Hands of Justice - 1 - La frontiera perduta

di Ghost Writer TNCS
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32. La Valchiria Millenaria

Per i membri del Branco, ricevere da Mowatalji l’incarico di far sparire Freyja era stata una gradita distrazione dalla monotonia di sorvegliare il bunker. Con l’arrivo dello Spadaccino Mistico in particolare, il carico di lavoro su di loro si era pressoché azzerato. In teoria i cacciatori avevano ancora il compito di sorvegliare l’area e proteggere gli scienziati, tuttavia la presenza dell’insettoide era già una garanzia più che sufficiente.

O almeno così credevano.

«Lei è mia» aveva affermato lo Spadaccino Mistico, e i membri del Branco non si erano opposti al suo desiderio di affrontare da solo la donna dai capelli d’argento.

«Warren, vai a prendere Vongai e il suo assistente» ordinò Priscilla mentre i due spadaccini si studiavano a vicenda.

Il sauriano e gli altri cacciatori credevano che sarebbe stata una precauzione eccessiva, ma dovettero ricredersi: le sei spade dell’insettoide roteavano in aria rapidissime, eppure la sua avversaria riusciva a neutralizzarle tutte con la sua lama.

«È lei, vero…?» esalò Yalina. «Rossweisse, la Valchiria Millenaria.»

Priscilla non rispose, ma il suo sguardo era abbastanza eloquente.

Con uno scatto improvviso la spadaccina superò la difesa del suo avversario, aprì la mano sinistra e una forza invisibile scagliò indietro l’insettoide. Le sei spade dello Spadaccino Mistico sussultarono a mezz’aria, ma non caddero. Il guerriero sembrava pronto a tornare all’attacco, ma Rossweisse gli appoggiò la lama sul collo.

«Arrenditi.»

Lui esitò. Non voleva ammettere la sconfitta, ma non poteva negare di avere paura.

«Mai!»

Con uno scatto d’orgoglio fece guizzare le sue spade contro la schiena della sua avversaria, ma Rossweisse le neutralizzò tutte con un unico movimento, fluido ed elegante.

L’insettoide aveva avuto la sua occasione per arrendersi con onore. La spadaccina evocò di nuovo la sua energia spirituale e questa volta lo investì con forza sufficiente da fargli perdere i sensi.

Con un movimento pressoché automatico fece sparire la lama della sua spada e agganciò l’impugnatura alla cintura. Fece comparire delle doppie manette con cui bloccò le quattro braccia dell’insettoide, dopodiché raccolse le sei spade del suo avversario e le ripose in una tasca dimensionale.

I membri del Branco erano senza parole: nessuno di loro credeva che ci fosse qualcuno in grado di battere così facilmente lo Spadaccino Mistico. Solo Priscilla non sembrava davvero stupita.

Nell’improvviso silenzio, si udirono dei rapidi suoni meccanici e Albion balzò in avanti nella sua aggiornata corazza.

«Ehi, tu! Sembri forte, vorrei usarti per testare la mia armatura. Ma non preoccuparti: non ti causerò ferite letali.»

La coda di Vongai ebbe un guizzo di incredulità. «Che sta facendo quell’idiota?! Si farà ammazzare!»

La sauriana era pronta ad andarlo a riprendere, ma Priscilla la trattenne. «Non ti preoccupare. La conosco abbastanza bene da sapere che non lo ucciderà.»

La scienziata guardò l’anfibiana, ma il casco non le permetteva di leggere il suo sguardo. Nonostante la rassicurazione, era comunque preoccupata per il suo assistente.

«Comincerei con un’onda d’urto» affermò Albion.

Rossweisse lo guardò stranita e non si mosse.

Il metarpia sollevò il braccio e fece fuoco. L’onda d’urto raggiunse in un lampo il suo bersaglio, ma la spadaccina la neutralizzò con un repentino fendente. Il suo movimento era stato talmente rapido da risultare quasi invisibile.

«Ok, dovrò lavorare un po’ sulla consistenza delle onde d’urto» prese nota lo scienziato. «Ora proviamo questo.»

Dalla schiena partì una raffica di minuscoli missili che si aprirono a ventaglio e poi sfrecciarono verso Rossweisse da tutte le angolazioni. Di nuovo la spadaccina non si mosse per schivarli, ma li respinse tutti con dei colpi di spada, talmente rapidi e precisi da deviare anche le esplosioni.

Albion portò una mano al mento. «Mmh, anche questo non è andato molto bene. Ora però ho capito come combatti, quindi…»

Rossweisse sfrecciò verso di lui e calò un fendente fulmineo. La lama si fermò a pochi centimetri dal suo casco, lasciando sfilare uno sbuffo di vento. Nel silenzio che seguì si udì uno schicco metallico e il casco del metarpia si aprì in due metà esatte. I pezzi caddero a terra, impotenti dinnanzi alle abilità della Valchiria Millenaria.

Albion, stupito ma per nulla spaventato, osservò ciò che restava della sua protezione. «Mmh, questo non sarebbe dovuto succedere.»

Mentre lui rifletteva, Rossweisse ritirò la sua spada.

«No, aspetta. Non è che potresti rifarlo? Stavolta però…»

«Non sono qui per aiutarti nei tuoi esperimenti» gli fece notare la spadaccina. «Ora vattene, o farai la stessa fine del tuo amico.»

«No. E non è mio amico» ribatté Albion.

«Guarda che non sto scherzando. Se non te ne vai, consegnerò anche te alla polizia.»

Per tutta risposta il metarpia ritirò l’armatura e allungò le braccia, pronto a farsi ammanettare. «Quelle biomacchine sono troppo interessanti: se vuoi che me ne vada, dovrai costringermi.»

«Lo sta arrestando!» esclamò Vongai. «Dobbiamo salvarlo!»

«Voi aspettate qui, ci penso io» affermò Priscilla. «E sì: è un ordine.»

L’anfibiana avanzò lentamente e disattivò temporaneamente il casco per mostrare il suo volto. «Rossweisse» chiamò.

«Priscilla. Credevo che Shamiram[11] vi avesse avvisato che dovevate andarvene.»

«Già, ma abbiamo deciso di ignorarla. Dunque hanno mandato te a sculacciarci.»

La valchiria parve stupita. «Ha detto proprio così?»

«Beh, non esattamente.»

«Ah, ecco. Ciò non toglie che dovete andarvene. O farete la loro stessa fine.»

L’anfibiana sospirò. «Credimi, sono l’ultima persona che vorrebbe combattere con te, ma quello che sto facendo è troppo importante.»

«Ah sì? E cosa sarebbe?»

Priscilla lanciò un rapido sguardo ai suoi compagni, abbastanza lontani da non sentire quello che si stavano dicendo. «Sto indagando sugli Eletti. Sono loro che hanno commissionato la ricerca del bunker, e presto verranno a prendere le biomacchine. Devo scoprire dove si nascondono.»

Rossweisse la scrutò con aria indagatrice. «I tuoi amici lo sanno? Sanno chi sei davvero?»

«Sanno quanto basta.»

La valchiria non si stupì della risposta. «Tipico di voi Ombre: non vi fidate nemmeno dei vostri amici.»

La cacciatrice allargò le braccia. «Perdonami se non sbandieriamo i nostri ideali come voi Cavalieri.»

Per qualche secondo regnò il silenzio.

«Come ho detto, dovete andarvene» ribadì la valchiria. «Presto la polizia sarà qui e prenderà in carico il bunker.»

«Se lasci il bunker alla polizia, gli Eletti manderanno uno dei loro assassini e li ucciderà tutti.»

«Allora resterò qui a proteggerli.»

«Così però non sapremo mai dove vogliono portare le biomacchine!»

Rossweisse si prese un momento prima di ribattere. «Come ho detto, presto la polizia sarà qui. Se non ve ne andate, finirete anche voi in cella. E, ti prego, non ho nessuna intenzione di litigare con Shamiram per l’arresto di sua figlia.»

Priscilla serrò i pugni. «D’accordo. Ma non finisce qui.»

«Lo so.»

L’anfibiana le voltò le spalle, pronta ad andarsene, ma si fermò. «Almeno ridacci lo scienziato.»

Rossweisse osservò il metarpia. Non c’era malvagità nel suo sguardo, e il suo unico desiderio sembrava davvero restare lì a studiare le biomacchine. Acconsentì.

Nonostante l’approvazione della valchiria, non fu così facile convincere Albion a seguirli, ma riuscirono comunque a dileguarsi prima dell’arrivo della polizia.

I due agenti scesero dalla volante e la valchiria andò loro incontro. «Salve, sono Rossweisse. Sono stata io a chiamarvi.»

«Sì, sappiamo chi è lei» annuì il gigante di ghiaccio stringendole la mano. «Io sono l’ispettore Smidr. Grazie per l’aiuto. Con tutto quello che abbiamo da fare, dubito che saremmo riusciti a scoprire questo posto.» Guardò il prigioniero. «Ottimo lavoro, catturarlo. Lo porteremo alla centrale per interrogarlo. Non dev’essere stato facile.»

La donna non si scompose. «Ho solo fatto il mio dovere. Piuttosto, se per voi non è un problema, vorrei restare qui ancora un po’: ho motivo di credere che chi ha commissionato la ricerca del bunker possa tornare per riprenderselo.»

«Ha idea di chi potrebbe essere?»

«Niente di certo purtroppo. Qualcuno molto pericoloso e molto potente temo.»

«Tanto meglio che lei sia qui allora» affermò il poliziotto. «Se non le dispiace, vorrei dare un’occhiata al bunker.»

I due raggiunsero l’ingresso e il gigante di ghiaccio rimase senza parole. C’erano decine di automi all’interno, ma quello che lo colpì davvero fu che erano pressoché identici a quelli forniti dal governatore per aiutarli a riprendere la colonia.

Si avvicinò per guardarli più da vicino. Non c’erano dubbi, erano dello stesso modello. Erano tutti inattivi, ma sembravano in buono stato, fatta eccezione per un paio di unità danneggiate. Danni recenti, pensò.

«Devo avvisare il commissario» dichiarò, quasi come stesse parlando a sé stesso.

Uscì dal bunker e chiamò il suo superiore per riferirle quanto aveva scoperto.

«Commissario…» esalò alla fine del discorso, «pensa che il governatore fosse in combutta con il Sindaco?»

«In combutta? Per quanto ne sappiamo, potrebbero anche essere la stessa persona.»

«Porto subito lo Spadaccino Mistico alla centrale per interrogarlo» affermò il gigante di ghiaccio con risolutezza.

L’insettoide dovette prendere un momento per riflettere. «D’accordo, ma cerca di tenere un basso profilo. In questo momento non possiamo far partire un’indagine ufficiale sul governatore.»

«Commissario, l’accusa è molto grave e queste biomacchine sono praticamente una prova!» le fece notare Smidr. «Non possiamo insabbiare la cosa!»

«Anche se la metti così, ci sono due problemi. Primo: il governatore sta ancora trattando con gli sponsor e quei soldi ci servono. Secondo: la Orborum Domini non ci lascerà perseguire il suo uomo copertina, piuttosto ci sbatterà tutti fuori dal pianeta. E se la Valchiria Millenaria ha ragione, potrebbe anche avere degli agganci criminali da qualche parte.»

«Però non possiamo fare finta di niente!»

Il commissario non si scompose. «Sai, qualche giorno fa ho avuto una conversazione molto simile a questa con Valkyregard, e ora lei è sparita. Vuoi forse essere il prossimo?»

Smidr esitò. «Ma questo… Questo dimostra che i nostri sospetti sono fondati!»

«Può darsi. Ma ciò non toglie che ho ragione.»

La rassegnazione era evidente sul volto del gigante di ghiaccio. «Quindi cosa facciamo?»

«Porta in cella lo Spadaccino e trova il modo di sorvegliare quel bunker. Al resto ci penso io.»

***

L’insolito rumore di stampelle si diffuse nell’area di detenzione della centrale di Ziqi City, attirando l’attenzione dei pochi criminali presenti.

La teriantropa si fermò davanti a una cella e il detenuto la riconobbe subito.

«Ehi, finalmente siete arrivati!» esclamò D’Jagger avvicinandosi. «Sei qui per farmi uscire…» L’espressione contrariata della poliziotta smorzò il suo entusiasmo. «Vero…?»

«Dipende» affermò Nora. «Sei disposto a rischiare la vita per darci una mano?»


Note dell’autore

Ciao a tutti!

Questa volta ho diversi spunti interessanti da sottolineare.

Prima di tutto abbiamo appurato che Rossweisse è molto più forte dello Spadaccino Mistico e che gode di una certa fama (la chiamano Valchiria Millenaria per un motivo, no?).

Rossweisse e Priscilla hanno avuto un confronto (verbale) e a quanto pare si conoscono abbastanza bene, anche se decisamente non sono amiche (sarà forse dovuto alle loro rispettive affiliazioni con “Cavalieri” e “Ombre”?).

Alla fine la polizia è riuscita a prendere possesso del bunker, tuttavia la situazione non si prospetta rosea: una temibile minaccia incombe su di loro, ma almeno possono contare su un’eccellente alleata. Certo, resta da capire cosa farà Priscilla per cambiare le carte in tavola: se la valchiria si è dimostrata un’avversaria temibilissima in battaglia, l’anfibiana potrebbe rivelarsi altrettanto pericolosa nel pianificare una contromossa che metta tutti con le spalle al muro.

Nel finale abbiamo finalmente rivisto D’Jagger: cosa avrà in mente Nora? E quell’allegro furfante del goblin accetterà di rischiare la vita per aiutare degli sbirri?

A presto ^.^


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[11] Shamiram (Semiramide) è una leggendaria regina assiro-babilonese, moglie del re Nino.





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