Inside your skyblue eyes

di vanessie
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INSIDE YOUR SKYBLUE EYES

Capitolo 47

“Dove sarai?”

 

 

POV Kate

Quel giorno avevamo deciso di andare a fare un giro fuori Dublino, avevamo optato per Athlone, cittadina irlandese situata nella parte centrale dell’isola lungo le sponde del fiume. Andammo con la mia auto ma guidò lui. Da quando papà era morto, la sua auto era rimasta disponibile e mamma aveva insistito affinchè la prendessi io. “Guidare in Irlanda è ancora esaltante! Insomma niente traffico impazzito, paesaggi bellissimi di contorno…” affermò “Beh però anche le strade americane sono famose per essere immense e tra la natura, certo non quelle delle grandi città” “Sì, ma da quando vivo in America non ho avuto tutto questo gran tempo da dedicare ai viaggi. Mi piacerebbe farne uno con te” la buttò lì. Mi voltai a guardarlo “E dove mi porteresti?” “A ovest! Un bel giro in auto della California, da San Francisco fino al sud a San Diego, passando ovviamente da Los Angeles e altri luoghi famosi. Oppure un bel giro che include qualche grande città e qualche parco o canyon, sono favolosi” spiegò “Mi piacerebbe” “Anche a me. Starei fuori almeno tre settimane, da solo con te, oppure se preferisci con qualche amico” “Potremo farlo l’anno prossimo, in estate” risposi passando una mano tra i suoi capelli folti e castani. “Tu dove sarai l’anno prossimo?” mi chiese e io sapevo a cosa si riferiva, alla sua proposta di trasferirmi a New York “Avevo fatto una scelta, ma non te l’ho mai detta perché poi è successo quel casino tra noi” “Sarebbe?” “Penso che…se vogliamo intraprendere la strada di una relazione che vada oltre l’amicizia, sia giusto avere la possibilità di vederci e condividere del tempo e delle esperienze” spiegai “Per cui vorresti trasferirti?” “Sì” affermai. Lui si voltò brevemente, perché stava guidando, aveva un sorrisetto che faticava a nascondere. Prese la mia mano e se la avvicinò per baciarne il dorso, intrecciando poi le nostre dita “Non te lo aspettavi? Pensavo di essere stata chiara nel dirti che sono innamorata” ribattei “Pensavo solo che adesso che nella tua famiglia le cose sono cambiate, tu avessi bisogno di più tempo, ma sono felicissimo” “Quello che dici è vero, ma…sai forse è egoista, però ci siamo trascurati e persi per sette anni. Quest’ultimo anno ci siamo ritrovati e non mi va di starti lontana. Ne ho parlato con mamma, le ho detto di noi due ai primi di luglio e lei dice che devo fare ciò che sento. Non nego di avere un po’ di paura, insomma cambiare città, farlo non come è accaduto a te perché avevi un progetto che era quello del college, ma solo per un sentimento, che nessuno mi garantisce quale esito avrà…però penso all’alternativa…cosa dovrei fare? Non voglio una storia a distanza, non è giusta per me e neppure per te. Non voglio neanche che finisca prima di iniziare e di certo non voglio essere solo una tua amica, incontrarti a Dublino ogni tanto e un giorno trovarmi di fronte a te che mi presenti una fidanzata americana vera e propria, o che mi inviti al tuo matrimonio” confessai. “Potresti farmi da testimone!” esclamò “Noooooo, scordatelo” risposi ridendo.

 

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“Sto scherzando, ammetto che anch’io ho un po’ di timore perché comunque non ci conosciamo come una coppia e passare dal darci due baci come adesso a…una cosa seria come vivere insieme è un bel salto. Però mi dico anche: è Kate, siamo nati e cresciuti insieme, la conosco qualsiasi cosa dica o faccia, sono innamorato di lei e vorrei solo che un giorno tra noi ci fosse un impegno serio e duraturo” “Sono disposta a venire a New York, ma vorrei almeno concludere il mio contratto alla biblioteca, scadrà il 16 settembre. Inoltre non ho intenzione di spostarmi fino a quando non avrai terminato i tuoi due esami” precisai. Eravamo arrivati a destinazione, scendemmo e iniziammo il giro di Athlone tenendoci abbracciati, lui aveva un braccio sulle mie spalle, io intorno ai suoi fianchi. “Ok ci sto, dovrei fare l’ultimo esame il 25 settembre, se tutto va bene, potresti venire nei giorni successivi” affermò “Sì, sono d’accordo!” “Wow, la nostra prima decisione importante e siamo perfino d’accordo” scherzò. “Beh, sappi che se mi vuoi nelle vesti della tua…ragazza…non sarò sempre accondiscendente come la tua cara e vecchia amica Kate” risposi divertita.

 

giphy

 

Si mise a ridere “Ah questo lo immaginavo!” “Che vorresti dire?” “Che voi ragazze diventate così complicate quando avete una relazione! Dite no per dire sì, dite forse per dire assolutamente no, dite non ho niente e invece siete incazzate nere” affermò facendomi ridere, tutti i torti non ce li aveva. “Ti va se io ti prometto che sarò chiara su ciò che voglio, che cercherò di restare la Katelyn di adesso, però in cambio…vorrei qualcosa” lo sfidai “In cambio della chiarezza penso di dire di sì a quasi tutto, dimmi” “Vorrei che tu restassi il mio migliore amico, anche se ci baciamo o facciamo altre cose. Cioè vorrei poterti raccontare tutto e sapere che avrò un consiglio sincero” “Per me va bene, posso promettertelo” “Ci sarebbe anche un’altra cosa. Vorrei che se ti accorgessi che non sono la persona giusta per una relazione tu…avessi la volontà di dirmelo e di essere sempre onesto con me” aggiunsi. Lui si fermò, smise di camminare bloccando anche me “Non penso che tu non sia quella giusta, ti rendi conto che sono innamorato di te da metà della mia vita? Avevo tredici anni e oggi ne ho ventisei, la metà esatta. So che dirlo è una cosa e viverlo è un’altra, ma” si interruppe per prendermi il viso tra le mani, poi proseguì “Puoi star certa che non ti prenderò mai in giro, che sarò onesto e leale, che non ti farò mai mancare il mio appoggio da migliore amico e che, se ti va, mi aiuterai a scoprire fino in fondo cosa voglia dire essere innamorato così. Non mi era mai successo prima, Kate, potrei fare degli errori dettati dall’inesperienza ma li farei ingenuamente, credimi” “Non credo di esserti d’aiuto, neanche a me è mai successo di sentire queste cose così travolgenti” ammisi “Ok, direi di smetterla, ho la carie ai denti” disse. Risi e concordai con lui di goderci la giornata, lasciando quei discorsi così profondi. Visitammo la città, pranzammo in un locale carino e assaggiammo qualche specialità del posto. Trascorremmo buona parte del tempo a baciarci, sì molto tempo, era il tre agosto e avevamo ricominciato a farlo solo da tre giorni, ma in pratica eravamo stati più labbra contro labbra in quei tre giorni che a fare altro. “Ti va di farci qualche foto con il paesaggio di sfondo?” propose “Sì” risposi.

 

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Prima scattò delle foto a me, poi io le scattai a lui, infine ne facemmo qualcuna insieme, sia chiedendo a qualche passante di inquadrarci, sia utilizzando l’autoscatto. Le riguardammo, erano venute più o meno tutte bene, quelle che ci ritraevano insieme erano le mie preferite, sarebbe stato bello riguardarle in futuro sapendo che erano le nostre prime foto come…coppia. Quella definizione mi faceva battere il cuore, lo osservai senza che lo notasse mentre eravamo seduti di fronte a bere una coca cola, quel tipo con gli occhi azzurri adesso non era il mio migliore amico, era il mio ragazzo. Stava guardando il suo telefono, qualcuno gli aveva inviato un messaggio poco fa. Anche se non si era sistemato i capelli con il gel, com’era solito fare, assumendo quell’aria da strafico che non deve chiedere mai, era comunque bellissimo e così naturale. “Ogni tanto posso chiamarti amore?” domandai schiava dei miei sentimenti così intensi e prepotenti. Alzò gli occhi su di me.

 

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“Certo, ti avevo già detto che questo nomignolo pronunciato da te mi piace molto” rispose. Gli sorrisi e ci avvicinammo per l’ennesimo bacio. Quando il pomeriggio iniziò ad inoltrarsi stabilimmo di rientrare a Dublino, fu lui a guidare anche stavolta. Ero un tantino stanca per la giornata fuori, mi rilassai sul seggiolino passeggero, mentre di sottofondo c’era la musica della radio. Restammo quasi in silenzio, guardavo fuori e ammiravo il paesaggio, sentendomi sempre più calma e serena, fino a quando mi addormentai. Qualcuno mi aveva toccato il braccio pronunciando il mio nome sottovoce. Lo sentii ripetere più volte, così aprii le palpebre, trovandomi davanti il viso di Matt.

“Mi dispiace svegliarti, ma siamo arrivati” disse, mi guardai intorno riconoscendo casa mia “Scusa, mi sono addormentata” “Non importa” “Farti fare il viaggio di ritorno da solo non è molto carino” risposi “Vuoi che lasci la macchina qui, oppure devo parcheggiarla in garage?” domandò “Va bene qui” “Ok, allora direi che puoi scendere e continuare a dormire nel tuo letto” affermò sorridendo “Tu torni a casa?” “Sì, sono quasi le 20 e ho detto a mamma che sarei stato lì per cena” spiegò. Annuii, presi la borsa poggiata ai miei piedi e mi avvicinai per dargli un bacio di saluto. Ricambiò ma era difficile adesso scendere di macchina, volevo ancora alcuni dei suoi baci. Aprii gli occhi e gli sorrisi “Farai tardi per cena, se continuiamo così” scherzai “Hai ragione. Ci sentiamo domani mattina per decidere se ci vediamo?” “Ok, nel caso facciamo qualcosa di rilassante” “Perfetto, pensiamoci” rispose. Ancora un ultimo bacio, poi ognuno tornò a casa propria.   

 

NOTE:

Salve ragazzi! Matthew ci prova...è evidente che abbiano una vera e propria relazione, come vogliono metterla con la distanza? Prima o poi l'estate finirà e devono affrontare il discorso. Katelyn ha già preso una grossa decisione, lui non se lo aspettava affatto. Può sembrare affrettato, dato che stanno insieme da pochi giorni, ma in verità è un anno che ci stanno "provando" e si conoscono da tutta la vita, non è un completo salto nel buio con uno sconosciuto, bensì un grande passo con qualcuno che Kate deve impare a conoscere sotto una nuova veste, ma che in fin dei conti conosce come le sue tasche. Ve l'ho sempre descritta come una tipa molto razionale, stavolta volevo che si lasciasse andare ai suoi reali sentimenti e che, come qualsiasi persona all'inizio di una storia d'amore, fosse terribilmente coinvolta, tanto da far parlare l'istinto più che il cervello.

Al prossimo venerdì, baci,

Vanessie





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