King Of My Heart

di Cryblue
(/viewuser.php?uid=962900)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Ch.4 - El
 
 
Nuova settimana, nuova routine.

Appena hai aperto gli occhi su quanto meravigliosa sia Simonne Green, hai deciso che non puoi permetterti di avere a che fare con lei, non puoi posare i tuoi su di lei, non puoi sentire la tua voce, non puoi rischiare di vederla sorridere ancora una volta, ancor meglio, non puoi rischiare ti tocchi con le sue lunghe mani perfette.

Perciò prendi Eddie all’asilo, lo porti a casa e giocate o lui gioca e tu studi, quando poi si avvicina l’ora del rientro a casa della signora Green, lo vesti, lo porti alla fermata dell’autobus e andate al tuo solito parco.

È stupido, ci sono molti parchi vicino a casa Green-Carter, (ancora non sai chi accidenti sia questo Carter), eppure non riesci ad andarci, preferisci la sicurezza del parco vicino alla tua facoltà. Oggi però c’è una differenza: hai invitato Melanie a raggiungerti.

Non sai perché non l’hai fatto prima, probabilmente una parte di te è gelosa di Eddie e di tutto quello che riguarda questa famiglia, ed è una novità che non ti piace: sei sempre stata molto professionale, ti sei sempre sforzata di mantenere più distacco possibile tra te e le famiglie nelle quali sei entrata, ma con i Green non riesci.

I Green hanno qualcosa alla quale non riesci a resistere.

Guardi Eddie allontanarsi schifato da un bambino con il viso sporco di cibo e sorridi, è davvero il figlio della regina di ghiaccio, un passeggino ti passa davanti e subito dopo Mel si siede accanto a te con uno sbuffo.

“Ciao Pi.”

“Allora, te la sei scopata Pi?”

Grugnisci e lasci cadere la testa all’indietro mentre la tua amica ti sorride con aria innocente.

“Smetterai mai con questa solfa?”

“Certamente, quando te la scoperai.” Afferra un lenzuolino da sotto il passeggino e lo usa come tenda affinché la neonata che ci sta dormendo non venga disturbata dal sole.

“Posso vedere la bambina?”

Fa una smorfia di disgusto e ti fa segno di procedere pure. “A tuo rischio e pericolo.”

Ridacchi, perché Mel sa essere davvero stronza con i bambini.

“Ne riparleremo tra 18 anni quando potrai…” la frase ti strozza in gola, perché la piccola Dolly è davvero bruttina, fingi di essere comunque intenerita, ma sei più che lieta di nasconderla alla vista.

“Chi aveva ragione?”

“Maamma?” L’urgenza nella vocina del piccolo principe attira subito la vostra attenzione, lui sta sgambettando verso di voi con aria infastidita e, come sempre, hai paura che cada ad ogni passo. Arriva miracolosamente incolume fino a voi, sbatte contro di te, si aggrappa alle tue gambe e piagnucola ancora:
“Mamma mamma mamma.”

Melanie alza un sopracciglio scettico mentre tu lo prendi in braccio.

“Ti chiama mamma?”

Alzi gli occhi al cielo ma sorridi.

“Chiama tutto e tutti mamma, anche la cacca o l’autista dell’autobus.”

La tua amica stringe le labbra e avvicina al volto a quello del bambino. “Ciao Eddie.”

Il principino reagisce come sempre quando incontra qualcuno di nuovo: agita la manina per salutarlo, ma si stringe addosso a te.

“Questa è la mia amica Melanie, Eddie.”

Lui ti guarda e alza la manina per darti il cinque e ora hai imparato e la intercetti prima che ti colpisca in pieno viso.

“Hai sete Eddie?”

Annuisce e ti guarda con i suoi occhioni color miele mentre tu rovisti nella borsa alla ricerca della bottiglietta d’acqua.

“Eddie, sai che Alex si vuole scopare la tua cara mammina?”

La colpisci con forza su un braccio e sibili tra i denti:
“Non dirgli queste cose.”

“È solo un bambino, cosa vuoi che capisca?”

Eddie finisce di bere e inizia a giocare con una ciocca dei tuoi capelli, ignorandovi completamente.

“Quindi è vero.”

“Cosa?” Muovi la gamba sul quale è seduto Eddie e lui squittisce di gioia e batte le mani, lo fai ancora e lui sorride aggrappandosi a te con tutte le sue forze.

“Vuoi scop…” La fulmini e lei ridacchia “Vuoi approfondire la tua conoscenza con la signora Green.”

Smetti di muovere la gamba e il bambino ti fissa con disappunto.

“Come l’hai…”

“Andiamo Pi, dall’incidente del computer passi tutti i pomeriggi qui. Non è da te e non è normale.”

“È per far prendere aria a…”

Ti guarda con rimprovero, ma prima ti possa dire qualcosa il principino ti colpisce in piena fronte e questa volta non voleva darti il cinque, ne sei più che sicura.

La tua amica si schiera dalla parte del principe di ghiaccio, scoppia a ridere e si alza.

“Questo bambino mi piace molto. Vuoi venire con la zia Mel, Ed?”

Non se lo fa ripetere due volte, alza le manine e quasi si butta verso di lei, la tua amica è pronta a prenderlo al volo, gira su se stessa e lui squittisce di gioia, Melanie se lo issa sulle spalle e trotterella attorno alla panchina, li guardi ridere insieme e sorridi, anche se il tuo pensiero è alla signora Green.

“Ho iniziato a vederla come una donna.”

La tua amica si ferma di botto e, nonostante la serietà della tua dichiarazione, non puoi non sorridere perché lei e Eddie hanno la stessa espressione confusa dipinta sul volto, anche se per motivi completamente diversi.

“Cosa significa che…oh…” Vedi la realizzazione illuminarle il volto, mentre il bambino le tamburella felice sulla testa. “Ti piace. Mamma Green ti piace.”

“Non è che…” Ancora, non finisci la frase, con chiunque altro l’avresti fatto, con Melanie non occorre, lei lo sa. Sa che se qualcuno fa breccia nella tua indifferenza impieghi pochi secondi a prendere una cotta colossale, non sa però quanto poco impieghi a passare dalla cotta all’innamoramento perché vi siete conosciute il primo anno di università e…beh…Tara.

Ha visto come è cresciuta velocemente la cotta per lei però ed è stato quello che ha fatto nascere la vostra amicizia, ha avuto rispetto per la purezza dei tuoi sentimenti, per il tuo dare valore alle cose e non ti ha mai portata a letto.

Sospira e fa una smorfia. “Mi dispiace Pi.”

Eddie afferra i suoi capelli con entrambe le mani e scalcia, ma non sembra volere che lei si muova, lo fa solo perché può farlo ed è a suo agio sulle sue spalle, la tua amica non sembra farci nemmeno caso.

Scuoti la testa: “Non è nulla, passerà presto.”

“Se osa farti del male, giuro che rapisco questo ragazzino.”

La guardi pronta a scoppiare a ridere con lei, ma ha lo sguardo serio e tu le sorridi. “Non dovrai arrivare a tanto.”

Ti alzi in piedi e scoppi a ridere perché Eddie seduto sulle spalle di Mel è ancora più basso di te, la tua amica stringe gli occhi ma non capisce cosa abbia causato la tua risata, o finge di non capirlo.

“Andiamo principino, è ora di tornare dalla mamma.”

“Mamma?”

Annuisci. “Si, mamma.”

Mel piega le gambe per fare in modo tu possa prendere il bambino con più facilità:
“Ci vediamo a casa Pi?”

Annuisci “Si Pi.”

“Pizza?”

“Pizza!”

Melanie si alza sulle punte e bacia il principino sulla guancia “Ciao Eddie, spero di rivederti presto.”

Sistema la giacca in pelle che indossa e abbassa il lenzuolo che copre il passeggino con una smorfia: “Bleah, sei ancora brutta.” Si gira verso di voi e vi fa ciao con la mano, Eddie si irrigidisce e:
“Eel.”

Rimanete entrambe di sasso, lo guardate e poi vi guardate “Ha appena…”

“Non ci credo, non è possibile.”

“Come glielo facciamo ripetere?”

Scrolli le spalle e tenti nel modo più semplice di tutti: “Eddie come si chiama lei? Chi è lei?”

Il bambino riempie le guance d’aria e ti guarda con aria corrucciata, quasi offesa, Melanie ridacchia.

“Proviamo così.” Si gira e finge di andare via, la sua tattica funziona, il piccolo principe del ghiaccio s’irrigidisce ancora.

“Eeeeeeeell”

Torna indietro di corsa e gli fa il solletico, lui ride e si sporge verso di lei che lo prende e gli stampa un bacio sulla guancia.

“Voglio provare anche io.” Ti giri e ti allontani da loro, ma il bambino non ti richiama indietro.

“Di ciao a Alex, Eddie. Ciaoo Alex.”

“Mamma?” Grugnisci e Melanie scoppia a ridere, contagiando subito il bambino e poi te.

“Sei un ingrato Eddie Green. Sono io la tua baby sitter, da più di un mese ormai, dovresti pronunciare il mio nome, non il suo.”

“Mamma?”

“Perché non la chiami Pi, Eddie?” Le strappi il bambino dalle mani e vorresti strapparle anche quel sorriso compiaciuto.

“Sei una stro….”

“Ehi, le parole Alex. Le parole!” Si avvicina al bambino che le stampa un umidissimo bacio appiccicoso su una guancia, mordi le labbra, perché non ha mai fatto nemmeno questo con te: manate sulla fronte quante ne vuoi, baci nemmeno l’ombra.

Afferri la borsa di quel piccolo ingrato e giri sui tacchi, irrazionalmente offesa dall’accaduto, Eddie si sporge oltre la tua spalla e continua ad agitare la manina in direzione della tua amica.

“Elelelelel!”

“Si, abbiamo capito, lo sai dire. Dille addio però, perché non la vedrai più.”

Il bambino sospira e poggia la testolina contro la tua spalla, gli pianti un bacio sui capelli e gli accarezzi sulla schiena, sentendoti una merda enorme.

“Coraggio, ora si torna dalla mamma.”

“Mamma?”

“Si, dalla tua stupenda e bellissima mamma.”

Speri di poter fuggire da quella casa il più velocemente possibile.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3981414