Ed eccomi tornata a scrivere sul
fandom di FFVII… Questa volta però la mia storia non si accontenterà di un solo
capitolo perché ho finalmente deciso di scrivere una long-fic.
Se vi chiedete cosa possano
combinare due menti malate a tarda notte su messenger, questa è la risposta…
Questa fanfiction nasce infatti da un’idea mia e di erenwen, che mi ha
gentilmente aiutata a creare questa storia e che non ringrazierò mai abbastanza
per questo ^__^ A lei è dedicata questa fanfiction, sperando possa piacerle il
modo in cui la scriverò ^_____^ E ovviamente, sperando possa piacere a tutti
voi^^
Attenzione: la storia nasce da
un’idea malata, ma è comunque una storia seria. Essendo la prima long-fic che
scrivo su FFVII (sul Crisis Core per la precisione), vi chiedo un po’ di
pazienza e possibilmente qualche commento per aiutarmi a migliorare. Bene,
dopo la lunga premessa vi lascio finalmente al primo capitolo.
Capitolo
1
Fallimento
I giovani fanti della Shinra
erano in riga, tesi come corde di violino, aspettando il verdetto finale
dell’esame. Lazard si arrotolò una ciocca dei lunghi capelli biondi, e squadrò i
giovani da capo a piedi. Era praticamente impossibile riconoscerli, coi
caschetti che coprivano il loro volto e le divise tutte uguali.
Pazienza…
Pensò il direttore di SOLDIER. In
fondo era la Shinra che voleva così, ed in fondo
non gli importava poi molto di sapere che genere di persone nascondessero quei
caschi. L’organizzazione della Shinra lasciava posto a nominativi e visi solo a
coloro che sapevano distinguersi in battaglia. Era inutile imprimersi nella
memoria i volti ed i nomi di semplici fanti, e anche nei comunicati di morte
veniva indicato soltanto il loro grado.
Lazard sentì i fanti cominciare a
confabulare tra loro, chiedendosi sottovoce pareri su come era andato l’esame.
Solo un ragazzo non parlava con gli altri, restandosene zitto a chiudere la
riga. Lazard zittì gli altri giovani portandosi un foglio davanti agli occhi.
Presto si sarebbe saputo chi di loro poteva entrare in SOLDIER.
“Cooper Mark!” Chiamò Lazard.
Un giovane piuttosto alto si incamminò impettito verso il direttore.
“Promosso a 3° Classe
SOLDIER.”
Sentenziò Lazard, e il giovane
tornò in riga, con un sorriso che gli affiorava da sotto il caschetto.
“Ross Johnatan!”
Al richiamo di Lazard si avvicinò
un altro giovane.
“Promosso a 3° Classe SOLDIER con
il massimo dei risultati, i miei complimenti ragazzo.”
Preston George, Chester Philip, Mellow Kayl… La lista di
nomi che il direttore di SOLDIER chiamò per la promozione era davvero lunga. Al
termine di tale lista vi era però un nome con a fianco una scritta rossa.
“Strife Cloud!”
Il ragazzo silenzioso che aveva
notato all’inizio si avvicinò, con le braccia leggermente tremanti.
“Bocciato.” Sentenziò Lazard,
e guardò il giovane stringere i pugni ed incamminarsi verso il suo posto. Due
rivoli bagnati gli attraversarono il viso, lasciando cadere due gocce d’acqua
sul pavimento.
“Rompete le righe e tornate pure
ai vostri alloggi.”
Dichiarò il direttore guardando
schiamazzare i neo-SOLDIER della Shinra mentre riempivano i corridoi. Il più
basso, quello che rispondeva al nome di Cloud Strife e che era stato bocciato,
si stava invece incamminando in silenzio verso il piano più basso, quello
dedicato ai fanti.
Mi dispiace per te ragazzo, ma SOLDIER ha
bisogno di combattenti la cui bravura ti è infinitamente
superiore.
Pensò Lazard, incamminandosi
verso il suo ufficio.
Cloud tornò in stanza cercando di
trattenere le lacrime, che premevano con forza contro i suoi occhi per tornare a
rigargli il viso ricordandogli la sua frustrazione.
Nel corridoio che portava
all’ascensore per raggiungere il piano inferiore il giovane intravide un 2°
Classe SOLDIER dai capelli corvini che aveva conosciuto in missione a Modeoheim.
Lo salutò con un cenno della mano e il più grande gli si avvicinò.
“Ehi Cloud! Ciao, che piacere
rivederti, come va?”
Lo salutò allegro il moro
dandogli la mano e sorridendo apertamente. I fanti della Shinra potevano
sembrare tutti uguali alle sfere alte di SOLDIER, o più probabilmente a tutti i
membri della società, ma lui riconosceva senza problemi quel ragazzino da tutti
gli altri fanti.
“Tutto bene.” Cloud si sforzò
di rispondere in tono tranquillo trattenendo le lacrime col massimo delle
forze.
“Lascio la Shinra.” Avrebbe voluto
dirgli: “Ho fallito nuovamente l’esame per entrare in SOLDIER.”
Ma non disse niente di tutto
questo, anzi. Accennò un sorriso: “Beh adesso devo tornare al mio alloggio,
ci vediamo.”
Gli disse così e si incamminò
verso l’ascensore.
“Va bene, ci conto! Spero di
essere di nuovo con te in missione la prossima volta!”
Gli gridò dietro il 2° Classe
SOLDIER.
Cloud entrò nell’ascensore e si
morse le labbra, quindi concesse alle lacrime di fuoriuscire dai suoi occhi,
troppo stanco per trattenerle ancora. Adorava Zack, egli era il suo modello e
forse era l’unica persona che potesse considerare un amico, anche se non aveva
il coraggio di chiedergli se così fosse, perché una risposta negativa l’avrebbe
distrutto. Eppure, nonostante questo, non era riuscito a parlargli, a dirgli
quello che era successo e a dirgli che avrebbe mollato tutto, aveva fallito
ormai troppe volte. Quante volte erano che aveva cercato di entrare in SOLDIER
ormai? Almeno tre o quattro, in quel momento però non aveva il coraggio di
contarle precisamente.
Il suono squillante
dell’ascensore lo avvertì che aveva raggiunto il piano indicato. Si passò una
manica dell’uniforme sul viso per asciugarsi le lacrime, quindi uscì. Si diresse
in silenzio verso la sua stanza ed infilò la tessera magnetica per aprire la
porta.
Appena entrato si tolse gli
stivali e si buttò sul letto. Non seppe per quanto tempo rimase lì sdraiato a
fissare il soffitto, pensando ad una ragazza dai lunghi capelli neri e gli occhi
castani a cui aveva promesso di diventare forte. Cercando di immaginarsela
cresciuta, in fondo lui se la ricordava ancora bambina.
Poi si alzò dal letto e prese le
sue cose che erano sparpagliate senza un ordine preciso in tutta la stanza. Gli
ricordarono i pensieri nella sua testa in quello stesso momento ed in un moto di
rabbia mischiata alla frustrazione sbatté con forza i propri effetti personali
dentro la valigia con la quale era venuto lì. Si sfilò la divisa e riprese dalla
valigia una polo azzurra ed un paio di jeans, quindi richiuse la valigia,
ripiegò la divisa, infilò un paio di scarpe da ginnastica e raccolse elmetto e
stivali. Quindi si lasciò cadere nuovamente sul letto, era distrutto e lo
accolse un sonno disturbato da numerosi incubi.
Quando si alzò la sveglia segnava
le sette di sera. Aveva dormito anche più del dovuto. Prese la tessera magnetica
facendo scattare la serratura e per poco non se la dimenticò dentro la porta.
Tornò indietro mormorando una parolaccia e riprese la tessera quindi si avviò
verso l’ascensore e premette il numero del piano degli uffici della Shinra,
socchiuse gli occhi, sospirò e si appoggiò allo specchio dell’ascensore
lasciando che esso riflettesse la sua schiena.
Il rumore che fece l’ascensore
quando arrivò al piano desiderato lo fece sussultare. Il giovane prese fiato con
un respiro e si avviò verso l’ufficio del direttore.
Alzò una mano per bussare, poi la
ritrasse. Inspirò di nuovo e si costrinse a scontrare le sue nocche contro
l’acciaio della porta.
“Avanti.” Disse la voce di
Lazard dall’altro lato della porta. Cloud la spinse ed entrò.
“Buongiorno ragazzo, tu
sei?” Chiese il direttore spostando il suo sguardo dal monitor al giovanotto
biondo che aveva davanti.
“Cloud Strife.” Rispose
timidamente il ragazzino, biascicando il suo nome e cognome.
Lazard fece per tornare a
guardare il computer per capire chi fosse, quindi gli tornò in mente il giovane
che quella mattina non aveva passato l’esame per entrare in SOLDIER. Teneva
nella mano destra una valigia e in quella sinistra la divisa di fante. Lazard
era certo di aver già capito il motivo per cui era venuto lì, tuttavia preferì
chiederglielo personalmente: “Bene Cloud Strife, cosa posso fare per te?”
Chiese, con finto interesse. Il
ragazzino tentennò e i suoi occhi azzurri guardarono in tutte le direzioni
tranne che negli occhi di Lazard.
“Sono qui perché desidero
lasciare la
Shinra, signore.”
Mormorò il biondino. Lazard aveva
indovinato. Se il ragazzo che aveva davanti fosse stato un SOLDIER avrebbe
dovuto negargli quell’opportunità, ma siccome si trattava di un semplice fante
si limitò ad annuire.
“Molto bene, lascia qui la tua
roba.”
Gli disse sbrigativo, e tornò a
fissare il monitor.
Cloud rimase imbambolato per una
manciata di secondi, quindi appoggiò divisa e tessera magnetica sulla scrivania
del direttore ed aprì la porta.
“Arrivederci.”
Mormorò, prima di chiuderla.
“Arrivederci.”
Si sentì rispondere dall’altro
lato della porta.
Cloud si diresse nuovamente verso
l’ascensore e premette il pulsante del piano terra: Beh, addio Shinra.
Pensò e nuovamente le lacrime
tornarono a bagnargli occhi e viso. Se le asciugò qualche secondo prima di
raggiungere il piano terra, quindi uscì senza guardare nessuno negli occhi ed
imboccò l’uscita principale. Si concesse un ultimo sguardo al palazzo che aveva
creato ed infranto i suoi sogni, si mise le mani in tasca e si incamminò verso
una piccola pensioncina. Non aveva la forza di tornare a Nibelheim, di
dichiarare prima a sua madre e poi a Tifa il suo fallimento, ed aveva ancora
qualche soldo guadagnato alla Shinra per rimanere a Midgar. Certo, avrebbe
dovuto trovarsi un nuovo lavoro, ma in quel momento non aveva nessuna voglia di
pensarci. Mostrò i documenti, pagò la stanza e vi si diresse. Una volta entrato
si gettò sul letto senza neanche sfilarsi le scarpe da ginnastica e si
addormentò.
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