Shadows Of Gaia

di ArrowVI
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Capitolo 10-35: Strega [2-2]

 


Morgana.

Un nome maledetto conosciuto in tutta Avalon: non esiste una singola persona che non abbia sentito quel nome almeno una volta, nella loro vita.

Per quanto fosse problematica, la questione inerente alla replica di Excalibur passò in secondo piano: Xernes sguainò la sua spada in un battito di ciglia, rivolgendola verso la donna di cui, fino a pochi istanti prima, si fidava.

Con quel suo sguardo minaccioso e furioso, le ordinò di spiegare che cosa Azael volesse dire, senza mentire: dopotutto, se ne sarebbe accorto se lo avesse fatto.



<< La tua abilità nel leggere le bugie... Adesso tutto ha più senso. >>
Borbottò la donna. Quelle parole, però, fecero infastidire il Generale ancora di più.

<< Non cambiare discorso. Voglio delle spiegazioni riguardo al nome con cui ti ha chiamato Azael! >>
Disse Xernes, inferocito.
Quella fu la prima volta che Ehra vide il Gran Generale lasciarsi controllare dalla rabbia.

Posò rapidamente il suo sguardo cupo su Azael che continuò a osservare la scena davanti a se in silenzio, ridacchiando fra se e se con fare soddisfatto.


<< Cosa vuoi che ti risponda, Xernes? >>
Domandò la donna, senza voltarsi verso di lui.

<< E' il mio nome. >>
Continuò subito dopo.

<< Sei sicuro di voler sprecare tempo dietro questa faccenda, e non andare in soccorso di Arthur? >>
Gli chiese.
Xernes digrignò i denti, senza abbassare la sua arma.

<< Devo accertarmi che tu non sia una minaccia. >>
Rispose l'uomo.




"So cosa hai fatto."

Quelle parole rimbombarono nella testa della donna come incessanti esplosioni, riportando a galla memorie che lei stessa provò con tutte le sue forze a cancellare.
Ehra abbassò lo sguardo, sopraffatta dai sensi di colpa e il dispiacere.

Quello era l'esatto motivo per cui decise di nascondere la sua vera identità.
Spiegarlo... Sarebbe stato difficile.


<< Voglio una spiegazione dettagliata, Ehra. >>
Ringhiò Xernes, senza abbassare la sua arma.

<< Comincia dal principio. >>



Secondo una leggenda, una donna dalla bellezza ultraterrena apparve dal nulla più di mille anni fa, parlando una lingua che nessuno riuscì mai a decifrare.
Quando, finalmente, imparò la lingua degli umani, quella donna disse poche e semplici parole:


"Il mio nome è Morgana Vanadis. Sto cercando mia sorella."
Lunghi capelli verdi con alcune ciocche bianche, occhi celesti
 talmente chiari dentro i quali era possibile rispecchiarsi e vestiti composti di un tessuto etereo mai visto prima sulla faccia di Gaia. 
Inoltre, le sue abilità magiche sembravano essere illimitate.

Incuriositi dalle sue assurde capacità, moltissimi studiosi decisero di affidarsi a quella estranea per aiutarli a capire i segreti della magia.

Fu proprio grazie a lei che gli umani diedero vita alla prima Pietra Filosofale... E alla prima tragedia che portò, eventualmente, a considerare l'alchimia un'arte proibita.



A quel tempo l'Alchimia era ancora oggetto di studio, dopotutto: le sue regole erano, per la gran parte, ancora oscure.

L'alchimia segue delle regole molto precise e difficili da alterare: lo scambio equivalente è una delle regole fondamentali, nonché la più importante.
"Per creare qualcosa, è necessario dare in cambio qualcosa che abbia lo stesso valore."

Per secoli gli umani provarono, inutilmente, ad aggirare questa regola... E la Pietra Filosofale si rivelò essere una speciale reliquia in possesso di talmente tanta energia da essere in grado di farlo.

"Grazie alle Pietre Filosofali..."
Disse Morgana, a quel tempo.

"... E' possibile creare la materia dal nulla."
Quella rivelazione mandò gli studiosi in estasi. 


Una Pietra Filosofale, per essere creata, necessita di essenza magica. Più essenza assorbe, più la Pietra sarà potente.
Sfortunatamente per loro, gli umani non furono in grado di controllarla.

La Prima Pietra andò fuori controllo, assorbendo l'essenza vitale di ogni essere vivente intorno a se, trasformando una intera nazione in una terra desolata.
Delle persone, degli animali... Non rimase traccia. Gli alberi vennero trasformati in pietra, i fiumi prosciugati e l'aria si fece tossica.


Le colpe caddero su Morgana, e una taglia finì sulla sua testa. Per secoli gli umani la cercarono, con l'intenzione di farle pagare le colpe di ciò che avvenne quel giorno. La chiamarono "Strega", "Mostro", a volte venne perfino scambiata per un membro dei Dodici Generali.
Secondo la leggenda, Morgana decise di rivelare i segreti della Pietra Filosofale solamente per assistere compiaciuta alla distruzione di quella nazione.



<< Quando arrivai su Gaia... >>
Disse Ehra, senza distogliere lo sguardo dal terreno, persa nei suoi pensieri.

<< Non compresi quanto questa terra fosse diversa da casa mia. >>
Continuò, cominciando a tremare.

<< Incontrai delle persone, parlavano una lingua che non conoscevo... Notai che fossero in grado di usare la magia, anche se mi sembrò strano il fatto che necessitassero di formule magiche per lanciare incantesimi. >>
Durante quel suo racconto, la sua voce si fece piccola, quasi spaventata.

<< Quando insegnai loro come creare una Pietra Filosofale, credetti che sarebbero riusciti a controllarla. Da dove vengo io le Pietre Filosofali non sono oggetti pericolosi, perché ogni essere vivente, persino un albero possiede abbastanza energia per crearne una. >>
Quelle parole lasciarono i presenti di stucco.
Non esisteva posto in tutta Gaia che rispecchiasse quella descrizione. 

<< La cosa che realizzai troppo tardi... Gli umani non impararono la magia, da soli: fu qualcun altro a insegnarla a loro. E questo... Cambiò tutto. >>
La sua voce cominciò a tremare.

<< Che differenza c'è tra le due cose? >>
Domandò Xernes, incuriosito da quelle parole.

<< Avete cominciato a vederlo, negli ultimi decenni. Fino a poco tempo fa, anche i maghi più abili dovevano comunque recitare le formule magiche, studiare le basi della magia fin da giovani. Ora, invece, alcuni nascono con affinità magiche mai viste prima che permettono loro di non dover recitare alcuna formula magica, per incantesimi di basso livello. Questa è la differenza tra "imparare" la magia e "nascere" con essa. >>
Rispose Ehra, voltandosi finalmente verso l'uomo.

<< Quando la magia è parte di te, non serve recitare incantesimi, o studiare i suoi meccanismi... >>
In quell'istante lo sguardo della donna si fece cupo.

<< La magia non è mai stata parte di Gaia: le sue origini provengono da qualche altra parte. E' questo il problema, fu questo che non permise loro di controllare la Pietra Filosofale. >>


<< Quando lo realizzai, fu troppo tardi. >>
Riprese, dopo un istante di silenzio.

<< Se lo avessi saputo, non avrei mai insegnato loro il processo per creare la Pietra. Provai a distruggerla, ma non feci in tempo. Il danno era ormai fatto, e bastarono un paio di secondi per distruggere un'intera nazione. >>
In quell'istante Ehra si voltò ancora una volta verso Xernes, fissandolo con uno sguardo cupo, ma allo stesso tempo spaventato.


Incuriosito dalle parole della donna, Xernes abbassò lentamente la sua arma.
Sapeva che non stesse mentendo, poteva vederlo.
Ma sapeva anche che Ehra fosse in possesso di molte più informazioni di quante ne avesse mai rivelate.

Prima che potesse farle più domande, però, fu quella donna a "leggergli nel pensiero".
Sapeva che Xernes le avrebbe fatto molte domande, ma entrambi sapevano perfettamente che quello non fosse il momento più opportuno... E che il tempo fosse agli sgoccioli.

Arthur era ancora impegnato con Belzebub, mentre Asteroth era ancora una minaccia.


<< Dopo che abbiamo sistemato tutto... >>
Disse Ehra, attirando l'attenzione di Xernes.

<< Risponderò a tutte le tue domande. >>
Aggiunse subito dopo.

<< Ma, per ora... Non sarebbe più opportuno trovare Arthur? >>
Gli domandò.

Xernes rispose con una semplice domanda:

<< Posso fidarmi di te? >>



L'espressione di Ehra si fece decisa.

<< Non sono mai stata un vostro nemico. Non lo sono ora, e non ho intenzione di esserlo in futuro. >>



Xernes annuì. Rinfoderò la sua arma in un battito di ciglia, per poi rivolgersi rapidamente a Neptune, ordinandogli di tenere i ragazzini sotto stretta sorveglianza.
"La forza di Azael sembrerebbe essere limitata dal corpo in cui si trova.", gli disse, "Quindi mi aspetto che tu sia in grado di occuparti di lui se le cose dovessero mettersi male."

Neptune annuì.
Dopo essersi anche accertato che Mikoto ed Helena non fossero in pericolo, lasciò rapidamente la stanza insieme a Ehra, partendo alla ricerca di Arthur insieme a lei per assicurarsi che la visione del soldato non potesse avverarsi.


Prima di andarsene, però, Ehra innalzò una barriera intorno alla stanza in cui i ragazzi si trovavano: la loro sicurezza era comunque la sua priorità.



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Fine del capitolo 10-35, grazie di avermi seguito e alla prossima!

 





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