Guardians

di Hilla_
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ultima revisione 26/09/2021

 

Quando Shu raggiunse i suoi fratelli i tre si stavano dirigendo rapidamente verso l'hotel.
Riuscirono a scambiarsi una sola occhiata prima che i draghi, diretti in direzioni opposte, si allontanassero.
Nella mente di Niav risuonò una sola parola: "tieniti".

Quella parola, unita alla sensazione di urgenza che in quel momento stava provando Shu, le fece quasi scordare quello che doveva fare. Fu una questione di qualche istante prima che ricordasse le due fasce di cuoio che aveva fissato sul collo drago con l'aiuto di Maka. Abbastanza larghe da non infastidire il drago, abbastanza salde da far in modo che la ragazza potesse reggersi ad esse.

Quella più bassa aveva due fori dove poter fissare i piedi e l'altra uno dove potersi aggrappare con le mani.
Nell'istante in cui fu certo che la sua Ímisy fosse ben salda sul suo dorso Shu iniziò a volare verso l'alto, curvando ed arrivando a volare a testa in giù per qualche istante. Dopodiché ruotò su se stesso lateralmente, tornando finalmente ad una posizione normale e riprendendo il suo posto nella formazione.

Niav, fra lo stordimento e la sorpresa, impiegò qualche istante a capire cosa avesse fatto esattamente Shu.
In meno di trenta secondi si era girato su se stesso, evitando la solita curva larga che, durante i viaggi in formazione, poteva far perdere ai quattro anche interi minuti. Niav non faticava a capire il motivo di quella manovra, in quel momento ogni secondo era essenziale: dovevano allontanarsi in fretta, prima che sorgesse il sole. Non potevano rischiare di farsi seguire o di far capire ai cacciatori dov'erano dirette.

Anche le tre Ímisy, che erano riuscite ad assistere alla scena, fissavano il drago meravigliate.
Doveva essere stata una manovra difficile anche per qualcuno come lui, era evidente. Niav lasciò la fascia di cuoio, stringendosi a Shu e infilando le dita fra le sue piume, trasmettendo alla creatura tutta la sua ammirazione e la sua gratitudine.
Nonostante il drago stesse cercando di nasconderlo, riusciva a percepire quanto fosse sollevato e allo stesso tempo fiero di sé.

Geb si avvicinò a loro, mentre Maka guardava la ragazza con aria preoccupata.
《Sei tutta intera? Hai rischiato molto》 disse, studiando l'Ímisy ed il drago in cerca di qualche ferita.
Niav annuì lasciandosi scivolare sul dorso del drago, improvvisamente sfinita.
《Riposa pure - le disse Talise, che avvicinandosi alla due aveva notato la stanchezza della castana - Shu ha fatto un grande sforzo e non avendo abbastanza energie ha sfruttato la tua. È una cosa che Ímisy e draghi possono fare, anche se di solito cerchiamo di evitarlo. E poi siamo tutte stanche, è stata una lunga notte》

Niav non era certa di aver compreso tutta la spiegazione, si sentiva la testa pesante e faticava a ragionare, ma annuì.
Mentre i due draghi si allontanava si lasciò ricadere sulle morbide piume di Shu, addormentandosi poco dopo cullata dal tepore del corpo del drago.

Quando aprì nuovamente gli occhi era ancora accanto a Shu, ma avvolta da un sacco a pelo. Il drago dormiva accanto a lei, riparandola con un'ala.
La ragazza capì che qualcosa non andava quando il suo corpo si mosse senza che lei avesse effettivamente desiderato farlo. Mentre cercava di riprendere il controllo dei suoi movimenti qualcuno si infilò sotto l'ala di Shu. Una figura inconfondibile dai capelli rossicci. Erano più corti di quel che ricordava, ma quella era senza dubbio Adeen.
Vedendola avvicinarsi Niav provò ad indietreggiare, ma non solo il suo corpo si rifiutò di ascoltarla, anzi, si mise a sedere sul sacco a pelo e piegò le labbra in un timido sorriso.
Adeen le si avvicinò, ricambiando l'espressione in maniera dolce e premurosa.
《Ehi... ti ho svegliata?》 Chiese la rossa. Dal corpo di Niav provenne una voce che non le apparteneva: era dolce ma bassa, quasi una specie di sussurro.
《No, tranquilla》 replicò la ragazza.
Ormai una semplice spettatrice di quello che il suo corpo faceva, la castana osservò Adeen sedersi accanto a lei e sfiorarle il viso.
《Come stai? Ti senti meglio?》 Domandò. Niav non si aspettava che la rossa potesse essere così gentile con qualcuno, ma dovette ricredersi.
《Non preoccuparti, Aura, troveremo quella cura》 promise la ragazza.
L'ímisy si ricordò dei sogni fatti qualche giorno prima, quando aveva osservato una scena dagli occhi di qualcun'altro. Una scena accaduta nel passato.

Nonostante fosse riuscita a capire di star vedendo qualcosa appartenente al passato di Aura, ancora non capiva ancora di cose stesse parlando Adeen. Talise le aveva detto che Aura era stata uccisa dai cacciatori, ma non aveva mai fatto cenno ad una cura, né tantomeno ad una malattia.

Mentre Aura rispondeva con un debole "si" la vista di Niav si annebbiò per qualche istante. Quando tornò a vedere chiaramente stava correndo. La situazione era così simile a quella da cui era sfuggita poco prima che temette di esserci tornata dentro.
Il sogno era così vivido che riusciva a percepire la stanchezza ed il dolore, probabilmente stava correndo da un eternità, ma allo stesso tempo sia Aura che Niav sapevano cosa le aspettava se si fossero fermate. Com'era successo prima, anche nel sogno qualcuno sparò nella direzione di Aura, ma questa volta il proiettile raggiunse il corpo della ragazza anziché il terreno ai suoi piedi.
Un dolore lancinante partì dalla coscia destra e si diffuse per tutta la gamba, raggiungendo persino la schiena e facendola crollare a terra. Un urlo strozzato lasciò le labbra della ragazza, incapace di muoversi a causa del dolore che non accennava a diminuire. I passi alle sue spalle la fecero rabbrividire mentre provava ad allontanarsi trascinandosi con la mani. Niav continuava a non avere alcun controllo sui suoi movimenti - o forse avrebbe dovuto dire sui movimenti di Aura? - ma il sogno era così vicino che aveva perso di vista in confini fra realtà ed immaginazione.
La visuale di Niav era limitata al terreno, perciò non notò la figura accanto a lei finché quella non la colpì con un calcio al fianco, facendola ruotare su sé stessa e lasciandola dolorante ed immobile con lo sguardo fisso sul cielo notturno.
La luna piena era particolarmente splendente, troppo bella per una situazione del genere.
Una figura si mise in piedi davanti ad Aura, sovrastandola e nascondendo la luna dietro di sé.

La vista di Niav era nuovamente appannata, riuscì solo a sentire il suono di uno sparo prima di svegliarsi di soprassalto, rischiando quasi di cadere dal dorso di Shu. Si sentiva stordita e allo stesso tempo sollevata e spaventata.
Osservò le sue compagne, fra le tre solo Adeen era sveglia. Da un lato avrebbe voluto incalzarla ed ottenere qualche informazione, ma dall'altro si sentiva stranamente vicina a lei.
Sospirò, mettendosi una mano in tasca e sfiorando un piccolo e sottile oggetto. Era arrivato il momento di restituirlo.

Dopo il risveglio di Niav il viaggio non continuò a lungo, ma quel lasso di tempo fu sufficiente a far nascere in lei decide di dubbi e per fare in modo che la divorassero senza tregua.
Quando i draghi toccarono terra, nei pressi di un fitto bosco, la castana fu l'ultima a scendere: ogni movimento le costava tutto il suo coraggio e tutta la sua forza di volontà, ma a quel punto era decisa.

Si avvicinò ad Adeen, continuando a tenere una mano nella tasca dove conservava la fotografia.
Prese un respiro profondo, aprendo e chiudendo la bocca nel tentativo di trovare le parole. Temeva la guardiana del fuoco molto più di quanto le sarebbe piaciuto ammettere, ma non voleva assolutamente tirarsi indietro.
《Adeen》.
Il suo fu un mormorio appena udibile, non riuscì neppure a farsi sentire dalla ragazza.
《Adeen》 ripeté, questa volta abbastanza forte da farsi sentire non solo dalla diretta interessata, ma anche da Maka e Talise.
Le tre ragazze la guardarono come se stesse dando di matto ma nessuna fiatò, in attesa di vedere come si sarebbe evoluta quella situazione.

《Ti devo parlare - disse recuperando coraggio e fissando negli occhi la ragazza - credo di avere qualcosa che ti appartiene e credo che tu la rivoglia indietro》 continuò, sfiorando nuovamente la foto nella sua tasca.
Un lampo di rabbia attraversò gli occhi rossi della ragazza, ma venne immediatamente mascherato da un'occhiataccia scettica. Le sue labbra si contrassero in un ghigno ed i suoi occhi si assottigliarono.
《Tu avresti qualcosa di mio? E sentiamo, cos'è?》 Chiese.
La castana scosse la testa, non voleva parlarne in quel posto. Se l'idea che si era fatta di Adeen era corretta non le avrebbe detto nulla davanti alle altre due Ímisy. Anche se le speranze di farsi dire qualcosa erano basse ne avrebbe avute decisamente di più discutendo a quattrocchi.
《Possiamo... andare altrove?》 Chiese mentre si inoltrata fra gli alberi, sperando di essere seguita.
La rossa si voltò, seguendola con lo guardo finché non scomparve fra gli alberi.
Solo quando fu finalmente uscita dal suo campo visivo la rossa si decise a seguirla, camminando stizzita verso il bosco.

Una volta sole, Talise e Maka si studiarono a vicenda, incerte sulla decisione giusta da prendere.
《Sarà saggio lasciarle sole? Insomma, dopo tutto quello che ha passato Adeen...》 mormorò Maka, ma venne interrotta da un cenno.
《Ho detto a Niav di quello che è successo ad Aura》 ammise. L'ímisy più giovane impallidì, stringendo il braccio di Talise e costringendola a voltarsi verso di sé, come se sperasse di cogliere qualsiasi cenno del fatto che la castana stesse scherzando.
《Tu davvero lei hai detto tutto? Quando? Perché?》.
La castana sembrava sbiancare ogni secondo di più, ma la riccia mantenne la sue espressione seria e decisa.
《Non sa tutto... in realtà, ho omesso la maggior parte della storia - non ho parlato della cura - ma ora sa di Adeen e Aura》 spiegò.
La guardiana della terra annuì nel tentativo di convincersi che sarebbe andato tutto.
《allora stiamo a vedere》 decise, riuscendo a tirare fuori la sua solita sicurezza.

Adeen si inoltrò nel bosco, guardandosi attorno fino a che non si ritrovò davanti a, che studiò a braccia incrociate. Le due si guardarono negli occhi, nessuna sembrava intenzionata ad abbassare lo sguardo.
Tenere gli occhi fissi in quelli dell'altra non era un compito facile per nessuna delle due.
Gli occhi dell'ímisy di Seth erano sfere infuocate, pronte a distruggere tutto ciò che si trovava davanti. Non incutevano un semplice timore, ti facevano sentire debole, indifeso, in trappola.
Gli occhi dell'ímisy di Shu d'altro canto erano pieni di memorie troppo dolorose per essere riportate alla luce. Ricordi che facevano stringere il cuore della rossa, minacciando di farla crollare a pezzi.

Ad interrompere quella situazione, dopo infiniti istanti di sguardi, fu proprio Adeen. Senza staccare gli occhi da quelli della castana, le rivolse finalmente la parola.
《Allora? Dammi quello che mi spetta e facciamola finita》 ordinò, studiando con attenzione Niav come avrebbe potuto fare con un bersaglio da distruggere.
Sospirando, la castana tolse la mano dalla tasca, stringendo fra due dita la fotografia.
《L'ho trovata nella mia casa. Talise dice che è tua》 spiegò Niav con apparente calma tradita dalla sua voce strozzata. La rossa sgranò gli occhi alla vista di quel piccolo pezzo di carta e provò a prendere l'immagine dalle mani dell'altra, che però indietreggiò stringendo a sè la foto. Non aveva ancora finito con Adeen, le serviva una garanzia, qualcosa per costringerla a continuare quella conversazione.
《C'è altro, ho visto una cosa stanotte... dei ricordi di Aura》 mormorò.
In un istante Adeen le fu addosso, stringendo la maglia della ragazza in un pugno.
《Non dire il suo nome... non parlare di lei》 sarebbe dovuta essere una minaccia, ma quando Adeen la pronunciò parve più una supplica.
Niav prese un respiro profondo, era decisa a continuare per la sua strada.
《In quel sogno ti ho vista... beh, Aura ti ha vista. Le hai parlato di una cura, anche se non so per cosa... e poi ho sognato di...del momento in cui è stata...》 tentò di dire, ma le parole le morirono in gola quando Adeen la spinse via.
La fissò piena di rabbia e risentimento, stringendo i pugni.
《Come ti sei permessa di sbirciare nella vita di Aura? Tu... tu hai visto cose che non dovevi vedere, non dovevi permetterti di farlo...》.
Colpì la corteccia di un albero con un pugno, graffiandosi la mano.

《L'hanno uccisa i cacciatori》 disse Niav, aveva bisogno di sapere com'era andata. Non era semplice curiosità, si sentiva in diritto di sapere ciò che la riguardava così da vicino: era un'ímisy, ciò che aveva messo in pericolo Aura ora metteva in pericolo lei.
《Non sai di cosa stai parlando》 la avvertì Adeen, ma lei insistette.
La conversazione aveva preso una piega simile a quella di pochi giorni prima, quando l'aveva portata alla Cupola, ma questa volta non avrebbe lasciato perdere. Sarebbe arrivata in fondo a quella storia, nel bene o nel male.
《Cosa centro io con la sua morte? Se è perché ho preso il suo posto mi dispiace, ma non ho chiesto io tutto questo! Stavo bene con la mia vecchia vita, all'oscuro di tutto questo. Ora invece non posso più tirarmi indietro, non sarei in grado di lasciare tutto questo... lasciare Shu》.

Adeen sospirò, sperando di liberarsi della rabbia con quel gesto. Si ritrovò a ripeterlo più e più volte, smaltendo tutti i sentimenti che si erano accumulati dentro di lei inspirando ed espirando.
《Perchè dovresti incolpare me o chiunque altro per la sua morte?》 La incalzò Niav, guardando la ragazza davanti a lei con una punta di dispiacere. Capiva che non era facile per lei parlare di una cosa del genere, sapeva che la stava ferendo, ma quella situazione non era più sopportabile per nessuna delle due.

《Tu hai visto quello che è successo ad Aura ed ora pensi di conoscerla?》 Domandò. La ragazza si lasciò sfuggire una risata amara, coprendosi il volto con una mano e sistemandosi i capelli.
《Quella che hai visto non era Aura... lei brillava di luce propria, era piena di vita. Aveva sempre la soluzione a tutto, sapeva sempre cosa dire e quando. Non era indifesa... non l'ho mai vista in difficoltà》 disse in tono quasi 8sognate.

Sospirò, alzando lo sguardo e osservando un punto a caso fra gli alberi, come se potesse ancora vedere Aura. Come se sperasse di vederla riapparire da un momento all'altro.
Niav guardò la foto che ancora stringeva in mano, Adeen aveva ragione: quella ragazza sembrava rallegrare tutti con la sua sola presenza.
《Nei mesi prima di essere uccisa era spenta. Era un processo lento ma inevitabile, ed è stata tutta colpa vostra. Gli ímisy sono sempre più deboli, di anno in anno voi distruggete terra, aria e acqua, di anno in anno gli ímisy di Geb, Shu e Teti sono sempre più deboli. Quei cacciatori non avrebbero mai preso Aura se non fosse stata così》. raccontò a denti stretti, come se ogni parola pronunciata le costasse un enorme sforzo. Guardò Niav e le si avvicinò, strappandole di mano la fotografia. Una volta che la ebbe finalmente fra le mani se la portò al petto e chiuse gli occhi, quasi sollevata.
《Adeen》 mormorò mentre la rossa si voltava per tornare sui suoi passi
《Non dire che ti dispiace - rispose senza voltarsi - non pensarci nemmeno》





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