Ivy
giunse a Piazza del Gesù tutta trafelata. C'era un sole che
spaccava le pietre. Si muoveva velocemente cercando di schivare quella
miriade di gente che normalmente affollava quel luogo. Indossava delle
ballerine rosa di plastica, che fasciavano perfettamente i suoi piedi
grazie a un elastico al loro interno. Di certo non erano le scarpe
adatte per fare una maratona come stava facendo lei! In un attimo i
suoi piedi erano diventati roventi. Il tessuto dei jeans le si era
attaccato alla pelle per il caldo, dandole un senso di pesantezza alle
gambe, e l'elegante camicetta ricamata era ormai zeppa di sudore.
Mentre percorreva la via verso la Caffetteria Scaturchio, il venditore
ambulante che di solito si aggirava per quella zona produsse uno strano
suono simile a quello di una trombetta o al verso di un uccello, e
sbraitò: << Sciò sciò
Ciucciuè!! * >>. Quel suono
stridulo penetrò nell'orecchio di Ivy che
sobbalzò spaventata, e quasi perse l'equilibrio urtando
qualche passante! << Che
bella jurnata ch'è schiarata! >>, disse
la ragazza tra sè e sè. Aveva anche fatto tardi!!
Finalmente
riuscì ad entrare a Palazzo Corigliano, sede
dell'Università L'Orientale. La lezione era già
incominciata! Quando Ivy entrò in aula la professoressa
stava parlando con un nuovo allievo. Straniero, forse. Alla ragazza non
importò molto, tanto era preoccupata di aver fatto tardi!
<< Scusate il ritardo!! >>, si
scusò. << Non si preoccupi! Dobbiamo ancora
iniziare. >>, le rispose l'insegnante. La ragazza scelse
il primo banco della prima fila. Sistemarsi per lei fu faticoso, a
causa di quel maledetto seggiolino rumoroso che bisognava abbassare con
la mano se ci si voleva sedere! Non sapeva neanche dove appoggiare il
suo zainetto, tanto che lo spazio era ridotto! Sentiva su di lei gli
occhi di tutti, infastiditi dal suo rumore. Moriva dall'imbarazzo. Il
ragazzo straniero era seduto proprio dietro di lei! La ragazza si
lasciò andare pesantemente sulla seggiola e i suoi lunghi
capelli caddero proprio sul banco del giovane. << Oh,
scusami!! >>, disse girandosi a stento per ritirare le
sue ciocche, senza degnare neanche di uno sguardo il ragazzo, che non
ebbe il tempo di risponderle. Egli però la guardò
con i suoi occhi chiari ma profondi. Sembrava che la conoscesse...!
La
lezione era appena finita. Ivy era contenta di tornare a casa: non si
sentiva tanto bene! Si fermò nell'androne di fronte al
portone spalancato, cercando di godersi quell'unico filo d'aria che
passava di lì. Aveva la bocca asciutta, strinse le labbra e
deglutì. Aveva
bisogno d'acqua. Quel caldo
terribile l'aveva stremata. Guardò per terra, e le
sembrò che il pavimento tremasse. Improvvisamente si
sentì debole, come se una forza la stesse attraendo verso il
basso, ed ebbe un mancamento. Qualcuno la afferrò per il
polso. << Tutto
bene? >>, le
chiese colui che l'aveva appena sorretta. La ragazza si girò
di scatto, e vide che era il nuovo arrivato! Avvertì un
brivido. Stranamente non sentì più tutto quel
caldo! La sua attenzione cadde sulla mano del ragazzo che l'aveva
stretta. Aveva una presa forte, ma delicata allo stesso tempo! Non
aveva sentito dolore. Ivy era rimasta colpita da quel gesto!
<< Sìsì, non ti preoccupare...!
>>, rispose. << Sicura..? >>,
insistette lui. << Sìsì,
ehm...è il ciclo...sai, a me fa così,
è normale!! >>, balbettò Ivy
spontanea. Il ragazzo la fissò con i suoi occhi magnetici,
poi le sue labbra si incurvarono in un sorriso, e le disse dolcemente:
<< Forse
devi bere! >>. << Sì,
giusto! >>, rispose lei. Così la
accompagnò al distributore di bibite. << Ivy, giusto?? >>, chiese
lui. << Mi chiamo Ivana, ma sì, puoi chiamarmi
Ivy. O anche Iva! >>, rispose lei mentre si chinava per
prendere la bottiglietta d'acqua. << Io sono Michael, ma
puoi chiamarmi anche Michele. Mia madre era italiana. Mio padre
è straniero.
Sono uno studente in Erasmus. >>, disse lentamente il
ragazzo, senza staccare gli occhi da lei. << Ah ho
capito! Quindi da dove vieni?? >>, chiese Ivy
incuriosita. << Da lontano...da molto lontano!
>>, puntualizzò sibillino, poi
continuò: << Ora però vivo qui.
>>. << Ah, bello! Parli benissimo
l'italiano! >>, rispose Ivana entusiasta.
<< Allora ci vediamo in questi giorni...!?
>>, tagliò corto, salutandolo. Il ragazzo
sorrise, e rispose deciso: << Certo. >>. La
guardò allontanarsi, e con uno strano scintillio negli
occhi, sorrise soddisfatto: non c'erano dubbi che l'avrebbe rivista! Doveva
darle un messaggio.
Durante
la strada verso la stazione della metropolitana a Piazza Dante, ad Ivy
sembrò di riavvertire quel tremore sotto i piedi, e di
percepire che dal marciapiede si sprigionasse un forte calore. Comunque
era stata contenta di aver conosciuto quel ragazzo, nonostante fosse un
tipo un po' strano! Eppure...quello sguardo...le sembrava di averlo
già visto!
Quando
rientrò in casa, in cucina la tv era accesa e trasmetteva il
telegiornale, che stava dando la notizia di leggere scosse di terremoto che
erano state avvertite a Napoli e in paesi limitrofi circa un'ora prima.
L'epicentro era il Vesuvio.
Allora non era stata solo una sua impressione. Ecco perchè
si era sentita male! Le aveva avvertite...!
In
quei giorni si era parlato dell'attività del
Vesuvio che stava intensificandosi sempre di più...ma cosa
sarebbe accaduto nei giorni successivi??
*
"Sciò sciò
Ciucciuè!!" è un'
espressione scaramantica esclusivamente napoletana per
allontanare il potere del malocchio e delle malelingue;
*
"Che bella jurnata ch'è schiarata!"
, cioè " Che bella
giornata che si presenta!" in
senso ironico, cioè brutta. E' un detto napoletano.
Ciao a tutti!! Scusate il ritardo
nell'aggiornare questa storia!! Spero con questo capitolo di avervi
affascinato un po' di più...Seguitemi!!
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