Slice of life

di AlnyFMillen
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Titolo: Cicatrici
Rating: Verde
Genere: Hurt/Comfort
Personaggi: Levi Ackermann, Petra Ral, Hanji Zoe
Tipo di coppia: Het
Note: Nessuna, Ispirata alla fan art 
 

  
 



Cicatrici.

L’odore del disinfettante pizzicava fastidiosamente gli occhi di Petra che, stesa sulla brandina dell’ufficio di Hanji, aspettava che la compagna finisse di medicarle il costato. La missione l’aveva ridotta piuttosto male, quella volta: una ferita abbastanza profonda le percorreva il ventre, appena sotto il seno, e numerosi graffi solcavano le braccia, le spalle e il viso.
“Bene Petra, ho finito”.
“La ringrazio davvero, Caposquadra. Mi dispiace di averla disturbata”.
Hanji, come sempre, le aveva sorriso per rassicurarla. “Figurati, sono felice che le mie capacità, anche se minime, possano aiutare”.
Petra aveva tirato su il busto nudo, coprendosi appena il petto con la maglia. S’era sfiorata delicatamente la guancia destra, dove un cerotto bianco faceva bella mostra di sé e la pelle tirava in modo doloroso.
La Caposquadra aveva racimolato i propri strumenti. Mentre li riponeva nell’apposita valigetta, le aveva strizzato l’occhio con aria complice, strappandole un sorriso. “Dura la vita delle donne nell’esercito, eh”.
Lei aveva riso piano. “Non penso che potrei mai piacere ad un uomo, con tutte queste cicatrici”. Era arrossita e aveva fissato le proprie mani. Sussurrava appena. “Non ho un compagno, ma… L-Lei ci pensa mai?”
La donna ci aveva pensato su prima di parlare. Poi il rumore della porta che s’apriva con violenza aveva coperto le sue parole.
“Quattrocchi, sto entrando”.
Hanji, con una prontezza d’animo che lei non aveva avuto, le si era spostata davanti per coprirla. “Levi”, l’aveva poi salutato, aggiustandosi gli occhiali sul naso. “Dovresti avvertire, prima di entrare”.
“Come stanno le ferite di Petra?”, l’uomo, come prevedibile, l’aveva ignorata.
“Dovrà riposare per due settimane, ma niente ossa rotte”.
Petra si era apprestata a coprirsi il seno come meglio poteva. Rossa di vergogna e di imbarazzo, non riusciva a guardare il proprio superiore in volto e si limitava a tenere lo sguardo chino sulla maglia che stringeva al petto. “Mi dispiace Caporale”, aveva pigolato. “Ho causato così tanti problemi e preoccupazioni”.
Il Caporale aveva aggirato il letto e le aveva preso il viso tra le dita senza troppe cerimonie. L’aveva scrutata con sguardo attento, quasi clinico, inclinandole leggermente la testa da un lato e dall’altro.
“Sono permanenti?”, aveva chiesto, sempre rivolto ad Hanji. Si riferiva alle cicatrici che le costellavano il volto.
“Quelle probabilmente spariranno”.
“Mi dispiace di averla fatta preoccupare”. Petra aveva alzato un poco la voce, per evitare di essere ignorata ancora.
Levi si era quasi accigliato. “Hai fatto il tuo dovere di soldato e sei tornata viva, non hai motivi per scusarti”. L’uomo aveva allontanato le dita dalle sue guance, pur continuando a guardarla. “Dato che sei una donna, spero solo che le cicatrici sul tuo viso svaniscano”.
Petra l’aveva guardato a sua volta, gli occhi grandi di stupore, le ciglia che cominciavano ad inumidirsi.
Avrebbe ringraziato Hanji, dopo, per essersi intromessa.
“Bene, bene”, aveva detto la donna. “Ti pare il modo di comportarsi, Levi? Pervertito! Avvicinarsi così ad una ragazza mezza nuda… È ora che tu te ne vada, altrimenti Petra non potrà rivestirsi”. Aveva spinto l’uomo fuori dalla stanza, tra deboli proteste ed insulti. Chiusa la porta, s’era voltata di nuovo verso Petra, che singhiozzava silenziosamente.
La Caposquadra aveva sorriso, intenerita. L’aveva incoraggiata, passandole una mano sul capo per rassicurarla. “Levi non può far a meno di pensare che tu sia carina, per questo vuole che ti prenda cura di te”, le aveva rivelato. “Sei stata fortunata a tornare viva oggi, Petra”.


 
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