Portafortuna

di Miravel0024
(/viewuser.php?uid=300333)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Avevo un piccolo ciondolo a forma di cerchio, ed era composto da delle sfere colorate. Adoravo quel piccolo ciondolo, lo portavo ovunque che fosse come portachiavi, o appeso al passante dei jeans, o attaccato al telefono. Era una sorta di portafortuna. 
Inizialmente era solo un'associazione, non credevo davvero che il ciondolo mi portasse fortuna, ma un giorno per la fretta lo dimenticai a casa, fu una giornata infernale. Persi il treno e fui costretto ad andare a piedi, iniziò a diluviare a metà strada - nonostante le previsioni dessero soleggiato per l'intera settimana - a lavoro feci un disastro dietro l'altro, beccandomi anche una sgridata pazzesca dal capo reparto, infine tornato a casa mi accorsi di aver dimenticato anche le chiavi di casa e fui costretto a chiamare mia madre per portarmi quelle di scorta. 
Quando mia madre arrivò la invita ad entrare per un tè per ringraziarla e ne approfittammo per chiacchierare un po'.
< Non posso credere che tu c'è l'abbia ancora. Solitamente sei una tale disordinato, credevo che dopo tutti questi anni l'avessi perso. > Mi voltai, non capendo a cosa si riferisse, e la trovai con il ciondolo in mano. 
Quella giornata era stata a dir poco assurda, non avrei mai pensato di diventare uno che credesse a cose come i "portafortuna". Si amavo quel ciondolo, ma da qui a convincermi che un oggetto così piccolo potesse condizionare la mia vita...
< Bhe non mi sembra così strano che tu ci sia così affezionato, dopo tutto è un suo regalo. > Mi accigliai, regalo? Non ricordavo fosse un regalo, sinceramente non avevo idea di dove avessi preso quel ciondolo, era solo una cosa che avevo sempre avuto e a qui mi sentivo legato.
< Come? Non ricordo che fosse un regalo. >
< Ma come no, tesoro. So che eri piccolo, ma era un regalo di Erin, la tua migliore amica. Te lo diede prima di morire di quella orribile malattia, non te lo ricordi? >
La tazza mi cadde di mano.
Improvvisamente un mare di ricordi mi investì. Non potevo credere di essermi scordato di Erin. Era stata la mia migliore amica dall'asilo, eravamo praticamente cresciuti insieme. E poi ricordai anche quello. Avevamo circa 4 anni ed Erin stava sempre male, aveva dolori al petto e problemi di stomaco, si sentiva sempre molto stanca, aveva spesso la febbre alta e mangiava pochissimo. Quando finalmente i genitori decisero di farla controllare, dopo aver notato una strana massa sul petto, era già troppo tardi. Neuroblastoma al quarto stadio, sottotipo IVM. Non c'era niente da fare, meno di un anno dopo non c'era più. Se ne era andata lasciandomi solo quel ciondolo.
Non potevo credere di averlo dimenticato, forse lo shock, o crescendo la mia mente aveva rimosso in parte quel ricordo... non lo sapevo.
< Oh tesoro mio, mi dispiace così tanto, non avrei dovuto tirare fuori quella vecchia storia. Non pensavo ti fossi dimenticato, credevo solo che non volessi parlarne, mi dispiace tanto caro. > Mi ritrovai, non so come, accasciato sul divano, singhiozzando per un'amica perduta di qui, fino a poco fa, non ricordavo neanche l'esistenza.
 
Dal quel giorno mi piace pensare che il ciondolo sia davvero un portafortuna, un simbolo di protezione e che lei sia lassù che mi guarda e mi protegge da sempre.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3975763