4.
Estate
arriva all’improvviso
Fu
proprio in un momento imprevisto, che
il Bosco Millenario si riempì del profumo del mare e dei fiori di
campo. Uno scalpiccio
frenetico di zoccoli rimbombava tra gli alberi e faceva vibrare la
terra. Una miriade
di cavalli, purissimi destrieri dai diversi manti, galoppavano
trascinando
dietro di loro una portantina dorata come i raggi del sole. Il
cocchiere, un
grillo un poco brillo, suonava allegramente il violino al ritmo di una
vivace
ballata estiva. I cavalli, seguendo il ritmo del violoncellista,
galoppavano
allegramente, espandendo i loro nitriti nell’aria. Il grillo suonava
quel
violino come un’artista: mille e mille scintille dorate sprizzavano
dalla lunga
asta e le corde stridevano armoniose, come fossero il vento d’una sera
d’estate.
E proprio Estate, in quella portantina, se ne stava comodo comodo come
nulla
gli importasse. Quando arrivo, arrivo, si disse, io vengo sempre
all’improvviso!
Abbassando il finestrino, lasciò che il suono del violino entrasse
nella
portantina e che i polmoni si riempissero del profumo del mare. Il
grillo, con
le zampe posteriori, s’asciugò la fronte con un grosso fazzoletto a
pois. Sebbene
la brezza serale, faceva pur sempre caldo, Estate non si risparmiava
nemmeno
per la corsa! Per un attimo si prese una pausa. Estrasse dal sedile un
grosso
bibitone ghiacciato e ne tracannò mezzo, poi riprese subito il violino,
recuperando il ritmo che s’era andato rallentando. Le note uscirono un
poco
storte! Che diavolo c’era in quella bibita?! Dannato grillo ubriacone,
pensò
tra sé Estate, cosa si è messo nel bibitone? I cavalli andavano di qua
e di là,
ondeggiando come l’archetto del violino, mentre il grillo singhiozzava
e, con
gli occhi torbi, più nessuna nota ricordava. La portantina procedeva
zigzagando
e le creature del bosco tutte si allontanavano. Alla fine i fumi
dell’alcol si
diradarono ed il cocchiere riprese a suonare ordinatamente e con brio
crescente. Finalmente i poveri cavalli poterono andarsene dritti per la
loro
strada. Seguendo il ritmo del violino filarono in fretta e, senza
stanchezza,
raggiunsero finalmente la radura ed il falò. Il grillo smise adagio di
suonare
e fece segno ad Estate che poteva andare. La stagione scese dalla
portantina:
un alto e abbronzato uomo, perfetto in ogni lineamento, come fosse una
divinità. Il cocchiere rimase incantato dalla bellezza di Estate che,
con un
sorriso invitante, gli consegnò la paga e, pregandolo di aspettarlo
fino alla
fine della riunione, gli allungò la mancia. Il grillo si inchinò
profondamente
e, mentre la stagione si allontanava, il cocchiere lasciò che i cavalli
si
rinfrescassero nel laghetto. Il grillo estrasse la sua bibita e,
sdraiato sull’erba
senza stagione, sorseggiò alcol finché non venne notte.
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