Le lacrime dei Profeti

di oscuro_errante
(/viewuser.php?uid=1181603)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Jadzia Dax e Lenara Kahan passeggiavano nel piccolo giardino antistante la casa d’infanzia di Jadzia. Procedevano fianco a fianco, parlando sommessamente tra di loro, sfiorandosi continuamente, per timore che ciò che stavano vivendo fosse un sogno che sarebbe finito presto.
Ancora una volta i pensieri di Lenara volarono alle leggi Trill: il momento che stava vivendo con Jadzia era dolce, e non sembrava avere nulla di sbagliato, ma quello che sottintendeva era una grave affronto alla cultura del loro popolo. Quando lei si era sentita pronta ad abbandonare ogni cosa per Jadzia aveva scoperto che era rimasta sola, di aver perso l’occasione: non era ancora sicura di poter tornare sui suoi passi.

Jadzia, avvertendo ancora la tensione dell’altra donna, non del tutto scomparsa, si fermò di botto, prendendole una mano e costringendola a fermarsi a sua volta: «Lenara, vieni qua per favore.»
Aspettò che l’altra donna si fermasse e si girasse verso di lei, prima di prenderle anche l’altra mano e aggiungere: «Senti, so che è stato un periodo duro e brutto per entrambe e so che ho compiuto azioni che ti hanno ferita nel profondo… e che sarà difficile per entrambe guarire...»

Lenara guardò Jadzia negli occhi, il suo sguardo era severo, ma le sue labbra tradivano il desiderio di baciarla. Si costrinse comunque a trattenersi, doveva sentirsi dire e confermare che nulla si sarebbe frapposto tra loro questa volta. Sperava che Jadzia fosse davvero pronta a questo passo. Si lasciò andare a una sola parola: «Ma…?»
«Ma,» e qua Jadzia sorrise appena alla fretta che sembrava avere Kahn in quel momento, «andrà tutto bene, promesso. Non mi perderai mai più, d’accordo?»
La attirò a sé, stringendola con dolcezza: «Ho sicuramente tanti difetti, ma... avere un “piccolo Curzon dentro di me che mi dice di essere impulsiva... di ignorare le regole” non rientra di certo tra quelli!»
La battuta ottenne l’effetto desiderato: Lenara riuscì a rilassarsi leggermente più nella sua stretta, stringendosi a sua volta all’altra donna e ricambiando con più serenità l’abbraccio, il volto affondato nell’incavo tra la sua spalla e il collo.

Jadzia si perse tra i capelli di Lenara, e tra essi sussurò: «Ti amo... ti ho amato dal primo momento.»
Lenara non riuscì a risponderle. Avrebbe voluto dirle che l’amava, ma ancora le parole le si fermavano sulle labbra. Si limitò a dirle: «Verrò con te.»

Le due donne si separarono leggermente, quanto bastava per tornare a guardarsi negli occhi. Jadzia mascherava il dolore di non essersi sentita rispondere con un “ti amo”, ma era disposta ad aspettare, preferendo quindi rifugiarsi in un po’ di sano spirito pratico e iniziando un discorso fatto di impegni e routine.
«Potrai continuare i tuoi studi su Deep Space 9, anzi, al momento ci sarebbe davvero bisogno di una persona come te. Il tunnel sembra essere scomparso!»
L’attenzione dell’altra scienziata, ora, era focalizzato sul lavoro della sua vita. Lenara e Jadzia si allontanarono ancora di un passo, lasciando che a tenerle unite fossero le mani intrecciate. Continuarono a camminare, parlando di tetrioni e fluttuazioni quantiche, ma la tensione era sparita: le due anime si erano finalmente trovate e avrebbero avuto il tempo di curarsi a vicenda.

Quando ritornarono verso la casa, notarono due figure davanti all’ingresso, che stavano confrontandosi animatamente: una era quella del padre di Jadzia, l’altra era invece quella di Bejal Otner, fratello di Lenara e membro del team che aveva visitato DS9 tre anni prima. Quest’ultimo sembrava essere particolarmente esagitato, visti gli ampi gesti che accompagnava a quanto stava animatamente dicendo all’uomo più anziano, le proprie parole portate dal vento leggero che aveva iniziato a tirare - e che aveva costretto le due scienziate a decidere di rientrare.

Lenara rallentò fino a fermarsi, costringendo a fare lo stesso anche a Jadzia, che comunque l’aveva sopravanzata di qualche passo prima di venir strattonata dalla compagna, con la quale si tenevano ancora per mano. Dax si voltò verso l’altra donna, con sguardo interrogativo: sapeva che Bejal aveva spinto affinché la sorella ritornasse su Trillius Prime, qualche anno prima, timoroso che venissero infrante alcune delle leggi considerate più sacre dal loro popolo.

«Cosa c’è, Lenara?» Jadzia ritornò sui propri passi, afferrandole anche l’altra mano e massaggiandole i dorsi con i pollici, cercando in qualche modo di farla rilassare e tranquillizzare con quel semplice gesto. L’altra donna prese qualche respiro profondo prima di risponderle: «Bejal è sempre della sua posizione, continua a essere convinto che io non debba infrangere le leggi del nostro popolo, al punto che oggi voleva a tutti i costi impedirmi di venire da te…»

Alzò lo sguardo verso l’altra Trill, il dolore che sembravano esser state in grado di sparire nelle ore precedenti tornato a fare bella mostra di sé nei suoi occhi azzurri. A Jadzia si strinse il cuore, ma non fece in tempo a fare alcunché che Bejal le scorse, lasciando in tronco la conversazione che stava avendo con Kela per dirigersi con passo nervoso e arrabbiato verso la coppia.

«Ah, eccoti qua!» Otner non sembrava particolarmente propenso alla gentilezza, in quel momento, spingendo Jadzia a frapporsi tra l’uomo e la sorella nel tentativo di proteggere Lenara dalla furia che sembrava pervadere l’altro scienziato. Dal canto suo, Bejal sembrò voler ignorare fino all’ultimo il fatto che Dax gli stesse bloccando il passo, probabilmente sicuro che l’Ufficiale federale si sarebbe spostata all’ultimo istante, ma ciò non accadde e, di conseguenza, il Dottor Otner si ritrovò faccia a faccia con l’altra donna nel giro di poco, venendo quindi costretto a fermarsi a pochi passi da lei.

L’uomo sembrava essere invecchiato parecchio da quando aveva lasciato DS9 con la sorella e il Dottor Hanor Prem: il viso era scavato, gli occhi erano leggermente infossati e le rughe presenti agli angoli della bocca, del naso e degli occhi davano l’impressione che Bejal Otner fosse stato sotto pressione e con non poche preoccupazioni.
Lo sguardo che lanciò a Jadzia era colmo di una rabbia profonda, quasi incolpasse lei per qualsiasi cosa lo avesse tormentato fino a quel momento, ma prima che potesse fare alcunché, Kela li raggiunse e afferrò saldamente un braccio dell’uomo più giovane, intimandogli: «Direi che ha fatto danni a sufficienza, giovanotto. Io me ne andrei, prima che succeda qualcosa di irreparabile. Qualunque decisione prenda, non sta a noi dirle cosa deve o meno fare…»

Prima che Kela potesse finire la frase, Bejal se lo scrollò malamente di dosso, rischiando di mandare l’uomo più anziano gambe all’aria. Lenara, da parte sua, riuscì appena in tempo ad afferrare Jadzia prima che quest’ultima reagisse, dando tutta l’impressione (e probabilmente lo avrebbe fatto) di voler colpire Otner con un paio di pugni ben piazzati.

«Jadzia!» Lenara la costrinse a guardarla negli occhi, entrambe le mani ad afferrarle prima le braccia per girarla verso di sé e poi il viso, costringendola a guardarla negli occhi pieni d’ira e sorridendole, cercando di tranquillizzarla.
«Lascia perdere, sappiamo entrambe non ne vale la pena! E tu non sei affatto una persona violenta, nonostante tu abbia una passione per la cultura Klingon che non capirò mai…» aggiunse, un’espressione leggermente tesa in volto, quasi avesse paura che l’altra donna facesse davvero qualcosa di sconsiderato. Jadzia, che per reazione aveva istintivamente afferrato la vita di Lenara, combatté con tutta sé stessa per cercare di calmarsi e non fare qualcosa di cui si sarebbe sicuramente pentita in seguito, prendendo qualche respiro profondo mentre abbassava la testa per appoggiare la propria fronte a quella dell’altra donna. Quando finalmente sembrò essersi calmata, Lenara le lanciò un ultimo sorriso incoraggiante prima di lasciarla e voltarsi verso il fratello, ancora piuttosto alterato.

«So benissimo a quali rischi io andrò incontro, Bejal. Ne abbiamo parlato e riparlato a lungo, ma sappiamo entrambi che il mio posto non sarebbe più stato Trillius Prime fin da quando ho avuto la possibilità di conoscere meglio Jadzia su Deep Space 9…» Lenara guardò di sfuggita verso Dax, prima di ritornare a concentrarsi sul fratello: «So che sarà difficile, ma sono pronta ad accettare anche l’esilio pur di stare con lei. È una decisione che avrei dovuto avere il coraggio di intraprendere tre anni fa, ma che ringrazio di avere la possibilità di intraprendere adesso.»




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3982278