Ho riniziato a leggere Harry Potter -tante grazie direte voi, avete
ragione, vi rispondo-, e non so come mai avevo letto che i Potter
fossero stati uccisi la notte di Halloween.
Bene. Perfetto. Esce la storia.
Inizio a risfogliare il libro per insierire il minuscolo pezzettino e
non lo trovo più. Quindi le opzioni sono:
-Laura fuma roba pesante (molto papabile come opzione)
-Il libro è stregato.
Non so quale delle due sia vera, fatto sta che la storia c'era e
buttarla mi sembrava un peccato u_u Perciò, eccola! Tutta
per voi.
Un buon non compleanno
a Hilly89, Mara XD
Te la dedico tutta per
il tuo compleanno,
perché Voldy
è Voldy, ed è il più fiQuo u_u
Alla fine l'ho scritta
su HP la tua storia, invece che su TW.
Bhè...
sperando che non mi mandi qualche Mangiamorte per l'assurdo ritardo
dell'altra storia...
BUON COMPLEANNO!
~Happy
Halloween,Tom
L’uomo
camminava tranquillo, relativamente calmo, con un sorriso glaciale a
solcargli il volto, coperto dal cappuccio scuro. Le braccia erano
lasciate oscillare sui fianchi, mentre, con passo svelto e sinuoso, si
dirigeva verso la casa, quella casa, scansando, senza toccare, la marea
di bambini che gli giravano intorno.
La
notte di Halloween, nel paesino Godric’s Hollow, era un grande
evento. Da tutta la minuscola contea si radunavano i coltivatori di
zucche, per mostrare, con il petto gonfio di orgoglio, le loro piccole
e bitorzolute creature, osservandole con occhi così colmi di
affetto da farle sembrare vive.
Inoltre,
cosa non meno importante, era organizzata la così detta
“Parata
di tutti i mostri”,
dove, sfoggiando i migliori dei vestiti, tutti i bambini potevano dare
mostra della loro terribile e alquanto divertente forma.
Tutto
questo, però, a Tom non importava; anzi, se doveva essere
sincero, lo urtava non poco, visto che i suoi piani per quella notte
erano completamente differenti e la presenza di così tanti
babbani in giro non poteva che nuocere alla sua anonimia.
Sorrise,
osservandosi intorno, adulti di ogni età vestivano in modo
ridicolo, indossando assurde parrucche o squallide dentiere di
plastica; eppure, in questo modo, lui poteva passare inosservato.
Il
mantello nero scivolava veloce sull’asfalto, ricoperto da
carte colorate di caramelle e piccoli pezzi di canditi rotti.
Le
voci potenti e allo stesso tempo sottili dei bambini lo infastidivano e
si chiese come mai non avesse deciso di recarsi sul luogo deciso in
altro modo, sicuramente più veloce e pratico di
quello, rallentato dalla folla che festeggiava una vecchia festa pagana.
Ma
Tom aveva voglia di quell’aria fresca di Novembre, aveva
bisogno, non si sa per quale ragione, del freddo che penetrava sotto la
lana scura, avvolgendo il corpo e facendolo tremare. Tom, almeno quella
notte, voleva lasciarsi andare ai sentimentalismi, per quanto fosse
possibile per una persona come lui.
Sempre
se di persona volessimo parlare.
Quella
notte, era sicuro che avrebbe vinto, oh! Quello lo avrebbe fatto di
sicuro. Avrebbe finalmente scritto la parola fine sulle miserabili e
piuttosto fastidiose esistenze dei coniugi Potter, ma, al
tempo stesso, sentiva come una strana sensazione, che gli pulsava nello
stomaco, glielo faceva attorcigliare, come poche volte nella sua vita,
e gli suggeriva, con voce maligna, che qualcosa sarebbe andato storto.
Sicuramente
erano quei bambini, già. Di sicuro. Così
fastidiosi ed irritanti. Con le loro voci infantili, le loro risate, la
loro felicità.
Allungò
il passo, urtando un piccolo babbano, che alzò gli occhi e
sbuffò, gridandogli contro.
«Signore!
Aspetti!» le piccole gambe, fasciate da della stoffa nera, si
sforzarono per raggiungerlo.
Si
piazzò davanti ad Orvoloson, lo squadrò per bene
– solo come i bravi bambini viziati sanno fare – e,
dopo essersi schiarito la gola teatralmente, domandò a gran
voce « dolcetto o scherzetto?»
Il
mago sbatté gli occhi esterrefatto, era proprio vero: i
babbani avevano un pessimo istinto di sopravvivenza.
Osservò
scettico i capelli biondo cenere, quasi rossi, del suo interlocutore,
le sue lentiggini, che ricoprivano la pelle chiara e sporca di
cioccolato vicino alla bocca. Poi, sempre con
l’altezzosità degna di un futuro dittatore come
lui, passò all’abbigliamento: un cappello di
triste plastica nera era poggiato sulla testa, mentre una bacchetta, un
misero pezzo di legno, era sbandierata sotto il suo naso.
Divertito
lasciò cadere il cappuccio senza dire nulla: i capelli
corvini, che si iniziavano a tingere di bianco, furono immediatamente
scompigliati dal vento novembrino che tirava, freddo e gelido. Le
labbra si distesero in un ghigno canzonatorio mentre la voce, arrogante
e strascicata pose una semplice e schifata domanda.
«
E tu? Cosa saresti?»
Il
bambino rispose gonfiando il petto, senza ombra di esitazione.
«
Il Mago più
cattivissimo del
mondo» gli incisivi da latte erano caduti, dando al sorriso
che fece subito dopo un’impronta comica e contrastante con le
sue perfide intenzioni. «Dolcetto o scherzetto?»
ripeté deciso, facendo oscillare davanti a sé il
cestino a forma di fantasma, forziere prezioso di quella dolce tassa.
Tom
scoppiò a ridere, una risata goliardica e glaciale, che fece
trasalire il piccolo, il quale, però, non demorse, riponendo
nuovamente la domanda, alla quale non ci fu altra risposta se non un
gesto scocciato.
Il
Signore Oscuro non aveva tempo da perdere, perciò, vista
questa interruzione fastidiosa, svolse velocemente il suo lavoro.
Lasciò
che la porta della casa esplodesse sotto il suo incantesimo; che il
corpo di James Potter venisse accartocciato dal crucio, proprio come
quelle foglie che fuori volteggiavano sopra le teste degli ignari
passanti; che, infine, venisse sbattuto contro un muro dal lampo
smeraldo.
Poi,
sempre velocemente, scovò la donna che –stolta-
aveva tentato di nascondersi, insieme a quel minuscolo bambino.
Quando
anche lei giacque a terra spostò la sua attenzione sul
neonato, storcendo il naso quando si accorse che, anche lui, come quei
bambini fuori, era vestito in onore di quella stupida festa.
Sollevò
la bacchetta, questa volta senza fretta, puntandola contro il visino
tinto con maestria, per farlo assomigliare ad una piacevole zucca, poi
sussurrò l’incantesimo.
A
Tom non era mai piaciuto Halloween.
Angolo autrice:
Diciamo che se veramente la famosissima notte fosse stata quella di
Hallowe'en Voldemort ha ricevuto uno bello scherzettoXD
Comunque, è la mia prima shot ** *saltella emozionata*
Non ho molto da dire... se dovessi essere sincera, se non che odio il
nome Voldemort e che quindi l'ho sempre chiamato Tom.
Ho immaginato che non fosse ancora... serpentino, ecco, ma
più umano. Purtroppo ho la memoria a breve termine
perciò non ricordo se sia giusta come cosa o se gli Orcroux
abbiamo esercitato qualche strano potere su di lui, portandolo
giù a quello stato.
Bhè... che dire, se non che la dedico alla carissima Mara
-Hilly89- per il suo compleanno, anche se un po' in anticipo. Ma come
si dice... quando l'ispirazione viene, viente u_u *soprattutto se
è dell'oscuro signoreXD*
Vi lascio! Alla prossima, sperando in un commento <3
notizia inutile: lo sapevate che Ollivander produceva bacchette dal 342
A.C O_O?
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