Earth or tea machine?

di h0spazzat0ieriapranz0
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Perché quando si pensa al bene e al male si pensa sempre al bianco e al nero? Perché non il rosso e il blu, o il giallo e il viola? Beh, è molto semplice: sta tutto in come la nostra sete di conoscenza e paura dell’ignoto agiscono sul nostro modo di pensare e agire; tra luce e buio, tra sereno e cupo, tra chiaro e scuro e tra bianco e nero dov’è che vediamo meglio? Ebbene sì, sta tutto nel nostro campo visivo. Ma a questo punto io mi chiedo: è sicuro che ciò che non vediamo sia pericoloso mentre quello che è vicino a noi alla luce del giorno no? Il bianco è l’insieme della luce di tutti i colori, si sa, mentre il nero delle ombre, eppure non è proprio per questo che il bianco è il bene e il nero il male, diciamo solo che al sole e alla luna piaceva così, ma iniziamo dall’inizio. Le due divinità un giorno si stavano annoiando e decisero di inventare un nuovo modo per passare del tempo insieme, un modo che desse loro delle pause mentre parlavano senza sembrare disinteressati e al contempo condividere qualcosa in più. Decisero quindi di creare qualcosa che si potesse ingerire, qualcosa di poco impegnativo ma saporito, e da qui iniziò l’era delle bevande, o almeno, solo nel regno divino visto che la Terra ancora non esisteva, ma andiamo con ordine. Crearono una grossa sfera che attirasse a sé molta acqua, non sapendo come farla la resero salata, si accorsero solo dopo che non andava bene, quindi per optare a questo problema chiesero aiuto alla figlia più grande, Giulia (perché diciamolo francamente, non avevano la minima idea di cosa fare), donandole la totale gestione del pianeta per conto loro con poteri illimitati. Giulia cosparse di terra una grande area del pianeta e vi mise prima le montagne, poi i ghiacciai e infine i fiumi e i laghi. Avviò anche un sistema di ricircolo dell’acqua all’avanguardia (che funzionava anche con l’acqua salata rendendola buona), in modo che arrivasse ovunque ce ne fosse bisogno. Ma torniamo alla bevanda... ora che c’era l’acqua bisognava renderla gustosa, il sale non aveva funzionato, ma Giulia aveva un’altra idea: fece crescere tanti piccoli germogli finché nel giro di una decina d’anni milioni di piante differenti presero il posto della terra brulla. Le due divinità le assaggiarono tutte, alcune erano più dolci, altre più amare; ne scelsero un po’ e decisero di metterne nell’acqua per farle prendere il sapore. E beh, mi direte, cosa centra l’invenzione del té con la nostra storia? Beh, c’entra perché è per questo motivo che è stata creata la Terra, o almeno, il motivo che conoscono gli angeli. Ebbene sì, i figli delle divinità scoprirono che la Terra sarebbe diventata una fregatura; mentre loro stavano a crogiolarsi nel loro té, Giulia cominciò a creare la vita e, dopo migliaia di anni, la Terra fu popolata da una seccante specie, gli umani. Seccante perché ogni essere, uomo o donna che fosse, aveva bisogno di quella che voi comunemente chiamate coscienza ma che per il popolo divino significa lavoro. Ebbene le due divinità decisero di prendere i rispettivi figli e metterli al servizio di un umano come “angelo custode”. Angelo nero dice “fallo”, angelo bianco dice di no, nero dice “vattene, mi annoio”, bianco dice “no, è scortese”, nero vuole, bianco impedisce e così via, un equilibrio perfetto se non fosse che il bianco non è così facile da ascoltare e rimane spesso ignorato, motivo per cui nascono spesso guerre e litigi. Come possono, gli umani, fare sempre gli stessi errori? In quello che chiamereste Paradiso (ma che per noi è semplicemente casa) si scatenarono però altrettanti litigi. Sapete, i neri non sono tipi umili, i loro successi erano fonte di pavoneggiamenti continui, il che irritava i bianchi talmente tanto che i loro principi buonisti potevano andare a fare merenda e tuffarsi nel té per quel che li riguardava e partivano le cosiddette risse tra fratelli. Le due divinità, il Sole e la Luna, o meglio la Sole e il Luno (perché sì, voi umani avete anche sbagliato gli articoli e il genere), vollero fare un esperimento, creare degli angeli sia bianchi che neri in modo che potessero gestire da soli un umano senza litigare. L’obiettivo era fare in modo che metà angelo fosse bianca e l’altra nera, ma non sempre tutto va come ce lo si immagina; il risultato di questo primo esperimento furono tre angeli dalle ali colorate, magenta come la più bella delle rose, giallo come i limoni maturi e blu come il mare cristallino delle isole caraibiche; una cosa mai vista, a dir poco spaventosa se non addirittura agghiacciante per gli altri angeli, fuori dall’ordinario. La paura si scatenò tra il popolo divino finché Sole e Luno non decisero di bandire i tre abomini sulla Terra insieme agli umani privandoli delle ali e quindi della loro magia e cancellare la loro esistenza dalla memoria di tutti gli angeli. Ma è proprio sulla Terra che ha inizio la nostra storia: tre esseri immortali privati della loro magia e di uno scopo in un mondo così stupidamente umano sembrerebbe l’inizio di una barzelletta, eppure forse i nostri tre pesci non sono così fuor d’acqua come ci si aspetterebbe, forse sono più umani di quel che sembri. To be continued Beh non so in quanti leggeranno questa storia, considerate questo primo capitolo come una sorta di prologo. Non credo che ne uscirà una long molto long, però ho riflettuto davvero molto sulla trama e spero davvero di renderle giustizia il più possibile. Grazie in anticipo a chi leggerà ed eventualmente recensirà la storia, buon divertimento!!




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