , chiamate il curato
Chi corre a vedere
Chi cova vendetta
Chi dice sei bella
Io t’aspetto sotto casa
Con te vorrei andare a Parigi
Io non viaggio con gli sconosciuti
Come dici io sono tuo marito
Io ti ho voluto bene
Mi scusi mi sa dire se questa è rue des mille ?
Io sono di Napoli
Di Napolììììì
Che bella città ci sono stata nel quarantatré
Ero militare ,mi portarono in un bordello nei pressi di Mergellina
Eh dico dove vai ?
Io sono tua moglie
Non diciamo bugie
Lo so hanno, le gambe lunghe
Le mie sono più belle
Ed io arrossisco al sole di Mezzogiorno
Il gallo canta una ave Maria
Una sirena fa il bagno a Santa Lucia
Io dirigo il traffico
E tutto il resto è jazz
Primavera
Venere e vino
Ritmo e rime ed altre improvvisazioni pasquali.
Giungerà la morte ballando intorno al corpo del redentore ed il canto si udirà per città e paesi in lungo e in largo s’udirà come portato dal vento che viene e va , vestendo di malinconia questa vita che rincorsi in pigri pomeriggi ai limiti della ragione. Ed il mio canto salirà lentamente come fosse portato con mano dal signore del cielo e della terra verso ogni uomo di buona volontà. Voce s’udirà in ogni vicolo, s’udirà giù al porto dove scendono i viaggiatori dalle grandi navi.
Sono ad un passo dal cadere dentro una fossa
Sono un cretino che galleggia nel vuoto della sua storia
Sono questo ritmo jazz che mi mette i brividi addosso
Sono e non sono il mio improvvisare
Vita di se piena e cruenta , come questo canto innocente
Come le lacrime scese lungo la croce di legno di nostro signore.
Pecorelle pensieri ,sparse nel gregge di un pastore
La danza del capro
La spaccata della pecora
Inni e canti , le pecore belano
Senza senso , ballano intorno a me
Hehi vuoi venire a giocare con me , con il cane
Non ci vogliono venire ho da fare
Sei ancora arrabbiato con me
Io arrotolo il gomitolo dei miei racconti
Ho una lunga scia di versi da mostrare
Una rima dentro un ritmo
Tante parole da cantare
Sono stato a New Orleans
Ci sono stato con la mia poesia
Dopo essere morto, dopo essere risorto
Improvvisazioni swing
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