scandalo in corsia

di Cipollina1
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Era notte, fuori piovigginava e l'uomo era intento a fissare la televisione, l'orologio ticchettava veloce, i minuti passano nella notte scura, l'uomo s'alzò quella maledetta mezza notte insonne e tentò di alzarsi dal divano, Non usciva di casa fuorché per recuperare il giornale e la segreteria telefonica era staccata, un chiaro segno che non voleva essere disturbato. Aveva pensato che troppe persone si preoccupassero per lui, in particolare il suo unico amico Robert. nel buio sbatté la gamba sul tavolino, ringhiò cadendo rovinosamente a terra, il dolore era accecante, La gamba gli bruciava come fuoco, iniziò a tremare, rigurgitò quel poco che aveva nello stomaco, prese un lembo del copri divano e lo strinse come se fosse stata la mano di Amanda, Tentò di rialzarsi ma ricadde pesantemente sul pavimento mentre la notte traballa, il dolore lancinante lo portò alle lacrime ma non cedette, la stanza girava vorticosamente ma per ancora una volta non cedette... sembra finta... vide sotto la luce fioca di un fanale il polso sanguinare, non si preoccupò minimamente, i dolori erano sempre più forti, iniziò a tremare, prese sette Vicodin accompagnati da due sorsi di vodka e buttò violentemente a terra il bicchiere così frantumandosi in mille pezzi, con l’impatto iniziarono ad uscire diversi rigoli di sangue, continuò a vomitare abbondantemente bile e succhi gastrici, Le due ferite lo facevano impazzire, respirava a tratti, prese il cerca persone e fece partire una chiamata a Amanda, la voleva accanto, forse per l’ultima dannata volta.

-Dimmi che è importante- disse una voce femminile, L'uomo in preda al dolore lanciò un urlo di dolore, Lei sembrò sconcertata, non l’aveva mai sentito gridare.

-Arrivo- disse mezza assonata ma in piena consapevolezza di quello che stava accadendo. 

Sua figlia Emily era sveglia che guardava il suo cartone animato preferito, svegliò Jeff e gli disse che doveva scappare che c’era un’emergenza in ospedale, non voleva portare la bimba ma lei si lanciò giù dal letto e voleva venire a tutti i costi. Lei sospirò e si prepararono di corsa, salirono in macchina e arrivarono di fronte all’albergo. Fuori diluviava, mentre Salirono le scale, un tuono echeggiò duramente, Amanda apri la porta, una ventata di alcool, vomito e sangue si mischiavano nell’aria facendola risultare quasi irrespirabile, vide L'uomo sdraiato per terra che aveva completamente perso i sensi. Una chiazza di sangue fungeva da sfondo a quella scena, Gli controllò il polso che era assente, gli fece la rianimazione, La bambina guardava la scena visibilmente terrorizzata, un lampo illuminò per un momento la stanza, La donna si chiese il motivo del perché non avesse chiamato immediatamente un'ambulanza, Il suo cuore dell'uomo si era fermato per oltre 2 minuti, appena riprese conoscenza non fece neanche tempo a fare un sospiro che il vomito non gli lasciò scampo, il sangue scorreva a rilento e il cuore lentamente stava per cedere nuovamente. Lei non sapeva come fare, nella sua mente correvano i pensieri e cercava di tentare di domarli ma senza riuscirci, così si alzò e prese in braccio la bimba è portò nella camera da letto, la adagiò sul letto e iniziò ad accarezzarla dolcemente aspettando che s'addormentasse, nel mentre la pioggia batteva violenta sulle finestre la piccola Rachele chiese cosa fosse successo realmente al suo amico, lei non sapeva cosa dirle, si morse il labbro, le disse che sarebbe stato bene. Appena la bimba s'ddormentò era il momento di stabilizzare l'uomo, corse nel bagno, si chiedeva dove nascondeva disinfettante e garze, aprì tutti le ante degli armadietti per poi trovarli buttati in mezzo a una marea di bottiglie vuote di Vodka, rum e chissà quanti altri alcolici poi riempì una bacinella di acqua fredda e tornò nel salottino, gli si chinò accanto e iniziò scrutare le brutte ferite, prese un po' di disinfettante e iniziò disinfettargli le ferite sanguinanti, per l'uomo ogni passata di disinfettante per l'uomo era una vera e propria sofferenza, boccheggiava violentemente, alla fine dopo una quindicina di minuti nella morsa delle peggiori sofferenze gli fasciò la gamba e il polso per evitare infezioni, guardò l’orologio e vide che erano le quattro del mattino, guardò l'uomo che stringeva i pugni e cercava di non urlare come un pazzo, si chiedeva il perché di tutto questo. Il vero problema era come spostarlo sul divano, sarebbe costata un eterna sofferenza, continuava a chiedersi il perché non aveva chiamato quella maledetta ambulanza, gli tastò il collo e sentiva sotto le dita la grossa vena che pulsava debolmente. Prese un canovaccio e lo immerse nell'acqua, l'uomo era visibilmente sudato, la donna iniziò a passargli dolcemente la pezza umida sul viso martoriato, tentando di abbassargli la febbre, l'uomo continuava a perdere un filo continuo di vomito e bile dal cavo orale, soffriva terribilmente, aveva gli occhi chiusi e le mani tremanti, neanche la morfina svolgeva il suo effetto.

Amanda non sapeva come fare, non sapeva neanche se le sue condizioni sarebbero peggiorate nel corso della mattina e poi, doveva riuscire a portarlo fino sul divano, lo prese per una spalla, la gamba dell'uomo gli cedette violentemente, ma cercò di fare leva su quella buona, lentamente mentre lui boccheggiava come se i suoi polmoni fossero pieni di liquido, si abbandonò stremato sul divano, aveva ancora lo sguardo della bimba impresso a fuoco nella mente, si sentiva dolorante ma stranamente sentiva caldo nei punti giusti.

Amanda mandò un messaggio a un infermiere chiedendogli di venire a tener d'occhio l'uomo dallo sguardo di ghiaccio e la bambina, poco dopo arrivò, fuori diluviava a dirotto, la donna si assicurò che si l'infermiere si ambientò per un momento e dando un bacio alla bimba che si era appena svegliata, prese il cappotto e uscì dalla porta. Rimasto solo nell'appartamento buio, rannicchiato con le ginocchia al petto, lacrime di agonia che gli rigavano le guance, prima di perdere i sensi l'uomo gridò nella notte. L'infermiere era in cucina che stava preparando la soluzione farmacologica ma qualcosa non andava, sentì un violento urlo, corse immediato verso il divano e vide che l'uomo era sparito, ma al suo posto era presente una grossa macchia scura, il pavimento era disseminato di tracce di sangue che tracciavano una scia, la seguì, le tracce scendevano lungo le scale, l'infermiere era spaventato all'idea di trovarlo sul pianerottolo, probabilmente morto... poco dopo iniziò a sentire dei strani ringhi sofferenti e lo trovò, era nascosto in penombra nell'angolo più remoto del sottoscala, nel buio si vedeva la sua sagoma che tremava violentemente, si sentiva il suo respiro irregolare che si percepiva a metri di distanza, di corsa estrasse dalla tasca del camice una piccola pila di emergenza e tentò di fare luce sulla situazione, la scena si fece terrificante: dal cavo orale gli usciva sangue misto a bile, un bruttissimo sfregio sotto al collo, ma la cosa che preoccupava di più era qualcosa di anomalo che penzolava dalla gamba ferita. L'infermiere si mise un paio di guanti in lattice che portava sempre in tasca, e accucciandosi tentava di avvicinarsi al povero uomo, ma lo spazio era angusto, buio e stretto, l'odore metallico del sangue era talmente forte che non riusciva a capire un uomo potesse essere ancora vivo, ma, più tentava di avvicinarsi più l'uomo si metteva contro al muro e in questo caso era il caso di chiamare rinforzi. Uscì dal sottoscala e chiamò in emergenza Bailey's, la bambina guardava la scena visibilmente in lacrime, l'infermiere non seppe come comportarsi, così si tolse i guanti insanguinati, gli gettò a terra e si fissarono per un momento negli occhi finché non sentirono i lampeggianti dell'ambulanza che arrivava, non seppero quanti minuti erano passati.

Entrò Amanda in fretta seguita da altri due medici, James iniziò ad agitarsi ma era rimasto fermo li, il suo respiro si faceva sempre più pesante mentre intorno la pozza di sangue si allargava come un mare scuro e, tra un gemito e l'altro ripeteva il nome di Nemesi, Amanda indossò velocemente i guanti in lattice e subentrò in quello spazio angusto, i due medici erano pronti a scattare qualsiasi cosa fosse successa, lei nel buio sentì un urlo violento, scattò come un fulmine e lo prese proprio un attimo prima che il suo corpo toccasse terra, sentiva il corpo rovente e il puzzo del sangue era nauseabondo ma si fece forza per portarlo, sentì un suono metallico nel buio, con l'aiuto dei due infermieri riuscirono a tirarlo fuori. Tentarono di stabilizzarlo sul posto ma l'emorragia era troppo forte, al chiaro della lampadina sbiadita la scena si fece ancor più drammatica, un grosso lembo di pelle era completamente squarciato lungo tutta la coscia, sangue dappertutto, lo caricarono in barella e lo portarono fino in ospedale a bordo di un ambulanza. Le sirene urlarono nella notte.

Amanda stava cercando di mantenere la calma, nel controluce vide un coltellino e lo raccolse, visibilmente rossa in viso, si tolse i guanti e li gettò a terra con violenza, abbracciò la bimba che aveva la maglietta bagnata di sangue, la prese in braccio e uscendo dalla porta, caricò la piccola in auto, le prese una copertina dal bagagliaio e partirono alla volta dell'ospedale.

Fuori diluviava a dirotto, i tergicristalli ondeggiavano pigri nella notte, la bambina visibilmente in lacrime non smetteva chiedere se lui sarebbe ancora vivo, cosa che anche lei si chiedeva o almeno se lo avrebbe trovato vivo all'arrivo in ospedale.

Allison e Gordon appena sopraggiunta la notizia non poterono che scendere a dare una mano, i paramedici lo scaricarono dall'ambulanza, tastarono alla ricerca di una vena e inserirono l'ago cannula a più porte, il capo del reparto emergenze richiese due sacche di plasma e una di 0 negativo, la pressione stava crollando, venne affidato al team di chirurghi comandato da Chaise, le sacche di sangue non bastavano, ci voleva un donatore diretto, Allison si ricordò che era del suo stesso gruppo sanguigno e si propose, Amanda entrò di corsa dopo aver lasciato la bambina da Jeff, tirò Allison per una spalla e la dirottò verso la prima sedia libera, gli inserì l'ago, erano pronti per portarlo in sala operatoria, non avevano mai visto uno squarcio simile, Allison si sentiva in ansia.

Sangue, troppo sangue scorreva sotto alle mani di Michele che tentava invano di fermare l'emorragia, i battiti in calo, un chirurgo plastico che si occupava di ricucire il muscolo, la pelle e la carne, il sangue continuava a scorrere, Allison continuava a chiedersi se sarebbe mai sopravvissuto. Amanda era all'esterno della sala operatoria, che sperava di non ricevere quella maledetta notizia.

Le ore volavano, la situazione era critica, Allison era spaventata ma doveva rimanere calma, il team di chirurghi stavano lavorando da oramai un due ore e mezza, quel bastardo del macellaio voleva amputare ma anche questa volta glielo avrebbero impedito, Chaise era riuscito a trovare il punto dell'emorragia e a bloccarla, i chirurghi avevano ricostruito quasi completamente un muscolo, era venuto un lavoro quasi perfetto ed era già un miracolo se era riuscito ad essere ancora vivo, Michele uscì dalla sala operatoria, lanciò a terra la mascherina, fece un mezzo sospiro e gli disse che l'intervento era andato bene ma c'era il rischio di serie complicazioni post-operatorie.

Amanda lo ringraziò e i suoi occhi si fecero di un azzurro terso, la bimba dopo essere scappata dalla stretta di Jeff iniziò a tirarle la mano come per richiedere attenzioni, lei la prese in braccio e si diressero verso la camera dell'uomo.

Appena entrarono, La donna si sedette e prese sulle ginocchia la piccola Emily che le chiese se lui mai guarirà, Amanda le rispose che starà benissimo e che torneranno presto a giocare insieme, la bimba le buttò le braccia al collo e poco dopo si addormentò. Lisa guardò l'uomo di cui il viso era nascosto dalla mascherina dell'ossigeno, aveva il respiro irregolare e nonostante le dosi di antidolorifici e l'anestesia totale in circolo nelle vene soffriva ancora maledettamente, il grosso cerotto sotto al collo e quella maledetta gamba fasciata fungevano da contorno a quella scena orribile.

Dopo essersi assicurata che la bimba dormisse, le carezzò dolcemente i capelli e la poggiò sulla scomoda poltrona beige, quando rialzò lo sguardo notò un irregolarità sul monitor, con suo grande stupore l'uomo aprì gli occhi che iniziò ad agitarsi violentemente, si tolse la mascherina dell'ossigeno e buttandosi tutto su un fianco iniziò a vomitare sangue, lei afferrando saldamente la mano dell'uomo chiamò un infermiere, Greg si ributtò sul letto e tra le lacrime miste a sudore lanciò un violento urlo, Amanda era terrorizzata, non lo aveva mai sentito urlare così, gli prese saldamente una mano e chiamò di corsa un infermiere che arrivò, prese dal carrello delle emergenze una siringa e gliela iniettò nel tubo della flebo, chiamò l'equipe di chirurghi e lo riportarono in sala operatoria. aveva sangue emoraggico nei polmoni, Amanda aveva paura, la paura era tanta. 





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