Bryce

di heliodor
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Scommessa

 
Quando aprì la porta, trovò il corridoio vuoto. Aveva atteso paziente nella stanza, cambiandosi d’abito prima di uscire, nella speranza che Elvana si stancasse di attenderla e andasse via.
Si guardò attorno soddisfatta e chiuse la porta alle spalle.
Nello stesso momento Elvana emerse da dietro l’angolo, l’espressione annoiata.
“Vai a fare una passeggiata?” le chiese divertita.
Bryce fece una smorfia di disappunto. “Dov’eri?”
Lei le sorrise. “Ti preoccupi per me? Non devi. Dovrei essere io a preoccuparmi per te.”
Scosse la testa esasperata e marciò nella direzione opposta. Elvana le si accodò subito, seguendola in silenzio.
Bryce raggiunse le scale e le scese a due alla volta. Appena raggiunto il livello inferiore con uno scatto girò l’angolo formato da una colonna e si infilò in un corridoio. Evitò d’un soffio due stregoni che giungevano dalla parte opposta e si infilò attraverso una porta spalancata.
Si ritrovò in una sala occupata da una mezza dozzina di tavoli allineati contro la parete. Al centro, sopra un tappeto, una strega e uno stregone si stavano fronteggiando in silenzio. Altri cinque o sei mantelli osservavano parlando tra loro a bassa voce.
Bryce attraversò la sala a testa bassa raggiungendo l’uscita opposta e appena fuori girò subito a destra e prese a correre per il corridoio fino alla svolta successiva.
Sapeva per esperienza che superato l’angolo vi era un bivio. Una scala saliva verso l’alto mentre in basso il corridoio procedeva dritto.
Prese le scale senza rallentare e si ritrovò di nuovo al livello superiore. Il corridoio era stretto e buio. Sollevò una mano e aprì il palmo. Un globo di luce intensa si formò poca sopra di esso e iniziò a fluttuare illuminando di una luce tetra le pareti.
Rallentò un poco l’andatura fino a raggiungere un ampio colonnato che si apriva verso l’esterno. Alzando la testa oltre la balaustra poteva vedere la piazza sottostante e le figure minuscole che la percorrevano in ogni direzione. Alzando gli occhi individuò le delicate anse del fiume che tagliava in due la città prima di gettarsi nel golfo Azzurro. Da quella altezza poteva persino vedere gli alberi delle navi che formavano una intricata foresta davanti ai moli. Immaginò i marinai che si preparavano a salpare o che erano appena arrivati, gli scaricatori che spingevano carrelli pieni di casse e sacchi colmi di frutti e tessuti. A quel punto poteva persino vedere le mura ergersi ai confini della città, racchiudendola in un abbraccio di pietra grigia.
“Perché non rallenti?” chiese una voce alle sue spalle.
Si voltò di scatto ma i suoi occhi videro solo il corridoio vuoto.
“Sono proprio qui di fronte a te” disse la stessa voce.
Bryce socchiuse gli occhi e una figura si disegnò nell’aria, come se fosse fatta di vento e luce tenue che ondeggiava in un luogo indefinito.
“Che tu sia dannata” esclamò.
La figura sembrò tremolare un attimo prima di diventare solida e ben visibile. Il viso sorridente di Elvana le apparve a cinque o sei passi di distanza, accanto a una delle colonne che sostenevano la balconata.
“Ti piace la mia illusione spettrale?” le chiese divertita.
Bryce respirò a fondo. “Come hai fatto a trovarmi?”
“Non ti ho mai persa di vista” rispose lei. “Appena ti sei messa a correre ho faticato un po’ a raggiungerti e quando hai preso le scale invece di andare dritta mi hai quasi ingannata, ma come vedi so svolgere bene il mio lavoro.”
“Agli inferi” esclamò. “Lo vuoi capire che non ti voglio vicina a me?”
“Guarda che nemmeno io sono contenta di doverti fare da scorta, principessa” disse Elvana seria. “Almeno stai rendendo la cosa divertente. Pensavo che mi sarei annoiata a morte nel badare a una strega di basso rango e invece…”
Bryce evocò un dardo magico nella mano destra. “Il mio rango è abbastanza alto da poterti dare una lezione qui e subito, se vuoi.”
Elvana la guardò accigliata. “Vuoi sfidarmi a duello? Sul serio?”
Bryce annuì. “Hai paura? Vuoi tirarti indietro?”
Lei sembrò rifletterci sopra. “No.”
 
Bryce entrò nella sala e marciò decisa verso il centro, dove il tappeto adesso era vuoto. I due mantelli che aveva visto poco prima stavano parlando tra di loro, accerchiati dagli spettatori.
“È stato un buon duello” stava dicendo un ragazzo dagli occhi chiari e i capelli color nocciola. “È stato un onore confrontarmi con te, Danya Amnon.”
La ragazza che gli stava di fronte aveva lunghi capelli corvini e sorrideva imbarazzata. “Anche per me, Misar Nizzanit.”
Bryce si fermò in mezzo alla sala. “Chi si offre di fare da arbitro in una sfida?”
Le teste dei presenti si volsero verso di lei.
“È Bryce” disse uno degli stregoni.
“La principessa” fece una strega sorpresa.
Elvana si fermò a cinque o sei passi di distanza da lei e si guardò attorno annoiata.
Uno dei ragazzi le rivolse un’occhiata accigliata. “È la strega di Ningothris.”
“Sì, è proprio lei.”
“Ci serve un arbitro per la sfida” disse Bryce a voce alta.
Le streghe e gli stregoni nella sala si consultarono tra di loro.
“Tocca a me” disse la strega che avevano chiamato Danya facendosi avanti.
Bryce la guardò perplessa. “Ti conosco?”
“Mi sono consacrata due Lune prima di te” rispose lei imbarazzata. “Ma la mia cerimonia è stata meno sontuosa della tua.”
Sembra quasi che le me lo stia rinfacciando, si disse provando una certa irritazione. “Vuoi fare tu da arbitro in questa sfida?”
Danya annuì. “Sarebbe un onore per me.”
Elvana ridacchiò. “Quanto rispetto per una strega di basso rango” disse. “Che non ha ancora dimostrato niente.”
Bryce serrò la mascella. “A Ningothris usate le regole delle nazioni civilizzate o avete le vostre?”
Elvana non smise di ghignare. “Si può dire che le abbiamo inventate noi” rispose. “Per rendere i duelli meno umilianti per voi di Valonde.”
Tra il pubblico si levò un vocio.
Danya prese un disco di metallo largo un palmo di mano e si piazzò tra le due streghe. Alzò l’oggetto affinché tutti potessero vederlo. “Come da tradizione devo ricordarvi le regole prima di uno scontro. Quando lancerò il disco in aria, potrete colpirlo in qualsiasi momento. Potete usare solo i dardi magici per colpirlo e nient’altro. Non potete levitare né usare corde o evocazioni. È chiaro? Chi colpisce per prima il disco guadagna un punto. Se il vostro dardo manca il bersaglio, l’avversario guadagna un punto. Se il disco tocca terra che nessuno lanci il suo dardo, nessun punto viene assegnato. Vince la prima che ottiene tre punti. Siete pronte?”
Bryce annuì decisa mentre Elvana scrollò le spalle.
Danya lanciò il disco in aria.
L’oggetto volteggiò sopra le loro teste prima di rallentare e iniziare una rapida discesa.
Bryce fece scattare gli occhi in alto.
Questo è il momento migliore, si disse. Quando il disco ha smesso di salire ed è più lento.
Alzò la mano dove aveva già evocato un dardo magico e lo lasciò partire. Il proiettile, simile a una freccia fatta di puro potere, colpì il disco producendo un tintinnio e una breve cascata di scintille.
Il disco toccò terra rimbalzando un paio di volte prima di fermarsi.
“Punto per Bryce” annunciò Danya sorridendo.
Bryce guardò Elvana. Gli occhi della strega erano puntati verso di lei e non aveva smesso di sorridere.
“Ti vuoi arrendere?”
Elvana scosse la testa.
Danya raccolse il disco e lo lanciò di nuovo in aria.
Bryce attese che rallentasse la sua corsa e alzò la mano, lanciando il dardo. Altro tintinnio e altra cascata di scintille che rischiarò per un attimo la sala.
Prima ancora che il disco toccasse il tappeto qualcuno aveva applaudito.
“Incredibile” disse uno stregone annuendo.
“L’ho vista a malapena muoversi.”
Bryce inspirò a fondo e guardò Elvana con espressione tronfia. “Ancora un punto.”
La strega schiarì la voce. “Che ne dici di scommettere qualcosa?”
“Adesso? Sei sotto di due punti.”
Elvana scrollò le spalle. “Se hai paura di scommettere…”
“Scegli tu la posta” la sfidò Bryce.
“Se vinci tu, smetterò di farti da scorta finché non sarai tu a chiedermelo di nuovo. Per piacere.”
Bryce ghignò. “Non accadrà.”
“Se vinco io” proseguì Elvana. “Accetterai che io ti faccia da scorta finché i decani non decideranno altrimenti.”
Soppesò la sfida della strega.
Sto vincendo di due punti, si disse. A volte ho perso una sfida, ma mai quando ho avuto un vantaggio così ampio. Non succederà ora, con questa mezza selvaggia.
“Sto aspettando una risposta” disse Elvana.
“Accetto.”
“Davanti a tutti?”
“Accetto la scommessa” disse a voce alta. “Tanto non perderò” aggiunse con tono più basso.
Elvana scrollò le spalle. “Ricorda che hai accettato.”
Danya si posizionò tra loro due. “Siete pronte?”
“Quando vuoi” disse Bryce.
Elvana rispose con un cenno della testa.
Danya lanciò il disco.
Bryce lo osservò salire e roteare. Stava per sollevare la mano quando un dardo lo colpì producendo una cascata di scintille.
I suoi occhi scattarono verso Elvana. La strega aveva sollevato il braccio e osservava soddisfatta il disco che era rimbalzato a terra.
“Punto per la strega straniera” disse Danya incerta.
“Elvana” la corresse lei.
“Elvana” ripeté Danya.
“Di Ningothris.”
“Di Ningothris.”
Bryce tenne gli occhi fissi sul disco finché Danya non lo raccolse.
“Due punti per Bryce e uno per Elvana” disse la strega.
Trasse un profondo respiro.
Danya lanciò il disco facendolo roteare. Bryce tenne gli occhi fissi sull’oggetto.
È stato un colpo fortunato il suo, si disse. Pochi riescono a colpire il disco mentre sta salendo. I colpi più sicuri sono quando rallenta prima di scendere. Devo solo aspettare e avere pazienza.
Un dardo fece tintinnare il disco.
Stavolta Bryce sussultò a quella vista.
La forza del colpo spinse il disco verso di lei, facendolo cadere tra i suoi piedi. Lo guardò inorridita mentre si fermava a mezzo passo di distanza dalla punta dello stivale in pelle.
“Punto per Elvana” disse Danya perplessa.
“Due colpi fortunati di seguito” disse la strega ghignando. “È decisamente strano, non trovi?”
Bryce tentò di ignorarla ma sentì la rabbia crescere dentro di lei.
È stata solo fortuna, si disse. Non sarebbe mai capace di colpire il disco tre volte di seguito mentre sta salendo. È impossibile. Eppure, potrebbe essere davvero il suo giorno fortunato.
Danya raccolse il disco e si portò in mezzo. “Due punti per Bryce e due per Elvana” annunciò.
Non posso perdere, pensò. Devo trovare il modo di ingannarla. Fingerò di muovermi per prima costringendola a tentare il tiro, così lei sbaglierà e io avrò vinto.
Danya lanciò il disco per la quinta volta.
Bryce ebbe la sensazione che tutti nella sala avessero smesso di respirare e che persino i loro cuori si fossero fermati in attesa di quello che stava per accadere.
Il disco salì fino a metà dell’altezza, superando di una spanna le loro teste.
Bryce guardò Elvana con la coda dell’occhio mentre non perdeva di vista il disco. Mosse la mano fingendo di alzarla, aspettandosi che l’altra facesse lo stesso, ma la strega rimase immobile.
Non sta funzionando, pensò in un attimo.
Poi vide le dita di Elvana muoversi, il polso cambiare angolazione e i muscoli della spalla contrarsi.
Vuole anticipare il colpo, pensò sgomenta. Di nuovo.
Senza rifletterci alzò il braccio e lasciò partire il dardo magico verso il disco.
La freccia di puro potere coprì in un attimo la distanza che la separava dall’oggetto e lo superò, finendo per colpire la parete opposta.
Il disco rallentò, sembrò fermarsi per un attimo e riprese a scendere, finendo la sua corsa tra i piedi di Danya.
La strega lo raccolse con dita tremanti e lo mostrò ai presenti. “Bersaglio mancato. Punto a Elvana. Sono tre per lei.”

 




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