Vento d'Australia

di Francyzago77
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-Mamma, quindi meglio il vestito azzurro di quello arancione? – domandò Sophie raggiungendo Georgie in cucina tenendo tra le mani i due abiti e osservandoli nuovamente con attenzione.
Georgie alzò la testa dal suo lavoro di ricamo e rispose sorridendo alla figlia:
-Certo cara, per la festa di questa sera l’azzurro è più adatto.
-Allora va bene così, con il nastro bianco fra i capelli è perfetto! – esclamò Sophie soddisfatta.
Posò entrambi gli abiti sulla sedia e preso il fiocco, se lo legò a una ciocca specchiandosi nel catino colmo d’acqua che era sul tavolo.
I suoi capelli erano lunghi, chiari e mossi e facevano da cornice a un viso regolare e decorato da diverse lentiggini sparse qua e là tra le guance. Il naso era piccolino e sottile ma ciò che spiccava certamente erano gli occhi, grandi e azzurri dello stesso colore del cielo quando è limpido e sereno.
Georgie la guardava divertita poi, con tono più serio affermò: 
-Ricorda che domattina hai promesso di venire con me alla stazione a prendere tuo padre che ritorna.
-Sicuramente – disse con gioia la ragazza – non vedo l’ora di riabbracciarlo…tre mesi che è stato a Melbourne mi son sembrati un’eternità!
-Quindi stasera – aggiunse Georgie – non farai troppo tardi?
-Non ti preoccupare mamma – rispose subito Sophie – Peter mi riaccompagnerà presto.
-Ah, vai con Peter anche oggi? – sorrise Georgie.
-Sì – arrossì Sophie – come sempre, ultimamente Eric non viene più alle feste, qualcuno dovrà pure accompagnarmi!
E presi gli abiti corse su per le scale rapidamente.
Georgie continuava a cucire ma dentro di sé pensava che Abel, al suo ritorno, avrebbe trovato una Sophie cresciuta e innamorata.
Suo marito era stato per tre mesi a Melbourne, mandato dal suo capo a seguire una squadra di giovani operai al cantiere navale e Georgie era rimasta sola con Sophie ormai adolescente, bella e sognatrice. Abel junior, divenuto ingegnere, si era stabilito ad Adelaide e viveva lì da circa due anni.
Georgie vedeva scorrere la sua vita negli occhi dei suoi figli pensando che per lei, oramai, non ci fosse più alcuna emozione da vivere pienamente. Era una donna serena e la felicità dei suoi ragazzi era la priorità assoluta.
Con Abel c’era l’amore di sempre, era l’uomo della sua vita e le difficoltà fino ad ora incontrate avevano cementato il loro rapporto ancora di più. 
E poi c’erano Arthur, Maria ed Eric, insieme erano tutti veramente una grande e bella famiglia, nonostante i problemi, le vicissitudini e le incomprensioni, lo erano.
Arthur aveva trovato in suo figlio un valido aiuto per la fattoria perché era un ragazzo serio, affidabile e volenteroso. Maria era sempre un’ottima insegnante e la scuola era un punto di riferimento per tutti i bambini delle campagne circostanti.
A Georgie sarebbe piaciuto che Sophie studiasse da maestra per poi lavorare assieme a Maria ma la ragazza aveva preferito imparare a cucire e aiutarla alla sartoria. Lei e Abel non avevano mai voluto imporre nulla ai loro figli ma accompagnarli e aiutarli nelle scelte importanti della vita.
E così Sophie stava diventando una brava sarta mentre Abel junior aveva continuato gli studi divenendo ingegnere anche grazie a nonno Fritz che aveva partecipato alle spese per la retta universitaria.
Il conte Gerald era ormai un politico stimato ed affermato, viveva ancora a Sydney e si occupava del settore agricolo, erano sue alcune leggi che avevano contribuito a migliorare l’economia del Paese.
Tutto sembrava tranquillo, come si osserva il mare quando è calmo e non ci s’immagina che all’orizzonte sta per arrivare la tempesta.
 
 
 
 
 




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