La vulnerabilità della gioia.

di PathosforaBeast
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La vulnerabilità della gioia.
 
 




Le ginocchia tremano ancora dopo tutto il tempo passato in auto.
Accanto a voi si susseguono radio a tutto volume, chiamate di lavoro, chilometri di autostrade e file di alberi pronti a ricordarvi chissà quali empi andati.
È solo il rumore metallico e lo scricchiolio della porta che si ricordano perché siete ritornati qui. Sherlock giocava sempre ai piedi della poltrona in salone saltando avanti e indietro sotto i tuoi occhi assonati. Ora non resta che il suo scheletro annerito posto vicino alla finestra.
Te l’avevano detto in molti, anche se non ci volevi credere. La puzza di bruciato sembra ancora persistere e anche se radessi al suolo con le tue stesse mani i vostri ricordi, le vostre risate, la vita di prima e ne costruissi una nuova nella speranza di ritrovare una bellezza semplice e genuina, sai che per te sarebbe impossibile.
Circondi le spalle di Violet ancora silenziosa ma con gli occhi ridotti a due specchi vacui. Non ha perso un momento, un solo istante senza essere lucida. “ C’è bisogno dell’assicurazione, magari possiamo chiamare Rudy per qualche giorno per far star calmo Mycroft e Sherlock e poi… poi dobbiamo pensare anche a… ” e la voce le moriva in gola incapace di affrontare tutto questo dolore.
Però lei ora è qui, che ti stringe le mani nella vostra piccola sfera imperfetta che si sforza di sopravvivere.
La luce del tramonto filtra dalle serrande illuminando la polvere che si alza a ogni vostro minimo movimento come se voi foste dei fantasmi che per la prima volta, timidi, si scoprono su questa terra e in piedi si guardano intorno cercando di capire quali stracci avanzati possono prendere.
Cosa resta di un uomo se non polvere e fogli scoloriti dal tempo?
La tua mano ormai senza più peso né tatto lascia Violet con il labbro tremante accanto alle scale.
 
Il vostro amore non è stato abbastanza. Per quanto ci abbiate provato, per quanto siate stati attenti, nessuno sarebbe stato in grado di poter trovare quella bambina spaventata attorno a così tante fiam-
“ Siger, amore” la mano di Violet ti accarezza la nuca tremante “non potevamo far nulla, non incolparti…”
D’improvviso le tue lacrime diventano le vostre.
Un pozzo nero che si scava sotto il peso di ogni goccia, di ogni parola trattenuta.
A un’innocenza che non vi appartiene più.
Ve ne andate poco dopo, con un peso sul cuore e la consapevolezza che mai si acquieterà. Avreste dovuto dare più peso alla vulnerabilità della gioia… ma ormai è inutile riempirsi bocca e pensieri di “se” o “ma”.
 
Vi resta solo Musgrave Hall, la casa del miele e delle ceneri.







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