Capitolo 15
Shade guardava Thomas, visibilmente divertito. Il capitano
era tornato a tarda notte dal palazzo del Sole, quindi i due non avevano avuto
modo di parlarsi subito, tuttavia di primo mattino, Thomas era comparso davanti
alla porta della sua stanza, visibilmente scocciato e stanco. Da quando si
erano visti, il capitano non faceva che lamentarsi
-Quindici casse di libri. Hai idea di quanto pesino quindici
casse di libri? Per non parlare dello spazio che occupano. Hai presente cosa
sono quindici casse di libri? Piene? Fino all’orlo?-
Shade non gli rispondeva nemmeno più. Quando era così la cosa
migliore era lasciarlo parlare e farlo sfogare. Nel frattempo il principe si
godeva la sua prima tazza di the della giornata, in pace, perso nei suoi
pensieri.
-Insomma, stiamo parlando di carta alla fine. Come può della
carta pesare così tanto? E occupare così tanto spazio? Certo la parete era piena
di libri, ma pensavo che ce la saremmo cavata con poco, dopotutto è carta.
Invece quindici casse! Quindici! Ho dovuto mandare i miei uomini a cercare
altre casse perché quelle che ci eravamo portate erano poche. Shade ti rendi
conto? Quindici casse-
-Mm-
Fu la sola risposta del principe, che lo ascoltava solo da
un orecchio. Thomas lo fissò
-Non mi stai ascoltando, vero?-
-Si invece. Stai parlando delle tue quindici casse di libri
e di quanto pesano-
-No no no, qui stiamo parlando di un sopruso-
Shade lo guardò perplesso.
-Sopruso? Non ti sembra di esagerare?-
-Affatto, è stato un vero e proprio sopruso. Chiederò i danni,
sappilo-
-E a chi vorresti chiedere i danni, scusa?-
-A te-
-A me? Che cosa c’entro io?-
-Sei stato tu ad inviarmi a recuperare i libri della tua
amata principessa-
-Se non sbaglio qualcuno era decisamente contento di andare
a prendere i suddetti libri-
-Ma non credevo fossero così tanti!-
-Problema tuo, non mio. Non vedo nessun sopruso qui, mi
dispiace-
-Ma stiamo parlando di…-
-Quindici casse, si, ho capito-
Thomas si zittì e lo guardò. I due rimasero in silenzio per
alcuni secondi
-E dove le hai messe queste quindici casse famose?-
Chiese Shade, indeciso se essere divertito dalla situazione
o preoccupato o arrabbiato.
-Sono rimaste al loro posto, sul carro-
-E dove è il carro?-
-Nel sotterraneo, nel deposito delle carrozze reali-
Shade annuì
-Qualcuno dovrà portarle di sopra, quelle casse-
Thomas scosse la testa
-Non io. Hai un esercito di domestici, fallo fare a loro-
-Sono certo che troveremo la soluzione. Il più sarà dove
metterli tutti quei libri…-
-Immagino che la principessa non abbia affatto voglia di
rinunciarvi e di portarli nella biblioteca reale-
Shade si trovò d’accordo
-Non glielo chiederei nemmeno. Tuttavia la biblioteca reale
sarebbe la soluzione ideale. Troverò un
modo di sistemare il tutto, ora andiamo-
Shade si alzò dalla sedia e si avviò verso la porta
-Andiamo dove?-
-A vedere queste quindici casse famose-
-E perché le vuoi vedere?-
Chiese perplesso Thomas, mentre lo seguiva. Il principe si
girò verso di lui e gli sorrise, nel suo sorriso più affabile
-Sono curioso, e secondo me stai esagerando con tutta questa
storia. Però, ammetto, che mi è venuta una piccola idea-
Un brivido corse lungo la schiena di Thomas e un brutto
presentimento si fece strada dentro di lui
-Cosa hai in mente? Ehi, principe, sto parlando con te-
Ma Shade non gli rispose, tutto quello che si sentì fu il
suono della risata di Shade alle parole terrorizzate di Thomas.
Rein si era svegliata presto quella mattina e stava facendo
colazione nella sua stanza, precisamente mentre era seduta alla toletta della
sua camera da letto. Si era fatta portare il suo the preferito, the verde aromatizzato
alla menta, e stava mangiando qualche biscotto al cioccolato. Dreamy, nel
frattempo, le stava sistemando i capelli, come da abitudine, e nel frattempo la
stava informando su tutto quello che era successo a palazzo e che potesse
essere interessante per lei.
-La marchesa Eldelberry si è lamentata con il ciambellano di
corte per la stanza che gli è stata assegnata-
Rein poggiò la tazza sul piattino e guardò Dreamy nello
specchio
-Perché mai? Ho saputo che ha ricevuto uno degli
appartamenti più grandi di tutto il palazzo-
-Infatti altezza, è stato quello che il ciambellano le ha
detto. Ma lei ha protestato lo stesso, chiedendo di essere spostata da un’altra
parte-
-Ancora non capisco perché però si sia lamentata. C’è un
problema con la stanza per caso?-
Dreamy scosse la testa
-Affatto altezza, ma è quello che ha chiesto il ciambellano,
visto la lamentela della marchesa. Se c’erano dei problemi avrebbe subito
provveduto alla loro risoluzione, ma la marchesa ha preteso un cambio di stanza
immediato, senza alcuna altra possibilità di accomodamento-
-Ma perché?-
Chiese ancora Rein, leggermente incuriosita, forse più di
quello che voleva ammettere.
-Oh, la motivazione è semplice, almeno secondo lei. Voleva
essere sullo stesso piano in cui dormite voi, altezza-
-Io?-
Chiese estremamente meravigliata Rein. Dreamy annuì
-Proprio così. Ha detto che siccome fa parte di una delle
famiglie più illustri e antiche del regno, era giusto che fosse lei più vicina
a voi, rispetto a qualche dama di rango inferiore-
Rein fissò sconvolta la sua cameriera, e poi scoppiò a
ridere
-È la motivazione più assurda che io abbia mai sentito-
Anche Dreamy ridacchiò
-Non è quello che ha detto il ciambellano, ma il senso delle
sue parole era più o meno quello. Alla fine è persino dovuto intervenire il
marchese in persona per calmare la moglie-
-Che cosa strana. Chissà perché voleva essere a tutti i
costi vicino a me-
Dreamy la guardò di sottecchi
-Credo sia abbastanza facile capirne il motivo, principessa-
-Capisco il fatto che io sia al centro dell’attenzione di
tutti, ma insistere così tanto, non vedo cosa possa portare di positivo per lei-
-Altezza, vi rendete conto che al momento siete la seconda
donna più potente all’interno della corte, vero?-
Rein alzò lo sguardò sulla donna, abbastanza sconvolta.
-Andiamo Dreamy, non esagerare-
-Non esagero altezza. Dopo la regina, ci siete voi-
-Mi sa che ti sei dimenticata della principessa Milky-
La rosa scosse la testa
-No altezza, non l’ho dimenticata. Solo che la principessa
non ha ancora debuttato ufficialmente, la sua influenza a corte è decisamente
inferiore rispetto persino a quella di lady Vivian, prima dama di corte della
regina-
-Si capisco, ma appunto, Lady Vivian è sicuramente più
importante di me e…-
Dreamy scosse la testa, decisa
-Altezza, siete una principessa. Questo vi porta decisamente
più in alto di lei nella scala gerarchica. Dopo la regina ci siete voi. Forse
non ve ne siete resa conto ancora, dato che siete qui solo da poco più di una
settimana, ma avete già molto potere e influenza. So che esiste una fazione già
a vostro supporto. Per non parlare del fatto non trascurabile, poi, che molti
credono fermamente che voi abbiate una certa influenza sul principe-
Rein sgranò gli occhi sorpresa
-Cosa? Io influenza su Shade?-
Dreamy annuì
-Si altezza. Tutto è nato da dopo il ballo, credo, anche se
qualche voce girava già dal primo momento in cui siete arrivata a palazzo. Ma
dopo il vostro valzer, molti hanno visto in quello un certo vostro ascendente
sul principe, dato appunto quanto sia noto il fatto che sua altezza non balli
mai a nessun evento di corte. Invece con voi l’ha fatto. Per cui, dato tutto
ciò, è logico e prevedibile pensare che molti vogliano cercare la vostra
amicizia per avere un certo tipo di vantaggio, sia sociale che politico-
Rein guardò basita la sua cameriera. Come era possibile che
lei non ci fosse arrivata prima a fare un ragionamento di tal tipo?
-Quindi vuoi dirmi che la marchesa, sperando di essere più
vicina a me…-
Rein non finì la frase, ma ciò che intendeva era abbastanza
chiaro per entrambe. La cameriera si trovò ad annuire
-Abbastanza probabile, altezza-
Rein lasciò andare un sospiro
-Fantastico, altro di cui mi debba preoccupare-
Dreamy le diede un sorriso di incoraggiamento. Rein finì la
sua tazza di the in perfetta sincronia con Dreamy. Non appena la principessa
aveva appoggiato la tazza vuota sul tavolo, la donna aveva finito con i suoi
capelli.
-Ho terminato altezza-
Rein le sorrise e si guardò allo specchio. Dreamy aveva il
potere di rendere anche le acconciature più semplici in piccole opere d’arte.
Quella mattina le aveva realizzato una semplice treccia, che poi aveva avvolto
su se stessa, formando uno chignon che era stato appuntato con delle spille.
L’insieme, molto semplice, era reso elegante e raffinato da un fermaglio che
era stato posto al centro dello chignon, sia per camuffare la chiusura
dell’acconciatura, sia per catturare l’attenzione di chi guardava. Infatti il
fermaglio era composto da un piccolo sole, affiancato dalla luna, un regalo
della regina per la principessa, una perfetta rappresentazione della
principessa lì a corte.
-Grazie Dreamy, è bellissimo come sempre-
La donna arrossì di gioia. Rein si era appena alzata ed era
uscita dalla sua stanza, pronta per affrontare una giornata di lezioni con la
principessa Milky, quando qualcuno bussò alla porta
del suo appartamento. Rein guardò perplessa la porta
-Non credo che Milky sia qui così presto, soprattutto senza
essere stata chiamata. Dreamy vedi chi è-
La donna annuì e si avviò veloce. Rein sentì la cameriera
parlare con qualcuno, poi ritornò poco dopo, con una busta in mano
-Per voi altezza-
Rein prese la lettera e si trovò a sospirare non appena vide
da parte di chi era
-Non ha perso tempo, direi-
La lettera era da parte della marchesa Eldelberry. Rein
stava per aprirla, quando la porta della sua stanza si aprì di colpo,
spaventandola. Sulla soglia, era comparsa Trudy
-Ho appena visto la cameriera dalla marchesa. Non ha perso
tempo direi-
Rein guardò la contessa un attimo perplessa. La donna si
avvicinò alla principessa e guardò la lettera ancora chiusa
-Avete saputo di quanto è accaduto ieri con il ciambellano,
e della piazzata che ha fatto per avere una stanza migliore?-
Rein guardò la donna e, trattenendo a stento un sorriso,
annuì
-Ho appena saputo. Una sfuriata decisamente poco adatta per
una marchesa, non trovate contessa?-
-Decisamente altezza-
Le due donne si sorrisero complici. Tuttavia, nonostante la
complicità di quel momento, Rein non poteva non permettersi di sollevare una
piccola questione
-Tuttavia posso ricordarvi che entrare così in una stanza
potrebbe essere considerato altamente scortese e passare per una totale
mancanza di rispetto?-
Trudy la guardò un attimo scocciata
-Posso chiamarti per nome e non posso entrare nella tua stanza
senza preavviso? Abbiamo allora veramente qualcosa da nascondere-
-Io non intendevo questo. E se fossi stata ancora in veste
da camera?-
Trudy incrociò le braccia al petto
-Altezza, siamo entrambe donne, penso di potere sopportare
la vista di vedervi in camicia da notte-
-Ma, la decenza e…-
-Se vuoi esco e busso così sarai contenta. Anche se lo trovo
ridicolo. Ripeto, posso chiamarti per nome, spettegoliamo su una marchesa, ma
non posso entrare qui senza farmi annunciare? È ridicolo, a meno che, come ho
detto, non ci sia qualcosa di cui tu mi voglia tenere all’oscuro, il che
confermerebbe i miei sospetti e…-
Rein alzò le mani in segno di resa
-Per carità, puoi entrare quando vuoi. Dreamy la contessa ha
libero accesso alla mia stanza-
La cameriera la guardò un attimo a bocca aperta
-Siete certa altezza?-
Rein annuì, poi guardò la contessa
-Contenta?-
-Potrei, anche se ammetto che quella busta nelle vostre mani
ha abbassato notevolmente il mio stato di allegria di questa mattina. Cosa dice
la marchesa?-
Rein la guardò poi aprì la lettera e si trovò a sospirare
-È l’invito per un the, come mi aveva detto l’altra sera-
-Quando?-
-Domani pomeriggio nella sua stanza-
-Non credo sia così pazza da invitare solo voi. Sono certa
che avrà invitato anche altre donne della corte-
-Saranno tutte donne che appoggiano o cercano il sostegno
della marchesa. Immagino tu sia stata esclusa-
Trudy annuì
-Non corre molto buon sangue tra di noi-
-Non lo avrei mai detto-
Disse fintamente stupita Rein. Trudy si lasciò andare ad un
sorriso
-Certo è un vero peccato-
Rein la guardò perplessa
-Peccato? Volevi venire? Se vuoi ti cedo il mio invito,
anche se temo che i tuoi capelli biondi non possano affatto essere scambiati
per i miei-
Trudy scosse violentemente la testa
-No principessa, non ci tengo ad un pomeriggio con Fanny e
altre donne come lei. Rabbrividisco solo al pensiero di tante piccole Fanny
riunite in una stanza. No il peccato è proprio per la marchesa-
-È perché? Mi ha invitata, io parteciperò. Che cosa potrebbe
renderle spiacevole il tutto?-
-Come perché principessa? Ti sei dimenticata che domani
pomeriggio abbiamo già un impegno preso? E a meno che le altezze reali non
siano dotate del dono dell’ubiquità, credo che dovrete rifiutare l’invito della
marchesa per impegni già presi in precedenza-
Rein la guardò perplessa
-Quale impegno?-
Trudy si avvicinò a lei
-Principessa, ma come, accettate un invito da parte del
capitano delle guardie di sua altezza e non ve ne ricordate. Meno male che ci
sono qui io a rispolverare la vostra memoria, se no immaginate il disastro a
cui potevate andare incontro. Domani pomeriggio voi, io, Thomas, presumo il
principe anche se non ne sono così sicura, la baronessa Ugival e i visconti
Marimbon saremo tutti riuniti per celebrare la nomina del conte d’Hotevail a
ministro del regno. Siete sicura di non ricordarvene?-
Rein la guardò perplessa
-Io sono certa di non…-
-Andiamo altezza, recuperate la memoria-
Trudy fissò Rein con uno sguardo
deciso e Rein capì immediatamente cosa voleva dire. Sapeva
di non avere nessun impegno per domani ma Trudy gliene stava fabbricando uno su
misura e uno anche molto plausibile
-Non ricordo questo impegno, ma se ho accettato, direi che
non posso esimermi dal partecipare. Deduco quindi di essere già occupata
domani-
Trudy le restituì un sorriso genuino
-Immagino non vogliate far tardare troppo la vostra risposta
alla marchesa, anche se non potete accettare, sarebbe scortese rispondere in
modo tardivo, anche perché potrebbe pensare che il tutto sia fatto decisamente
apposta per evitarlo-
-Contessa, mi avete letto nel pensiero. Le scrivo subito-
Rein si affrettò a sedersi al tavolo
-Dreamy potresti portarmi carta e penna per favore?-
-Certo altezza-
Quando la cameriera uscì dalla stanza Rein si voltò verso la
contessa
-Immagino che il capitano sia informato di questo piccolo
ritrovo-
Trudy fece un piccolo sorriso sarcastico
-Non ancora ma non sarà un problema-
Rein sollevò un sopracciglio interrogativa
-Ti basti sapere che mi deve un favore, e tra tutte le cose
che potevo scegliere di chiedergli, questa gli andrà fin troppo bene-
Rein la guardò sempre più perplessa, ma il ritorno di Dreamy
la interruppe dal fare altre domande. Si concentrò invece sul scrivere poche
righe di scuse alla marchesa, spiegando che aveva già preso accordi per il
pomeriggio seguente e che quindi, con molto rammarico, doveva declinare. Una
volta finito di scrivere, Rein si apprestò a firmare, ma si trovò un attimo
bloccata
-Come mi dovrei firmare?-
La turchina si voltò verso Trudy. La donna la guardò con una
espressione incerta sul volto
-Direi con il vostro nome-
Rein la guardò ma si trovò a scuotere la testa
-Sono la principessa del regno del Sole-
-Questo lo sappiamo-
-E principessa istitutrice della vostra principessa-
-So anche questo ma…-
-Direi che firmare principessa Rein del regno del Sole,
principessa istitutrice della principessa Milky del regno della Luna sia
leggermente eccessivo e alquanto ridondante-
Trudy fece per parlare, ma si trovò ad annuire
-Allora solo principessa Rein-
Rein scosse la testa.
-Non posso-
-Perché?-
-Troppo informale. Non ho così tanta amicizia con la
marchesa… ne ci tengo particolarmente ad essere onesta-
Trudy sorrise per un attimo, poi tornò seria
-Onestamente non credo che la marchesa baderà molto a come
firmerete, non appena vedrà il vostro declino all’invito-
-Non posso permettermi di commettere errori. Potrebbe usare
quel pretesto per screditarmi-
Trudy scosse la testa
-Vuole entrare nelle vostre grazie, la piazzata sulla camera
e l’entusiasmo a cena l’altra sera sono segnali abbastanza chiari sul suo
intento, mi pare-
-Peccato però che io non abbia alcuna intenzione di
frequentarla più del dovuto. E dato che sei stata abbastanza chiara sul fatto
di non dovermela fare amica e di non fidarmi, non voglio dare motivo poi alla
marchesa di avere qualcosa in mano che mi possa screditare-
-Sarebbe solo una firma però è…-
-“Una principessa che non sa
neanche concludere una lettera in modo degno, come può essere all’altezza di
educare la nostra principessa? Non è che è stata fatta una scelta sbagliata?”-
Trudy la guardò un attimo perplessa, poi capì cosa stava sottintendendo
la principessa
-A questo non avevo pensato. In effetti potrebbe essere una
cosa da Fanny. Una volta capito di non avere alcuna possibilità di entrare nel
giro delle vostre amicizie, è molto probabile che si preparerà a fare di tutto
per contrastarvi e mettere lei stessa al centro dei giochi. E capisco la vostra
preoccupazione. Se vi screditasse come principessa sarebbe un duro colpo per
voi e, soprattutto, per la corona-
-E io vorrei decisamente evitarlo, ci sono già troppe
speculazioni su come io abbia ottenuto il ruolo, non vorrei alimentare altre
voci-
-Concordo con te. Allora credo ci sia solo una soluzione a
questa spinosa questione-
-Quale?-
-Chiedere all’unica donna che possa sapere cosa fare e come
rispondere in modo corretto-
Gli occhi di Rein si illuminarono
-La regina! Ma certo-
Rein si alzò dalla sedia e si voltò verso Dreamy
-Dreamy, vai a chiedere se sua maestà mi può ricevere
subito-
La cameriera si inchinò ed uscì veloce per eseguire il
compito datole. Rimaste sole, Rein si avvicinò a Trudy
-Sarà meglio andare ad avvisare Thomas del tuo piano. Moon
Maria farà fatica a credere alla incredibile coincidenza di questi eventi e io
sono incapace di mentirle. Credo che la cosa migliore sia essere totalmente
sincera con lei e lo sarò. Quindi è meglio che Thomas e tutti gli altri vengano
informati il prima possibile-
Trudy annuì
-Si, il ragionamento non fa una piega. Vado subito, anche
perché qualcosa mi dice che la sua testa vuota avrà bisogno di qualche
spiegazione in più per quanto riguarda tutta la situazione-
-Mi raccomando, avvisate anche gli altri, il prima possibile.
Non credo che la marchesa farà molta difficoltà a trovarsi degli alleati che
l’aiutino a capire cosa stia realmente succedendo. Soprattutto potrebbe
chiedere l’aiuto della servitù, meglio agire il prima possibile ed evitare che
si possano creare storie contraddittorie-
Trudy annuì e guardò la principessa con una espressione
decisamente colpita. Rein vedendola, si portò le mani sui fianchi
-Non penserai sul serio che essendo una principessa io non
sappia come certe cose funzionino in un palazzo, vero?-
Trudy scosse la testa
-No altezza, affatto. Stavo pensando che siete piena di
qualità e soprese-
-E questo ti sorprende?-
-Decisamente, ma in senso buono. Hai una mente veloce e
analitica, analizzi le situazioni e sai quasi subito cosa fare o come comportarti.
Mi piace questo aspetto-
Rein si trovò ad arrossire, ma poi abbassò lo sguardo, un
attimo gli occhi velati di tristezza
-Grazie Trudy ma… non sono così. Cioè, queste cose sono
abbastanza facili da capire o gestire, sono abituata a queste dinamiche di corte,
purtroppo per me. Per il resto non sono così brava come credi. Se avessi saputo
cosa fare, probabilmente non mi sarei trovata intrappolata dentro il mio stesso
palazzo-
-Intrappolata?-
Rein alzò lo sguardo, e Trudy vi lesse dentro gli occhi
azzurri della turchina, un dolore profondo, provocato da una cicatrice ancora
aperta.
-Esistono tanti tipi di prigione, contessa. Non ci sono solo
quelle fatte di sbarre e ferro, ci sono anche quelle fatte di nomi, di titoli e
di responsabilità. E forse, queste, sono decisamente peggiori di quelle reali
di ferro-
Trudy rimase in silenzio, pietrificata. La voce di Rein si
era fatta dura e aspra, e piena di dolore. E un dolore così non si poteva
fingere.
-Cosa ti è successo?-
Chiese Trudy
-E a te cosa è capitato?-
Trudy fece un passo indietro, ma non disse niente. Abbassò
lo sguardo e fissò il pavimento. Rein fece un sospiro
-Tutte e due abbiamo le nostre cicatrici e non ci fidiamo,
nonostante tutto, abbastanza l’una dell’altra per parlarne. Spero solo che ci
sia qualcuno con cui tu ti possa confidare o almeno sfogare. Parlare con
qualcuno e non tenersi dentro tutto, è incredibilmente di sollievo-
Rein appoggiò una mano sul braccio di Trudy. Al contatto, la
donna alzò il voltò e per un secondo, una piccolissima frazione di secondo, fu
sul punto di parlare. Ma il momento si interruppe dal ritorno della cameriera
di Rein
-Sua maestà vi riceverà subito, principessa. Se mi volete
seguire, vi aspetta nel suo appartamento-
Rein si voltò verso Dreamy
-Perfetto, arrivo subito. Dreamy, aspettami fuori per
favore. Devo dire un’ultima cosa alla contessa-
Dreamy si inchinò ed uscì, lasciandole sole. Trudy era
pietrificata e non sapeva cosa dire o fare. Fu Rein a dare gli ordini
-Bene, direi che la cosa migliore ora sia procedere con il
piano. Ti senti bene Trudy?-
La donna annuì
-Si, sto bene. Vado subito da Thomas e poi dagli altri-
-Bene. Io vado dalla regina-
Trudy annuì e si avviò verso la porta. Prima di uscire si
voltò verso la turchina
-Rein?-
Rein la guardò senza dire niente
-Spero arriveremo veramente un giorno a fidarci l’una
dell’altra. Forse mi sono sbagliata su di te-
Rein non commentò, si limitò a sorridere e ad annuire. Dopo
che Trudy fu uscita, aspettò qualche istante prima di uscire anche lei. Quando
si ritenne pronta, si avviò. Fuori l’aspettava, come richiesto, Dreamy
-Andiamo-
Le due donne si avviarono in silenzio. Rein si augurò, in
quel momento, che quello che stava facendo, con la complicità di Trudy, non
desse poi il via ad un ciclo di botta e risposta con la marchesa. L’ultima cosa
che veramente voleva era avere una guerra intestina con un membro della
nobiltà. E mentre percorreva il corridoio che la portava alla stanza della
regina, si sentì tormentata da un senso di colpa, perché, nonostante stesse
tentando di rassicurarsi che sarebbe andato tutto bene, sentiva come se quella
mattina lei e Trudy avessero appena dato il via a quello che sembrava, a tutti
gli effetti, un casus belli con la marchesa. Si augurò vivamente di starsi
sbagliando.
Thomas stava mostrando, in tutta la loro gloria, le quindici
casse di legno che contenevano i libri della principessa. Si voltò sorridendo a
Shade, che guardava la pila con una espressione decisamente sorpresa
-Sono tante-
-Quindici-
-Si, quindici-
-E pesano, tanto-
Shade non commentò, ma Thomas lesse negli occhi del principe
qualcosa che sembrava muta comprensione.
-Non ci staranno mai tutti quei libri nella stanza di Rein-
Thomas lo guardò a bocca aperta
-Ti stai preoccupando di questo? Sul serio?-
Shade lo guardò perplesso
-Di cosa dovrei preoccuparmi, scusa?-
-Della mia povera schiena, tanto per dirne una, e della schiena
dei tuoi poveri uomini che hanno portato, a mano, queste casse da un palazzo ad
un altro-
-Non avete fisicamente portato le casse dal palazzo del Sole
a qui, quindi smettila-
-Non abbiamo… hai idea di quanti scalini ci siano dentro il
palazzo del Sole?-
-Non li ho mai contati-
Thomas fulminò Shade con lo sguardo
-Il tuo umorismo è veramente pessimo-
-Non è colpa mia se tu non sei all’altezza delle mie parole-
-Presuntuoso di un principe-
-Incompetente di un capitano-
Thomas stava per ribattere quando il rumore di passi
affrettati li fece voltare entrambi verso l’entrata. Una guardia entrò rapida
dalla porta e si fermò a qualche passo da loro.
-Altezza, capitano-
-Dwight! Cosa ti porta qui di corsa?-
-Capitano, mi dispiace disturbarla ma una persona richiede
la vostra presenza di sopra, immediatamente-
Thomas guardò stupito la guardia
-Chi mi cerca?-
-Una donna, capitano-
Shade guardò Thomas, inarcando un sopracciglio
-Che cosa hai combinato?-
-Non ho fatto niente!-
Thomas si voltò verso Dwight
-Chi mi sta cercando? E poi sono occupato al momento con il
principe, di che non posso-
Dwight si fece un attimo imbarazzato, guardò un secondo il
principe, poi fissò dritto lo sguardo negli occhi Thomas
-Mi dispiace capitano, ma mi è stato chiesto di riferirvi
che se non foste andato subito, lei avrebbe provveduto a diffondere per tutta la
corte, le informazioni riguardo al vostro diciassettesimo compleanno. Ha detto
che avreste capito, capitano-
Sentendo quelle parole, Thomas sbiancò di colpo, ma seppe
assolutamente chi lo stava cercando e minacciando
-Trudy! Dove mi sta aspettando Dwight?-
-Nel vostro studio capitano-
Thomas annuì.
-Bene. Shade, scusa, ma devo andare-
Detto questo Thomas si avviò verso la porta. Shade, tuttavia,
non aveva nessuna intenzione di lasciarlo andare via così, soprattutto quando
sentiva di potere conoscere qualcosa di compromettente sull’amico, che sarebbe
certamente potuto tornargli utile in futuro. Così lo seguì.
-Non devi seguirmi-
Disse Thomas, dato che aveva sentito i passi di Shade dietro di lui
-Non ti sto seguendo. Passeggio per il mio castello. E
vorrei ricordarti che, nel mio castello, posso fare quello che voglio-
-Non adesso. Sono sicuro che hai qualcosa di più importante
da fare-
-No sono assolutamente libero-
-Ma che coincidenza-
Replicò sarcastico Thomas, che allungò il passo per cercare
di allontanarsi da lui. Ma Shade non si diede per vinto e allungò il passo
tornando al fianco del capitano.
-E poi mi chiedevo… cosa è questa storia del tuo
diciassettesimo compleanno?-
Thomas fece un sospiro e proseguì diretto verso il suo
ufficio. Arrivarono dopo pochi minuti, e non appena Thomas aprì la porta della
stanza, trovò dentro Trudy, leggermente arrabbiata
-Thomas, finalmente! Non posso credere che per trovarti sono
costretta a ricorrere alle maniere forti-
-Io avrei leggermente da fare come capitano delle guardie e
poi avevi promesso che non avresti più tirato in ballo quella storia-
-E così è stato. Non ho detto a nessuno quello che è
successo, ho solo minacciato di farlo-
-Trudy veramente sei…-
-Assolutamente magnifica, lo so. Ma ora ho bisogno di te.
Oh, altezza, buongiorno-
-Lieto che vi siete accorti della mia presenza-
-Ma tu non stavi passeggiando per il palazzo? Va da un’altra
parte, su-
-Non credo proprio-
-Sono questioni personali, quindi smamma-
-In realtà, se sua altezza me lo concede, avrei bisogno di
chiedere un favore anche a lei. Se si ferma con noi, mi risparmierebbe tempo e
fatica-
I due uomini si voltarono meravigliati verso Trudy
-Hai bisogno anche di lui? Che hai fatto, hai per caso dichiarato
guerra?-
Trudy lo guardò leggermente imbarazzata, e Thomas sbiancò
-Trudy, non mi dirai che hai veramente scatenato una guerra?
So che sei pazza ma…-
La donna scosse il capo poi però fissò i due leggermente in
difficoltà.
-Non è successo niente, almeno niente di così grave. Tutto è
risolvibile, se voi due mi aiutate-
-E perché mai dovrei farlo? E perché dovrebbe farlo lui?-
Chiese Thomas, preoccupato
-Perché si tratta di aiutare una tua vecchia amica, per la
precisione una sorella come ci siamo detti più volte-
-Sai che io ti aiuterei sempre ma…-
-E per il principe si tratta di andare in soccorso della
principessa Rein-
-Cosa c’entra Rein in questo momento?-
Chiese preoccupato Shade. Trudy indicò lo studio di Thomas
-Se vi accomodate e mi concedete qualche minuto, sarei molto
lieta di spiegarvi tutto quanto-
Senza aspettare risposta, Trudy si sedette su una sedia. I
due si guardarono perplessi, poi Thomas alzò le mani in aria, sconfitto
-Meglio andare. Quando fa così vuol dire che la cosa è
veramente importante-
-Mi ha appena dato un ordine? A me?-
Thomas ridacchiò poi diede una pacca sulla spalla di Shade
-Credo di sì, ma non glielo farei pesare. È molto suscettibile
quando le dico che è autoritaria-
-Ma io sono un principe-
-E lei è una donna molto determinata. Svelto andiamo, sono
leggermente incuriosito di scoprire in che guaio le nostre belle si siano
cacciate. Tu no?-
Trudy, che li stava fissando a bocca aperta, si trovò a
tamburellare le mani sulla scrivania di Thomas, leggermente arrabbiata
-Vi ricordo che vi sento. Dopo questo vostro scambio di
battute, decisamente disdicevoli, volete accomodarvi e farmi parlare, in modo
da rendere il tutto più chiaro e non perdere altro tempo? Non ho tutta la
giornata a disposizione-
I due si scambiarono un’ultima occhiata poi fecero come gli
era stato chiesto. E una volte che si furono accomodati, Trudy prese a
raccontare.
-Allora, dovete sapere che una certa marchesa…-
Moon Maria fissò a bocca aperta, puramente sconvolta, ciò
che la principessa Rein le aveva appena detto. Non poteva avere capito
veramente quello che la Rein le aveva chiesto, così spostò lo sguardo su Lady
Vivian, anche lei presente al colloquio, ma tutto ciò che la dama le restituì
fu un sorriso divertito.
-Lo trovate divertente, lady Vivian?-
La dama di compagnia, per niente turbata dalla domanda,
annuì
-Assolutamente sì, maestà-
-Credo allora di avere male capito le parole della
principessa, perché io mi trovo decisamente nello stato opposto al vostro-
La dama scosse la testa, veramente divertita e si affrettò a
contraddire la regina
-Credo invece, maestà, che le parole della principessa siano
arrivate chiare e cristalline, uguali, ad entrambe. Solo, e perdonatemi per
questa mia libertà vostra altezza, credo che vi siate dimenticata cosa sia
essere giovani. Per questo stare reagendo in questo modo-
Moon Maria fissò fintamente offesa la contessa.
-State insinuando che sto diventando vecchia, contessa?-
-Non lo sto insinuando. Lo affermo decisamente, maestà-
Moon Maria fissò un secondo negli occhi Lady Vivian, poi
scoppiò a ridere. Anche lady Vivian ridacchiò. Nel frattempo Rein, silenziosa,
fissava le due donne senza sapere come comportarsi. La principessa sapeva che
ciò che aveva detto alla regina poteva essere decisamente insolito e lasciarla del
tutto perplessa, ma non si era affatto immaginata che al colloquio sarebbe
stata presente anche lady Vivian, e soprattutto che le due donne sarebbero
scoppiate a ridere, lasciandola lì, quasi dimenticata, sulla poltrona. Alla
fine lady Vivian, che era in piedi vicino la principessa, si avvicinò alla
regina
-Maestà, credo che se mi permetterete di darvi qualche
informazione in più, potrete meglio capire la situazione della principessa e
ciò cha la spinge a comportarsi in tal modo-
-Va bene, contessa, parlate pure-
-Dato che l’altra sera non vi siete sentita abbastanza bene
per potere partecipare alla serata che avevo organizzato, non avete avuto modo
di assistere direttamente al modo in cui la marchesa di Eldelberry si sia
comportata-
-È stata in qualche modo scortese?-
Chiese la regina. Lady Vivian si affrettò a negare con il
capo
-Al contrario, altezza. La marchesa è stata molto educata,
gentile, affabile, terribilmente perfetta, quasi fin troppo impeccabile-
Bastò uno sguardo tra le due donne e la frase della contessa
Vivian per fare capire la situazione a Moon Maria. La marchesa di Eldelberry
aveva cercato in ogni modo di entrare nelle grazie della principessa o di
presentarsi nel miglior modo possibile per brillare. A quel punto si voltò
verso Rein
-Sei consapevole, immagino, che non potrai rifiutare per
sempre gli inviti di una marchesa-
Rein annuì
-Certo maestà. Dopotutto sono stata io per prima a dire che
mi avrebbe fatto piacere prendere un the con lei-
Moon Maria la guardò sorpresa
-Davvero? Mi pareva di capire che non sia proprio questa la
realtà dei fatti, o altrimenti tu e la contessa Gaumont non avreste messo su
tutto questa messinscena-
La regina vide le gote di Rein arrossarsi, imbarazzata
-Non è una vera e propria messinscena. La contessa sta
veramente organizzando l’incontro per domani, con l’aiuto del capitano delle
guardie-
-E come fa la contessa ad avere tutto questo potere su Thomas?-
-Sono amici fin dall’infanzia altezza. Tru..
La contessa ha detto che Thomas aveva un favore da farle e non si sarebbe
sottratto-
Moon Maria si trovò a sorridere. Ciò a cui stava assistendo,
attraverso le parole di Rein, era un qualcosa a cui non era più abituata, ma
che le riportarono alla mente alcuni fatti della sua giovinezza e dei suoi
primi anni di regno. Anche lei, qualche volta, aveva evitato certi impegni,
organizzandone altri. Perciò capiva le motivazioni della principessa, ma in
quanto regina, non avrebbe potuto esimersi dal ricordare alla principessa
alcuni doveri, soprattutto nei confronti dei membri della sua nobiltà
-Rein, apprezzo in modo incalcolabile la tua onestà
nell’avermi raccontato come si stanno svolgendo realmente i fatti. Anche se
capisco, non posso non ricordarti che sei qui perché io ti ho voluta e mi
aspetto un comportamento da te degno di una principessa. Evitare gli impegni
con la nobiltà non è certo il modo migliore di comportarsi, anche se tu possa
avere tutte le motivazioni del caso. Sei una principessa, una reale, il tuo
dovere è essere super partes. Bisogna mostrare egual rispetto per ogni membro
della corte e, anche se nessuno si aspetta che tu non abbia amicizie o inimicizie,
ciò che ti viene richiesto è almeno di cercare di camuffare certe antipatie.
Sono stata abbastanza chiara?-
-Si vostra maestà-
Moon Maria posò lo sguardo più severo e autoritario che poté
su Rein, in modo da farle imprimere molto bene le sue parole nella mente della
principessa. Rein riuscì a sostenere per alcuni secondi lo sguardo della
regina, poi si trovò ad abbassare lo sguardo, sconfitta e imbarazzata. La donna
posò lo sguardo allora su lady Vivian, che la guardò annuendo.
-Bene, dato che ho interpretato la regina, ora Rein
permettimi di darti un consiglio da madre, se me lo concedi-
Rein alzò la testa di scatto, meravigliata da quelle parole
e si trovò a fissare il sorriso della regina, sorriso dolce e rassicurante.
-So che certi elementi possono risultare fin troppo appiccicosi,
o odiosi o semplicemente troppo lontani da te, dal tuo modo di pensare o di
fare. È perfettamente umano avere amicizie e inclinazioni verso alcuni e
rifiuto totale verso altri e anche se sarai sempre perfetta, cosa altamente
impossibile, te lo garantisco, presto si capiranno fin troppo bene chi sono le
persone che frequenti e il tuo circolo di amici e chi invece, non ne farà parte
e a cui rivolgerai le tue parole solo per dovere più che piacere. Il tuo
rifiuto al the di domani della marchesa non passerà inosservato. Anche se
riusciste a far credere che l’impegno creato dalla contessa per conto di Thomas
fosse già in piedi prima di oggi, dubito che la marchesa ci cascherà. Da quello
che ho capito, la marchesa punta ad essere tua amica Rein,
quindi avrà certamente fatto delle indagini sui tuoi impegni come minimo della
settimana per scegliere al meglio la giornata dove invitarti e non aspettarsi
un tuo rifiuto. Capirà che l’hai voluta evitare-
Rein sbiancò a quelle parole. Moon Maria ridacchiò
-A questo non avevate pensato ne tu ne la contessa, vero?-
Rein scosse la testa
-No affatto. Anche perché io non ho impegni programmati per
la settimana e…-
-Rein, non essere sciocca. Sei qui da abbastanza giorni,
ormai, credi che la servitù non abbia imparato le tue abitudini o non conosca,
per caso, le nostre? Non è difficile sapere come passi le tue giornate temo-
-Non avevo pensato affatto a questo-
-Certo che non ci avevi pensato, perché sei giovane, cara. E
come la contessa qui presente ha sottolineato prima, in modo poco elegante devo
dire, io sto diventando vecchia e i trucchi del mestiere di corte ormai li ho
imparati. Devi tenere in considerazione questi fattori prima di organizzare una
cosa simile in futuro. E ti consiglio di parlare con la tua cameriera
personale. So che di lei ti puoi fidare e che non ti tradirà mai, ma è meglio
farle dire in giro che l’invito di Thomas è arrivato ieri, in tarda serata,
dopo il rientro di Thomas a palazzo. E suggerirei di far dire lo stesso anche a
chiunque venga invitato-
Rein annuì
-Va bene, la avviserò e mi occuperò di far arrivare il
messaggio a tutti-
-Permettimi, adesso, di darti ancora un piccolo consiglio.
Invita tu la marchesa per un the, e scusati quando si presenterà, per il
piccolo incidente di questa volta. Fai in modo che non si senta messa da parte,
almeno pubblicamente-
-Non so sarà in grado di fingere così e…-
-Dovrai riuscirci. E poi ricorda un piccolo dettaglio. Sei
una reale, nessuno oserà mai mettere in dubbio le tue parole, almeno
pubblicamente, a meno che non sia tu stessa a tradirti. E quando ti scuserai
assicurati di non essere sole, tu e la marchesa, fai in modo che ci siano altre
ad ascoltare le tue parole, non solo nobili, ma anche membri della servitù. Le
cameriere sono le prime a far girare le voci ed è meglio averle come alleate
che come nemiche-
-Capisco. Ma quando inviterò la marchesa, dovrei invitare
solo persone a lei favorevoli? In modo da farla sentire a suo agio o…-
-Assolutamente no. Mai invitare solo una fazione per volta,
ricordatene. Fai degli inviti mirati ma da tutte le parti. Nessuno deve
capire…-
-Dove va il mio favoritismo-
Moon Maria si trovò a sorridere e ad annuire
-Vedo che impari in fretta-
-Merito di ottimi consigli, maestà-
Moon Maria si trovò a sorridere e un piccolo calore le si
diffuse nel cuore. Voleva veramente bene a Rein, non faceva solo finta di
trattarla come una figlia, nella sua mente, ormai, Rein era veramente diventata
un membro della sua famiglia. E questo pensiero la portò alla domanda che aveva
spinto Rein a presentarsi da lei quella mattina
-Per quanto riguarda la tua firma invece, la questione che
hai sollevato è assolutamente ragionevole. Come eri solita firmare prima, a casa?-
-Principessa Rein di solito. Non avevo molto scambio
epistolare a casa e quando capitava, erano sempre lettere per membri o della
corte o altre principesse e tra noi altezze ci firmavamo sempre così. Non mi è
mai capitata una situazione simile, soprattutto, ora che sono lontana da casa,
non so come fare-
-È indubbio che tu sia una principessa, è indubbio che tu
sia ancora la principessa del regno del Sole, ma è anche vero che ora fai parte
della mia famiglia. E anche che sei la principessa istitutrice di Milky. Ma non puoi firmarti con quaranta titoli, sarebbe
altisonante e pomposo e totalmente sconveniente. Quindi direi che le
possibilità effettive siano solo due-
-Due?-
Chiese meravigliata Rein. La regina annuì
-Si due. O ti firmi come “Principessa istitutrice Rein del
regno del Sole” o “Principessa Istitutrice Rein del regno della Luna”-
Rein fissò ad occhi sbarrati la regina. Anche lady Vivian sobbalzò
leggermente alle parole della sua regina.
-Posso firmarmi veramente come principessa della Luna?-
Moon Maria alzò un dito
-Attenta mia cara. La seconda proposta non vuol dire che fai
parte della famiglia, ma che sei la principessa istitutrice del regno della
Luna, che è, di fatto, la realtà della tua situazione. Se poi menti contorte
vogliono intendere altro, la colpa è la loro. Quindi le firme sono
assolutamente equiparabili, per quel che mi riguarda. Ora la scelta spetta solo
a te. Io sarà d’accordo con qualsiasi delle due firme tu sceglierai-
Rein annuì ma non disse niente. Tuttavia una leggera
emozione passò per gli occhi della turchina e la principessa sorrise
-Grazie vostra maestà, grazie per l’aiuto, in tutto, come
sempre-
Moon Maria annuì. Rein si alzò dalla poltrona, si inchinò e
fece per andarsene quando, arrivata alla porta, si voltò di nuovo verso di lei
-Maestà, posso chiedere un altro appuntamento con voi oggi?
Possibilmente privato?-
La donna guardò perplessa la turchina, ma annuì
-Dopo il mio ritorno dal tempio. Ti farò chiamare io-
-Grazie maestà-
Rein si inchinò di nuovo, poi uscì dalla porta. Rimaste
sole, Moon Maria si voltò verso Vivian
-Devo preoccuparmi dello scoppio di una guerra di corte?-
-Temo di si-
Moon Maria sospirò
-È così pericolosa la situazione?-
-Posso parlare in modo libero, maestà?-
-Sai che lo puoi sempre fare quando siamo sole. E sai che lo
pretendo da te come comportamento-
-Non mi piace la marchesa di Eldelberry. Ha sicuramente
delle mire verso la principessa Rein, credo aspiri a diventarne la dama di
compagnia o altro-
-Essere ambiziosi non è un crimine-
-Sono d’accordo, ma è il modo con cui lo persegue che mi fa
titubare-
-Cosa vuoi dire?-
-Non so se la giovane marchesa si comporta così proprio per
la sua giovane età e, quindi, per inesperienza, ma l’altra sera si è lasciata
andare a dei velati commenti di derisioni nei confronti di dame di rango
inferiore-
Moon Maria sospirò, ancora
-Credi si sia montata la testa per via del suo titolo?-
-Credo solo che il titolo abbia aiutato una naturale indole,
maestà-
-Non penserai mica…-
-Che il marchese sia stato incastrato da una giovane e
scaltra viscontessa? Lo credo-
-Ma anche questo non è un crimine e se il marchese è stato
così stupido da cascarci non sono problemi che mi debbano riguardare-
Vivian annuì alle parole della regina
-Lo so maestà. Non è un crimine migliorare la propria
posizione sociale, anche se non approvo il raggiro e l’imbroglio. Certo, se
fossi stata come lei e mi fosse capitato tra le mani un marchese facilmente
raggirabile, penso avrei fatto lo stesso. Anche se, ripeto, lo trovo un
comportamento orribile-
-Purtroppo non tutte le persone al mondo sono corrette e
oneste, e il matrimonio, ancora, non è un crimine-
-Ma il raggiro si, maestà-
-Puoi provare veramente che il marchese si sia fato raggirare?-
Vivian la guardò, ma si trovò a scuotere il capo
-No maestà-
-Esatto. E per il momento, le tue, sono solo congetture.
Magari la marchesa non nasconde niente di strano. A questo punto solo il
marchese stesso, se fosse veramente stato raggirato, potrebbe presentare
reclamo, portando le prove di tale raggiro e a denunciare pubblicamente la
moglie. E sappiamo entrambe quanto questo succeda poche volte. Quindi Vivian,
per ora, non possiamo fare niente, se non aspettare gli eventi-
-Lo so maestà-
-La marchesa ha fatto qualcosa di reale per ledere la principessa?-
-No maestà, anzi. Si è dimostrata fin troppo gentile,
cortese e candida-
-Ha offeso in modo grave qualche membro della nobiltà?-
-No maestà-
-Allora credo di non potere fare niente se non mettere in
guardia la principessa dalla marchesa, se ritieni veramente che la donna possa
rivelarsi pericolosa-
Vivian sospirò e si trovò a fissare la regina, leggermente
sconsolata
-In tutta onestà maestà, non so di preciso cosa pensare di
lei. Certo è una piccola arrivista e arrampicatrice sociale, ma è stata
perfetta durante la cena. Ha sempre avuto dei modi impeccabili, si può definire
elegante pure il suo modo di masticare le pietanze e dovevate vederla mentre
sbatteva innocentemente le ciglia, da perfetta dama di corte. E per di più è
una marchesa, giovane è vero, ma è entrata in una delle famiglie più
prestigiose del regno, quindi guadagnerà sicuramente prestigio qui a corte e
potrebbe essere un’ottima alleata della principessa. Tuttavia non mi fido di
lei maestà. Ho il sospetto che nasconda qualcosa e che sia in realtà una serpe
da tenere alla larga-
-Credo che Rein sia del tuo stesso avviso-
-E anche la contessa di Gaumont-
-Come fanno a conoscersi le due donne?-
-Un qualche legame di parentela, credo-
-E non corre buon sangue tra le due?-
-Affatto. Credo che se avessero potuto ferirsi solo con lo
sguardo avrebbero tappezzato la tovaglia di macchie di sangue l’altra sera-
-E Rein sembra gradire decisamente di più la compagnia della
contessa a quella della marchesa-
-Esatto-
-Quindi ci sarà veramente una guerra a corte-
-Decisamente probabile-
Moon Maria fissò lady Vivian e le puntò un dito contro
-Scopri tutto quello che puoi sulla marchesa e anche sulla
contessa. Se dovremo dare una mano alla principessa, dovremmo farci trovare
preparate anche noi e sapere a cosa potrebbero andare incontro. Ed è meglio se
scopriamo informazioni anche su chi ci sembra amico-
-Credi sia saggio, maestà?-
Moon Maria si accasciò contro lo schienale della poltrona,
visibilmente provata da tutta la situazione
-No, non credo sia affatto saggio che mi intrometta in
questa storia, ma Rein è sotto la mia responsabilità e l’ho promesso a sua
madre. Mi sarei presa cura di lei come una fosse mia figlia e se Milky si
trovasse al posto di Rein, farei la stessa cosa-
Vivian annuì
-Mi metto subito all’opera. Anche se ammetto che sono
passati decisamente degli anni da quando mi occupavo di queste cose, potrei
avere perso la mia abilità, maestà-
Moon Maria sorrise
-Non dire così. Dopotutto chi trovò quel meraviglioso
fazzoletto della contessa di Trenty nella camera da
letto del conte di Verrè, sotto il letto? Se non
sbaglio, fosti proprio tu-
-Solo perché all’epoca voi, maestà, avete distratto il conte
di Verrè abbastanza a lungo per permettermi di intrufolarmi e perquisire la
stanza-
-Il tutto mentre Skyler, il marchese Di Ferrantise e il
conte di Luvente cercavano il modo legale di liberarsi del contratto di matrimonio
di Denise-
-E nel frattempo il povero Cedric soffriva per il suo cuore
spezzato-
-Già. Alla fine però siamo riusciti a smascherare quel
presuntuoso di Verrè e il suo inganno e a liberare Denise dalle sue grinfie-
-Per farla ricongiungere al suo Cedric-
Le due donne si lasciarono cullare dai loro ricordi di
gioventù, quando la pendola suonò le dieci.
-Vivian, scommetto che le tue doti non sono cambiate.
Arrugginite forse, ma non perse. Scopri quello che puoi-
-Come desiderate maestà-
-Io, nel frattempo, cercherò di pensare a qualcosa per
limitare almeno i danni di una guerra di corte, o come preparare al meglio
Rein-
-Pensi voglia parlarti di questo oggi pomeriggio la principessa?-
Moon Maria scosse la testa
-No non credo. Penso si tratti di una questione più
personale, dato che mi ha chiesto un colloquio privato-
-Credi che sia una cosa che possa riguardare il principe?-
Moon Maria fissò lo sguardo su Vivian, un attimo interdetta
-Maestà, so che conoscete i pettegolezzi di corte. E c’ero
quando vostro figlio ha portato di corsa la principessa da voi al tempio-
La donna scosse il capo decisa
-No, non si tratta di mio figlio, su questo posso giurarci-
-Però potrebbe essere e…-
-Vivian, ti posso assicurare che a tutto la principessa sta
pensando, in questo momento, tranne che a mio figlio. Ora ha cose più
importanti di cui preoccuparsi che non pensare a mio figlio-
-Che il principe non ti senta, maestà, o penserà che sua
madre ha poca stima di lui-
Moon Maria scoppiò a ridere e anche Vivian.
-Vivian, Vivian, se non fossi la mia migliore amica, ti
avrei già fatta allontanare da tempo per la tua insolenza-
-Se è proprio per la mia insolenza che siamo migliori
amiche-
-Giusto-
Le due donne ridacchiarono ancora un po’, ma l’arrivo della cameriera
personale della regina Elinor, mise fine alle
chiacchiere e alle risate
-Torniamo ai nostri doveri Vivian. Cerca di scoprire
qualcosa-
-Sarà fatto maestà-
-E Vivian, mi raccomando, discrezione-
-Come ai vecchi tempi, maestà
-Come ai vecchi tempi-
Le due donne si scambiarono uno sguardo d’’intesa, e poi la
contessa uscì.
-Ti prego, oh Luna, proteggici tutti-
-Fammi capire bene ancora un’ultima volta…-
-Thomas, è la terza volta che te lo spiego!-
-Veramente, so che sei stupido, ma questo è troppo persino
per te!-
Thomas fulminò con lo sguardo sia Shade che Trudy.
-Tu principe stanne
fuori, non ti riguarda la cosa-
-Invece direi che mi riguarda eccome, dato che dovrò venire-
-Non siete obbligato altezza, anche se ammetto che la vostra
presenza sarebbe decisamente più utile che non una vostra assenza-
-Ma allora perché non lo fai organizzare a Shade
direttamente. Perché dovrei farlo io?-
-Zuccone di un conte che non sei. Te l’ho già spiegato il
perché: se sua altezza avesse organizzato una cosa simile si saprebbe già in
tutto il palazzo-
-Su questo la contessa ha ragione-
-Quindi volete dire che se io organizzo qualcosa non importa
niente a nessuno?-
Trudy alzò gli occhi al cielo e sospirò
-No Thomas, è solo che tu sei più famoso per organizzare le
cose all’ultimo momento e poi, se il principe organizzasse ora un piccolo
rinfresco proprio per domani, la marchese saprebbe immediatamente che dietro
tutto quanto c’è un preciso intento di evitarla-
-Ma è proprio per questo che mi stai obbligando ad aiutarti
o sbaglio?-
Trudy guardò in cerca di aiuto Shade
-La prego, altezza, può cercare di spiegarglielo lei? Evidentemente
io non ci riesco-
-Contessa, sarò anche un principe, ma non sono così bravo a
salvare casi disperati come il qui presente capitano delle guardie-
-Allora direi che siamo senza speranze-
-Direi proprio di si-
-Vi vorrei ricordare che state parlando di me e che io sono
qui davanti a voi-
Disse Thomas leggermente arrabbiato verso i due. Sia Trudy
che Shade lo guardarono fintamente innocenti. Poi Trudy, per l’ultima volta,
cercò di spiegare ancora a Thomas tutta la situazione
-Thomas, è chiaro che la marchesa saprà precisamente che
dietro il rifiuto di Rein per un impegno già preso per lo stesso giorno e ora,
ci sia il preciso intento di evitarla. Conosco bene Fanny da sapere che è tutto
tranne che una stupida. E proprio perché so che non è stupida, bisogna almeno
che l’inganno risulti credibile non agli occhi suoi, ma agli occhi della corte-
-Perché, simpatia o meno, Fanny è una marchesa, quindi una
dama di rango elevato e molto influente-
Disse Thomas. Trudy annuì
-Esatto. E se il principe venisse messo direttamente in
mezzo in questa situazione…-
-Sarebbe come far sembrare che i marchesi di Eldelberry
abbiano perso la fiducia della corte o peggio, che non siano persone degne
dell’amicizia reale-
-Il che sarebbe molto pericoloso, perché il marchese
Eldelberry è una persona potente oltre che influente e farselo nemico…-
-È una cosa di cui Rein o il qui presente principe non si
possono permettere-
Trudy annuì. Shade, visibilmente sorpreso dalla perspicacia
di Thomas, si trovò a guardarlo ammirato. Thomas, vedendolo, si trovò a
maledire che lui fosse lì, seduto nel suo ufficio in quel momento. Fino a
quando un pensiero non gli attraversò la testa, facendolo sorridere. Shade,
osservando quel sorriso, si trovò improvvisamente a disagio. Conosceva quel
sorriso e non prometteva niente di buono
-Thomas, cosa stai pensando?-
Thomas puntò un dito contro Shade
-In sostanza, tu sarai poi in debito con me-
Shade lo fissò perplesso
-In debito?-
Thomas annuì
-Dato che organizzerò l’evento, io salvo Rein da una
situazione difficile e le salvo la reputazione e integrità davanti a tutta la
corte-
-Thomas, non esagerare-
Cercò di minimizzare Trudy, che aveva capito fin troppo bene
cosa la mente di Thomas aveva pensato. Ma Thomas non la ascoltò o decise
semplicemente di ignorarla
-Come dicevo, dato che salvo Rein, che è sotto la tua responsabilità
come hai più volte detto, caro il mio principe, io salvo anche te, perché evito
di far si che Rein diventi vittima delle chiacchiere negative della tua corte.
Facendo questo faccio sì che la tua corte continui ad amarla, quindi a
continuare a farla stare al sicuro, contemporaneamente tu verrai elogiato
perché Rein qui è sana, salva, amata e protetta. In sintesi, io salvo lei, che
tu proteggi, quindi io salvo te-
Shade lo guardò perplesso
-La tua mente è contorta e malata-
-È così da quando ha sette anni. È caduto dal balcone del
primo piano di casa sua e dopo non è più stato lo stesso. Non che prima fosse
meglio-
-Non sono caduto, tu mi hai spinto-
-Io non ti ho spinto, non è colpa mia se ti sei spostato il
quel preciso momento e io ho accidentalmente preso te. Non miravo a te, miravo
a quella antipatica di Therese e…-
-Non rigirare la frittata, sei stata tu. Mi hai spinto di
sotto, con le tue mani-
-Sei caduto dal balcone?-
Thomas guardò Shade e annuì
-Si, e mi sono rotto anche il braccio. Ma non è questo il
punto. Il punto è che ti sto salvando il tuo reale fondoschiena-
-Io non credo proprio-
-Io invece direi di si-
-No-
-Si-
-No-
-Si-
-Thomas giuro…-
-Mi dispiace Shade ma è la realtà e te la farò pesare per il
resto dei miei giorni-
-Che saranno decisamente pochi se continui così, direi-
-Mi stai minacciando per caso?-
-Sono sorpreso che tu ci sia arrivato-
-Ti ricordo che io mi occupo della tua sicurezza-
-E io ti ricordo che sono il tuo principe-
-E questo dovrebbe per caso…-
-Volete finirla! Cosa avete cinque anni? Qui nessuno salva
nessuno, caso mai sono io quella che salva tutti quanti, dato che l’idea è mia.
Thomas, vedi di finirla e anche voi altezza. Che comportamento da gentiluomini
è mai questo?-
I due, ammutoliti, si voltarono verso Trudy. La donna aveva
incrociato le braccia al petto e li fissava, decisamente alterata. Shade
abbassò lo sguardo
-Grazie. Ora vogliamo tornare al punto importante della questione?-
Thomas e Shade annuirono
-Perfetto. Thomas, dammi un foglio e una penna-
-Perché?-
-Ti scrivo il nome delle persone da invitare-
-Credo di sapere chi invitare…-
Trudy sollevo un sopracciglio. Thomas, istintivamente, si
trovò a deglutire, a disagio
-Ma fai pure, anzi grazie per l’aiuto. Un tocco femminile
sarà sicuramente migliore del mio-
Trudy non rispose, ma si limitò a prendere il foglio e la
penna che il capitano le aveva passato e prese a scrivere in fretta una serie
di nomi. Nel frattempo Thomas e Shade si scambiarono uno sguardo di intesa.
Avevano entrambi capito che la cosa migliore, in quel momento, era lasciare
fare tutto a Trudy e stare in silenzio. E così fecero. Dopo qualche minuto, Trudy,
che aveva finito di scrivere, passò il foglio a Thomas
-Direi che le quattro è l’orario ideale per domani-
Azzardò timidamente Thomas. Trudy annuì
-Si direi che va bene-
-Se è una bella giornata che ne dici di prendere il the in giardino?-
Trudy sorrise
-Mi pare un’ottima idea-
-Molti occhi indiscreti ci osserveranno però-
Disse Shade. La contessa si voltò verso di lui e si trovò
d’accordo
-Avete ragione. Niente potrebbe impedire alla marchesa di
scendere in giardino e unirsi a noi, dopotutto-
-Sarebbe molto maleducata nel farlo però-
Disse Thomas
-No invece. È una dama di rango elevato, saremmo sgarbati
noi nel vederla e non invitarla ad unirsi-
Sentenziò Shade. Il principe aveva ragione, Thomas poteva
non conoscere la marchesa, ma Shade, in qualità di principe, non avrebbe potuto
non salutare la donna nel caso si fossero visti.
-Quindi niente giardino. Dovremmo farlo nella sala da the
del palazzo-
Disse tristemente Thomas, che già si era pregustato il
pomeriggio all’aria aperta e aveva visto naufragare la sua fantasia dopo appena
pochi secondi. Anche Trudy apparve leggermente abbattuta dall’idea.
-No invece, una soluzione perfetta c’è-
Thomas e Trudy si voltarono verso Shade. Il principe li
guardò sorridendo
-Il gazebo della regina-
Thomas, sentendo quelle parole si illuminò
-Shade, per quanto mi costi ammetterlo, sei un genio-
Shade gli sorrise in modo provocatorio, ma non replicò.
Trudy invece li guardava perplessi
-Posso sapere anche io per favore di cosa state parlando?-
-Il gazebo della regina è, come dice la parola stessa, un
gazebo, vero e proprio-
Disse Thomas
-Ancora non capisco però come si risolva il problema. Siamo
sempre nel giardino, quindi il problema rimane, no?-
Thomas fece cenno di no con la testa
-Il gazebo della regina si trova in un’area specifica del
giardino, circondato da un’alta siepe che forma un perimetro attorno al gazebo.
Ci sono quattro ingressi all’area, ma sono facilmente sorvegliabili e,
oltretutto, come suggerisce il nome, essendo un’area destinata principalmente
alla regina, è un’area privata all’interno del giardino reale, dove la famiglia
reale, di solito, può pranzare o fare piccoli ricevimenti durante la bella
stagione lontano da occhi troppo indiscreti. Si sta all’aperto, godendosi del
sole e allo stesso tempo è come stare al sicuro dentro le mura di un
appartamento privato-
Spiegò Thomas, raggiante. Shade continuò
-Possiamo usare quello spazio. La mia presenza giustificherà
la scelta del luogo e anche la presenza di guardie lungo il sentiero, così
nessuno potrà infilarsi di nascosto-
-Però se il passaggio è sorvegliato, nulla potrebbe impedire
alla marchesa di chiedere di essere presentata a voi, altezza-
-Basta solo dire che è stato dato loro ordine di non
disturbare, se non per gravi motivi. Perciò si scuseranno, ma saranno obbligati
a non ottemperare la richiesta della donna-
-E faremo in modo che gli invitati presentino l’invito
scritto, così non potrà mentire dicendo di essere stata invitata. Non potrà
entrare, per nessun motivo-
disse Thomas, soddisfatto della sua
idea. Trudy sorrise ai due
-Sapete, non siete male come coppia quando lavorate in
sinergia. Mi sembra tutto perfetto. Vado ad avvisare la principessa di questi
sviluppi allora-
Trudy si alzò dalla sedia e si avviò verso la porta. Prima
di uscire però, si girò verso Thomas e lo fulminò con lo sguardo
-Solo un piccolo avvertimento Thomas: commetti anche un
errore piccolissimo domani e giuro che racconto veramente cosa è successo al
tuo diciassettesimo compleanno-
Thomas deglutì, impallidì ma annuì. Shade stava per fare un
commento divertente, ma lo sguardo perentorio della contessa si era posato su
di lui
-Altezza?-
-Si contessa?-
-Per favore, non lo distraete. E comportatevi bene con la principessa
domani, l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è dare a Fanny un pettegolezzo su
voi due da far girare per l’intera corte. Sono stata chiara?-
Shade annuì. Soddisfatta, la donna si inchinò, salutò Thomas
e poi uscì. Quando la porta si richiuse, i due tirarono un sospiro di sollievo.
Poi Shade si voltò verso Thomas
-Ora capisco perché niente ti incute timore. Quella donna
quando vuole sa essere terrificante-
Thomas annuì
-E non hai visto niente. Questa è la Trudy ancora buona, ma
se la fai arrabbiare, arrabbiare sul serio intendo, meglio non essere nelle
vicinanze, credi a me-
Shade rabbrividì involontariamente. Poi sentenziò una frase
che trovò d’accordo anche Thomas
-Le donne sono veramente le creature più belle e
terrificanti del mondo-
I due rimasero qualche secondo in silenzio, poi Thomas batté
le mani sul tavolo della scrivania, facendo sobbalzare dallo spavento Shade
-Thomas, ma che…-
-Dobbiamo darci da fare! Shade, tu scrivi meglio di me,
occupati, quindi, degli inviti. Io vado in cucina, parlo con il cuoco e
organizzo il menù per domani pomeriggio-
-Mi hai appena dato un ordine, capitano?-
Thomas, però, troppo concentrato nei suoi pensieri, non
sentì affatto la frase di Shade, o decise, bellamente, di ignorarlo
-Dopo la cucina, vado dal tuo cameriere personale e lo informo
di preparare tutto al gazebo della regina. Anzi, meglio che te ne occupi tu,
lui dà più retta a te che a me. No, meglio ancora, mi occupo io di tutto, non
chiamare o fare niente. In più mi occuperò delle guardie e del servizio di
sicurezza di domani. Sarà meglio che mi scelga qualche persona di fiducia,
almeno saprò di contare sulla loro lealtà. Perfetto, direi che abbiamo un bel
lavoro da fare-
Detto questo si avviò alla porta, ignorando totalmente Shade, che lo guardava. Arrivato sulla porta, si voltò
verso di lui
-Mi raccomando, aggiungi agli invitati anche il conte
Nicholanos. È simpatico e di compagnia, ci servirà. Ci vediamo tra un’ora nel
tuo studio, d’accordo? Anzi, facciamo due. Io vado-
-Thomas aspetta!-
Shade si alzò dalla sedia e tentò di fermare il capitano,
che però era già sparito. Stava per lanciargli una maledizione, quando la testa
di Thomas fece capolino dalla porta
-Shade una cosa…-
Shade, sorpreso, lo guardò
-Che c’è ancora?-
-Mi raccomando, scrivi bene gli inviti. L’ultima cosa che voglio
è che Trudy se la prenda con me. So che tu ci tieni, ma io non ho alcuna
intenzione di far sapere niente, e ribadisco, niente di quel dannato
compleanno. Quindi fai tutto per bene, mi raccomando-
Thomas guardò sorridente Shade, poi sparì di nuovo, veloce
come era ricomparso. Shade rimase qualche secondo fermo, immobile, paralizzato.
Due guardie che passavano davanti allo studio del loro capitano per il consueto
giro di ronda, furono terribilmente sorpresi quando videro uscire dalla porta
il loro principe, infuriato, che urlava contro l’aria
-Thomas! Giuro che ti faccio decapitare e appendo la tua
testa alle mura del castello! Mi hai sentito?-
E detto questo, se ne andò nel suo studio, a fare ciò che
Thomas gli aveva chiesto. I due uomini, che erano rimasti fermi immobili alla
vista del principe, aspettarono a parlare fino a quando Shade non fosse scomparso
dalla loro vista. Solo a quel punto, si mossero
-Credi che dovremmo avvisare il capitano della minaccia di
morte del principe?-
L’altra guardia, a più tempo a servizio della famiglia
reale, scosse la testa
-Se avessi dovuto avvisare il capitano ogni volta che il
principe lo minaccia di morte, rischierei di non svolgere mai il mio lavoro.
Forza, continuiamo la ronda, che è meglio-
Charlotte camminava senza meta per il giardino. Suo cugino
si era chiuso nello studio, a lavorare, lasciandola sola, di nuovo. Aveva
provato a passare un po’ il tempo a leggere o riordinare le sue cose in vista
della sua partenza, che sarebbe stata tra qualche giorno, ma riordinare e
rassettare non rientrava tra le cose che amava fare di più. Così aveva lasciato
tutto e si era diretta verso il giardino, per sgranchirsi un po’ le gambe e
godersi il caldo del sole primaverile sul viso. Aveva avuto, per un attimo,
l’idea di andare ad invitare la principessa e fare un giro insieme, ma si era
detta che sicuramente Rein doveva avere qualcosa di molto più importante da
fare che non perdere tempo con lei. Aveva pensato alla viscontessa Marimbon o alla baronessa di Ugival,
ma con sua enorme sorpresa, si era accorta di non sapere in che ala del palazzo
alloggiassero le due dame, e non aveva avuto voglia di chiamare una cameriera e
non sapere dove mandarla. Così si era trovata da sola, a camminare. Tuttavia la
vista del giardino, con i suoi sentieri immersi nel verde e le aiuole piene di
boccioli pronti a sbocciare, le avevano presto fatto dimenticare la solitudine.
Era intenta a camminare nel silenzio e nella tranquillità, quando
all’improvviso, un rumore di passi e alcune voci la fecero voltare. Verso di
lei stavano arrivando alcune guardie reali, con in testa il loro capitano, che
gesticolava e indicava alcune cose agli uomini. Quando il gruppo fu abbastanza
vicino, Charlotte si trovò a fare un cenno di saluto a Thomas
-Conte d’Orvail, buongiorno-
Thomas, totalmente sorpreso di sentirsi chiamare da una
donna, si fermò davanti a lei meravigliato e sorpreso.
-Buongiorno a voi-
Disse. Charlotte gli sorrise
-Devo per caso spaventarmi vista la presenza delle guardie
reali e di voi qui nel giardino questa mattina?-
Thomas la fissò interdetto
-Vi prego di non fare caso a noi, milady, e al nostro
passaggio. Il giardino è assolutamente tranquillo, non ve ne preoccupate-
Le parole di Thomas era dure e prive di tatto. Charlotte si
sentì mortificata
-Non intendevo insinuare che non lo fosse, io cercavo solo…-
Charlotte sentì le guance imporporarsi dall’imbarazzo e
abbassò lo sguardo, mortificata. Ma cosa le passava per la testa? Come aveva
potuto anche solo pensare di insinuare, con il capitano della guardia reale,
che il giardino non fosse un posto sicuro? Se avesse potuto fare aprire una
voragine nel terreno e sparirci dentro, lo avrebbe fatto. Ad un tratto, vide spuntare nel suo campo
visivo, una mano che stringeva un fazzoletto. Sorpresa, alzò di scatto il volto
e vide Thomas che le stava sorridendo tranquillo, forse un po’ imbarazzato e le
porgeva un fazzoletto
-Scusate, credevo poteste piangere e quindi ho pensato…-
Fu il turno di Thomas di non finire la frase a balbettare un
poco e Charlotte, presa dall’assurdità della situazione, scoppiò a ridere. Il
suono cristallino e vivace della sua risata contagiò anche Thomas.
-Scusatemi capitano, sono un disastro nella conversazione
temo-
Thomas scosse la testa
-Non vi scusate, sono stato troppo duro io con voi. Troppi
pensieri per la testa, vi chiedo perdono. Sapevo che la vostra frase non
alludeva a niente di preciso, è che mi avete colto un attimo alla sprovvista.
Vi chiedo di perdonarmi dal profondo del vostro cuore-
Charlotte si trovò a scuotere la testa
-Non dovete scusarvi voi, ma io. Sono desolata, veramente.
Vi ho offeso mettendo in dubbio il vostro lavoro, sono mortificata, non volevo
offendervi-
-E non lo avete fatto milady, ve lo assicuro-
Charlotte alzò lo sguardo su di lui, perplessa
-Ne siete sicuro?-
Thomas annuì
-Sicurissimo milady, parola di capitano-
-Però vi ho distratto dal vostro lavoro e…-
-Ma che dite! Non dovete nemmeno pensarlo, anzi è
decisamente piacevole prendere una pausa ogni tanto, soprattutto se nel farlo,
mi trovo a parlare con una bella fanciulla come voi-
Charlotte arrossì una seconda volta, ma invece di abbassare
lo sguardo, riuscì a sostenere lo sguardo in quello di Thomas
-A proposito, cosa porta voi qui tutta sola nel giardino reale?-
Le chiese all’improvviso
-Una passeggiata-
Thomas inarcò un sopracciglio, interdetto
-Senza compagnia? Mi rifiuto di pensare che ci possa essere
qualcuno a palazzo che vi possa ignorare così-
Charlotte si trovò a ridacchiare
-Non conosco molte persone qui a palazzo e, come
immaginerete, mio cugino è troppo impegnato ultimamente per passare del tempo
con me. E dato che è lui che conosce molte più persone di me, mi trovo sola. Ma
non è un dispiacere, il giardino è così bello che mi basta questa vista per
stare bene. Certo, mi rammarico che mio cugino non possa goderne con me, lui
ama la natura-
Charlotte vide Thomas aggrottare leggermente le sopracciglia
-Vostro cugino?-
Charlotte annuì
-Si certo. Come sapete lui ama passeggiare. O forse non ve
l’ha detto ancora. Scusate, davo per scontato che, visto che vi siete visti
spesso in questi giorni, avesse avuto la possibilità di parlarvene. Ma si lui
adora passeggiare nel verde, lo aiuta a schiarirsi le idee, o almeno è quello
che mi dice sempre-
Thomas la fissò sconvolto e a bocca aperta. Si trovò a
balbettare, più che a rispondere a Charlotte
-Conosco vostro cugino?-
La baronessa lo guardò un secondo, presa in contropiede, ma
alla vista degli occhi sbarrati Thomas, una consapevolezza scese su di lei
-Non mi avete riconosciuta-
Thomas scosse il capo. Charlotte si sentì morire di vergogna
e, presa dall’agitazione, iniziò a parlare in modo agitato
-Certo come potevo anche solo pensare che uno come voi si
potesse ricordare di me. sono veramente una stupida,
oddio, ma come ho anche potuto solo pensarlo?-
Mortificata, spostò lo sguardo da quello del capitano e lo
puntò a terra. Thomas, totalmente incapace di sapere cosa fare, si trovò a
sospirare e a preoccuparsi per la giovane davanti a lui che vedeva in quello
stato così desolato. Dopotutto era colpa sua se li aveva messi in quella
situazione
-Sono desolato io, milady, no sentitevi così, ve ne prego. Non
vi ho riconosciuta, e vi chiedo perdono-
Charlotte, nonostante l’imbarazzo, alzò lo sguardo e vide
gli occhi sinceramente dispiaciuto di Thomas. A quella vista, si diede ancora
della stupida, ma cercò di rimediare nel solo modo che le veniva in mente.
Afferrò un lembo del suo vestito ed eseguì un perfetto inchino al capitano
delle guardie, presentandosi
-Sono Charlotte di Amoundgnac, figlia del fu barone William
di Amoundgnac, cugina del conte Philip di Hoteval,
nuovo ministro del tesoro e delle finanze del regno della Luna-
Thomas la guardò allibito
-Siete la cugina di Philip!-
Charlotte annuì
-La sola e unica-
Thomas, colpito dalla rivelazione si inchinò a sua volta
alla donna
-Ma certo, ora ricordo. Ci siamo visti anche alla colazione
qualche mattina fa organizzata da sua maestà. Baronessa, perdonatemi, sono
terribilmente mortificato per non avervi riconosciuta all’istante. Scusatemi-
Charlotte scosse la testa
-Non vi preoccupate, anzi, sono io che ho dato per scontato
il fatto che qualcuno come voi potesse ricordarsi di qualcuno come me. Dopotutto
immagino siano talmente tanto le persone che incontriate ogni giorno, che una
semplice baronessa come me possa passare inosservata-
Thomas la guardò mortificato
-Non dite così. Vi posso assicurare, che di certo non
passate inosservata. È che le ultime due settimane sono state decisamente piene
di eventi e cose a cui pensare, quindi la mia attenzione è stata presa da così tante
cose che non riesco nemmeno a ricordarmi il viso di una bellissima fanciulla
come voi. Vi prego di accettare le mie più sincere scuse-
-Io non devo accettare nessuna scusa. Siete voi che lo
dovete fare-
-Vi ripeto che io vi domando scusa-
Charlotte lo guardò e si trovò a sorridere per tutta quella
strana situazione.
-Visto che entrambi ci sentiamo in colpa, che ne dite di
passarci sopra e dimenticare il tutto?-
Thomas si trovò a sorridere alla proposta e senza esitare,
afferrò la mano di Charlotte e le fece un perfetto baciamano
-Baronessa, mi trovare perfettamente d’accordo. E vi
assicuro, che da ora in poi, il vostro viso non mi passerà più di mente-
-Ci conto allora-
Thomas scoppiò a ridere, e Charlotte lo seguì poco dopo. Intanto,
il gruppo di guardie che era assieme a Thomas, che era rimasto poco distante
dalla coppia per tutto il tempo, attirò l’attenzione di Thomas e lo riportò ai
suoi doveri.
-Baronessa, perdonatemi, ma temo di essermi trattenuto fin
troppo con voi. La vostra compagnia è decisamente più piacevole di quella degli
uomini alle mie spalle, ma temo che il dovere mi chiami-
Charlotte annuì
-Ma certo, anzi, scusate per avervi trattenuto più del
dovuto-
Thomas le lanciò uno dei suoi sguardi divertiti
-Sbaglio o avevamo detto di smettere di scusarci a vicenda?-
Charlotte si trovò ad arrossire e ad annuire
-È vero. Sono stata proprio io a proporlo, non me ne
dimentico-
Thomas ridacchiò a quelle parole
-Baronessa, è stato un piacere. Vi auguro una buona
passeggiata-
-Grazie e buon lavoro capitano-
Thomas le fece un piccolo inchino, poi si voltò verso le
guardie che lo aspettavano e si avviò. Charlotte rimase a fissare il gruppo che
si allontanava, quando all’improvviso, Thomas si voltò e tornò di corsa verso
di lei.
-Baronessa, se ho capito bene siete libera al momento, giusto?-
Charlotte annuì
-Si, sono libera-
Thomas sfoderò il suo sorriso più smagliante
-Che ne dite, allora, di aiutare un povero capitano delle guardie?-
-Aiutarvi?-
Chiese meravigliata. Thomas annuì
-Sto organizzando un piccolo rinfresco per domani
pomeriggio-
-Un rinfresco?-
-Per celebrare la carica di vostro cugino a nuovo ministro-
-Volete organizzare un ricevimento per mio cugino?-
-Si. Anzi, perdonatemi, ma non ho ancora avuto modo di
mandare gli inviti, credo. Siete invitata, naturalmente, spero accetterete-
Charlotte lo guardò e scoppiò a ridere
-Sarebbe divertente se vi aiutassi ad organizzarlo e poi non
mi presentassi, non trovate?-
Thomas si lasciò andare ad un suo solito sorriso
-Avete ragione. Allora, come mia ospite, mi volete aiutare?
Di certo conoscete meglio di me vostro cugino-
Charlotte ridacchiò ma si trovò ad annuire
-Anche se ho una agenda fitta di impegni, credo di potere
trovare un piccolo spazio per potervi aiutare, capitano. Ma solo ad una condizione-
-Quale sarebbe?-
-Almeno metà del banchetto deve essere a base di cioccolato-
Thomas la fissò un attimo perplesso, poi scoppiò a ridere,
annuendo
-Direi che si può fare, baronessa-
Charlotte sorrise, contenta. La giornata aveva preso una
piega decisamente inaspettata, ma era una piega decisamente piacevole e
allegra. Thomas le porse il braccio e lei lo accettò volentieri.
-Allora, baronessa, cosa possiamo fare per far sì che vostro
cugino sia contento e soddisfatto del mio ricevimento in suo onore?-
-Non vi preoccupate, capitano, sarò giovane, ma se c’è una
cosa che so fare bene è fare star bene mio cugino e realizzare qualcosa di suo
gradimento. Fidatevi di me, sarà un successo-
-Ho un brutto presentimento su tutta questa storia-
Shade fissò perplesso il conte di Hoteval.
-Si tratta solo di un piccolo rinfresco, conte, non ci vedo
niente di allarmante-
Philip si trovò a scuotere la testa, poco convinto
-Non è per il rinfresco è che…-
-Se siete preoccupato per il fatto che sia Thomas ad organizzarlo,
state tranquillo. Non metterà niente di alcolico, questa volta-
Philip fece un piccolo sorriso, ma tornò subito serio
-Non si tratta nemmeno di questo, altezza-
-Allora posso sapere quale sia la fonte delle vostre preoccupazioni?-
Philip puntò lo sguardo su Shade. Era la prima volta che i
due parlavano, da soli, dopo la loro discussione sulla scalinata. Il principe
non poteva negare di provare ancora un certo senso di inquietudine nel trovarsi
di nuovo solo con lui, ma aveva deciso che la cosa migliore fosse ignorare ciò
che era successo. Non aveva minimamente voglia di riprendere la conversazione
di quella sera, se il conte era interessato, avrebbe potuto farlo lui.
-In realtà, altezza, sono un po’ imbarazzato a dirlo ad alta
voce-
Shade sgranò gli occhi per lo stupore.
-Conte, sappiate che tutto quello che mi direte rimarrà tra
noi, all’interno di questo ufficio. Se avete dei dubbi, vi prego, sono anche qui
per questo, non solo per comandare-
Philip abbassò lo sguardo ed evitò il contatto diretto con
Shade. E il principe capì subito cosa fosse il motivo di imbarazzo
-Si tratta della principessa, non è vero?-
Philip alzò lo sguardo di scatto e fissò il volto di Shade. Dopo
qualche secondo, il conte si trovò ad annuire
-Temo di si, altezza-
-Non desiderate la sua compagnia?-
-No, altezza, assolutamente no-
-Allora non vedo il problema-
-Non vorrei…-
Philip si bloccò e non terminò la frase. Shade lo fissò, in
attesa.
-Non vorrei creare un certo tipo di voci, altezza-
-Di che voci parlate, conte?-
Shade aveva capito perfettamente cosa stava insinuando
Philip, ma non lo avrebbe aiutato in quella circostanza. Un leggero senso di gelosia
lo pervase. L’idea che potessero girare delle voci su un presunto favoritismo
di Rein nei confronti di Philip lo faceva infuriare più di quanto volesse ammettere a se
stesso. Sapeva che era una cosa
irrazionale, probabilmente ci sarebbero stati voci del genere comunque su Rein, doveva aspettarsi, infatti, prima o poi, che qualcuno
sollevasse un certo interesse per il legame di amicizia che si stava formando
tra Rein e Thomas, per esempio, ma quel pensiero non lo disturbava. Invece,
pensare anche solo a Rein e Philip, e che qualcuno
potesse anche solo insinuare qualcosa… quello non lo accettava. Tuttavia
avrebbe fatto dire al conte quelle parole, se necessario, non le avrebbe
espresse lui ad alta voce. Era una piccola ripicca, lo sapeva, del tutto
ingiustificata tra l’altro, ma sperava che facendo ciò si sarebbe sentito
meglio, anche se una voce nella sua testa gli stava dicendo che si stava
comportando come un bambino.
-Altezza, sono preoccupato per le ripercussioni che la
principessa potrà avere nel partecipare a questo evento-
Shade fissò Philip e un piccolo sorriso di soddisfazione gli
attraversò il volto, cosa che non sfuggì al conte.
-Trovate divertente le mie preoccupazioni?-
Chiese Philip, perplesso. Shade si ricompose e guardò
attentamente il conte
-No affatto-
-Allora non capisco perché stavate…-
-Conte, chiariamo subito una cosa. Gli inviti verranno
spediti a nome del capitano delle guardie reali e dato, il legame di amicizia
tra lui e la principessa, non vedo perché Rein dovrebbe trovare un motivo per
non andarci. Se dovete proprio pensare, credo che potrebbero iniziare a girare
voci più su un legame profondo tra Rein e Thomas, che non tra lei e voi-
Philip rimase un attimo in silenzio prima di trovare le
parole per rispondere al principe
-Credo mi abbiate frainteso, altezza-
Shade guardò un attimo allibito il conte
-Come? Avete detto voi che…-
-Temo per le ripercussioni provocate dall’evitare un
incontro con la marchesa di Eldelberry, non che si possa parlare di un legame
tra me e lei. Tra l’altro, se mi preoccupassi di tali voci, non sarei andato a
trovare la principessa, da solo-
-Voi avete fatto che cosa?-
Urlò quasi Shade, sbattendo le
mani sulla scrivania. Questa volte fu il turno di Philip di sorridere un
attimo. Una piccola rivincita per lui
-Eseguivo i vostri ordini, altezza-
-Non mi pare proprio di avervi detto di andare a trovare la
principessa da sola-
-No, ma mi avete chiesto di occuparmi della sua rendita o
sbaglio, vostra altezza?-
Shade lo guardò e si trovò a maledirsi da solo. Si era
lasciato andare, rivelando troppo di se stesso.
-Avete provveduto di già?-
Chiese, cercando di ricomporsi. Philip annuì
-Mi avevate chiesto la massima urgenza e ho obbedito-
Shade annuì e si portò una mano sul volto, sconfitto e
imbarazzato
-Perdonatemi conte io non…-
-No altezza, volevate. Ma vi posso capire-
Shade lo guardò
-Mi capite?-
Philip annuì
-Rimarrà tra di noi, altezza, e non vi preoccupate, non
corteggerò la principessa. Tuttavia, non potete impedirmi di provare sentimenti
di ammirazione per lei-
-Ammirazione?-
Philip si trovò ad arrossire leggermente
-Spero che voi, come principe e come uomo d’onore, lascerete
che io serbi ciò che provo nel mio cuore e lasci solo trasparire una viva
ammirazione senza essere interrogato più del dovuto. Sarete anche il mio
principe e futuro re, ma ci sono limiti anche per voi, altezza. E non credo di
essere tenuto a rivelare i sentimenti che albergano nel mio cuore-
Shade si mise dritto sulla schiena e fissò Philip negli
occhi
-Avete ragione, conte, ci sono limiti anche per un principe.
Vi chiedo scusa è che, dalla nostra discussione dell’altra sera, non ho potuto
fare a meno di pensare che avreste veramente una chance con Rein. Siete un uomo
onesto, integro, di alta levatura morale. Mi sentieri fortunato se un giorno
mia sorella potesse provare sentimenti per un uomo simile a voi, perciò, sarei
un ipocrita se non pensassi che se poteste andare bene per mia sorella, a
livello ipotetico, che è una principessa, non potreste andare bene anche per
Rein-
Philip si trovò ad arrossire leggermente
-Grazie per la vostra considerazione, altezza, tuttavia, la
strada per il cuore di una donna è decisamente più complicata. Non bastano solo
le cose che avete detto voi-
-Sono però una buona partenza-
-Ma non bastano. Ci vuole affinità, ci vuole qualcosa che
unisca due persone a livello più profondo. Bisogna che siano le anime a riconoscersi
come simili. Si può avere caratteri diversi, si può pensare di volere una cosa
e poi, invece, ci si trova innamorati dell’esatto opposto. Se mi aveste
chiesto, quando ero più giovane, che tipo di donna volessi al mio fianco, vi
avrei detto una donna posata, educata, discreta e poco incline agli eventi
mondani, qualcuna che preferisse una vita riparata e modesta in campagna. La
mia Lucille era certamente educata e posata, ma era rumorosa, chiacchierona e piena
di vita. Organizzava più ricevimenti in uno stesso giorno e mi obbligava ad
andare ovunque. E la cosa assurda, è che io adoravo andare con lei, ovunque mi
portasse. Elinor non era certamente il tipo di donna che pensavo adatto a me,
eppure era l’unica donna perfetta per me-
Shade ascoltò il discorso in silenzio, senza sapere cosa
dire, perché sapeva che le parole di Philip erano vere. Si poteva essere
perfettamente compatibili con qualcuno sulla carta, ma poi dal vivo poteva non
essere affatto così.
-Siete un uomo saggio, conte, e io mi sento mortificato come
un bambino piccolo. Vi chiedo scusa, per tutto. Io non so cosa mi stia
accadendo in questo periodo e mi comporto da stupido. Perdonatemi, ve ne prego-
Philip scosse la testa
-Non dovete scusarvi, altezza. Credo che a parti inverse,
avrei fatto esattamente come voi. Credo concorderemo che una donna bella e
ammagliante come la principessa sia difficile da dimenticare una volta
conosciuta-
Shade sorrise e annuì
-Mi trovate d’accordo. E avete anche ragione, sul vostro
preoccuparvi della marchesa di Eldelberry-
-È una donna potente, il marchesato ha sempre avuto notevole
influenza qui a corte-
Shade annuì
-Lo so, ma mi fido del giudizio di Rein. Se ha acconsentito
a questo piccolo stratagemma per evitare un incontro, avrà avuto le sue ragioni
e sono certo che saprà trovare una soluzione al problema. Dopotutto, è vero
anche che voi ora siete un ministro di questo regno e un ministro importante,
aggiungerei. Se ci pensate, sarebbe stato scortese per la principessa non
presentarsi, dato che vive qui ormai, ad un ricevimento organizzato in vostro
onore. E poi, data la mia presenza domani, direi che è quasi scontato che
dovesse esserci anche lei. Così ci sarà un perfetto bilanciamento per le parti-
Philip annuì
-Allora spero vivamente che la marchesa non si metta contro di
me. Non ho così tanta influenza a corte, temo, anche se posso contare sul
vostro appoggio-
-Ma avrete influenza, conte, non vi sottovalutate. Gestite
il denaro del regno, fidatevi, tempo qualche giorno e inizierà ad arrivare una
impressionante pila di inviti per voi-
-Sono già iniziati ad arrivare, ad essere onesto-
Disse quasi sconsolato Philip. Shade si trovò a sorridere
-Sono contento di vedervi così poco incline ad essi. Il
vostro predecessore, al contrario, amava fin troppo andare a questi eventi, tralasciando
spesso il suo lavoro-
-Di questo non dovrete preoccuparvi, altezza-
-Ma ad alcuni dovrete andare. Non potete ignorarli tutti-
-Ma…-
-Niente ma, conte. Siete un ministro del mio regno, ci sono
eventi che non potrete evitare e incontri a cui dovrete andare, anche in mia
vece se fosse necessario-
Philip sospirò ma annuì
-Come desiderate, altezza-
-E poi questi incontri vi possono permettere di farvi
conoscere e anche di far conoscere vostra cugina. Immagino vogliate il meglio
per lei-
Philip annuì
-Certamente altezza-
Shade gli sorrise
-Ognuno la sua croce, conte. Io ho il peso della corona, voi
il peso di un ministero. Dovrete sopportare qualche chiacchiera vuota di tanto
in tanto, anche se penso sarete in grado di gestirlo-
Philip annuì
-Si posso farlo-
Shade annuì.
-Bene, conte, che ne dite ora di scendere su un campo più
neutrale e iniziare a parlare di conti? Dopotutto siete venuto qui per questo,
giusto? Sono stato io ad approfittare della vostra presenza per mettervi a
corrente degli ultimi sviluppi-
-Certo maestà, iniziamo allora. Temo, altezza, che ci siano
alcuni conti da tagliare e…-
Il rumore di un vaso che si infrangeva contro la parete face
alzare gli occhi dal libro al marchese di Eldelberry. Sua moglie, decisamente
arrabbiata, stava scagliando qualsiasi cosa trovasse contro il muro o contro il
pavimento e a quanto pare, dopo cuscini libri e piatti, era stato il turno del
vaso di fiori. Ethan guardò la pozza d’acqua allargarsi sul pavimento
-Ti sembra un comportamento degno di una marchesa?-
Fanny lo ignorò e continuò a camminare avanti e indietro,
arrabbiata. Ethan tornò al suo libro, incurante. Quando Fanny si trovava in
quello stato mentale, era meglio lasciarla stare, anzi era meglio lasciarla
stasera sempre. L’ultima cosa che voleva era essere lui al centro della sua ira
o delle sue attenzione o di qualsiasi cosa che stesse tramando.
-Mi ero informata. Evidentemente quella stupida di una
cameriera non ha saputo nemmeno fare il suo dovere. Dovrei mandarla a lavorare
in miniera-
-Al ritmo con cui cambi cameriere e domestici, finirai per
far sì che nessuno voglia più lavorare per te-
Fanny guardò suo marito, sprezzante
-Sono tutti un branco di incapaci-
-Oppure sei tu che non sei all’altezza-
Fanny andò vicino a suo marito e poggiò la mani sui braccioli
della sedia su cui era seduto
-Io sono all’altezza, non scordarlo mai-
-Allora spiegami come mai ti sei trovata con un rifiuto al
tuo evento dato che avevi “tutto sotto controllo” se non sbaglio-
Fanny fulminò suo marito con lo sguardo, poi si allontanò
-Perché ho delegato, quando dovevo occuparmene io di
persona. Un errore che non farò più. Dopotutto, sappiamo entrambi quanto io sia
abile in quello che faccio-
Questa volta fu il turno di Ethan di fulminare Fanny con lo
sguardo, ma per tutta risposta lei lo ignorò
-Non mi perderò d’animo. Organizzerò il miglior ricevimento
che si sia mai visto a palazzo negli ultimi anni. La principessa rimpiangerà di
non avere partecipato al mio the-
-Di certo la confidenza non ti manca-
-Se non sbaglio è stata la mia confidenza a farmi diventare
marchesa-
-Io direi più i tuoi giochetti, mia cara-
-Però con te hanno funzionato, o sbaglio, marchese?-
Ethan, che ne aveva abbastanza delle parole di sua moglie,
lasciò il libro che aveva in mano e si alzò, allontanandosi
-Dove vai?-
-Ho da fare-
-Cosa? Andare a corteggiare la prima donna che passa?-
-Sempre meglio che stare ad ascoltare le tue chiacchiere
vuote e inutili-
-Vai da lei per caso? Se non sbaglio non vi siete ancora
visti da quando siamo a palazzo. Chissà, magari evita accuratamente di
incrociare la tua strada, ci hai pensato?-
Ethan si voltò e si avvicinò velocemente a sua moglie. La
prese per un braccio e la spinse contro il muro
-Non ti azzardare a parlarmi così-
Fanny gli sorrise, sfacciata
-Che paura, marchese. Giuro non lo farò più-
Il tono canzonatorio di Fanny fecero infuriare ancora di più
Ethan che strinse il braccio di sua moglie più forte, torcendolo. Uno sguardo
di sofferenza passò sul volto di Fanny
-Mi lascerai il segno, lasciami-
-Io faccio quello che voglio. Ricordati il nostro accordo:
sei marchesa, puoi fare ciò che vuoi, puoi tramare quanto ti pare, ma non
permetterti di mettere in imbarazzo il nome che porti. Io farò la mia vita, tu
la tua, ma il marchesato e il nome degli Eldelberry
non devono essere infangato. E non fare mai più allusioni a lei, sono stato
chiaro? O giuro che finirai spedita molto lontano dalla corte e isolata. Sono
tuo marito, posso decidere di farti fare la vita che voglio e mi piacerebbe
molto farlo, ricordatelo bene. Sei qui solo per il patto che abbiamo stretto.
Non lo scordare-
Un velo di paura passò sul volto di Fanny, che annuì
-Scusami, non lo farò più-
-Sarà meglio-
Ethan le lasciò il braccio e si allontanò. In effetti un
segno rosso si stava formando sul braccio chiaro della moglie, ma poco gli
importava. Si avviò verso l’uscita
-Domani devi esserci però. Conto sulla tua presenza. Mi hai
capito Ethan?-
-So quali sono i miei doveri di marito e di marchese, Fanny.
Ci sarò-
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🐣 Buona Pasqua a tutti! 🐣
Ciao a tutti! Sorpresa! Ci tenevo a portarvi un nuovo
capitolo per questa pasqua, ci tenevo a farvi un piccolo regalo, per
ringraziarvi di tutto il sostegno! Spero, quindi, che lo gradirete!
Che vi avevo detto? La mia Charlotte sta venendo fuori ed è
perfetta con Thomas, che dite? Quei due sono le anime pure di questa storia,
dolci, leali e spontanei. Mi è piaciuto un sacco farli incontrare così, per
caso, e al solo pensiero che siano loro due ad occuparsi di tutto i preparativi
mi fa immaginare solo che sarà tutto perfetto, allegro, festoso e felice.
Questo è il capitolo di Trudy alla riscossa. So che è
disdicevole tramare contro un personaggio, soprattutto quando sono io ad averlo
inventato, ma non provo molta simpatia per Fanny, volevo farle un piccolo
dispetto, e oltretutto, credo che la scena finale possa essere molto
rivelatoria del carattere della finta innocente marchesa. Si, ce ne saranno
delle belle tra le nostre eroine e lei, mi divertirò a scriverle e temo proprio
che scoppierà una lotta di corte.
Ora parte invece il toto firma: come credete che
abbia firmato Rein alla fine? Fatemi sapere cosa ne
pensate, anche se spero di prevedere con accuratezza le vostre rispose. Mi
piacerebbe fare un sondaggio, ma non so come fare, quindi spero di azzeccare la
maggioranza delle vostre decisioni.
Ovviamente la regina indiscussa è in assoluto lei, Moon
Maria, donna dalla saggezza infinita. Sapete, per un secondo ho seriamente
pensato di scrivere una serie spin off sulla giovinezza di Moon Maria e di Skyler, ma poi mi sono accorta dell’enorme mole di cose che
ci sono ancora da raccontare qui, ed è meglio che non mi faccia distrarre più
del dovuto. Magari in un futuro… Per ora, se devo parlare dei tre anni di Rein a corte e siamo solo alla prima settimana la vedo dura
XD anche se aspettatevi ogni tanto qualche salto temporale, non cose assurde,
ma qualche settimana si. Se no non andiamo più avanti e per quanto vi possa
piacere la storia, non posso raccontare ogni giorno descrivendo magari il
niente. Quindi si, tra poco la storia prenderà un po’ una accelerata almeno per
arrivare ai momenti succosi del racconto. Non vi preoccupate, farò le cose per
bene.
Philip mi piace come uomo. Mi piace come si compiaccia di
avere ottenuto una piccola rivincita su Shade. Ma
chissà cosa prova realmente per Rein, se è veramente
solo ammirazione o qualcosa di più. Per ora non si sa, ma so che nonostante
tutto, è un gran bel personaggio e spero che si faccia apprezzare per ciò che
è.
Bene, io chiudo qui questa parentesi, se no sarei capace di
andare avanti per ore a parlarvi e a spoleirare la
storia. So che forse voi sareste contenti, ma non me lo posso permettere XD.
Come sempre grazie infinite per leggere la storia,
veramente, stiamo aumentando io vi adoro. Grazie anche a chi commenta sempre, grazie
a chi legge solo, grazie per trovare del tempo per venire a leggere ciò che
scrivo, grazie di cuore e come ogni volta, se volete lasciarmi una recensione e
farmi sapere cosa ne pensate, a me fa sempre piacere.
Io vi saluto, non prima però di dirvi che dato che questa è
una uscita speciale, a fine mese
troverete un altro capitolo! Si, avete letto bene, due capitoli questo
mese quindi doppia gioia.
Ancora tanti auguri di buona pasqua. Spero, nonostante tutto
quello che sta succedendo e quello che stiamo vivendo, che stiate tutti bene e
che possiate passare dei giorni sereni e in tranquillità con le persone a cui
volete bene.
Io vi mando tutto il mio affetto, vi mando un bacio e un
abbraccio, ci vediamo a fine mese, la vostra, come sempre
Juls