Oslo
(Norvevia), novembre 1803
Il
ghiaccio, la neve e l'oscurità avevano avvolto la
città dalle case
di legno che si ergeva sulla baia congelata. Tutto era silenzioso ed
immobile, ognuno era rintanato nelle proprie case per sfuggire al
buio e al gelo e se la si guardava da lontano, Oslo sembrava una
città morta e immobile, priva di vita e calore.
Era
tanto diversa dalla sua nativa Spagna, pensava Jasmine mentre con
passo veloce percorreva viottoli sterrati coi piedi che le
affondavano nella neve fresca. Era uscita dal suo nascondiglio, un
misero scantinato di una casupola di pescatori abbandonata, in cerca
di cibo quando ormai era buio. E sapeva che era un azzardo e che la
stavano cercando, ma non mangiava da due giorni e le sembrava di
impazzire all'idea di attendere il giorno successivo
per mettere qualcosa sotto i denti.
Non chiedeva molto, forse si sarebbe limitata a cercare avanzi
gettati per strada, andava bene tutto pur di placare la sua fame.
Aveva mille motivi per essere disperata e non trovava soluzioni
davanti a se che non fossero vivere nascosta nell'oscurità
per
proteggere, pur da lontano, chi amava. Ma non poteva vivere nascosta
come un topo tutta la vita e di fatto non aveva i mezzi per scappare
da quella città maledetta che tanto le aveva dato ma tanto
le aveva
tolto. Tanto valeva vivere
in qualche modo,
tanto sarebbe stata solo una questione di tempo e di fatto quando
usciva di giorno, era già comunque seguita ed ogni volta
diventava
sempre più difficile far perdere le proprie tracce,
soprattutto ora
che l'inverno era arrivato e la gente in giro era poca.
Percorse
un dedalo di viottoli senza una meta precisa, in cerca di cibo,
cercando di focalizzarsi sulle poche cose positive della sua vita: i
suoi due bambini erano al sicuro e mai sarebbero riusciti a trovarli.
E in quella città aveva incontrato del tutto fortunosamente
il volto amico e fidato di
Ross Poldark, conosciuto tanti anni prima... E lui avrebbe salvato i
suoi bambini in un modo o nell'altro.
"Sono
quì sotto falso nome, Jasmine
e ho i mezzi per aiutarti.
Posso imbarcare te e i bambini in incognito e mettervi al sicuro, non
puoi e non devi scappare per sempre".
Era
una proposta dolce e gentile ma aveva rifiutato. La tenevano
d'occhio, l'avrebbero trovata e peggio ancora, avrebbero trovato i
suoi bambini
se fossero rimasti insieme.
Era meglio perderli ma saperli al sicuro che vivere perennemente
assieme a loro
con la paura che chiunque incontrassero, fosse un pericolo mortale.
Il loro padre era morto in modo orribile, lei probabilmente avrebbe
fatto altrettanto, ma loro no... Sarebbero rimasti nascosti e Ross
Poldark li avrebbe portati via, lontano,
aveva ogni informazione utile a trovarli e a portarli via...
E poi, che a lei succedesse ciò che doveva succedere...
Svoltò
verso il porto ed era deserto. Ma non era sola, lo avvertì
distintamente quando alcuni passi si aggiunsero ai suoi.
La seguivano e non c'era nessuno, adesso, dietro al quale
nascondersi, non c'era un mercato dove confondersi con la folla e se
avesse urlato, nessuno l'avrebbe sentita. O anche fosse successo,
nessuno sarebbe uscito da casa propria in una notte di gelo e neve
per salvare una sconosciuta che si era messa nei guai da sola.
"Jasmine...".
La
voce graffiante e metallica di un uomo la raggiunse e quando
pronunciò il suo nome, comprese che la sua fuga era finita.
Si voltò
e si trovò due uomini alti, biondi come ogni dannato
vichingo nato
su quelle terre, avvolti in lunghi e pregiati mantelli neri.
"Prego?".
Le
si avvicinarono. "Ti abbiamo cercata a lungo. In realtà ti
abbiamo vista spesso ma fin'ora sei stata abbastanza furba da
muoverti in luoghi affollati
dove sarebbe stato difficile avvicinarti.
Non credevamo saresti stata tanto sciocca da uscire in una sera di
gelo, i topi di solito amano rimanere rintanati nelle loro tane in
notti così
ma a quanto pare sei meno furba di come appari".
Lei
sorrise, beffardamente. "Amo il vostro dannato clima e voglio
goderne il più a lungo possibile. Suppongo di non avere
abbastanza
tempo, giusto?".
"Dipende
da te".
"Credo
dipenda da voi".
Uno
dei due le si avvicinò e dal mantello fece spuntare la sua
mano,
armata di un taglierino. "In realtà dipende da te. O
collabori... perché sai che abbiamo occhi dappertutto e
prima o poi
scopriremo ogni cosa... Oppure...".
"Oppure
non avrò tempo per ammirare la prossima aurora boreale". Al
diavolo, non ne sarebbe uscita viva ma non voleva andare all'altro
mondo piagnucolando o autocommiserdandosi ma con garbo ed ironia,
guardando i suoi assassini negli occhi in modo beffardo
e senza paura.
Avrebbe venduta cara la pelle e avrebbe salvato quei suoi due bambini
arrivati per magia e per amore quando, a quarantun anni suonati, non
credeva che sarebbe diventata mai madre. Se c'era un buon motivo per
morire, il
piccolo Olav e la dolce Sigrid ne erano un ottimo esempio.
I
due uomini si guardarono attorno impazienti, desiderosi di concludere
la faccenda quanto prima, senza lasciare testimoni. "Dov'è
il
bambino?".
Jasmine
sorrise, non sapevano che erano due e questo era un vantaggio. "Di
quale bambino parlate?".
"Di
quello che cerca il nostro signore, di quello che hai partorito il
mese scorso".
Lei
scoppiò a ridere. "Se mi avete seguito in mezzo a gelo e
neve
per saperlo, sappiate che avete preso freddo inutilmente e avete
sprecato il vostro tempo".
Uno
dei due le si avventò contro, prendendola per il bavero. "Lo
troveremo comunque. Ma se ci aiuterai allora saremo clementi, se non
ci aiuterai ci metteremo un pò di più ma tu non
vedrai la prossima
aurora boreale".
Di
tutta risposta, Jasmine gli sputò in un occhio. "Fottiti!".
Schifato,
l'uomo si asciugò la guancia. Poi strinse più
forte la presa
attorno al suo collo. "Dov'è il bambino?".
Lei
non rispose. Sarebbe durato poco, potevano torturarla, farle
qualsiasi cosa ma non avrebbe parlato. MAI!
L'altro
uomo, rimasto in disparte, si avvicinò a sua volta. "Abbiamo
metodi molto incisivi per ottenere le informazioni che vogliamo...
Sappiamo già molte cose di te e ti abbiamo anche vista
parlare più
volte con un uomo dai capelli neri che alloggia in una locanda a
poche vie dal porto... Controlliamo tutto, sappiamo tutto e lo
teniamo d'occhio. Quindi se pensi che quell'uomo possa aiutarti, ti
sbagli di grosso. Come si chiama?" - chiese al suo socio che
teneva Jasmine bloccata.
"Conan
Smith, un commerciante inglese di pelli".
Jasmine
sorrise ancora. Conan Smith era il nome in codice di Ross Poldark, il
nome con cui si muoveva in incognito su quella terra ghiacciata. Quei
due non sapevano tutto, a quanto sembrava... E Ross Poldark era la
miglior spia che il governo inglese potesse trovare. "Se sapete
tutto, perché chiedete a me informazioni che dovreste
già
conoscere?".
"Ci
manca l'informazione più importante e quella te la sei
tenuta
nascosta ben bene, dobbiamo ammetterlo. Sei
stata brava e furba per lunghi mesi, sei sparita dalla faccia della
terra per ricomparire senza pancione da chissà dove. Ma
ora basta parlare, dov'è il bambino?".
"Fottiti
di nuovo!".
Con
un ghigno irato, l'uomo strinse ancora di più il collo alla
donna.
"Lo sai che noi vichinghi siamo bravissimi nell'ottenere ogni
informazione che vogliamo attraverso la tortura? Abbiamo modi che ci
piacerebbe sperimentare su di te. Ma se ci dirai dov'è il
bambino...".
"Neanche
morta. E in fondo, anche se ve lo dicessi, morirei comunque questa
sera".
L'uomo
che la teneva, alzò le spalle. "C'è modo e modo
di morire. Ci
sono morti rapide e indolori. E ci sono altre morti dove a un certo
punto implori di incontrare il Creatore. O il divino Odino".
Jasmine
sospirò. "Quando lo vederò, dirò al
vostro Odino che è
adorato da un popolo di mostruosi assassini".
L'uomo
la strattonò. "Beh, dubito ti ascolterà. Ma se lo
vuoi
incontrare, sarò ben felice di mandarti da lui. Ma prima
ci divertiremo un pò...".
...
La
mattina successiva un pescatore la trovò fra la neve rossa
di
sangue. Completamente nuda, piena di lividi, coi denti rotti, la
pelle del braccio scorticata e una profonda ferita da taglio sul
collo. La
sua bellezza mediterranea uccisa e deturpata per sempre... Ma
anche nella morte
pareva sorridere in modo beffardo,
come aveva desiderato lei solo poche ore prima.
E quel
sorriso,
oltre al silenzio e al suo segreto che si era portata nella tomba,
era l'unica cosa che aveva riservato ai suoi assassini.
Olav e Sigrid sarebbero stati salvi.
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