Entomofobia

di Lady Moon
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Entomofobia.

Si disse, in quei pochi secondi, che molte cose, troppe, ormai non le sfuggivano più. Ed era vero. A lei, lady Diana, potevi nascondere un mazzo di carte trasandato sotto il tavolo, ma non potevi celarle un pensiero assai più profondo e organizzato. Maliziosa e troppo intelligente per sentirsi dire frasi di circostanza, impressionarla con la banalitá degli eventi e del caos, no, non credeva nemmeno alle superstizioni. Non credeva a niente e ascoltava tutto, assai bizzarro; ogni virgola, punto, ogni micro dettaglio era da analizzare, prendere seriamente in considerazione. E più di tutto, la lady, era stanca delle leggi del suo tempo, delle abitudini, delle facce fiacche e neghittose, delle maschere ampollose e seviziate dai rimproveri perpetui della societá a cui appartengono. E quanto godono del loro prestigio, benché ignare della realtá.

È stata lei a dirmelo, che le persone non sono categorie ma puoi categorizzarle. Una faccia bianca, l'altra nera, più potente, come la morte, di nessuno e ripeto nessuno puoi fidarti a questo mondo, perché tutti promettono un'alba che non possono essere sicuri nemmeno di poter rivedere loro per primi.

Perché sprecarsi, perché idealizzarsi quando non si ha il coraggio nemmeno di vivere le cose per ció che sono? "Insetti", parlava di insetti, noi, impauriti, ansiosi e condannati. Troppe poche "persone". Era sola perché il vero le era sfuggito tra le mani. Non voleva altro, era sempre stata entomofobica. 





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