Il diario di Philipp Lloyd

di Lodd Fantasy Factory
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1 Aprile 2021,

 

 

Le cose non vanno esattamente come speriamo, quasi mai.

Così accade, quando ci ritroviamo persi per qualsiasi ragione. Cerchiamo di dare la colpa a qualcosa, a qualcuno, perché credere di essere noi i responsabili è uno scoglio troppo duro da superare. Qualche volta, però, non è nostra la colpa delle nostre disgrazie. Dopo aver escluso la sfortuna, le persone e noi, dopo aver capito che un colpa non esiste, possiamo semplicemente accettare l’intervento del fato all’interno delle nostre esistenze. Alludo a quella presenza invisibile che ci unisce, innalzandoci dalla semplice condizione di puntini a una vera e propria rete umana. Noi siamo il mondo.

Ho dovuto parlare a lungo con la donna che ho sempre chiamato Anduin. Sì, è una donna. Immagino sia un colpo di scena, per voi. Io mi sono sempre riferito a lei al maschile, proprio perché lo era il nome, ma i fiumi non hanno sesso, almeno credo. Abbiamo parlato così tanto, frugandoci le anime, sino al punto di comprendere che quel legame fosse sincero.

Ma arriviamo subito alla domanda che premerà i più di voi: perché chiudermi nello sgabuzzino?

Anduin non aveva il coraggio di rimanere in possesso di quell’oggetto, dopo i fatti di ieri.

Dopo avermi lasciato a casa, e aver fatto qualche ricerca, è effettivamente uscita da sola. È tornata con delle bottiglie di acqua sacra, riempite in modo furtivo dalle chiese. È stata costretto ad un gesto così misero, quando il prete a cui si era rivolta si è rifiutato di benedirla perché, sue parole, aveva visto l’oscurità in lei. Ha voluto scacciarla, invece di guarirla.

Mi ha ricordato qualcosa...

La prima cosa che ho pensato, come voi, forse, è stata “che schifo”.

La seconda, una domanda: “perché?”

Anduin è convinta che l’acqua sacra ci sarà utile per fronteggiare questa minaccia. Credente, per lei è il Signore ad essere la sua arma. Siamo molto diversi, a dire la verità. Ma qualsiasi aiuto è benvenuto, in un momento così tragico.

Lei mi ha salvato, illuminando la mia strada.

Il destino deve averla messa sulle mie tracce.

Non ho una spiegazione migliore.

È arrivata proprio quando ne avevo bisogno. E per questo la ringrazio.

Ho impiegato davvero molte energie per crederle. Alla fine, però, ha avuto ragione due volte. La prima, nel volermi chiudere, la seconda nel non tenere con sé certi oggetti.

Il prete doveva averci visto lungo, perché la sua notte è stata infernale. Ha cominciato a delirare, lanciando versi assurdi verso il cielo. Avorio avrebbe voluto saltarle alla gola. Anduin ancora non aveva potuto raccontarmi della questione di quelle bestie simili a zecche che avevano cercato di possedere sino alla morte il gatto. Bruciandole, avevano finito per inalarle. Lei e la bella veterinaria, di cui oggi abbiamo appreso il decesso: ha crivellato di pallottole il marito poliziotto con la sua stessa pistola, prima di togliersi la vita. Follia!

Sapendosi in pericolo, e sapendo che il dolore l’avrebbe costretta a urlare, Anduin ha così messo in riproduzione una partita di calcio a tutto volume. Io ho percepito la sua ombra, quell’essere che le è venuto fuori, non appena sono calate le tenebre.

Lei sostiene che il merito sia dovuto all’acqua sacra che ha ingerito. Tramite essa, l’oscurità che aveva respirato ha dovuto eclissarsi. Il solo pensiero di quante mani devono aver toccato quello stesso liquido, mi fa venire il voltastomaco, ed ora mi chiedo se lei non sia guarita da questa oscurità al fine di prendersi qualcuno di quei virus che stanno mettendo in ginocchio il mondo intero!

Sono uscito dal mio nascondiglio solo a notte inoltrata, quando sono cessate le grida. Ma per tutto il tempo sono stato vittima del dubbio e del terrore, con la voce di quel bambino, i graffi nel muro e la mia pazzia.

Se il Diario fosse stato tra le mani di Anduin, probabilmente quell’essere l’avrebbe portato all’Uomo Ombra.

È stato questo pensiero a farci credere in lei, parlo anche per Avorio, poiché ha salvato la vita anche al piccolo custode. Lei che aveva comunque detenuto il possesso di quell’oggetto così a lungo, e che non mi aveva abbandonato nel momento del bisogno. Dopo mia madre, l’unica persona ad essere capace di tanto amore. È forse una casualità il fatto che sia proprio un’altra donna?

Mi ha parlato dei parassiti di Avorio. Crede che gli siano entrati in corpo proprio quando ne ha fatto scorpacciata. Forse, se non l’avesse portato dalla veterinaria, a quest’ora avrebbero utilizzato Avorio per riprodursi in qualche altro raccapricciante essere!

Ma io, che non avevo inalato niente del genere, come ho potuto cedere in quel modo alla sua stessa follia? Perché Avorio non mia ha reputato un nemico?

Perché l’Uomo Ombra ci aveva ghermiti entrambi, aveva tentato di risucchiarci nella sua oscurità già all’ospedale. Ci aveva avvelenati!

Anduin ha insistito affinché bevessimo la nostra dose di acqua sacra.

Per Avorio è stato facile, ma per me… la cosa peggiore è stato dover ripete quel gesto tre volte. Le prime due il mio stomaco non ha retto.

Non posso negare il fatto che sia servita a qualcosa; magari è suggestione, ma ha funzionato. Non sento più il fastidio, ma adesso è giorno. Tra qualche ora riprenderà il concerto, di questo ne sono certo.

Chiariamo un ultimo passo delle ultime vicende, prima di passare all’offensiva che ha in mente Anduin (Lo so, oggi sto scrivendo molto. Merito, o colpa, del fatto di potermi alternare nella scrittura). La questione del prete e del soldato. Sono tutte riflessioni che hanno a che fare con le ultime letture del Diario di Philipp Lloyd.

È da un po’ che non mi riesce di aggiornarvi su quanto ha voluto raccontarci, dopo i fatti di quelle segrete. La donna ha rivelato tutti gli abusi a cui era costretta dai quegli esseri che vantavano di essere ad un passo dal cielo, di toccare la mano di Dio. Le atrocità a cui era stata costretta, i tanti anni di segregazione, avevano sortito su di lei un lavaggio del cervello tale da farla credere seriamente posseduta. Se Philipp aveva l’usanza di raccontarsi, da quando conosce quella donna arriva a trascurare il suo compito di narratore. Torna ad aggiornare nei momenti di dubbio, confessandosi attratto dalla donna, ma perché lei lo provoca inconsapevolmente, abituata ad essere per gli uomini nient’altro che una schiava sessuale.

Nonostante la sua ferrea opposizione, dopo un tempo non quantificabile – lui ci tiene a precisare che sia distante di svariate lune – è lei a farlo suo. Sostene che l’alcol abbia influito sul suo raziocinio, si condanna per essersi approfittato di lei, di aver tradito il ricordo di sua moglie e di aver abbandonato i suoi figli. Ma tra le sue pagine torna a respirarsi quell’atmosfera di dovere, di ruolo imprescindibile:

Sento di avere ancora un ruolo da svolgere. Qui.”

 

Philipp credeva potesse aver a che fare con quegli studi tenuti nelle terre sacre della tribù Pokanoket, in quel Tempio di cui ancora ho da narrarvi gli agghiaccianti risvolti. Tuttavia, noi che possiamo ragionare in modo differente, possiamo intuire chi furono quei soldati che finirono per bussare alla sua abazia. Non erano emissari dell’Uomo Ombra, così come lui li ha creduti, ma semplici soldati tedeschi, nel periodo più buio conosciuto dalla Germania. Ma forse non ha tutti i torti a descriverli come creature mostruose.

Li uccise tutti la stessa notte in cui diede loro ospitalità, inconsapevole della guerra che stava devastando l’Europa. Avvelenò il vino quando vide quegli sguardi affilati indugiare troppo a lungo sulla donna che aveva salvato da altri demoni.

Non c’è altro da aggiungere in merito alla sua vicenda.

 

Il veleno deve aver avuto questo effetto sui sogni di Anduin, oltre che i sui miei. Entrambi ci siamo ritrovati a vagare tra lo spazio e nel tempo delle nostre epoche storiche. Ho provato a tornare in quella caverna, ma non mi è stato possibile.

Abbiamo udito una sorta di canto, però, ed entrambi lo abbiamo associato a quei suoni riprodotti nei film Western. Indiani d’America, come lo Sciamano Zhùt. Nel sogno compariva ancora una volta quell’occhio con la lacrima. Poi, io ricordo di aver scorto un’aquila attraversare un cielo diurno ma scintillante di stelle; invece, Anduin racconta di un essere nella notte, avente il cranio scoperto di cervo al posto della testa, con occhi vivi d’un fuoco gelido, spettrale; quell’essere antropomorfo, con branchie all’altezza del ventre e la parte inferiore caprina, era dotata di artigli lunghi e scintillanti, sei per mano. Dalla sua schiena scaturivano dodici lingue, come tentacoli di pura oscurità. Lo descrive come una bestia famelica, assetata del suo sangue.

Poi, entrambi abbiamo avvertito quella voce roca, distante:

Grazie, figli di Tabaldak. Ma il Widjigò deve essere fermato. Malsumis è sulle vostre tracce!"

 

E sapevo che prima o poi sarebbe accaduto qualcosa che avrebbe reso indispensabile conoscere gli eventi narrati sul Diario di Philipp Lloyd. Devo raccontarvi di quel tempio, affinché vi sia possibile associare le nostre ultime esperienze. La finzione, quella che un tempo credevo tale, sta trovando sempre più legame con la realtà.

Una verità che avrei preferito non scoprire.

Una che temo avremo da scoprire insieme.

 

Ho scritto molto, troppo per oggi.

Tante sono le questioni ancora da discutere. */

*/ Non vi nascondo la mia felicità. Non sapermi solo, in questo caos, è un dono.

Io e Anduin andremo avanti.

Lo faremo anche per voi.

 

Aggiornemo.

 

 

Philipp Lloyd e Anduin.





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