Un libertino come fidanzato

di eddiefrancesco
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Cercando di riordinare le idee, Rosalin lanciò una breve occhiata all'orologio sul caminetto. - Santo cielo, è tardissimo! Sono sola qui con voi da più di due ore.- - Benché il nostro fidanzamento ci consentano limiti più elastici di tempo, chiamo subito una carrozza.- L'aiuto a infilarsi il mantello e la cuffietta. - A proposito, vi farò recapitare anche il resto dei gioielli che avevate venduto.- - Non so come ringraziarvi. In ogni caso, vi farò riavere al più presto la somma che avete corrisposto per comprarli.- - Non voglio i vostri soldi.- - Ma... - - Trovo che l'argomento stia cominciando a diventare oltremodo noioso, mia cara. - Le prese una mano portandosela alle labbra. - A presto, Rosalin. Non dimenticate che il prossimo fine settimana lo trascorreremo in campagna da mia sorella.- Rosalin sbircio' dal finestrino mentre la carrozza affrontava l'ultima curva del sinuoso viale che conduceva a Longburne Hall. Davanti ai suoi occhi ammirati si paro' la stupenda vista della maestosa residenza di campagna di Caroline e Giles Hartman. Le verdi colline ondulate che si scorgevano in lontananza le riportarono per un istante alla mente la meravigliosa pace che regnava nella sua Meryton. Si sistemo' meglio sul sedile cercando di reprimere il nervosismo. Per una volta desidero' che l'invadente lady Carlyn le fosse accanto. Invece sua nonna aveva declinato il gentile invito di lady Hartman dichiarandosi certa che passare un po' di tempo da sola con la famiglia di Michael le avrebbe giovato. Forse, trovandosi attorniata dai cordiali parenti del suo fidanzato, sarebbe riuscita a evitare di trovarvi a tu per tu con lui. Da quando si era sciolta in lacrime fra le sue braccia costringendolo a comportarsi come il suo cavaliere, si era sforzata di adottare un contegno dignitoso. Purtroppo però la vicinanza di lui le faceva tremare i polsi come se fosse la più fragile e cagionevole delle donnette. Stavolta però Michael avrebbe certo trascorso più ore a caccia o in biblioteca a sorseggiare porto con i signori uomini, ragiono' nel tentativo di tranquillizzarsi. - Siete stata gentile a invitarmi.- disse ringraziando nuovamente lady Caroline, che divideva la carrozza con lei. La carrozza si arrestò, prontamente accolta dai maggiordomi in livrea che aiutarono lei e la padrona di casa a scendere. Gli altri ospiti le avrebbero raggiunte più tardi. - Seguitemi, Rosalin. Voglio mostrarvi la vostra camera - la invitò lady Caroline. Rosalin le tenne dietro per la scalinata ricca d'intarsi che conduceva al primo piano. Dopo aver percorso un lungo corridoio, lady Caroline si fermò davanti una porta chiusa facendole cenno di entrare. - Che meraviglia! - esclamò Rosalin aprendola. Le pareti della spaziosa stanza, interamente rivestite in legno, erano di una morbida sfumatura color albicocca. Una lieve brezza gonfiava le tende di mussola lasciando intravedere un azzurro spicchio di cielo. - Ho riservato questa stanza apposta per voi, perché trovo che vi assomigli. Sarà a vostra disposizione finché non vi sposerete. Immagino che poi Michael vi vorrà accanto a sé.- Rosalin non riuscì a controllare il rossore che le pervase il volto. Che rabbia! Doveva smetterla di arrossire, tanto più che il matrimonio con Michael non rientrava nei piani. Dopo che Caroline si fu ritirata nella propria stanza, Rosalin si distese sul letto. Possibile che i parenti di Michael fossero così deliziati dalla sua presenza? E perché mai lui non si comportava da cinico rubacuori che tradiva la fidanzata intrecciando relazioni a destra e a manca? Le stava togliendo l'unica buona ragione per piantarlo. Caroline e tutta la famiglia l'avrebbero creduta una strega il giorno in cui avesse rotto il fidanzamento, soprattutto se Michael avesse continuato a fingere di tenere a lei. Non aveva mai considerato che lui potesse fare sul serio. Dopo cena, mentre le signore erano riunite in salotto, Michael le raggiunse. - Volete qualcosa? - gli chiese Rosalin con un filo di voce. - Sì. Voi, mia cara.- Avanzò verso di lei. - Volete parlarmi di qualcosa? - - Soltanto proporvi una passeggiata. Ma se volete restare...- - Mi piacerebbe, invece - e scusandomi con le signore presenti si allontanarono. Lasciò che lui le aprisse una delle persiane che davano sul portico. La soffice brezza fragrante del profumo dei fiori le accarezzo' le tempie. Invece di offrirle il braccio come imponevano le buone maniere, lui intreccio' strettamente la mano alla sua. - C'è una bella luna piena, stasera. Non trovate che sia romantico? - Le fece notare sottovoce mentre si avviavano. - Per favore, Michael, lasciatemi la mano - lo pregò lei scorgendo Caroline e Giles che sopraggiungevano stretti in un tenero abbraccio. - No.- - Stai portando Rosalin nel labirinto fiorito, Michael? Non trattenerla troppo, altrimenti manderò Giles a salvarla.- Scherzo' Caroline quando le due coppie s'incrociarono strada facendo. - Non abbiate paura, Rosalin. Non intendo condurvi in un angolo appartato. Sappiate che ho degli scrupoli, specialmente se ci siete di mezzo voi.- La tranquillizzo' lui vedendola in ansia. Attraversarono in silenzio un magnifico giardino di rose. Il chiaro di luna, il profumo penetrante dei fiori e il calore della sua mano l'avviluppavano in una morbida atmosfera di seduzione. Ben presto il roseto si trasformò in un dedalo senza fine che accrebbe la sensazione di vagare in un territorio irreale e misterioso. Giunsero infine davanti a un portale in legno che introduceva in un altro giardino. Rischiarati dal magico raggio della luna, i candidi fiori parevano spruzzati di polvere d'argento. - Mia sorella chiama questo posto il giardino fatato. Venite ad ammirare da vicino questi magnifici fiori. Ecco un'artemisia e qui accanto, vedete, sta spuntando una rosa bianca. E questa è...- - Una violacciocca, milord. Di solito vi rifugiate qui con le vostre conquiste per illustrare loro la flora di questo giardino? - Lo prese in giro lei ridendo. - È la prima volta che ci vengo con una signora, per cui non avevo prefissato l'argomento da trattare, soprattutto in presenza di una donna incantevole come voi.- - Stento a crederlo - lo punzecchio' lei, felice di detenere quel primato. Lui le riprese la mano e la condusse davanti a un tempietto. Si fermò dinanzi a una statua posta in un angolo. - In effetti volevo parlarvi: di come somigliate a una magnifica dea. Dei vostri occhi, così incredibilmente espressivi. Le sue mani le percorsero le braccia nude. Rosalin tremo', ipnotizzata dal suo tocco. Se lei era una dea, lui era senz'altro un incantatore, capace di ammaliarla con le sue mani, la voce, le parole. Lei si scosto' per accrescere il più possibile la distanza fra loro. Ma non fu abbastanza veloce. Con un gesto rapido, Michael le intrappolo' i polsi in una deliziosa morsa e la trasse a se con impeto. - Cosa fate? - - Voglio darvi un bacio, Rosalin. Un bacio vero.- La contemplo' per un lungo istante. Poi si chino' sulle sue labbra cominciando a esplorarle delicatamente come a volerne saggiare la dolcezza. Le lasciò andare le mani premendola contro di sé e massaggiando le sue morbide curve con sapienti gesti che le scatenarono dentro sconvolgenti brividi di desiderio. Quel bacio non aveva nulla a che vedere con i suoi precedenti. Rosalin fu invasa da un sensale languore che la privo' di qualunque residuo di volontà. Si sciolse lentamente sotto il suo tocco circondandogli il collo con le braccia, passando freneticamente le dita fra i suoi folti capelli. Era come sotto l'effetto di una magia, si sentiva leggera, trasportata in un altra sfera dei sensi dall'incanto di quel momento. Ecco dunque che sapore avevano i baci di un libertino! Davano le vertigini come un vino troppo inebriante. Fu Michael il primo a tornare in sé. Baciare Rosalin in quel modo era un'esperienza che sfuggiva persino al suo controllo.




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