Defective

di Nikij
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Prologo
 

Il corridoio davanti a lui era buio.
Si sentiva l’eco dei passi incerti, brancolanti nel buio, ma il ragazzo non avrebbe saputo dire se fossero i suoi o anche quelli di qualcun altro.
Terence avanzò piano, un piede dopo l’altro, tastando lo spazio attorno a lui con le mani alla ricerca di una parete a cui appoggiarsi.
Il buio era così denso che quando vide il puntino di luce in lontananza dovette coprirsi gli occhi, abituandosi a fatica, accecato da una pallina di luce così distante.
Sorrise nervosamente, più per lo sconforto. La luce non stava illuminando nulla: era un puntino che cercava di combattere il buio opprimente che lo circondava, ma il buio continuava a inghiottire tutto intorno.
Terence continuò a guardare fisso la luce, cercando di non battere le palpebre, continuando ad avanzare a passi pesanti. Aveva la sensazione che se avesse perso di vista la luce le tenebre lo avrebbero inghiottito per sempre.
L’aria si fece improvvisamente gelida alle sue spalle. Un brivido gli risalì per la schiena. Combatté l’istinto di voltarsi, mentre gli occhi cominciavano a bruciargli. Una mano gli afferrò la maglia, tirandolo a sé.
«Non così in fretta.»
Terence venne tirato indietro, cercò di opporre resistenza facendo perno sulle gambe, ma non riuscì a mantenere l’equilibrio.
Cadde all’indietro e la figura gli fu sopra. Non riusciva a distinguere nulla nel buio, ma continuava a cercare con gli occhi la luce che fluttuava ancora lontana.
Sentì i lunghi capelli della figura cadergli sul viso mentre questa si metteva a cavalcioni su di lui cercando con le mani il suo collo.
«Non puoi pretendere di mandare all’aria così i miei progetti Terence.» Ringhiò una voce femminile.
Le mani della donna trovarono il suo collo e vi si strinsero attorno, mentre le unghie lunghe gli graffiavano la pelle.
Terence annaspò cercando di colpirle il volto. Uno, due, tre colpi. Ma la donna non si mosse né lasciò la presa, anzi strinse.
Terence sentiva che qualcos’altro stava avanzando con il buio dietro di loro, qualcosa di molto più pericoloso di quella donna, ma non aveva il fiato per avvertirla.
Sentì le forze venirgli meno, e poi di colpo l’ossigeno entrare di nuovo nei suoi polmoni.
Tossì rumorosamente, mettendosi a carponi.
Cercò di riprendere fiato, ma il suo pensiero andò alla donna che lo aveva aggredito, cercò nel buio ma la sua vista non incontrò altro che tenebre.
Sentiva dei gemiti arrivare poco lontano da lui, ma sembravano più due persone che una soltanto.
«Và Terence!»
Era un’altra voce femminile questa.
Familiare. Come anche quella di prima ora che ci pensava.
La sua testa turbinava di domande, ma le risposte sembravano nascoste in un luogo inarrivabile.
«Và!» Gli urlò di nuovo la ragazza.
Terence cominciò a correre, mentre il nulla dietro di lui inghiottiva l’eco dei suoi passi.
Nel petto la consapevolezza che se si fosse fermato, questa volta sarebbe stato perduto per sempre.

Le gambe erano sempre più pesanti, sentiva cercare ossigeno, ma l’aria era densa e gli era difficile respirare: a ogni ansito gli sembrava di inghiottire direttamente l’oscurità.
Il suo corpo smise di rispondergli, nel panico lo sentì rallentare. Il buio lo reclamava. Qualcuno lo stava chiamando: sentiva uno sguardo gelido trapassarlo.
Due occhi blu ghiaccio si accesero come fiamme nelle tenebre, ma Terence non li vide.
Si costrinse ad avanzare, a fatica, un piede dopo l’altro, passo dopo passo.

Terence allungò una mano verso la sfera di luce. Cercò di afferrarla. Quella non si sottrasse, sembrò danzare tra le sue dita come se fosse felice di vederlo. Terence la sentì sorridere.
Un calore accogliente si diffuse nel suo corpo, la morsa gelida che aveva sentito sulla sua schiena fino a quel momento si dissolse, il viso di Terence si distese, sorrise. Una sensazione di nostalgia lo prese alla gola, sentì il petto contrarsi, le lacrime premevano per uscire.
Durò un attimo. Una voce familiare riecheggiò nella sua mente, sembrava provenire dalla luce.
 
“Vorrei poter fare di più, scusami...”

L’oscurità sotto i suoi piedi sembrò aprirsi e Terence cadde nel nulla.




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