Werewolf's Shadow School

di Khailea
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Personaggi in questo capitolo: 
Jack
Daimonas 
Ailea
Khal 
Lighneers 
Zell 
Astral 
Lacie 
Hope 
Grace 
Milton 
Seraph 
Alexander 
Johanna 
Samantha 
Nadeshiko 
Ayame 
Ryujin
Yume
Cirno
Vladimir
Annabelle
 
 
 
 
 
 
 
 
-Ailea… Ailea svegliati dai!-
Ogni suono era ovattato alle orecchie della ragazza, perfino quella voce che insistentemente continuava a chiamarla mentre lei voleva solo dormire, alla fine però dovette comunque svegliarsi, ed aprendo gli occhi vide che Jim era ancora vicino a lei, dopo che avevano dormito in un cassonetto di fortuna trovato la notte scorsa.
-Non ti svegliavi più!- disse imbronciato il ragazzino castano gonfiando le guance, aveva già dodici anni ma ne dimostrava cinque certe volte.
-Stavo riposando.- borbottò lei stropicciandosi gli occhi, ancora stanca. -Non mi ricordo… cosa abbiamo fatto ieri?- sembrava quasi le memorie dei giorni precedenti fossero completamente svaniti.
-Siamo scappati dalla polizia, ovvio!-
-Ah, giusto.-
Erano giorni interi che correvano senza sosta, dopo essere scappati dall’orfanotrofio. Rookbow per quanto disfunzionale ci teneva alla salvaguardia dei più piccoli e per questo il sindaco aveva sviluppato una legge imponesse ai bambini che avevano raggiunto i dodici anni di frequentare la scuola, dove a ciascuno sarebbe stato offerto un letto nei dormitori creati appositamente per chi ne aveva bisogno.
In questo modo avevano effettivamente abituato moltissimi bambini, e la città aveva un ottimo livello di istruzione, ma loro non avevano la minima intenzione di farne parte, avevano vissuto benissimo fino ad ora senza l’aiuto di nessuno, soli contro il mondo intero, ed erano certi avrebbero continuato così per il resto dei loro giorni.
Mentre Ailea cercava di darsi una sistemata Jim appoggiò la fronte sulla sua spalla, cercando di nascondere il broncio.
-Perché sei arrabbiato?- chiese la ragazza notandolo facilmente.
-Perché… perché odio chi tenta di costringermi a fare quello che non voglio…-
-Nessuno ti obbligherà ad andare in quelle scuole.- tentò di dire lei per rassicurarlo.
-E tu?-
Lei? Beh, non ci aveva mai pensato in realtà. All’orfanotrofio stava bene ma adesso non poteva più tornare indietro, e purtroppo avevano perso tutti i soldi fatti con i furti di strada visto il nascondiglio era sotto al letto del ragazzo.
Di avere una vita normale non se ne parlava nemmeno, il mondo le aveva fatto capire di non essere voluta, a partire dai suoi genitori e tutta la gente che la trattava come un insetto.
Ad un certo punto aveva smesso di piangerci su, quando aveva incontrato Jim in verità, anche lui era odiato dal mondo e questo significava dovevano proteggersi a vicenda.
-Io starò insieme a te, ce lo siamo promesso.- rispose quindi sicura.
-Ma… ma se ci prendessero? Se fossimo costretti ad andare a scuola, magari pure diverse, e se tu trovassi altri amici migliori di me e mi abbandonassi?- chiese ancora il ragazzo stringendogli la mano con forza. -Non voglio stare solo!-
Era evidente quanto fosse spaventato dal cambiamento, e lo stesso valeva anche per lei, che non poté dargli altra risposta se non un abbraccio.
-Non lo sarai Jim, sei il mio migliore amico.-
L’amicizia e l’affetto li legava era reale, eppure dopo qualche istante sembrò sfuggire dalle mani della ragazza, che non sentì più l’abbraccio di Jim, il suo calore o le sue lacrime, ma solo un gelo che raggiunse perfino le ossa, ed un acre odore che la fece tossire.
Aprendo nuovamente gli occhi vide davanti a sé un ragazzo molto diverso rispetto a quello del passato, dai capelli rosati e lo sguardo freddo, più triste e corrotto, ma se glielo avesse detto le avrebbe probabilmente risposto era solo libero.
-Finalmente ti sei svegliata.- commentò Jim come se nulla fosse.
Gli occhi le bruciavano terribilmente e così anche la gola, per questo non riuscì a chiedergli dove si trovassero quando, guardandosi attorno, non riconobbe le grigie pareti ed il pavimento nero.
Provò a mettersi a sedere ma ogni muscolo del suo corpo le doleva, e notò alcune ferite ai polsi ed alla caviglia destra.
Frammenti di memorie cominciarono a riapparire, varie lotte con i suoi amici, e ad un certo punto il vuoto.
-Cosa… cosa ho fatto?-
-Ti sei divertita tesoro, ecco cosa.- disse l’altro con una risatina. -Tutto grazie a queste.- continuò poi mostrandole un pacchetto pieno di sigarette, ed allora lei ricordò come tutto era iniziato.
-Cosa c’era dentro…-
-Oh la conosci benissimo. Vedi in tutti questi mesi di sospensione non sono mica rimasto buono in casa senza far niente, ho saputo di come la scuola ti ha premiata mandandoti a combattere sull’isola e di tutte le tue recenti stronzate, ma soprattutto ho visto quei gorilloni grigi assalire la nostra scuola.-
Un brivido la percorse quando intuì stava parlando degli uomini prendevano le Fiamme di Satana, ma non ebbe le forze di interromperlo e lo lasciò continuare.
-Ho anche saputo dell’ultimo professore sciroccato, un vero idiota se in meno di una settimana siete riusciti a farlo fuori, proprio voi che siete paragonabili a delle caramelline ahaha! Comunque, ho notato cosa ha fatto agli studenti e allora ho rubato qualche sua siringa e ho imbevuto del tabacco con quella roba. Non sono un genio quindi queste sono le ultime tracce, ma negli incontri più importanti ci sarà sicuramente d’aiuto.- mentre spiegava aveva un largo sorriso sulle labbra, che lasciava intuire al denaro sperava di fare, ma lei scosse la testa.
-No, no tu sei fuori. Io non prenderò quella roba ancora.-
-Oh lo sono, e lo sei anche tu. E’ questa città che ci ha fatto impazzire.- rispose il ragazzo, premendole l’indice ed i pollici sulle guance, costringendola a guardarlo. -Noi siamo i signori del crimine, e lo diventeremo dopo che scaleremo le classifiche! Basta cazzatine da strada, si punta al massimo.-
-Ti ho detto non lo farò!- disse l’altra scacciandolo con la mano.
-E cosa vorresti fare, tornare dai tuoi amici dopo che hai cercato di ucciderli? Ma fammi il piacere, mi andava bene guardare la tua sceneggiata all’inizio ma se deve interferire con gli affari allora è giusto finisca.-
-Non è una sceneggiata!-
-Sì che lo è!- stavolta l’urlo di Jim echeggiò per l’intera stanza, costringendola a tacere. -Lo è, perché non sei te stessa con loro, lo sei con me! Io so come sei, io sono cresciuto con te, non un branco di teste di cazzo che sa a malapena gestire una persona! Sono io il tuo migliore amico!-
Per qualche istante non disse altro, fissandola rabbioso, recuperando poi la sua calma distogliendo lo sguardo. -Hai mentito a tutti fin dall’inizio, ma adesso basta… si ritorna in affari, niente più Werewolf’s Shadow, niente più professori incompetenti, e niente più gente che ti rallenta. Tanto, non ti riprenderebbero mai indietro, nessuno l’ha mai fatto dopo aver visto come siamo veramente.-
Avrebbe voluto urlargli che aveva torto, ma non ci riuscì, infondo gli anni passati avevano ancora una certa influenza su di lei, il colpo di grazia però arrivò poco dopo.
-Ailea… vorresti veramente abbandonarmi?-
Ed eccolo lì, il bambino con cui era cresciuta, talvolta furbo talvolta piagnone, ma sempre al suo fianco, ed il senso di colpa la trafisse senza pietà.
Come avrebbe reagito Seraph di fronte al suo ennesimo sbaglio? Forse sarebbe riuscita a nasconderglielo come aveva provato a fare altre volte, anche se non aveva mai funzionato. Forse si sarebbe semplicemente stancata di tutti i problemi le creava.
La ragione le urlava di alzarsi ed andarsene, ma la colpa ed il timore di ritrovarsi sola era più forte; se avesse perso Jim e gli altri non l’avessero più voluta non avrebbe avuto nessuno.
-No… non voglio abbandonarti.-
La maschera di Jim cadde immediatamente, sostituita da uno scaltro sorriso.
-Questo è parlare. Si va in scena.-
 
 
 
 
 
 
 
 
Il gruppo non si era fermato un secondo dal cercare la loro amica, ma la sua scia di distruzione sembrava essere cessata e si erano rapidamente perse le tracce per i corridoi, quel che peggio era che nemmeno Khal riusciva a capire dove fosse, perché il suo cellulare era rimasto nello zaino e quindi si rivelò inutile nella ricerca.
-Come può essere sparita nel nulla? Non è possibile!- disse confuso Ryujin dopo aver chiesto aiuto anche a degli studenti.
-Non è possibile si sia calmata?- chiese Annabelle sperando nel meglio, ma nessuno poteva crederci.
-Eravamo sul tetto l’ultima volta l’abbiamo vista, si è gettata oltre il bordo ed è rientrata nella scuola da una finestra. Questo è tutto quello che so.- intervenne Daimonas con sguardo colpevole. -Mi dispiace, avrei dovuto fermarla.-
Sì, avrebbe dovuto, ed era solo colpa sua e degli altri se Ailea era scappata, questo almeno era ciò Khal avrebbe voluto urlare, ma Johanna glielo impedì-
-No Daimonas, non è colpa di nessuno.-
-Se non di Jim.- l’osservazione di Grace era corretta, anche lui sembrava essere sparito dalla circolazione e Daimonas aveva assicurato di aver riconosciuto il suo odore.
-Non possiamo lasciarla andare così, dobbiamo andare a cercarla fuori dalla scuola!- asserì Seraph con fermezza.
-Ma cosa facciamo con le lezioni?- chiese giustamente Sammy, più che per la preoccupazione dei suoi voti per il fatto i professori avrebbero potuto cercarli, cosa in realtà poco plausibile.
-Sinceramente, non mi importano. Sono disposta anche ad andare da sola.-
-Non essere stupida nya. E’ ovvio che verremo!- rispose Lacie convinta, ed Astral al suo fianco annuì.
-Abbiamo l’occasione di saltare le lezioni delle Mustang, figurati se non veniamo.- disse scherzosamente per allentare la tensione.
-Se dobbiamo muoverci allora facciamolo in fretta!- ringhiò Khal impaziente, ma non aveva tutti i torti, il suono della campanella segnava l’inizio delle prossime lezioni, e così anche la scelta se restare o spostarsi all’esterno.
Nessuno però ebbe nemmeno bisogno di pensarci.
 
 
 
 
 
 
 
 
Lighneers-Ayame-Astral-Seraph-Lacie:
 
-Mmmmh…. mmmmmh… mmmmmmhnyaaa!-
Quando il gruppo si era diviso per cercare di trovare Ailea Lacie aveva avuto l’idea di usare il proprio fiuto per scovarla, ma la cosa si era rivelata molto più complicata del previsto quando la ragazza si era resa conto della quantità di odori c’erano in una scuola.
Tra ragazzi sudati e ragazze esageratamente improfumate quella ricerca poteva essere estremamente ardua, soprattutto perché l’odore tipico di Ailea era un miscuglio di sigarette ed uno shampoo al pino.
-Se fosse stata metà cane magari avremmo fatto prima…- sospirò Lighneers sfregandosi gli occhi con gli indici, ricevendo una grave occhiataccia da Astral.
-Mia sorella può fare ogni cosa.-
-Come cerca persone però stiamo facendo un po’ fatica…- commentò Ayame ottenendo lo stesso risultato di Lighneers. -Non voglio offendere, ma magari le serve una spinta?-
-Che tipo di spinta?- chiese Seraph prima che Astral potesse liquidare la proposta.
-Magari se le facciamo annusare qualcosa di Ailea sarà più facile trovarla.-
-Non sono un cane nya!- sbottò la ragazza offesa.
-Non ti sto dando del cane tesoro, ma hai un olfatto sensibile e qui in mezzo a tutte queste puzze di adolescenti ormonali non so quanto andrai avanti.- tentò di giustificarsi Ayame.
-Ha ragione Astral, metti da parte l’orgoglio e dalle retta.- disse Lighneers facendo venire le  palpitazioni ad Ayame.
-E dove dovremmo trovare qualcosa di Ailea?- rispose l’altro sbuffando, mandando giù l’offesa.
Seraph cercò di concentrarsi per pensare ad un oggetto le appartenesse, e finalmente si rese conto della soluzione più ovvia. -Il suo zaino!-
-Grande piccola!- esclamò subito Astral.
-Ma è in classe, ed è appena iniziata l’ora di inglese.- osservò giustamente Ayame.
-Io lì non entro.- disse subito Lighneers, non volendo aver a che fare con le Mustang se non era obbligato.
-Dovrebbe esserci la signorina Emi giusto nya? Lei è buona nya.-
-Più che buona è arrapata.- rispose Astral alla sorella. -Se fosse quella depressa potremmo entrare ed uscire senza problemi.-
-Andrò io. Farò in fretta.- disse infine Seraph dirigendosi verso la classe, non avevano tempo da perdere e non sarebbe stata certo la professoressa a fermarla.
Dalla porta poteva sentire che effettivamente la lezione era iniziata, ed osservando dallo spioncino poté vedere la donna stava scrivendo qualcosa alla lavagna.
Sperando di poter approfittare del momento la ragazza entrò dirigendosi verso il banco di Ailea, lasciato vuoto visto c’era ancora il suo zaino, ma non appena lo prese e provò ad uscire la professoressa la fermò.
-Quello non è tuo, vero?- chiese la donna guardandola con un sorriso gentile.
-No, è di una mia amica.-
-E dov’è questa tua amica?-
Era evidente non volesse farle prendere lo zaino, ipotizzando magari volesse rubarlo, però anche se le avesse detto la verità difficilmente le avrebbe creduto.
-E’ in bagno con il ciclo.-
Come scusa era un po’ patetica, ma plausibile, la professoressa però non ci cascò.
-Allora basta un’assorbente, no?-
-… giusto.-
Se avesse provato a correre l’avrebbe sicuramente fermata, perciò Seraph non ebbe altra scelta se non rimettere lo zaino al suo posto, e fingere di frugare all’interno alla ricerca dell’assorbente mentre cercava qualcos’altro che potesse essere utile a Lacie, ma tutto ciò che trovò fu un pacchetto di sigarette.
Alla fine dovette arrendersi quando la professoressa cominciò a fissarla intensamente, e prendendo il pacchetto e l’assorbente uscì dalla classe sconsolata.
-Trovato qualcosa nya?-
-Solo queste… possono essere utili?- chiese mostrando il pacchetto.
-Beh, i capelli di Ailea puzzavano di fumo stamattina, con queste potrei esser più sicura sull’odore nya. Grazie.- rispose l’altra sorridendo cercando di rassicurarla.
-Ehi un momento, a me non sta tanto bene che mia sorella si metta ad annusare delle sigarette!- per quanto Astral volesse ritrovare la loro amica non intendeva mettere a rischio i polmoni di Lacie, ma gli altri non sembravano così convinti.
-Per l’amor del cielo Astral, non le entrano nel cervello per un’annusata. E’ più probabile faccia un’espressione disgustata.- sbuffò Lighneers mettendosi una mano tra i capelli, e l’altro voltandosi lo guardò in cagnesco.
-Senti tu vedi di…-
-BLEAH NYA!-
Lighneers alla fine aveva avuto ragione, l’odore della sigaretta era disgustoso per Lacie, ma effettivamente era una marca diversa rispetto alle altre e seguirne la scia non era così dura.
Cominciando ad annusare l’aria, sperando comunque di dimenticare quell’orribile odore, Lacie cominciò a camminare per i corridoi seguendo la strada fatta da Ailea, fermandosi solo nei punti in cui la traccia era coperta dalla presenza di altri studenti, ritrovandola però subito oltre una finestra.
-E’ andata da questa parte nya!-
-Brava micetta!- disse Ayame sorridendo scavalcando la finestra assieme agli altri, facendosi aiutare con la motosega da Lighneers. -Grazie mio cavaliere.- disse facendogli l’occhiolino, ma Lighneers alzò gli occhi irritato.
-Andiamo avanti e basta. Sei in grado di continuare?- chiese poi a Lacie, che annuì vigorosamente.
-Seguitemi nya!-
La corsa partì per il loro piccolo gruppo, con Lacie in testa e Seraph subito al seguito, fiduciosa sarebbero riusciti a trovare l’amica, ma anche preoccupata di ciò sarebbe accaduto nel frattempo.
-Giuro che stavolta taglierò la lingua a Jim, così non potrà più inculcarle stupide idee!-
 
 
 
 
 
 
 
 
Zell-Grace-Jack-Daimonas:


Visto i gruppi si erano formati piuttosto rapidamente tutti avevano cercato di renderli più omogenei possibili per cercare di non rallentare nessuno, e per questo motivo Zell e Grace avevano deciso di seguire Daimonas. Il ragazzo era estremamente veloce, e così anche loro, ma avevano sottovalutato quanto potesse esserlo veramente.
Nella maggior parte del tempo infondo si tratteneva per non dare nell’occhio, ma quando si lasciava andare era evidente fosse su tutt’altro livello rispetto agli umani.
Appena usciti dalla scuola il ragazzo si era concentrato a fondo nell’individuare l’odore di Ailea, e nonostante si aspettasse di trovare una scia ancora piuttosto forte si rese conto che purtroppo sarebbe stato più difficile del previsto visto il numero di persone che li circondavano.
-“E’ tutta questione di pratica. Prima o poi ce la farai.”-
Il commento di Mostro era rassicurante, ed in effetti aveva ragione, per stare in mezzo agli umani era costretto a sedare la propria natura, quindi era comprensibile dovesse riprenderci la mano di tanto in tanto con i suoi tratti più speciali.
Questo comunque non gli aveva impedito di individuare una piccola traccia, che seppur debole era sempre meglio di niente, e che li condusse dall’altra parte del cancello.
-Da questa parte!- disse il ragazzo guidandoli, con Jack alle calcagna.
-Mi raccomando ragazzi non sforzate le vostre gambe!- disse scherzosamente il bruno guardando Zell e Grace, che di fronte a quello scatto improvviso erano rimasti un po’ indietro.
-Tsk, come se potessero seminarmi.- disse fiducioso il ragazzo cominciando a correre, mentre Grace andava ad un ritmo costante ma più lento. -Ehi, così ti perdiamo!-
-Siamo solo agli inizi, se ci affatichiamo subito sarà un problema dopo. Non sappiamo nemmeno quanto dovremmo correre.- rispose la ragazza guardandolo.
-Puoi anche dirlo che non sei veloce quanto me.- scherzò il biondo con quella piccola vena competitiva che lo caratterizzava, purtroppo però aveva sbagliato bersaglio.
Sentendosi punta nell’orgoglio Grace mandò a quel paese qualsiasi calma ed aumentò la propria velocità superandolo con uno scatto, e di conseguenza Zell fece lo stesso superandola a sua volta, e per un bel po’ di strada si susseguirono in quel modo senza smettere di cercar di dimostrare chi era il più veloce.
Nel frattempo Daimonas non ci aveva nemmeno fatto caso ed aveva continuato a correre fermandosi solo sporadicamente quando l’odore diventava meno chiaro.
-Mh…-
-E’ tutto ok?- chiese Jack non appena riuscì a raggiungerlo.
-Circa, ci sono tante persone e gli odori svaniscono in fretta.- tentò di spiegare l’altro, ed i dubbi cominciarono ad assalirlo. -E se non riuscissi a trovarla in tempo?-
Non aveva idea di dove potesse essere, magari gli effetti erano veramente svaniti ed era tornata a casa sua, oppure Jim l’aveva portata in un edificio dove non poteva raggiungerla, oppure aveva preso un treno e stava uscendo dalla città.
Erano tante le possibilità, e se anche solo una si fosse avverata si sarebbe sentito l’essere più inutile del mondo perché non era nemmeno in grado di aiutare una sua cara amica.
-“Ohoh frena, non partire a raffica con questi pensieri!”-
Quasi come se anche Jack avesse sentito Mostro il ragazzo gli prese la mano, guardandolo serio negli occhi.
-Daimonas, tu sei il ragazzo più speciale, incredibile, unico, perfetto, eccezionale, meraviglioso, fantastico ed ogni genere di dannato sinonimo della perfezione esistente, anzi! Tu SEI sinonimo della pefezione! Perciò ora prendi un respiro profondo, calmati, pensa solo al fatto ce la puoi fare, perché so che tu puoi fare qualsiasi cosa, e ripartiamo alla ricerca di Ailea.- intanto che parlava il suo colorito aveva cominciato a diventare sempre più rosso per via dell’imbarazzo nell’esprimere ad alta voce quei pensieri, ma credeva veramente nel suo ragazzo e questo a sua volta era ormai diventato paonazzo, oltre che estremamente felice.
-D’accordo… grazie Jack.-
Dandogli un bacio sulle labbra Daimonas fece come gli aveva detto, prese un respiro profondo, separò qualsiasi altro odore che sentiva da quello di Ailea e ripartì subito nella sua corsa.
-Grande! Questo sì che è il mio ragazzo!-
Jack a sua volta ripartì immediatamente cercando di non perderlo in mezzo alla gente, e subito dopo Grace e Zell arrivarono nel punto in cui i due si erano fermati, ormai con il fiato corto e le gambe stanche.
-Io… te l’avevo detto… che non bisognava… correre così!- disse Grace dando la colpa interamente a Zell, che però non demordeva.
-Però… ho vinto!-
-Ma che vinto e vinto! Non è ancora finita scemo!-
No, non era per niente finita, e Daimonas ormai era già arrivato alla fine dell’isolato per quel che riuscivano a vedere.
Con un sospiro più esasperato che stanco Zell cercò di non farsi superare per l’ennesima volta da Grace, sentendo i muscoli delle gambe bruciargli. -Cavolo… la prossima volta prendo una moto…-
 



 
 
 
 

Hope-Milton-Johanna-Samantha:
 
-Scusate, per caso qualcuno ha visto da queste parti la nostra amica?-
Da quanto erano uscite il piccolo gruppo composto da Hope, Milton, Johanna e Sammy aveva cercato di pensare al modo migliore per rintracciare Ailea, e siccome nessuna di loro possedeva un olfatto sufficiente a seguirne l’odore o non aveva conoscenze tecnologiche che potessero aiutarle a trovarla nell’immediato avevano pensato chiedere alla gente di passaggio potesse essere una buona idea, e ciascuna usando una foto nel cellulare tentava di fermare i passanti per chiedere loro informazioni.
-Per favore, può fermarsi un minuto?- chiese per l’ennesima volta Sammy, ma venne ignorata da un signore a quanto pare troppo impegnato in una chiamata di lavoro per aiutare una bambina sconsolata. -Uffa… perché nessuno mi ascolta?- brontolò la piccola guardando le amiche.
-Purtroppo la gente è troppo presa ad sé per fermarsi ad ascoltare gli altri.- rispose Hope venendo a sua volta ignorata.
-Ma stiamo facendo una cosa importante! Ehi signore, mi ascolti! Ha visto questa ragazza?!- sbraitò stavolta Sammy, ma dopo una breve occhiata l’uomo scosse la testa.
-Proviamo a concentrarci sulle persone nei negozi vicini, potrebbero essere qui da un po’ e aver visto qualcosa.- propose ad un certo punto Milton, rendendosi conto chiedere a dei passanti in movimento non avrebbe prodotto molti risultati.
-Dici otterremo qualche risultato?- chiese Hope sospirando.
-Le notizie possono girare in fretta. Ailea non era certo in una condizione normale quindi saltava più all’occhio.- rispose la bruna annuendo.
Nel frattempo che le tre si spostavano Johanna si era allontanata avvicinandosi ad un piccolo gruppo di ragazzi, mostrando loro il cellulare.
-Scusate, stiamo cercando questa ragazza, l’avete vista nei dintorni?-
-No ma se mi dai il tuo numero posso scriverti se la trovo.- rispose uno dei ragazzi con un sorriso.
-No grazie, scusate il disturbo.- disse subito lei voltandosi.
-Possiamo darti una mano se vieni con noi. Chiami anche le tue amiche la e saliamo sulla mia macchina.- propose un altro seguendola assieme al resto del gruppo.
-Siamo apposto grazie.- rispose Johanna cominciando a sentirsi infastidita.
-Ma no dai, in gruppo è meglio no? Poi trovata l’amica possiamo rilassarci tutti insieme.- continuò uno facendole l’occhiolino.
-No mi dispiace… non posso trattenermi, è molto importante per me trovare la mia amica.- tentò di dire ancora Johanna, fortemente a disagio.
-Anche a noi importa, ma sembri una persona molto interessante da conoscere.-
-Grazie ma sul serio, non è per questo che vi ho chiesto aiuto, ed ho un ragazzo comunque.- rispose la ragazza sperando la lasciassero in pace.
-E va beh dai, ci divertiamo solo un po’, non deve per forza saperlo.- continuò il ragazzo avvicinandosi ancora di più, facendole perdere la pazienza.
-Credete sia divertente? Potrebbe essere successo qualcosa di brutto alla nostra amica e voi vi comportate come degli idioti!-
-Ehi calma! Non abbiamo detto nulla di male!- disse uno subito offeso.
-Sì invece! E non so cosa sia peggio se fate finta di non arrivarci o se non lo capite veramente!-
-Ti volevamo solo aiutare, non c’è bisogno di schizzare.-
Era chiaro che per cercare di difendersi stavano provando a far ricadere la colpa su di lei, ma Johanna non glielo avrebbe permesso.
-Se volevate aiutarmi allora non vi comportavate come dei viscidi.-
-Bah, andiamocene. Questa avrà il ciclo.-
Aveva cercato di rispondere gentilmente all’inizio, ma le avevano fatto superare il limite. Guardandosi attorno notò Hope, Milton e Sammy nei dintorni di un bar, e subito corse loro incontro sentendosi a disagio nel stare sola.
-Johanna tutto apposto?- chiese Milton vedendo era pallida.
-No… ho provato a chiedere aiuto a dei ragazzi ma non hanno fatto altro che infastidirmi…-
-Che cosa hanno fatto?- domandò Hope guardandosi attorno per cercarli.
-Ci stavano provando, ma con quel modo viscido e irrispettoso che da solo fastidio.-
-Ah, capisco. Mi dispiace molto…-
-Il peggio è che ho anche chiesto una mano per trovare Ailea, ma non ci hanno nemmeno provato!- esclamò la bionda attirando l’attenzione di alcune persone.
-Certi sono proprio degli idioti. Hai fatto bene ad andartene.- rispose Milton supportandola.
-Grazie, continuiamo a cercare Ailea, è più importante.-
 
 
 
 
 
 
 
 
Nadeshiko-Ryujin-Yume-Cirno-Annabelle:
 
Come già altri avevano tentato di fare anche il gruppo di Ryujin, Yume, Cirno ed Annabelle aveva pensato di affidarsi all’ofatto di Nadeshiko, ma non era stato così semplice come avevano sperato.
-Mmmh ci sono troppi buoni odori in giro!-
A partire dalla scuola, visto erano gli ultimi minuti dell’intervallo, la ragazza aveva sentito gli odori di tutte le merende nei dintorni, finendo per rintracciare merendine al cioccolato e squisiti panini al prosciutto, ma niente Ailea.
-Coraggio Nadeshiko, concentrati ce la puoi fare.- tentò di dire Ryujin per spronarla.
-Riesco a sentire tantissimi dolci!-
-Dopo come premio te ne compreremo se riesci a trovarla.- propose Yume a darle un incentivo, e la coda di Nadeshiko si mosse felice al solo pensiero.
Cirno ed Annabelle intanto erano rimaste in disparte in attesa la ricerca proseguisse, visto erano ancora ferme nei pressi della scuola, e la rossa cercò di trovare un qualche argomento di conversazione.
-Non mi aspettavo Nadeshiko fosse in grado di sentire così bene gli odori.-
-E’ in parte gatto, se anche io lo fossi sono sicura avremmo già trovato Ailea.- rispose Cirno giocando con dei sassi per terra.
-Non ti fidi d lei?-
-Sì che mi fido, ma io ho delle abilità speciali che mi permettono di surclassare chiunque. Almeno però così non devo avere il peso del mondo sulle spalle, ti immagini quanto sarebbe faticoso se tutti chiedessero il mio aiuto per tutto?- chiese la ragazza alzando lo sguardo, come se fosse l’idea più seria del mondo.
-Sarebbe sicuramente molto pesante. Saresti la nuova Atlante.- disse Annabelle riferendosi al famoso mito.
-Oooh ma sai quante leggende e miti creerebbero su di me? Vivrei nei secoli e secoli avvenire!- disse Cirno con gli occhi che le brillavano al pensiero di diventare tanto famosa.
-Ahah, sono sicura il mondo ti ricorderà anche senza doverlo portare sulle spalle.- sorrise l’altra mentre lentamente Nadeshiko si stava muovendo.
-Sento qualcosa… un sentore di cocacola e cocco…-
-E’ il balsamo usa Ailea!- esclamò fiduciosa Yume.
-Ed è la bevanda beve di più.- annuì Ryujin, convinto avessero trovato una pista.
-Si comincia?! Bene! Alla riscossa!- anche Cirno assieme ad Annabelle partì subito seguendo Nadeshiko, più lentamente di quanto avrebbe voluto in verità, ma non andarono molto lontano visto quasi dopo nemmeno una decina di minuti si fermarono davanti ad una gelateria.
-Oooh qui sento un fortissimo odore di cocco! E cioccolato, e pistacchio!-
-Nadeshiko, questa è una gelateria tesoro, è naturale tu senta questi odori.- scosse il capo Yume guardandosi attorno. -Vado a chiedere a qualcuno se ha visto Ailea.- disse poi andando verso dei gruppetti di gente.
-Forza Nadeshiko, cerca di concentrarti, riesci a ritrovare la traccia di prima?- chiese invece Ryujin speranzoso.
-Ci provo ci provo… però con questi odori buoni mi viene fame!-
-Ci penso io!- esclamò Cirno entrando nella gelateria.
-Aspetta che vuoi fare?-
-Penso voglia comprare un gelato…- ipotizzò Annabelle rispondendo al ragazzo.
-Ma non abbiamo tempo per questo...-
Purtroppo invece il tempo bastò eccome, prima che Nadeshiko riuscisse a trovare un’altra leggera traccia Cirno poté tornare tenendo tra le mani due coni, uno al cocco ed al cioccolato e l’altro con tutti i gusti possibili della gelateria.
-Cirno!- la rimproverò Ryujin temendo stesse prendendo sottogamba la situazione.
-Cosa? Io adoro il gelato.- ribatté lei dando il gelato a Nadeshiko, che riprese a camminare.
-Non è questo che intendevo! Stiamo cercando Ailea, una nostra cara amica. Non dovremmo comportarci come se fossimo in una gita di piacere.-
-Perché? Bisogna tenere sempre il muso? Almeno così ho tolto uno sfizio a Nadehiko che potrà concentrarsi a stomaco pieno.-
Su questo non aveva tutti i torti, ma il ragazzo non voleva mollare l’osso.
-Così rischi di dare l’impressione non ti importi di Ailea.-
-Certo che mi importa, o non sarei qui!- ribatté lei offesa.
-Andiamo ragazzi, non c’è bisogno di litigare…- tentò di dire Annabelle temendo il peggio. -Un attimo, dov’è Yume?-
-Sono qui!-
La ragazza correndo raggiunse il gruppo, allontanatosi ormai dalla gelateria. -Scusatemi, ho chiesto a tutti i ragazzi che ho incontrato ma nessuno l’ha vista.-
-Fa niente, forse Nadeshiko ha trovato un’altra traccia…- sospirò stanco Ryujin.
-Togliti le spine dal sedere magari, altrimenti diventerai calvo tanto ti stressi.- commentò Cirno lasciando perdere il discorso.
 
 
 
 
 
 
 
 
Khal-Alexander-Vladimir:
 
Rapidamente il gruppo si era diviso in piccole parti per aver maggiori possibilità di trovare Ailea, e Khal aveva subito impedito ad Alexander di raggiungere Hope, costringendolo a seguirlo.
Naturalmente non erano andati lontani, anzi si trovavano ancora a scuola, ma in un punto dove nessuno teoricamente sarebbe passato per molto tempo.
Afferrando il fratello per i capelli e sbattendolo contro la parete Khal la guardò minaccioso, con uno sguardo folle.
-Ascoltami bene, adesso tu farai tutto il possibile per trovare Ailea, e la troverai, perché altrimenti ti romperò un dito per ogni quarto d’ora passato.-
Stringendo i denti Alexander annuì sottomesso, completamente pallido in viso sudando freddo. C’erano molti modi per trovare una persona, alcuni più rapidi di altri, ed il terrore del fratello lo spingeva a cercarne il più possibile in una manciata di secondi, per non sprecare il tempo gli era stato concesso.
Una volta che Khal l’ebbe lasciato andare pensò subito il modo più semplice per sapere qualcosa era chiedere agli studenti, che per denaro avrebbero risposto a qualsiasi domanda, ma un quarto d’ora non sarebbe certo bastato e dubitava le informazioni sarebbero arrivate subito.
-Perché il dispositivo hai messo nel suo cellulare non riesce a rintracciarla?- ringhiò poi il fratello distogliendolo da quei pensieri.
-D-deve trovarsi in un luogo che impedisce al segnale di passare.-
-E allora trovalo!-
Di fronte a quell’urlo nuovamente il ragazzo annuì. Certo, doveva ragionare in maniera più ampia, fuori dalla scuola.
Se il cellulare non prendeva allora bastava trovare tutti gli edifici più vicini che impedissero il passaggio del segnale o che fossero in una zona disturbata. Cominciò a cercare senza sosta ogni edificio, struttura decadente o altro, ma anche così non aveva la certezza fosse sulla pista giusta.
Le mani continuavano a tremare mentre digitavano il più rapidamente possibile sul tablet, e cinque minuti erano già passati.
In quel momento Khal lo terrorizzava più di quanto avesse mai fatto in vita sua, la gelida rabbia lo contraddistingueva era divenuta un vulcano incontrollabile del quale non aveva la minima idea dell’esito catastrofico. Sapeva da sempre che se avesse sbagliato qualcosa sarebbe stato disposto ad ucciderlo, e credeva di aver accettato questa eventualità che più volte l’aveva quasi raggiunto, ma in quel momento capì quanto si sbagliasse e quanto la vera collera del fratello potesse essere agghiacciante.
Sette minuti erano passati, e proprio quando Alexander stava sentendo il panico crescergli in gola qualcuno arrivò in suo soccorso.
-Ehilà, anche voi volete lavorare da qui?-
Con un sorriso fiducioso Vladimir comparve da dietro l’angolo, appena arrivato dopo aver preso il necessario per il suo progetto. -Oh, vedo anche tu lavori con un tablet. Io preferisco il mio portatile però, con una tastiera scrivo meglio.- disse andandosi a sedere proprio accanto ad Alexander, messosi a terra.
Khal non si prese nemmeno la briga di chiedergli qualcosa, limitandosi a cercare di riprendere il controllo di sé, ma Vladimir aveva comunque notato il miscuglio di emozioni lo attraversavano.
-Rilassati Khal, la ritroveremo.-
Annuendo l’altro si passò una mano sul viso, voltandosi dall’altra parte lasciando che il ragazzo facesse quello che voleva.
-Allora Alexander, a che punto sei?-
Non poteva certo dirgli stava cercando degli edifici particolarmente spessi perché non riuscivano a trovare il segnale della cimice di Ailea, perciò rapidamente il biondo si inventò un’altra scusa. -Penso che Jim l’abbia portata da qualche parte, e stavo cercando degli edifici abbandonati.-
-Oh, non male come idea, ma per quanto ne sappiamo potrebbe essere perfino in un bar.- ribatté l’altro accendendo il pc ed inserendo una chiavetta. -La soluzione migliore è controllare nei dintorni se le telecamere hanno visto qualcosa, tramite questo piccolo gioiellino di mia invenzione saremo in grado di guardarci in un attimo.-
Le telecamere! Come aveva fatto a non pensarci prima? Certo avrebbe ricevuto una punizione dal fratello per questa sua mancanza non si azzardò nemmeno a guardarlo, ma questo era troppo impegnato ad ascoltare Vladimir per pensarci.
-Se vuoi posso passartela così faremo un controllo incrociato. Ho una copia qui.- disse poi il castano passandogli un’altra chiavetta.
-Grazie…-
Grazie al suo sistema furono in grado di scoprire tutte le telecamere presenti in città, concentrandosi almeno in un primo momento solo su quelle attorno alla scuola controllando le registrazioni della mezz’ora precedente.
Oltre a vari ragazzi impegnati ad amoreggiare riuscirono anche a distinguere la figura di Ailea, trascinata via da Jim.
-Eccola!- esclamò Vladimir mettendo in pausa il video, e subito Khal gli saltò addosso.
-Dove sono andati?!-
-Sta buono adesso lo scopriamo, scrivete anche agli altri così ci raduneremo.-
 
 
 
 
 
 
 
 
Ci volle più tempo del previsto per arrivare nel luogo segnato da Vladimir, situato al centro della zona più malfamata della città, dove di rado la polizia passava ed i criminali organizzavano i loro crimini all’interno delle proprie basi.
Si trattava di una zona in buona parte ricoperta da grigio cemento e dagli edifici spogli, un luogo dal quale era preferibile stare lontani di notte.
Prendendo un autobus e rimanendo vicini dopo un quarto d’ora a piedi raggiunsero finalmente un basso edificio completamente grigio, dalle finestre sbarrate e con una porta in ferro come unico ingresso.
-Quindi dite che è qui?- chiese Grace guardandosi attorno, lanciando delle occhiataccia a chiunque fosse troppo vicino.
-I video non mentono, Jim l’ha trascinata fino qui, poi ha aperto e da lì non si sono mossi per tutto il giorno.- rispose Vladimir mostrando il video velocizzato di cui parlava.
-Non sembra essere ben protetto, entriamo e spacchiamogli il naso.- disse Astral scrocchiandosi le nocche, ma Khal lo fermò.
-No, questo non è un normale edificio. E’ la sede più importanti dei combattimenti clandestini, un posto nel quale se entri o esci come vincitore o hai perso tutto.-
-In che senso tutto?- chiese Johanna guardandolo.
-Qui le scommesse sono su tutt’altro livello rispetto a fuori, puoi centuplicare una vincita con nulla se sei fortunato, ma se perdi puoi perdere non solo quello che avevi portato ma tutto ciò possiedi. Nel peggiore dei casi la tua vita diventa di proprietà di qualcun altro.-
-Una bella festa insomma.- disse Lighneers grattandosi il mento. Aveva sentito parlare di un posto simile, ma trovarlo per puro caso era praticamente impossibile, ed a prescindere aveva già abbastanza debiti sulla pelle e sarebbe stato troppo rischioso.
-Quindi cosa dobbiamo aspettarci dentro?- chiese Daimonas per nulla intimorito.
-Una serie di piani, divisi in base alle tipologie di scommesse ed alla difficoltà degli incontri. L’edificio è controllato da un Boss della città che si trova all’ultimo piano. Per inciso, la struttura è sotterrata e scende di parecchi metri.-
-Non sono entusiasta di finire sotto terra, ancora.- commentò Jack cercando più che altro di allentare la tensione da tutti.
-Non avremo vie di fuga, e per passare verso gli ultimi piani occorre il permesso del Boss.- aggiunse Khal ignorandolo.
-Ma noi ce ne fregheremo altamente ed entreremo lo stesso.- predette Zell senza troppi problemi a riguardo.
-Però non sappiamo a quale piano l’abbia portata, o perché.- disse Hope volendo procedere con tutte le informazioni sul tavolo.
-In un posto simile direi è piuttosto facile nya. Vorrà scommettere su di lei per vincere dei soldi nya.-
Era una cosa da Jim infondo, mettere in pericolo la gente in modo da avere tutto il guadagno possibile e zero conseguenze. Stringendo i pugni Seraph si avvicinò alla porta, impaziente di entrare.
-Non mi importa cosa o chi c’è la dentro, mi riprenderò la mia amica.-




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