Lost on you

di Elix94_
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Capitolo 5

 






RICCARDO

Sono talmente fuori di me che non mi rendo nemmeno conto di aver attraversato tutto il locale bestemmiando contro chiunque mi trovi davanti per poi chiudermi nella mia macchina.

Colpisco più volte il volante con tutta la forza che ho in corpo e finisco anche per ferirmi le nocchie, ma la mente annebbiata dall’alcol e dalla rabbia incontrollabile non mi permette di provare dolore. Fisico, si intende.

Sono una testa di cazzo. Non penso che esista al mondo qualcuno più stupido e presuntuoso di me. Non stava facendo nulla, stavano parlando tranquillamente come due persone normali. Mi sono pentito di averle dato della troia nel momento stesso in cui l’ho detto e mi sono ritrovato le sue cinque dita stampate sulla guancia. Mi odio per come l’ho trattata e per aver insinuato che ci fosse qualcosa di inesistente. E per cosa? Perché non aveva “rispettato” quello che ci eravamo promessi di fare una volta arrivati alla festa? Davvero mi sono ridotto a queste condizioni per una scopata? Nella mia vita ne ho fatte di stronzate, soprattutto se si trattava di Chiara, ma non ho mai perso così tanto la testa perché per una sera rivolgeva il suo sguardo a qualcuno che non fossi io.

Però qualcosa ho visto, non sono completamente pazzo. Non ancora, almeno.

La sberla mi ha dato una bella svegliata, comincio a capire qualcosa di quello che ho fatto e che ho detto e vorrei rinchiudermi nella mia auto per i prossimi dieci anni. Non mi rendo conto, però, che per tutto il tragitto ho avuto l’ombra di Giulio a seguirmi come se potessi scappare da un momento all’altro.

<< Apri questa cazzo di macchina! >> mi urla da fuori
<< Togliti dai coglioni, non ho nulla da dirti >> dico accendendo la radio al massimo volume. Giulio continua imperterrito a bussare contro il finestrino e se ci avesse messo un po’ più forza, lo avrebbe sicuramente rotto. Esco in modo brusco per evitare che facesse più danni di quanti non ne avessi già fatti io, e mi ritrovo ad appoggiarmi allo sportello per non cadere come un vero idiota.
<< Che hai fatto? >> mi chiede in tono rimproverante
<< Niente. >> rispondo e mi viene da vomitare
<< Ne sei sicuro? Sei passato in mezzo a tutti gli invitati come un toro inferocito per poi chiuderti a fare casino là dentro – dice indicando la mia Mercedes –, ci scommetto i coglioni che c’entra Chiara e quel tizio che le ha presentato Giulia>>

Non voglio rispondergli. Ammettere che sto in queste condizioni per colpa loro sarebbe troppo per il mio povero orgoglio, ed è l’unica cosa che mi rimane dato che la mia dignità ormai è andata a puttane.

<< Quindi? >>
<< Cosa? >>
<< Vuoi dirmelo o te lo devo tirare fuori con la forza? >>

Mi fa ridere il pensiero di Giulio che mi prende a pugni perché non ammetto qualcosa che sa già.

<< Che cazzo ridi? >>
<< Cosa vuoi che ti dica? Sono andato a cercarla e l’ho trovata nascosta insieme a quello in mezzo a delle siepi >> Giulio aspetta un po’ a rispondere, serra la mascella e si prepara ad affrontare una conversazione già vista e rivista mille volte.
<< Cosa stavano facendo? Si stavano baciando? >>
<< No >>
<< Erano abbracciati? Lui la stava toccando? >> sento un brivido sulla schiena quando dice il verbo “toccare” riferito a Chiara.
<< No, non ancora, ma sono sicuro che se non fossi intervenuto sarebbe successo >>
<< E quindi? Pensi di poterle dire chi baciare o meno? >> ma non dovrebbe essere dalla mia parte?!
<< No, ma posso dirle di non fidarsi del primo che si ritrova davanti. Non lo conosce, lo ha visto per la prima volta stasera e già lo guarda come se fosse il principe azzurro. Fosse davvero bello, almeno. >> mi sbraccio per fargli capire ancora di più la mia frustrazione, ma ai suoi occhi sembro solo un cretino
<< Sei incredibile >>
<< E tu sei uno stronzo che dovrebbe stare dalla mia parte invece che remarmi contro. Non eri già occupato a stare tra le gambe di Jessica? >>
<< Io sono uno stronzo che ti conosce da quando avevi 8 anni e so quando è ora che tu la smetta. Ma se vuoi rimanere qui da solo a fare la testa di cazzo continua pure, perché è questo che sarai, solo. >> dice le sue battute finali e rientra nel ristorante fiero del suo discorso, lasciandomi lì come un coglione a rimuginare su quale bel carattere mi ritrovo.
 

CHIARA

Mi sento profondamente umiliata e non mi impegno nemmeno per nasconderlo. Riccardo ha sempre avuto la mania di marcare il territorio, ma questa volta ha veramente esagerato.

Non ha mai, e dico mai, avuto un atteggiamento simile nei miei confronti. Riccardo è sempre stato una persona che dimostra la gelosia in modi parecchio strani, soprattutto se si trattava di me. A volte mi piaceva anche vedere che in fondo un po’ ci teneva a me, ma arrivare addirittura a ridicolizzarmi in quel modo davanti ad un altro ragazzo è veramente troppo anche per lui.

Non riesco a smettere di piangere per il nervoso, il povero Matteo si è ritrovato in una situazione assurda come quella tra me e Riccardo dopo neanche un’ora dalla prima volta che mi ha visto, chissà che pazza immagina che sia.

<< Mi dispiace da morire, non so davvero come giustificare un comportamento simile >> gli dico mortificata con le mani in faccia per la vergogna
<< Non hai niente di cui scusarti, non ci provare nemmeno – mi toglie dolcemente le mani dal viso – è uno stronzo e tu non dovresti giustificare niente di quello che fa >>

Non so perché, ma mi sono sempre sentita in dovere di giustificare gli scatti di rabbia di Riccardo, o qualunque suo atteggiamento distruttivo.

<< Mi fa schifo, pensa di avere dei diritti su chiunque e che può fare quello che vuole perché non troverà mai conseguenze, ma si sbaglia. >>
<< Sshh – mi asciuga una lacrima con il pollice e al suo tocco mi sento immediatamente sollevata – se n’è andato, e dubito che tornerà dopo la tua magnifica sberla in pieno volto >>

Riesce a farmi ridere e ringrazio di aver messo il trucco waterproof che mi evita una figura da clown.

<< Devo dire che è stata proprio un’ottima sberla, lo ammetto >> dico asciugandomi gli occhi
<< Hai degli occhi meravigliosi, non dovresti permettere a nessuno di rovinarli >>

Ci ritroviamo nella stessa situazione di qualche minuto prima. Ricomincia ad accarezzarmi il braccio e a guardarmi con quegli occhi penetranti e non mi sento più le gambe.

<< Grazie, tutto papà, anche se- >> non riesco a finire la frase che mi ritrovo le sue labbra incollate alle mie. Sono morbide esattamente come me le immaginavo, e nel giro di pochi secondi la sua lingua si fa spazio tra le mie trovando un varco aperto.

Sento il mio corpo andare letteralmente a fuoco, non mi era mai capitato con nessuno, tranne che con Riccardo. Metto le braccia attorno al suo collo e lui mi prende per i fianchi, sollevandomi e facendomi sedere sulla staccionata dietro di noi.

Mi viene quasi naturale allacciare le gambe al suo bacino, come se il mio corpo sapesse già cosa fare e potevo sentire quanto lui ne fosse contento.

Non ricordo l’ultima volta che ho baciato qualcuno che non fosse Riccardo, ma sicuramente non era nulla paragonato alle scintille che stavo sentendo in quel momento, con il mio corpo attaccato completamente a quello di Matteo e le sue mani che spaziavano ovunque facendomi andare ancora di più fuori di testa.

Ci fermiamo solo per riprendere fiato e subito dopo il bel romano si decide di attaccarsi anche al mio collo, stavolta con molta più calma e godendosi ogni centimetro della mia pelle in fiamme.

<< Aspetta.. >> riesco a recuperare un po’ di sanità mentale per capire che non potevamo fare sesso in mezzo ai cespugli, non dopo esserci appena conosciuti
<< Scusa, mi sono lasciato prendere dal momento >> dice con l’affanno
<< Anche io >> ridiamo insieme come se ci conoscessimo da sempre. << Forse dovremmo tornare dentro, mi avranno dato per dispersa. >>
<< Sei sicura? Forse possiamo lasciare che lo pensino ancora per un po’ >> ricomincia a passare le mani sul mio corpo e mi rendo conto che se non mi fossi allontanata subito, non sarei più stata in grado di farlo.
<< Sì, lo sono >>

Mi guarda sconfitto e mi aiuta a scendere dalla staccionata, poi torniamo insieme all’interno mentre io do un’occhiata fugace al parcheggio per vedere se Riccardo se ne sia andato per davvero, e sento uno strano senso di sollievo quando vedo che la sua Mercedes è rimasta dove l’aveva lasciata.
 




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