Salve a tutti!!!! Ecco a voi la mia
personale versione del finale di Naruto… o meglio, di come spero finisca (anche
se ne dubito profondamente XD). Ditemi la vostra opinione, anche se non siete
minimamente d’accordo!!!!^^ E’ un po’ lunghetto, ma non potevo spezzarlo in due
capitoli… spero sia comunque di vostro gradimento.
Buona lettura!!
The end – Finale
dolceamaro
«Sasuke!!!!!»
Il moro si ferma, senza voltarsi.
Conosce quella voce, conosce il suo modo di gridare per richiamare la sua
attenzione, un misto di risentimento e disperazione. Conosce la persona che ha
lanciato quel grido quasi come se stesso, ma non è un buon motivo per provare
qualche sentimento nei suoi riguardi. Solo fastidio.
Negli ultimi anni non ha avuto
tempo da dedicargli; la sua vendetta veniva prima di tutto. Ora, però, potrebbe
essere il momento giusto per far tacere definitivamente quella voce così
insistente.
Si gira con studiata lentezza,
alzando svogliatamente lo sguardo sulla figura ad un centinaio di metri da lui.
Ed eccolo lì, proprio come lo ricorda, sempre vestito di arancione sgargiante –
forse la cosa che più detesta di lui – sempre con quello sguardo che rifiuta di
arrendersi pur davanti all’evidenza.
«Ci incontriamo di nuovo» mormora
con voce disinteressata. «Naruto» aggiunge poi, il tono che è quasi un
sussurro. Ma l’ex-compagno lo sente e stringe i pugni con rabbia.
«Pensavi che avessi rinunciato a
riportarti indietro???!» grida, mandando bagliori dagli occhi. E’ fatto così,
sempre ad urlare.
«Ci avevo sperato» risponde
Sasuke con una leggera scrollata di spalle per sottolineare la sua indifferenza.
«Beh, mi dispiace infrangere le
tue speranze» risponde il ninja, sarcastico. «Dovresti sapere bene che io non
mi arrendo mai!!!»
«E non ti rimangi mai la parola
data. Fa parte del tuo credo ninja» completa il moro per lui, con un mezzo
sbuffo. «Lo so, l’avrai ripetuto un centinaio di volte. Proprio non riesci a
crescere, eh?»
«Chi ti dice che io non sia
cresciuto?» ribatte Naruto, e i suoi occhi brillano. Gli da davvero così tanto
piacere parlare con lui? «Solo perché i miei ideali sono rimasti gli stessi di
quando ero un bambino non vuol dire che io lo sia ancora!!»
Sasuke abbassa appena le
palpebre; tutto quel sole lo irrita quasi più dell’ex compagno di squadra.
«Se i tuoi ideali sono quelli di
un bambino ingenuo non puoi essere cresciuto più di tanto»
Naruto lo osserva per qualche
attimo in silenzio, e Sasuke non riesce ad interpretare la sua espressione. Si
accorge con una punta di stizza che è la prima volta. Il biondino ha uno
sguardo serio, concentrato su di lui; lo trapassa con la sua intensità, lo
incuriosisce quasi. Ma se vuole metterlo a disagio non ha ancora capito bene
con chi ha a che fare. Un angolo della sua bocca si incurva appena, un
movimento appena percettibile dall’occhio umano. Naruto non se n’è accorto di
certo.
«Beh, fanfarone, che vogliamo
fare? Mi hai fermato per quattro chiacchiere, o vuoi batterti come si addice ad
un vero guerriero ninja?» la provocazione fa centro. Negli occhi di Naruto
risplende la fiamma del combattimento, e un sogghigno si allarga sul suo volto.
«Certo che voglio battermi!!!
Come ti ho già detto l’altra volta, Sasuke, ti riporterò a casa a costo di
spezzarti ogni singolo osso!!!!!!»
Anche la curva sul viso del moro
si allarga appena. «Preoccupati delle tue
di ossa, testa quadra»
«Sakura, non correre così!!!! Sprecherai solo energie!!!»
«Non mi importa,
maestro!» l’espressione sul suo viso è più determinata che mai. «Ho promesso a
Naruto che l’avrei aiutato… ed è esattamente quello che farò!!!!!»
Kakashi sospira. “Che ragazzi problematici”… ma accelera il passo.
I due ninja si scontrano con
violenza inaudita. Gli occhi di Naruto sprizzano scintille di gioia e furore,
mentre i gelidi opali di Sasuke lo fissano senza espressione.
Ma Naruto sa che dietro ci sono centinaia di sentimenti confusi che
lottano per uscire, schiacciati dal
dolore e dalla collera.
Nessuno risparmia i colpi. Non ha
importanza quali tecniche usano, né come, né in che momento; l’unica cosa che
conta è vincere per dimostrare all’altro che le proprie ragioni sono le più
valide, che per tutto quel tempo, anni, lui
si è sbagliato. Per mostrare all’altro la forza acquistata nei lunghi giorni
passati separati, per ribadire un concetto di
superiorità per il quale avevano sempre lottato. Per questo nessuno dei due usa
la propria arma principale. Né il mille falchi né il
rasengan fanno la loro comparsa sul campo di battaglia. Entrambi vogliono riservare quella tecnica per il colpo finale: quello
in cui uno si prenderà la rivincita, e l’altro confermerà la propria posizione.
La lama di
Sasuke contro i fedeli kunai di Naruto, i serpenti contro i rospi,
l’indifferenza contro la determinazione. Nessuno dei due prevale,
nessuno dei due cede un solo istante; un equilibrio
perfetto, che lascia trasparire un sottile velo di stupore sul volto di Sasuke
e uno vittorioso su quello del compagno. Il moro accelera il ritmo; in fondo
non ha ancora mostrato praticamente nulla del suo vero
potere. Ma Naruto gli tiene testa. Si adatta senza problemi al nuovo scambio di colpi, e Sasuke questa
volta sente la rabbia e l’impazienza iniziare a pervadergli le membra.
Che sia ora di usare il mille falchi? Ma poi guarda
Naruto. Lui non intende usare il rasengan, e non sarà certo lui il primo a
cedere! Si costringe alla calma. La freddezza si impossessa
nuovamente di lui, e la spada viene usata con precisione mortale verso quello
che un tempo era stato il suo migliore amico.
«Sasuke…»
Naruto perderà mai questo brutto
vizio di parlare continuamente?
«Tra poco arriverà qui anche Sakura»
Il moro lo
fissa indifferente. Naruto ha bloccato la sua temibile spada con i palmi delle
mani; i kunai giacciono a terra poco distanti da lui,
e i loro visi sono a pochi centimetri di distanza. L’Uchiha lascia
volontariamente che questa posizione si blocchi per qualche istante,
incuriosito – no, è solo per studiare la prossima mossa – dalle parole
dell’altro.
«Non vorremo mica farla assistere
allo spettacolo dei suoi due compagni di squadra che si uccidono a vicenda,
no?»
«Non ti seguo, baka. Stai dicendo
cose senza senso»
«No» Naruto abbassa la voce – che
cosa strana, a quanto pare ha imparato che si può
parlare anche senza bisogno di urlare continuamente. «Sto dicendo che ti
conviene tornare in te prima dell’arrivo di Sakura»
Sul volto di Sasuke affiora
l’ombra di un ghigno.
«Vedi, baka, avevo
ragione io; stai dicendo cose senza senso. Io sono già perfettamente in me»
Il momento viene
infranto, la lama affilata guizza e strappa un lembo di pelle dalla spalla di
Naruto. Lui non se ne accorge.
Sasuke gongola soddisfatto per
quella piccola vittoria che lo porta in vantaggio, finchè non si trova Naruto
dietro la schiena – ed è troppo tardi. Vola per alcuni metri, attutisce la caduta ma si sfregia la guancia. Quando
diavolo ha nascosto quella copia, Naruto? E come ha
fatto ad avvicinarsi a lui senza farsi vedere? Fissa il compagno con il suo
sguardo gelido, e incontra gli occhi azzurri di un bambino che è stato privato
del suo unico vero amico.
«Non siamo mai stati amici, baka»
ringhia nella sua direzione, e lo stupore causato da quelle parole gli permette
di affondare la spada nel torace di uno dei due ninja. Per un attimo crede – teme? – di aver colpito l’originale, ma subito dopo
la copia si dissolve in uno sbuffo di fumo e il ragazzo si volta verso l’altro.
«Come puoi dire questo, Sasuke?»
Sa che lo sguardo dell’altro
dovrebbe ferirlo, ma non ci riesce. E non può fare a meno di pensare che le
emozioni lo hanno abbandonato davvero.
Tanto meglio così.
«Uh, ma che bella confettina…
dove vai tanto di corsa, tesoro?»
Sakura si volta di scatto. Nuvole
arancioni su sfondo nero… maschera arancio a spirale e un unico occhio, rosso
come il sangue, con quel simbolo che lei conosce così maledettamente bene.
«Madara Uchiha» mormora Kakashi,
e la ragazza stringe i pugni con forza. Cosa deve
fare? Combattere Madara, il nemico principale che ha causato tutto quel dolore,
o correre da Sasuke e Naruto?
E’ una domanda stupida da porsi;
in fondo sa benissimo cosa farà.
«Ignoralo, maestro!» esclama, fredda.
«Naruto è molto più importante!»
Poi, si stupisce lei stessa della
sua frase. Sta correndo da Sasuke… no?
Attacchi, parate, strategie e
ancora attacchi. Da quanto stanno andando avanti così?
«Allora, stupido, ti sei
finalmente convinto??» esclama Naruto, stufo di
quell’inutile combattimento. Lui non sta attaccando per uccidere, né per
ferire. Anche se ha detto che è disposto a spezzargli tutte
le ossa, sa bene che non lo farà mai. Vuole che Sasuke torni di sua spontanea volontà, altrimenti non avrebbe alcun senso.
«Baka, io sono sempre stato
convinto di volerti uccidere… quello che sembra tentennare qui sei tu»
Naruto si morde il labbro a
quelle parole. Cosa diavolo deve fare perché quell’idiota del suo amico apra
gli occhi??
Sasuke contempla soddisfatto il
suo lavoro. Il biondino è coperto di graffi e lividi; tutte
ferite superficiali, certo, ma sicuramente migliori del risultato
ottenuto da Naruto, che si limita allo sfregio sulla guancia e ad una piccola
escoriazione sul gomito. Però lui inizia ad accusare
leggermente la stanchezza, mentre Naruto appare ancora fresco come una rosa.
Una rosa che lui provvederà immediatamente a calpestare.
«Si dà il caso che anch’io stia andando da quella parte… perché non facciamo la strada
insieme?»
Sakura stringe i denti.
Quell’idiota mascherato le sta solo facendo perdere tempo!!
Si volta verso il maestro e lo vede farle un leggero cenno con la testa. Sgrana
gli occhi. Ha davvero intenzione di proseguire ignorando bellamente la presenza
di Madara Uchiha?
«L’hai detto anche tu… loro sono
più importanti, no?» sorride.
Sakura annuisce. «Hai ragione,
maestro Kakashi… andiamo!!»
“Ragazzi… sto arrivando. Vi prego, aspettatemi. Non voglio perdere nessuno di voi due”
Le ferite si sono fatte più
serie. Adesso Naruto ha il braccio sinistro inservibile e il fianco e la spalla
destri di Sasuke sono gravemente squarciati. Il moro non riesce a respirare
correttamente, ma in compenso ora anche Naruto appare affaticato e il braccio
sembra dolergli in modo terribile. Probabilmente è spezzato.
Si concede un leggero sorrisetto
di soddisfazione, appena percettibile, prima di sputare un grumo di sangue che
gli si era formato in gola.
«Ehi, baka… vuoi per caso
ritirarti?»
«Stavo per chiederti la stessa
cosa, grandissimo testardo!!»
Sasuke inclina appena un
sopracciglio.
«Io sarei il testardo? Non sono
di certo io ad aver sprecato anni e
anni dietro una persona che non vuole più saperne di me…»
Naruto trattiene una smorfia di
dolore.
«Ah no? E tutto quel tempo perso
a rincorrere tuo fratello cos’è stato, allora? Un
passatempo?»
Gli occhi di Sasuke diventano due
fessure di ghiaccio.
«Taci… non parlare di lui!!!!!!!!»
Naruto sgrana gli occhi,
sorpreso. L’ultima volta che l’ha sentito urlare è stato
svariati anni prima. Riesce comunque a schivare
il pesante colpo che Sasuke gli aveva indirizzato… ma incrocia un attimo i suoi
occhi, e l’istante dopo l’illusione lo circonda, densa come acqua gelida.
«Ehi, Naruto… a quanto pare
finalmente ci sei cascato»
L’aveva evitata per tutto il
combattimento. E non poter guardare Sasuke negli occhi
era stato… straziante.
«Mi spiace, baka,
ma pare che anche stavolta abbia vinto io. Adesso non hai una delle tue
stupide copie a tirarti fuori dai guai»
Ma
Naruto già non lo ascolta più. L’illusione è terribile: il corpo di Sasuke
dilaniato, fatto a pezzi, il corpo di Sakura sventrato che lo fissa con i suoi
occhi vitrei; e poi il suo braccio costretto a trafiggere un Sasuke grondante
sangue ai suoi piedi che invoca pietà. Naruto urla,
vorrebbe quasi strapparsi il braccio per fermarlo, ma non può;
e gli occhi di Sasuke lo fissano terrorizzati, implorano perdono, chiedono
scusa, ma non è ciò che vuole lui. Lui non ha bisogno delle
scuse di Sasuke, vuole soltanto che torni a Konoha… con il suo solito
volto indifferente, il suo fare scontroso e solitario. Ma
quello è Sasuke.
Il braccio si abbassa,
il kunai è ad un passo dal viso disperato di Sasuke…
«Naruto!!!»
Una mano gentile, e l’illusione è
sciolta. Una mano gentile su quel braccio che stava
per commettere l’atto più orribile della sua vita e che, Naruto se ne rende
conto solo ora, ha rischiato di strapparsi davvero. Due occhi verde smeraldo
che lo fissano preoccupati, ciocche color fragola che gli sfiorano il volto…
«Sakura»
La ragazza si volta verso l’ex
compagno di squadra. Com’è strano sentire il suo nome
pronunciato da lui… lo aveva quasi dimenticato.
«Sasuke…»
Il moro sembra stizzito, ma la
giovane non abbassa lo sguardo. Sono finiti i tempi in cui faceva di tutto per
assecondarlo e piegarsi di fronte a lui. Sasuke è scocciato per l’interruzione?
Ebbene, peggio per lui.
«Che cosa
volete?» chiede il ragazzo con voce atona, spostando lo sguardo da Sakura al
maestro Kakashi. Lei si fa avanti.
«Sono venuta per riportarti
indietro, Sasuke»
Il moro sbuffa.
«Anche
tu?»
«Certo. Non vedo perché solo
Naruto debba sobbarcarsi il peso della tua stupidità»
Il ninja sgrana gli occhi. Da
quando Sakura si rivolge a lui in quel modo? Da quando non è più la sua fedele
ammiratrice che segue adorante ogni suo passo e parola?
Ma, dopotutto,
sono passati tanti anni… Sasuke sente una fitta di – nostalgia? – fastidio
toccargli il cuore – no, lui non ha più un cuore. Scuote la testa. E’ stanco.
«Smettiamola con tutte queste
chiacchiere e concludiamo il combattimento» commenta,
ma quando vede Sakura prendere posizione inarca un sopracciglio. «Che diavolo stai facendo?»
«Mi sembra ovvio, Sasuke»
risponde lei, tranquilla e determinata. «Mi preparo a combattere con te. Ti
darò un pugno così forte che ti farò tornare la ragione in un attimo»
Il ragazzo sbuffa. «Non dire
sciocchezze. Tu non…»
«Io non cosa, Sasuke? Io posso
combattere come te e Naruto, ormai. Sai, sono passati molti anni da quando sei scappato come un codardo. La gente cresce»
Sakura resta sconvolta dalle sue
stesse parole. Ma cosa sta dicendo? Perché
sta trattando Sasuke in questo modo? Non avrebbe mai osato rivolgergli quelle frasi taglienti qualche mese prima…
«Sakura… aspetta…» eccolo il
motivo. Si sta rialzando a fatica davanti a lei sostenuto dal maestro Kakashi.
Come può Naruto essere ridotto in quel modo se Sasuke è a malapena ferito? «…
lascia che… concluda io…» evidentemente Naruto ci è
andato piano, e non è stato ricambiato con la stessa moneta. «… questo scontro»
Sakura sente la rabbia salire. Perché le cose sono finite in quel modo? Ma
no… le cose non sono ancora finite.
Getta un ultimo sguardo all’amico.
«No, Naruto, non posso. Ricordi
cosa ti ho detto? Ti ho promesso che Sasuke l’avremmo
riportato indietro insieme. Ed è quello che faremo. Oggi»
Un sorriso la ringrazia per quel
gesto, accolto dall’altro capo della radura da uno sbuffo annoiato.
«Avete finito con queste
discussioni inutili? Sapete, non vorrei sprecare più tempo del necessario con
voi»
I due ragazzi si preparano a
fronteggiare l’ex compagno di squadra.
«Tranquillo, Sasuke, non dovrai
aspettare più. Siamo pronti»
Lo scontro è terribile,
ma Sasuke tiene testa ad entrambi. Se sia la voglia di dimostrare loro
che quegli anni sono serviti a renderlo più forte o il desiderio di liberarsi in fretta di quel fastidio non lo sa neanche
lui. Sa solo che è giusto così, è giusto che lui, dopo essere scappato – da
loro – per tutti quegli anni ora li combatta aspramente, perché è così che
fanno i nemici. Nemici.
Ma il tempo ormai sta per finire,
ed è ora che le due armi vengano sfoderate, è ora che
le due tecniche si scontrino di nuovo. Sakura viene
messa da parte da un premuroso Naruto, mentre il rasengan vortica nella sua
mano destra. Non è il rasen-shuriken; è solo il suo rasengan originario,
semplice. Il primo con cui ha affrontato Sasuke, e con cui ora lo affronterà di
nuovo.
E Sasuke, anche se si professa
così diverso da loro, fa brillare nella mano lo stesso mille
falchi di qualche anno prima, quello che ha posto fine al loro primo
vero combattimento.
Rasengan contro mille falchi,
come ai vecchi tempi.
Si lanciano l’uno contro l’altro.
Un turbinio di scintille. E stavolta ne uscirà uno
solo.
Naruto è tranquillo; sa che se
lui dovesse fallire, Sakura prenderà il suo posto e continuerà a lottare.
Sasuke, invece, sa di non poter
perdere; lui è solo.
Fulmine e vento, abbracciati in
un intreccio fatale…
«Chiedo scusa per l’interruzione»
Il vortice viene
assorbito, le due tecniche si fondono a diventare una sola e, ancora una volta, qualcuno interrompe il
loro scontro.
«Sembra proprio che non
riusciremo mai a dimostrare chi di noi due è il più forte, testa quadra»
commenta Sasuke scocciato, mentre il fumo si dirada per mostrare una maschera
arancio a spirale.
«Madara!!!!!»
esclama Sakura, e si chiede come, come
ha fatto a dimenticarsene? Ma quando ha visto Sasuke e
Naruto, tutto il resto è scomparso. Il maestro Kakashi si fa avanti, si pone davanti ai suoi allievi.
«Tranquilli, ragazzi; a lui ci
penso io»
«Cos’è, stai
tentando di proteggerci?» esclama Sasuke, rabbioso. «Non siamo più dei
ragazzini, sai?»
Il maestro annuisce, composto.
«Lo so. Ma questo non significa che non siate più i
miei compagni di squadra, no?»
«Molto commovente… Kakashi»
Poi il sangue schizza dall’ampia
– troppo ampia – ferita sul petto del jonin.
«Maestro!!!!»
Sakura si precipita da lui, lo afferra in tempo prima che cada.
«Utile mandare in avanscoperta
una copia, non pensate?» commenta il vero Madara, mentre l’altro svanisce in
uno sbuffo di fumo.
Naruto stringe i pugni, furioso.
«Bastardo!!!!» sta per lanciarsi su di lui, ma la mano
di Sasuke lo ferma. E Naruto obbedisce. Si fida ancora
di lui dopotutto. Ingenuo.
«Cosa vuoi,
Madara?» domanda l’Uchiha gelido, gettandogli appena un’occhiata indifferente.
Il ninja ghigna.
«Oh, andiamo Sasuke… sai
benissimo quello che voglio da te. Il motivo per cui
tuo fratello ha cercato di proteggerti così strenuamente da te, protezione che
tu hai badato bene a mandare in frantumi avvicinandoti a me. I tuoi occhi,
Sasuke»
Gli occhi in questione si
assottigliano appena.
«E la
volpe a nove code, ovviamente. La mia fedele alleata grazie
alla quale già una volta ho quasi distrutto la Foglia. E, questa volta,
non ci sarà nessun Minato Namikaze a salvarla»
volta, non ci sarà nessun
Minato Namikaze a salvarla»
o quasi distrutto la Foglia. tezione che tu hai badato bene a
mandare in Naruto si morde il labbro. Non può farcela a combattere sia
contro Madara che contro Sasuke. Deve fare una scelta.
Ma se attacca
Sasuke lo indebolirà, e Madara potrà agire molto più facilmente. Non ha alternative.
E, poi, non può lasciare che il villaggio per cui suo
padre ha dato la vita venga distrutto.
«Sakura!! Come sta il maestro?»
«E’ svenuto, ma si riprenderà. Ho
fermato l’emorragia»
«Bene» Naruto annuisce e tira un sospiro di sollievo. Poi si volta verso il
suo amico – sì, non ha mai smesso di considerarlo tale. «Sasuke, mi
dispiace» sorriso. «Pare proprio che dovremo riprendere il nostro scontro
un’altra volta. Puoi andare, se vuoi»
Il moro lo guarda con espressione
indecifrabile. Alla fine, dopo qualche secondo di silenzio, scrolla le spalle e
sbuffa appena.
«Baka, non hai sentito quello che
ha detto? Vuole anche i miei occhi. Quindi perché
dovrei lasciarlo affrontare solo a te?»
Naruto lo guarda senza capire.
Forse la speranza l’ha davvero persa, allora…
Sasuke gli si affianca.
«Consideralo un regalo per tutti
gli anni sprecati a corrermi dietro, testa quadra. Un ultimo combattimento
insieme a me. Prima che io ti strappi la vita per sempre»
Naruto lo fissa incredulo. Pensa
di non aver capito bene, probabilmente. Poi, a poco a poco, l’espressione
stupita diventa un sorriso più luminoso che mai.
«Come mai tutta questa
generosità, teme?» ghigna, scrocchiandosi le mani e recuperando i kunai da
terra. L’altro scrolla nuovamente le spalle.
«Esprimo solo l’ultimo desiderio
di un condannato a morte» risponde, atono, ma Naruto continua a sorridere
gioioso.
«Io non ho mai espresso questo
desiderio…»
«Ce l’avevi
scritto in fronte, baka»
Poi lo scambio di battute si interrompe, Madara si prepara al combattimento, e Sasuke
si volta verso gli altri due.
«Beh, Sakura?» la ragazza solleva
lo sguardo, sorpresa di sentirsi chiamata in causa. «Vuoi restare ancora in
disparte, o preferisci unirti alla lotta?»
La ninja lo guarda sorpresa, ma
dopo un attimo è già in piedi in mezzo a loro.
«Stai scherzando, Sasuke? Ormai
siete voi che dovete prendere esempio da me»
Madara sghignazza. «Ma che bel quadretto… possiamo cominciare, allora?»
Il team 7 si schiera davanti a
lui.
«Certo!!»
Kakashi apre gli occhi appena in
tempo per vedere i suoi allievi riuniti… ed è qualcosa che lo lascia senza
parole e gli fa venire le lacrime agli occhi. Anche se
stanno rischiando la vita, è stupendo. L’armonia con cui si muovono, l’intesa…
come se avessero combattuto insieme fino al giorno prima.
Nessuno fa un errore né intralcia l’altro. Anche se
non smettono di insultarsi, quello è il loro modo per dirsi semplicemente che
si vogliono bene. E Kakashi lo sa.
Sakura è ferita piuttosto
gravemente, ormai. La situazione è quasi disperata – quasi – perché Madara è
mostruosamente forte. E anche se adesso è stanco e
ferito, loro lo sono di più.
Gli fa uno strano effetto, a
Sasuke, combattere nuovamente con i suoi vecchi compagni. Qualcosa di… caldo
intorno allo sterno, una sensazione familiare… ma si da
ancora dello stupido per quella sciocca proposta – ma come diavolo gli è venuta
in mente? Poteva semplicemente lasciare Naruto e Sakura ad occuparsi di Madara
e andarsene per i fatti suoi, tornando ad attaccare il capostipite degli Uchiha una volta tornato nel pieno delle proprie
forze.
Ma forse
– se ne rende conto solo ora – una piccola parte di lui era curiosa di vedere
come sarebbe stato tornare a combattere insieme ai suoi vecchi compagni di
squadra…
«Narutoooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!»
Sasuke si volta, velocemente.
Madara è lì vicino, su di lui. Non ha
tempo per pensare…
Sangue.
«Sasuke…»
Madara ghigna vittorioso, ma un
pugno di potenza inaudita gli spezza la spina dorsale. Come diavolo ha fatto a
non vederla? Quella ragazzina…
«Naruto, ORA!!!!!!!!!!!!!!!!!»
«Rasen-shuriken!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!»
Madara urla, l’ultima volta.
Poi è il silenzio, e due ragazzi
con il volto coperto di lacrime sono inginocchiati accanto ad un terzo. Uno
squarcio inguardabile gli strazia il petto, e gli occhi perdono velocemente
luminosità.
«Sasuke!!!!!!!»
Un piccolo brillio di coscienza,
ancora.
«Cos’è… quella faccia… cretino…?»
«Idiota!!!!!!!! Si può sapere che
diavolo ti è venuto in mente?????!!»
C’è un bel cielo limpido sopra di
lui. E quelle parole gli riecheggiano nella mente… già
sentite…
Sorride. La sua memoria,
dopotutto, non ha potuto cancellarla.
«Ma che… ne
so…» gli occhi di Sakura non sono mai stati così belli. E’ diventata
fiera e forte… «Il mio… corpo…» e Naruto… adesso è davvero forte. Finalmente la
smetterà con tutte quelle sue ciance sul voler diventare Hokage, e lo diventerà davvero. Almeno non scoccerà più nessuno. «… si è
mosso… automaticamente…»
«Sasuke…» anche Naruto ricorda
quelle parole. Sul ponte che ha visto la loro prima vera
missione, troppi anni fa. Avrebbe voluto sapere cosa rispondergli,
quando era successo.
«Grazie»
Un ultimo sospiro. Misto ad un
sorriso.
«… baka»
Il vento carezza sottile l’ampio
mantello da Hokage. Il cimitero è silenzioso, c’è solo
lui. Poi dei passi felpati lo raggiungono, e lo sguardo stanco di due occhi
verde smeraldo si posa su di lui.
«Alla fine,
Sasuke se n’è andato come ha vissuto. Testardo, orgoglioso e tagliente»
La ragazza annuisce, ma al tempo
stesso sorride. «Già…» si asciuga velocemente una lacrima. «Altrimenti
non sarebbe stato il nostro Sasuke, no?»
Naruto le sorride a sua volta.
«Mi dispiace solo di una cosa…»
il ragazzo la guarda, interrogativo. «Alla fine, lui non ha mai voluto tornare
qui a Konoha… ce l’abbiamo portato noi dopo la sua…» la voce le si spegne, ma
Naruto le poggia una mano sulla spalla.
«Ti sbagli, Sakura» i loro occhi
si incontrano. «Sasuke me l’ha detto… me l’hanno mormorato i suoi occhi quando
l’ho ringraziato. Dicevano “riportami a casa”»
Sakura non trattiene le lacrime,
stavolta.
«Sasuke non l’avrebbe detto mai…
vero?»
«No» concorda Naruto, con un
sorriso. «Ma è proprio per questo che lo abbiamo dovuto inseguire tutti questi
anni, no?»
Il vento appoggia la sua mano
sulla lapide bianca, sulla terra appena smossa e sulle giunchiglie chiare. I
lacci blu intenso del coprifronte si agitano sul terriccio umido, protendendosi
verso il cielo libero.